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Full text of "Free Party"

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Francesco @lter8 
Macarone Palmieri 

FREE PARTY 



Tectinoanomia per 

delinquenza giovanile 



Copyright © 2002 Meltemi editore srl, Roma 



È vietata la riproduzione, anche parziale, 

con qualsiasi mezzo effettuata compresa la fotocopia, 

anche ad uso interno 0 didattico, non autorizzata. 

Meltemi editore 

via dell'Olmata, 30 - 00184 Roma 
tel. 06 4741063 - fax 06 4741407 
info@meltemieditore.it 
www.meltemieditore.it 



Francesco @lter8 
Macarone Palmieri 



FREE PARTY 



Technoanomia per 

delinquenza giovanile 




MELTEMI 



Il più forte ringraziamento va alla Venerea Edizioni - nelle figure 
occulte di Atonai, KeyKusrow, Bodhi pat a-rà, Sister Ertzy -, la casa 
editrice indipendente con la quale collaboro e che, insieme ai miei 
cari confratelli intellettuali sbandati della rivista «Torazine: capsule 
policrome di controcultura pop», sono i primi a supportare e ad abili- 
tare ogni mio passo editoriale/esistenziale. Siamo uno, nelle nostre 
infinite, irriducibili, splendide differenze. 



A CHI VIVE NEGLI SQUILIBRI, COME ORTICHE NATE DAL CEMENTO. 



Indice 



p. 7 Parte prima 

9 FFWD: Avanti veloce. Posologia - Controindicazioni 

Francesco @lter8 Macarone Palmieri 

61 Parte seconda 

63 Trìbal eye: 1649-1992 

Alan "Tash" Lodge 

83 Straight to the edge. Prima linea: reportage di guerre 
soniche 1985/Y2K 

a cura di Francesco @lter8 Macarone Palmieri 

253 Parte terza 

255 Every picture tells a story 

Monia Cappuccini 

261 Cut, Copy, Paste. Psychografie di rivolta libidinale 
1993/Y2K 

a cura di Francesco @lter8 Macarone Palmieri 

365 Bibliografia 
369 Net-o-grafia 



FFWD: Avanti veloce. 
Posologia - Controindicazioni 

Francesco @lter8 Macarone Palmieri 



Different peoples' lives are based around different things ours is 
based around music. At our core is a sound system. It feeds us, 
nourishes our talents, it dictates our movements, brings adven- 
ture and keeps us together. 

Vinca Petersen, «No System» 

Che l'uomo vada dove non è mai stato, provi quello che non ha 
mai provato, pensi quello che non ha mai pensato, sia quello che 
non è mai stato. Bisogna aiutarlo in questo, bisogna provocare 
questo trasporto e questa crisi. Creiamo degli oggetti sconvolgenti. 

Paul Nougé 

SUPPORT WILD LIFE - THROW A PARTY 

adesivo su una Cinquecento 

La mia professione è attraversare frontiere. Quelle strisce di 
terra di nessuno fra due posti di controllo sembrano sempre 
zone piene di promesse: la possibilità di nuove vite, nuovi pro- 
fumi, nuovi affetti. 

I. 6. Ballarci, «Cocaine Nights» 



confine e frontiera 

confine e frontiera, concetti assonanti ma profondamente diversi, il 
primo limita, definisce, designa, identifica, sistematizza, controlla, 
mappa la geografia politica dell'agire umano, il secondo invece 
apre, evapora, fluidifica, ibrida, espande, territorializza la geografia 



emotivo-esistenziale-fattuale dell'esperire umano, la frontiera è 
zona liminale, algebra emotiva, irrazionalità sospesa in cui il dive- 
nire si fa strumento aritmico di conoscenza e autogoverno, questo 
libro sprofonda nella cartografia impossibile di frontiere oltreconfi- 
ne cercando di fermare, nel momentaneo flash di un'immagine 
stroboscopica, quel frame dissolvente tra due caselli di uno spazio- 
tempo tempestoso, distorto, sonoro, allucinato, empatico, nascosto 
e raggiante; ovvero la biografia settennale di un desiderio in rivolta 
espresso in vento techno-libertario, quello dei rave illegali o free 
party, in questi sette anni di passione il viaggio della mia vita è 
mutato radicalmente dissetando i miei desideri di sovversione del- 

0 l'esistente, di espansione e autogestione dei paesaggi fisici/menta- 
li/socioculturali, di risveglio dei piaceri ed erotizzazione dei dialo- 

£ ghi, di xenofilia e amore per l'alterità, di elaborazione dei linguaggi 
g del conflitto, in questo spazio comunicativo si vuole sperimentare 

uno stravolgimento del linguaggio della rappresentazione, per rom- 
•g pere ogni ritmica antitetica del dentro e del fuori, per cercare di 

1 dare vita a immagini emotive che permettano l'immersione dei 

^ sensi nell'idea di libertà, in queste pagine si vuole dilaniare il pote- 

g re del simbolo come incarnazione storica, attraverso la fulminea 
S 

£ azione del segno: quella traccia segnica esplosiva, desimbolizzante 
| e risignificante, che caratterizza le controculture contemporanee o 
$ culture postmoderne, nuovi linguaggi del conflitto che desacralizza- 
§ no l'archeologia dell'apparato sorretta dal monolite culturale domi- 
| nante, e si scagliano contro il precetto del simbolo fatto edificio 
sociale, è qui in discussione l'idea di politica come retorica della 
stabilità che, basandosi ancora su ottocentesche categorie sociopo- 
litiche ed economiche del bisogno, vive la sua crisi nell'impossibili- 
tà di limitare, definire, designare, identificare, sistematizzare, con- 
trollare, mappare la geografia dinamica del desiderio, è qui in dis- 
cussione la sua meccanica scientifica definita governo del -demos" 
- con tutte le sue strategie di definizione di cittadinanza e retorica 
democratica dell'uguaglianza - per evidenziare le ritmiche normaliz- 
zanti della continua e stabile maggioranza che trae il suo potere 
sull'oppressione e l'annullamento delle minoranze tramite una loro 
sintesi in società civile, è qui messa in crisi l'idea di potere gover- 
nativo locale>statale>europea>mondiale riveduta e corretta in ogni 



suo passaggio come oppressione del singolo e delle sue presunte 
minoranze, minoritarie e minorate, nella tutela e abilitazione delle 
loro irriducibili e molteplici e dissonanti alterità. 



abbandono 

la dissoluzione di tale archelogia giurassica attraversa questo 
momento di riflessione aprendosi a una sperimentazione compo- 
sta di suono e danza, stimolo, tatto e sorriso, viaggio e abban- 
dono, "abbandono" è una delle keywords basiche per respirare 
le immagini emotive presentate in queste pagine, non c'è possi- 
bilità altra che ricercarsi in un abbandono conoscitivo, la disper- 
sione è il salto nel vuoto o la vertigine da shock della conoscen- 
za; visione fluida ed eccitante della realtà in divenire che sfugge 
alla cementificazione del pensiero in concetto codificato, squili- 
brio come analisi critica ibridata di suono, tecnologia, cemento e 
corpi in rivolta. Il rave è un hard raptus, una macchina impazzita, 
assemblata e lanciata come una furia contro i muri della norma, 
oltre i confini del concettualizzato, lì dove pensiero e corpo dan- 
zano liberi, un motore transumano nutrito di energia nervosa 
proliferante,, composto di interzone atopiche desincronizzate o 
strutture industriali abbandonate, sincope di ritmiche techno-logi- 
che dell'abbandono e danze crepuscolari d'abbandono; la sociali- 
tà d'abbandono è quella di chi si muove tra le scorie, per 
sopravvissuti agli orrori della civiltà occidentale, la cultura della 
disp ersione o azione dell'abbandono è rifiuto, negazione, distac- 
co; ardore nichilista/dissolutivo di quel fetore necrotico o cancre- 
na della quotidianità, asfissia di rapporti formali, di ruoli e sta- 
tus, di leggi e valori, di etiche e morali, oppressione generalizza- 
ta o produzione di morte, da questo terreno arido del presente 
si dispiega un movimento che rompe e irrompe, disegna e desi- 
gna spazi liberi nel prisma della vita tra contrazioni di passati 
anteriori e futuri remoti, per dirla con le parole di Jules-Frangois 
Dupuis Aka Raul Vaneigem "come l'economia in crisi che non 
perisce, diventa economia di crisi, la crisi della cultura che si 
sopravvive, diventa cultura della crisi" (Dupuis 1977). 



crisi 



la danza è danza della crisi, il suono è il suono della crisi, l'a- 
zione diretta tramite l'occupazione è l'energetica potenziale della 
macchina impazzita o linguaggio della crisi visto come solleva- 
zione, ribaltamento e decostruzione delle sintassi politiche, i 



:j- to rimanere aperti e lacerati per far fluttuare le contraddizioni 
w con vettori acustici di beat 909 in 4/4 e breakbeat dissonanti, è 

il corpo-linguaggio a essere geopoliticamente decostruito nelle 
£ sue sintassi di potere, conseguentemente è il corpo dei rapporti 
t socio-culturali a essere aperto>penetrato>disorganizzato>innerva- 
to>riassemblato ed elettrizzato di nuova vita come il primo dei 
•c freak-steins e l'ultimo degli immortali, il corpo nomade del lin- 
I guaggio controculturale inizia a perdere il suo prefisso "contro", 
^ funzionale al potere della KKKultur, irradiando grooves libertari 
S composti da strutture chimiche di battute-movimenti-sorrisi e 
£ sviluppando l'ardita potenza della transculturalità. movimenti 
| tellurici che spezzano frammentano e ricompongono la superfi- 
Ì eie del suddetto tessuto destabilizzandolo proprio nell'attraver- 
| samento, negando alle dialettiche dei poteri una controparte su 
| cui ratificarsi controidentificando. "... per noi resistere è disunir- 
u " ci, il nostro disunirci li sconvolge, ritrovarci è solo erotico, cioè 
critico" si legge nell'ultima parte di una fanzine firmata "libertari 
oltre il kaos - franatici", la forza di una scelta libertaria per 
loro, come per i raver, sta nel grande esodo ovvero, ancora una 
volta, nell'abbandono; evasione dalle prigioni delle identificazio- 
ni a opera di vecchie categorie dove rientra in gioco la dialettica 
0 meglio la crisi dialettica del concetto di confine sulle alchimie 
delle sperimentazioni libertarie di frontiera, una frontiera fatta di 
edonisti con una causa: il piacere del ritrovarsi in una aritmia 
cronotopica densa di extrasensorialità, libera, critica nel suo ero- 
tismo, è la sovranità degli stati stessi a implodere nell'impossi- 
bilità di un approccio giocale, molecolare al controllo tra la 




caduta del senso di stato e la concreta massa atomica liminale 
sospinta da venti elettronici nel mare suburbano di cemento 
armato, le azioni libertarie agite nella forma-festa si esprimono 
come technonatura o panorama di postumanità sincretica, agita- 
ta da digitkaos. nel momento postmoderno, in cui certa globa- 
lizzazione sta dando vita ad accentramenti governativi che, 
attraverso strategie politico economiche, intendono ristabilire 
l'assialità scalare tra mondi e loro speculazioni, assistiamo par- 
tecipanti al primo epifenomeno controculturale globalmente dis- 
gregante, localmente decentrato e mondialmente collettivo. Mark 
Spiral-Hidden Resistance, riflettendo sul movimento dei teknivals 
come agente disgregante rispetto agli accentramenti di potere, 
afferma che "... such a party principle proves very popular & the 
concept has spread europe-wide. Escalating on ali fronts... now 
as in the future, with ECCs new monolitic bureaucracy poised to 
take control & the power drunk capitalistic system holding the 
world to ransom, teknival has became something of a haven 
and testing ground for new ideas..." (Mark/Spirai Hidden 
Resistance 1997). questo quadro viene a sua volta potenziato 
dalla prospettiva rizomatica che configura l'altra faccia della glo- 
balizzazione spostando il concetto di rete, inteso come relazioni 
tra singoli promoter, krew, posse, tribe, etichette indipendenti, 
radio libere/pirata, free party people, su un piano connettivo 
neomediale tramite convergenza 0 attraversamento di sistemi di 
comunicazione a tecnologia digitale, dall'editoria elettronica alla 
comunicazione in tempo reale tramite chatroom, newsgroup, 
mailing list, website, netradio, webcasting video, tecnologia 
w.a.p. e via discorrendo. Christoph Fringeli afferma "... new car- 
tographies are emerging, white spots on the map not in some 
far away continents but in your own backyard... networks are 
types of organizations wich requires intense communication and 
exchange of informations between different nodes... there is no 
chain of command but a feed back system of collective decision 
making. a network is immune to decapitation as hierarchical 
structures are largely dissolved as they become increasingly 
inappropriates and inefficient. Power is being dispersed... the 
network is not complete without you" (1999). le gerarchie si 



ribaltano e i centri di potere si perdono nell'azione periferizzan- 
te degli "information dancers" i quali, a loro volta, si muovono 
tra le rughe della società dello spettacolo ammuffito creando 
stroboscopie di zone autonome nelle disfunzioni urbanistico- 
architettoniche della gigalopoli/occidente. 

frammenti 

frammenti di lucida follia che fluttuano nelle spire sonore di 
fenomeni acustici in costanti esercizi di telepatia, insopprimibile 
voglia di ridere e amare, desiderio del dono, il concetto di free 
party qui è dedicato a prassi di sovversione, quindi alla gratuità 
dell'atto, alla fuoriuscita dal calcolo, al momento del gioco, alla 
generosità del dare, all'impossibile piacere del viver/si immedia- 
tamente, alla luce accecante di un sorriso spontaneo, all'abbrac- 
cio del tutto, all'inaccessibile feticismo della più inestimabile 
delle merci, la vita libera, come il linguaggio della critica in un 
famoso assioma situazionista vaneigemiano si faceva critica del 
linguaggio, la controtendenza relazionale dedicata alla gratuità 
dell'azione, incomprensibile alle mediazioni mercificanti del 
postcapitalismo selvaggio, si fa problematizzazione delle relazio- 
ni sociali, "l'invenzione suprema è quella di un problema, l'aper- 
tura di un vuoto al centro del reale" (Levy 1995). la problematiz- 
zazione del reale giurassico, dove i "... dinosauri [governativi] 
non si sono estinti anzi ci vorrebbero convinti che l'alta marea è 
passata..." ("La grande mareggiata", Conflitto, Assalti Frontali), 
non riesce a fare i conti con questa mareggiata problematica di 
correnti polidirezionali che emana onde anomale nell'asfalto di 
technosovversione. tuffi in quell'emozione oceanica di chi sente 
e agisce per infestare e liberare in una fratellanza infinita. 

periferia dei pensieri - il delitto 

guardandomi dalla periferia dei miei pensieri ripercorro le mie 
storie passate, come un assassino che non può fare a meno di 



tornare sul luogo del delitto, mi ricordo geograficamente dis- 
perso insieme a dj Tank 1 , al Duka, a M. e altra gente, nelle 
valli del Monte Peglia, in Umbria, alla ricerca di un sito per dar 
luogo al primo free techno festival italiano 2 , essendo il Monte 
Peglia un'ottima area geografica centroitaliana, quindi facilmen- 
te raggiungibile, con un tessuto controculturale hippy legato 
all'area movimentistica delle vecchie occupazioni romane, pro- 
vammo a proporre, se non una collaborazione nel supporto 
logistico, per lo meno un'immagine possibile di ciò che sareb- 
be potuto accadere in loco. Tank era il link con la scena 
pegliana e quindi a lui era fondamentalmente delegato l'apripi- 
sta di un'esplicazione dell'evento alla curva di resistenza hippy, 
in quei casali senza acqua e corrente elettrica, ovviamente tro- 
vammo un attrito forte da parte loro ma ci fu una sua frase 
dirompente che colpì, anche se forse non consapevolmente, 
molto più me che loro, "immaginate i rave come coperchi alza- 
ti, per permettere a fumi e sapori di uscire", la metafora era 
perfetta, i rave rappresentavano per lui/noi lo sprigionarsi di 
forme di conflitto che liberavano l'azione individuale/collettiva 
dalle vecchie egemonie, librando nell'aria marcia e stantia del- 
l'asfìttico universo politico sociale e culturale contemporaneo, 
odori, umori, assonanze, contraddizioni, ma soprattutto indivi- 
dualizzando azioni e sensi, il riferimento al coperchio alzato 
mostrava anche una critica alle contraddizioni interne alle varie 
aree movimentistiche - come centri sociali, radio libere, asso- 
ciazionismo di base ecc. - che, anche in quel caso specifico 
hippy, erano chiuse all'innovazione generazionale, ai nuovi lin- 
guaggi, scatenando guerre intestinali per rivendicazioni di pote- 
re 3 , la spedizione in Umbria fallì per la reticenza di un'area che 
sviluppava un'idea tradizionale di controcultura come forma di 
rifiuto luddista a un uso sovversivo/espressivo della 
tecnologia 4 , quindi il festival 5 ebbe luogo in una valle a 
Marcellina, sopra Tivoli, e fu stravolgente ma ancor di più lo fu 
l'immagine di Tank che racchiuse e contemporaneamente aprì il 
significato dei rave in una pentola e in un coperchio rialzato 
facendo esplodere la panacea dei venti, la fuoriuscita dei 
mostri, l'amplificazione dell'uno in molteplice. 



ipertesto 



la lettura dei rave si può visualizzare come una forma ipertestuale 
in cui la propositività si configura come un progetto autogestiona- 
rio dove l'elaborazione di un'architettura relazionale libera si com- 
pone di nodi esistenziali autobiografici tanti quante le biografie 
delle entità che danzano in questo iper spaziotempo sprofondato 
tra i confini delle sintassi dei vecchi poteri e gli affioramenti di 
produzioni linguistiche parallele, l'intreccio dei patterns esistenziali 
sono i nodi della rete ipertestuale, i links possibili sono le defini- 
zioni di significato che elabora la mente unica dell'ipertesto rave. 
^ la produzione cognitiva della mente-rave performa la connettività 
come shock della conoscenza, dialogia della diversità, agorafilia 
£ metropolitana, il raver è un'entità errante che attraversa, in una 
oj cerebralità trascendente, la significazione collettiva dell'ipertesto 
attraverso i suoi nodi possibili, l'abbandono così qui si riaccende 
•c nella ricerca della significazione del testo esploso in una tempesta 
I di idee percettive, il lettore danza la sua produzione di testo ero- 
f tizzando la sua zona relazionale con la struttura aperta del testo 
S collettivo, il raver legge il suo linguaggio glo-cale autoproducendo 
| il testo, il testo del rave è a sua volta la zona vuota del linguag- 
% gio delle organizzazioni politiche del cadavere sociale, quindi la 
Ì ferita aperta del suo corpo che gode del non coagularsi, per anda- 
| re più a fondo possiamo, in questa prospettiva, abbracciare le 
| concettualizzazioni ripercorse da Pierre Levy nel suo saggio sui 
processi di virtualizzazione. Levy introduce i concetti di 
virtuale/attuale e reale/potenziale dedicando la sua riflessione ai 
mutamenti antropologici della contemporaneità, cercando le chiavi 
per un'azione diretta sulla sua gestione sociopolitica. Levy inter- 
preta filosoficamente la virtualizzazione come energia dinamica di 
problematizzazione del reale, basandosi sulla radice etimologica 
latina della parola "virtus" ovvero forza, potenza, l'attualizzazione 
è il processo di risposta alla problematizzazione del reale nella 
sua reinvenzione significativa quindi nella sua radicale modifica- 
zione, la virtualizzazione, usando la percezione del vuoto come 
elemento in divenire, come motore del suo processo di attualizza- 
zione, trasforma l'attuale istituito in problematizzazione esponen- 



ziando e fluidificando le differenze, ancora, il processo di virtualiz- 
zazione propone un'azione di eterodossia cronotopica nel suo 
svincolarsi dagli spazi/tempi dell'identità, quindi dell'essere al suo 
interno, l'idea della virtualizzazione come problematizzazione 
nomade, o esodo dalle identità precostituite dagli spazi tempi dei 
poteri tradizionali, va esattamente contro quella filosofia politica 
tradizionale in cui l'umanità non poteva che esprimersi in una 
definizione spaziotemporalmente gerarchizzata, categorizzata, con- 
trollata, statica, reale dell'essere: appunto l'essere-ci. Michel Serres 
invece parla di una produzione dell'essere tra le cose chiaramente 
situate, sedimentate e istituite, opponendo etimologicamente al 
tedesco "dasein" esserci, il latino "ex-sistere" ovvero "l'esistere al 
di fuori di"; quindi virtualizzare il proprio senso dell'esistere 
ponendolo al di fuori dei rapporti di potere in una dinamica rela- 
zionale accesa da vitalità passionali composte da progetti, conflitti 
e intese svincolate dalle griglie politiche sociali culturali ed econo- 
miche moderne, la virtualizzazione anima una cultura nomade gio- 
cale nelle sue attualizzazioni spaziotemporali stroboscopiche, 
simultanee, frammentate, multicentriche, parallele, destabilizzanti 
l'idea cronologicamente e topograficamente lineare/ordinata della 
realtà, "la virtualizzazione mette a dura prova la narrazione tradi- 
zionale" (Levy 1995). queste le parole di un Levy che entra critica- 
mente nelle sintassi dei vecchi poteri moderni. Il rave come forma 
ipertestuale esprime la lacerazione di questa sintassi attraverso la 
sua complessificazione virtualizzante in una tensione libertaria. Se 
il testo del potere si esprime nell'ortodossia del qui/ora, l'iperte- 
sto dei rave virtualizza i confini categorici delle identità politico- 
sociali e moltiplica le frontiere dell'eterodossia cronotopica in 
un'algebra impazzita predicendo numerologie digitali. 

la molteplicità dell'uno 

la pratica del rave, come moltiplicazione reticolare nell'olografia 
dell'uno in molteplice e viceversa, si fa progetto totale di una 
mente unica pulsante 0 terreno ottimale di abbattimento dell'io 
come unità categorizzata e strangolante, il concetto è caro all'è- 



oologia transorganica dell'antropologia batesoniana: "... se desi- 
deriamo spiegare o comprendere l'aspetto mentale di un qua- 
lunque evento biologico dobbiamo prendere in considerazione 
la rete o circuito di sistemi chiusi all'interno del quale quell'e- 
vento biologico è determinato, ma quando cerchiamo di spiega- 
re un comportamento di un uomo o di un qualunque altro orga- 
nismo questo sistema non avrà gli stessi limiti dell'io" (Ba teson 
1972). raver come multividuo olografico, altro da sé in continua 
espansione, la prospettiva cibernetica adottata da Bateson 
mostra come l'armonia del molteplice, nei suoi processi comuni- 
cativi, irrompa sul concetto biologico-sociale di sistema, sul suo 

^ equilibrio, sul suo controllo e sul suo governo. "... non è possi- 
bile che in un sistema che manifesti caratteristiche mentali, una 

£ qualche parte possa esercitare un controllo unilaterale sopra il 

a, tutto. In altre parole le caratteristiche mentali del sistema sono 
immanenti non in qualche parte, ma nel sistema come totalità" 

•g (Bateson 1972). 

1 il concetto di mente unica qui elaborato trova una sua applica- 
ci zione perfetta se riferito alla microecologia dei rave. esso si 

2 lega al concetto di granularità 0 densità del linguaggio del 

£ molteplice espresso nella cultura technolibertaria, proponendo 
| una visione del rave come collettivo intelligente nell'intelligen- 
® za collettiva - interpretata come modello comunicazionale 
§ tutti/tutti in opposizione ai precedenti modelli uno/tutti dei 
I vecchi media e uno/uno dei media reticolari -, soprattutto se 
inteso come sostanza alterante la macroecologia della sua 
coscienza, il concetto di cultura da un punto di vista semiotico 
viene interpretato come universo di galassie di codici 0 net- 
work di significati che l'individuo produce per rimanerne con- 
temporaneamente intrappolato, aggiungendo una sfumatura di 
carattere sociologico data da Ann Swindler, possiamo dire che 
la cultura non solo è oggi quasi completamente slegata dai 
contesti sociostorici che si imponevano come suprematici, ma 
in più può essere visualizzata come "tool kit" (Crespi 1997)» 
una cassetta di attrezzi intesi come molteplici strumenti da 
usare a seconda dei panorami socioculturali di riferimento, 
quindi molteplice nei suoi gruppi di valori, significati e norme 



a seconda dei milieux sociali e delle iniziative individuali degli 
attori sociali, agenti in forma locale e mondiale, 
quindi il concetto di cultura, come forma monolitica, non regge 
più e ancor meno giustifica l'idea di apparato sociale come 
sistema, la produzione di controcultura technolibertaria in que- 
sta prospettiva entropizza la disgregazione proponendo una psi- 
cosi di massa invasiva della mente unica o un'azione diretta di 
psicotropia culturale nel macropsichismo globale, 
ne possiamo dedurre che la società/cultura glo-cale pensa in 
noi tanto quanto noi pensiamo glocalmente in essa, la produ- 
zione di modelli culturali libertari in opposizione a ogni rap- 
porto di dominio è quindi un'azione significativamente psico- 
tropa nel macropsichismo collettivo levyano o mente unica 
batesoniana che ne disorienta i rizomi molecolari elettrici, le 
esplosioni sinaptiche e soprattutto stimola aree nuove in cui 
svelare scenari di vita possibili. 

rumori armati 

i raver navigano nell'estasi amniotica di energie emotive polidire- 
zionali mono ed eterodirette, linfa vitale dell'individualizzazione ed 
esponenziamento delle storie "attualmente" libere dall'oppressione 
dei condizionamenti sociali dei vecchi apparati statali e dai rappor- 
ti di schiavitù produttivistica dei nuovi liberismi economici. Breton 
affermava che "il più semplice atto surrealista consiste nello scen- 
dere in strada con una pistola per mano e sparare a caso, finche 
si può, sulla folla, chi non ha voluto almeno per una volta, farla 
così finita col piccolo sistema di avvilimento oggi in vigore ha il 
suo posto ben preciso in mezzo a quella folla, col ventre all'altez- 
za della mira" (Breton 1929). ebbene, l'inarrestabile desiderio sur- 
realista di estinguere con uno sterminio figurato le aberrazioni dei 
rapporti di dominio può essere metaforicamente trasportato negli, 
spari della techno. Dag Spirai affermava "soundystems are wea- 
pons - make some noise" e Qirex aggiunge "tekno is a weapon - 
shoot your beats". la techno esplode colpi di vita, allattando i 
suoi figli con il rumore, negando ogni idea tradizionale di melodia 



e di arte, il suono è vita, la sua persistenza nel tempo e nello spa- 
zio di un dance floor è continuità di vita, il rumore è vibrazione 
acustica libera; pensiero non addomesticato alle sintassi della 
musica, la sua forza di impatto, la sua mole acustica deflagra ogni 
rapporto di produzione spazzando via ogni codifica mercantile ed 
erotizzando i corpi, la produzione di rumore è l'urlo sovversivo di 
menti in/quiete, la definizione del suono ha una proliferazione 
poliforme mediata da techno-logia a supporto digitale, la produ- 
zione di suono non condizionato da stime economiche nei rave 
agisce in forma immediata con live sets. " la techno è musica 
folk" (Lowe, Shaw 1993) diceva Mark Spirai; ovvero espressione 

0 immediata dalla gente per la gente, in questo modo la spirale si 

mette in moto e la produzione di rumore come fenomeno pop 

£ apre a vasti spazi relazionali in movimento, ritmi di guerre estati- 
fi 

a, che, dispersione e ricongiungimento in quell'oceano assoluto di 
^ pensiero libero, il dance floor è l'humus patogeno di allegri en-tro- 
•c pici metropolitani in cui diffondere pensiero impazzito; interfaccia 

1 algo-ritmica tra futuro libero e azione presente, il "balla e difendi" 
^ che caratterizzò lo sviluppo dei centri sociali nei primi anni novan- 

2 ta, scandendo le ritmiche hip hop delle posse, su un'idea di aper- 
si tura al territorio metropolitano tramite azione diretta e contempo- 
li ranea chiusura identitaria di resistenza, si trasforma oggi nel "balla 
Ì e diffondi" inteso doppiamente come apertura a quella metropoli 

§ ieri negata dagli stessi centri sociali e ancora come cultura che 
I perde lentamente la schiavitù della sottomissione dialettica del 
contro per perseguire quella dialogica a favore del desiderio, le 
esplosioni sinaptiche di quello spazio cerebrale rappresentato dal 
dance floor creano tessuti di vissuto kaotico in cui sperimentare 
abolizioni della società di classe. 



oracoli postmoderni 

una mattina grigia e fluorescente di una domenica indefinita 
targata 1.9.9.7., mi ritrovavo, sensualmente acceso ed enfatico, 
a Bologna, in una delle feste più significative e stravolgenti 
della mia vita, nel ventre devastato di una fabbrica di giocattoli 



abbandonata assistetti a un dialogo tra Rorie, un traveller 
inglese, e Sasha uno degli organizzatori/pro-motori della festa, 
il primo argomentava in modo animato e rabbioso un discorso 
sull'assenza di Simon Carter al party 6 . Rorie urlava in cockney 
smascellato che Simon era stato offensivo nella sua non parte- 
cipazione alla festa, comportandosi come un facente parte di 
quello star system di djs della scena techno libertaria esatta- 
mente speculare alla scena commerciale. Simon non era venuto 
perché aveva richiesto il nome sul flyer e gli era stato negato. 
Rory continuava a ripetere "we are ali on the same fuckin' dan- 
cefloor, mate". <^mo tutt' *»"o ^^-^nre floor. siamo tutti 
uguali sul dance floor. siamo tutti uguali, nelle nostre molteplici 
differenzèTn^onzzontalità del dance floor. balliamo tutti lo 
stesso sound esprimendolo in serialità differenziate di geome- 
trie frattali, questa frase mi fulminò più di quanto non lo fossi 
già, dando una luce significativa al momento di ultravita che 
stavo respirando, per tutte le feste a venire, le parole, la tim- 
brica e la furia di Rorie hanno riecheggiato nei miei pensieri, 
vivendo, riproponendo, elaborando e ballando lo stesso valore 
di uguaglianza nelle diversità in ogni dancefloor che ho vissuto, 
abitato e amato rigenerandomi e mutando, il dancefloor è defi- 
nito da un'architettura emotiva sensibile e opaca esperibile 
solo da chi prova ed esprime vita ballando su quel sottile con- 
fine che la separa dalla morte, le sue forme sono dissolventi e 
mutano con l'interagire dei raver. la spazialità sonora esprime 
tempi e modalità dell'interazione sociale svelando campi pano- 
ramatici dell'utopia; giardini di cemento per piante umane che 
vibrano e crescono alterando/si; punto parestesico in cui piace- 
re e dolore, amore e morte, assonanza e dissonanza, kaos e 
universo convergono in quel fragile equilibrio esistenziale che 
si fa varco di uscita nel processo di ek-stasis o ex-stasi o 
abbandono dello stato - di cose presenti - verso il territorio di 
una poesia generalizzata, si disincarna così il progetto surreali- 
sta di influenza freudiana con l'intenzione di portare alla luce 
quelle zone d'ombra usandole per una migliore conoscenza di 
se stessi e del mondo, una psicoanalisi intesa come arte popo- 
lare quindi sbarazzata dalle pretese rieducative e completamen- 



te ostile alla terapia psichiatrica poliziesca elaborata sui valori 
castranti della reintegrazione sociale, proprio lo stesso metodo 
analizzato da Devereux il quale definiva l'angoscia, la paura, 
l'orrore strumenti di produzione del sapere (Devereux 1967). 
l'autoindagine, come forma di psicoanalisi desacralizzata, non 
può che avvenire attraverso una decostruzione del linguaggio 
inteso come strurmento di definizione culturale e relazione 
sociale, in questa direzione agirono i surrealisti, sebbene cer- 
cando ingenuamente il primato dell'istinto/natura sulla ragio- 
ne/cultura, con la scrittura automatica che, nel manifesto sur- 
realista del 1924 veniva definita come "automatismo psichico 

N puro con il quale ci si propone di esprimere, sia verbalmente, 
sia per iscritto, sia in qualsiasi altro modo, il funzionamento 

£ del pensiero, dettato del pensiero in assenza di ogni controllo 

a, esercitato dalla ragione", i rave sono il territorio di un'indagine 
psicoanalitica nella loro lettura ipertestuale, il raver definisce il 

•c suo stesso testo nell'ipertesto collettivo aperto dei rave trac- 

1 ciando e decostruendo la sua stessa biografia, perdendo e 

^ ritrovando se stesso nell'opera totale, anti-autoriale e aperta, 

2 della festa, il kaos testuale è abbattimento di etiche e morali, 
8 

£ apertura delle zone d'ombra, fluidificazione delle immagini 
« mentali, sesso con l'orrore^amore per la paura e cre.spita.iial — 
§ superamento del sé; proprio in un continuum parziale con quel 
§ surrealismo "... connesso a certe forme di associazione fin'ora 
g trascurate, sull'onnipotenza del sogno, sul gioco disinteressato 
del pensiero, [che] tende a liquidare definitivamente tutti gli 
altri meccanismi psichici e a sostituirsi a essi nella risoluzione 
dei principali problemi della vita" (Dupuis 1977). 
il dancefloor calza in un'idea predittiva, oracolo postmoderno per 
riflessioni su se stessi, la spazialità liberata diventa perimetro 
della mente in una riconfigurazione progressiva in cui tale indivi- 
dualizzazione psicoanalitica si amplifica nell'uso consapevole e di 
ricerca, oltre che edonistico, di sostanze psicoattive, tale uso 
nasce all'alba dell'essere che si dice propriamente umano nella 
sua capacità culturale di riflettere su se stesso e sulla dialettica 
tra la definizione del sé e la definizione del mondo attraverso una 
riduzione del kaos in universo culturale, questo processo di cono- 



scenza e produzione di cultura si sviluppa tramite Pelaborazione 
di mediatori socioculturali uomo/dio, universo/kaos che partono 
dal mito come produzione del reale e del sociale, esso spiega il 
significato della vita, quindi dei fondamenti morali, rendendo 
accettabile la paura dell'ignoto e, soprattutto, fondando il potere 
per diritto divino, al mito subentrano le religioni come astrazioni 
simboliche o istituzionalizzazioni del divino in strutture ecclesiasti- 
che che rappresentano il vero come sacro, non contraddittorio 
rispetto alla narrazione mitica retta dalla logica dell'immediato e 
dell'ambiguo, i detentori del vero sono i ministri delle religioni 
che mediano, tramite i sistemi di valori religiosi, tra il divino e l'u- 
mano arricchendosi del potere del dogma attraverso la sua 
dimensione normativa, ai sistemi religiosi si è affiancata poi la 
religione laica della cittadinanza, sviluppatasi dai processi di uni- 
versalizzazione post rivoluzionari europei di fine '700, dedita al 
culto dello stato come astrazione della società civile, ora, nei pro- 
cessi di continua secolarizzazione radicalizzati dalla fine del 
moderno, assistiamo a una denormatizzazione delle mediazioni 
simboliche e sociali di questo rapporto io/mondo attraverso un'in- 
dividualizzazione percettiva e analitica basata sulle sostanze psi- 
coattive che Huxley analizza in un suo lavoro del '58 edito da 
Nautilus, intitolato Le droghe che plasmano la mente degli uomini 
(Huxley, Wasson, Graves 1999). partendo dalla definizione del 
legame tra stati mistici e modificazione della coscienza, egli affer- 
ma che il ruolo del mistico è quello di colui che trascende il sé; 
ovvero di colui che supera i sistemi simbolici e sociali che lo defi- 
niscono, attraverso un allargamento della visione teso a esperire 
più profondamente l'insondabile miracolo dell'esistenza, egli con- 
tinua riflettendo sulla decostruzione del potere del ruolo e gene- 
ralizzando questo misticismo conoscitivo all'essere umano, indivi- 
duando l'impulso spontaneo all'autotrascendenza come base per 
la nascita della teologia, questa capacità è stata rivivificata dall'e- 
splosione di biochimica e farmacologia propria della fine degli 
anni '50 che ha ampliato i mindscapes in campo occidentale 
parallelamente alle pratiche divinatorie delle culture dette "nati- 
ve", che scoprirono modificatori naturali della coscienza prima del 
sorgere della storia, oltre la storia invece troviamo le storie dei 



rave come bacini di psicoazione o autotrascen-dance spontanea 
attraverso stimoli endogeni ed esogeni, i free party possono esse- 
re letti come riappropriazione e autogestione degli infiniti stati di 
coscienza possibili perduti in secoli di storia mitica, religiosa e 
sociale dai baccanali a oggi, ovviamente in una società dell'accu- 
mulo e del consumo globale, facilmente l'uso si trasforma in 
abuso e l'abuso in morte e distruzione. Huxley riflette sulle politi- 
che adottate in una bipolarità proibizionista/antiproibizionista 
dichiarandole fallimentari entrambe e affermando che le società 
civili occidentali si trovano al centro di questa dialettica, in una 
depenalizzazione progressiva ma altrettanto castrante le forme di 

^ autotrascendenza in chi si pone domande sul loro uso come stru- 
mento per il miglioramento umano da tutti i punti di vista; siano 

£ essi medici, biochimici, sociologici, antropologici, legislativi, etici e 

a, religiosi. 



1 le fenetilamine che ho conosciuto e amato 
£ 

e 

2 Shulgin 7 cerca di rispondere alle questioni di Huxley attraverso 
| T.I.K.H.A.L Tryptammines I have loved and known: the conti- 
| nuation 8 . in una sua conferenza dei primi anni '8o a Santa 

Ì Barbara, nell'università della California, Shulgin esprime piena- 
§ mente la sua visione antiproibizionista e libertaria riguardo 
j= l'uso delle sostanze psicoattive come strumenti per una ricerca 
sul miglioramento della qualità della vita umana, con un inter- 
vento intitolato Why I do what I do (Shulgin 1997). accademi- 
camente parlando in un modo non pericoloso per la comunità 
scientifica e per chi fornisce i finanziamenti governativi per la 
ricerca, egli definisce le droghe psichedeliche mettendo un 
accento enfatico sul termine psicotomimetico. in particolare, 
inerentemente alle droghe psichedeliche, sull'etimologia della 
parola "psychoto" da psicosi e "mimesis" da mimesi ovvero la 
capacità da parte delle sostanze di riprodurre e moltiplicare e 
misurare stati psicopatologici, partendo dalla definizione di 
due classi di sostanze psichedeliche in cui raggruppare le due- 
cento finora conosciute, egli definisce l'area fenetilaminica e 



quella triptamminica; le due aree sono relazionate ai due prin- 
cipali neurotrasmettitori ovvero la dopamina e la serotonina, 
egli continua affermando che questa non è la piena verità poi- 
ché il suo lavoro consiste nello sviluppo di strumenti per 
obiettivi ben differenti, creando un background per esprimersi 
sul "perché fa ciò che fa" Shulgin spiega che tutti gli aspetti 
del "teatro umano" si esprimono in un bilanciamento del con- 
cetto di bene e male nella sua continua ridefinizione, il bilan- 
ciamento funziona in una dinamica taoistica in cui nel bene ci 
sarà sempre del male che lo ridefinirà e viceversa, l'eros e il 
thanatos sono sempre presenti in noi ma separati dalla nostra 
consapevolezza a causa della difficoltà di penetrare nel muro 
dell'inconscio... una definizione degli strumenti ricercati da 
Shulgin potrebbe essere quella da lui detta "words in a voca- 
bulary", parole in un vocabolario che permettono all'essere 
umano di comunicare in modo più conscio con il profondo 
della propria mente e psiche, intendendo il raggruppamento di 
questi strumenti/parole come il "vocabulary of awareness". una 
persona che diviene progressivamente cosciente dell'esistenza 
del bilanciamento eros/thanatos che la spinge all'azione può 
iniziare a fare scelte consapevoli e il percorso di apprendimen- 
to che ne deriva diviene la via del sapere. Shulgin applica il 
concetto di bilanciamento agli sviluppi della storia sociale e 
scientifica del passato millennio, cogliendo il lato mortifero 
delle scoperte scientifiche trasformatesi in potere, abominio, 
guerra e distruzione totale, e l'erotismo delle scoperte chimi- 
che inerenti alle sostanze psichedeliche; ciò in una strana 
coincidenza temporale tra la scoperta dell'uranio e quella del- 
l'alcaloide della mescalina oppure tra quella della fissione 
nucleare e la molecola dell'lsd. egli continua il suo discorso 
dicendo che nel processo di definizione delle scienze c'è stato 
un continuo slittamento di interesse dalla dinamica conoscitiva 
al risultato e al potere che ne deriva: "in this current age of 
science, it is only the end-result, the 'gold' that really matters. 
it is no longer the search itself or the learning, but the final 
achievement that brings one the acknowledgement of one's 
peers, and with that, the recognition by the outside world, 



toghether with wealth, influence and power that comes with 
the recognitiorT. questo continuo slittamento verso il thanatos 
del potere ha fatto sì che si creasse un doppio bilanciamento 
nell'eros della scoperta, inerente all'esplosione, dagli anni ses- 
santa in poi - proprio dopo la messa al bando da parte della 
comunità scientifica delle sostanze "psicotomimetiche" intese 
come pericolose e negative per la mente umana - di un gros- 
sissimo movimento di interesse dedicato alla comprensione 
della mente, della psiche e dei suoi stati possibili attraverso 
l'uso di sostanze psichedeliche e non solo, definito antropolo- 
gicamente controcultura hippy, concludendo Shulgin afferma 
che è proprio la comunicazione tra l'eros e il thanatos della 
mente umana ad aver bisogno del vocabolario di "insight" e 
consapevolezza dato dagli strumenti che lui sintetizza, è que- 
sta la chiave di accesso alle parti più intime e occulte e alla 
loro esternazione, patrimonio, prima, esclusivo di sciamani e 
divinatori nelle loro culture di appartenenza, in questo senso 
la prospettiva critica huxleyana e quella shuliginiana si toccano 
proponendo la chimica di sintesi e la sperimentazione inerente 
agli stati di coscienza come uno strumento di ricerca, consape- 
volezza e miglioramento umano oltre ogni filtro di mediazione 
simbolica/sociale possibile in quanto forma di incanalamento e 
repressione del desiderio di conoscenza e autotrascendenza 
che ci rende coscientemente umani. Shulgin avverte che 

ciò che non ci permette di confrontarci e conoscer/ci consapevol- 
mente, può uccidere, non solo un'etnia o una cultura, quanto tutto 
il genere umano... preti e re, imperatori e presidenti e tutti quelli 
che si trovano a loro agio con le strutture mantenute dal potere ten- 
deranno a sentirsi disturbati e minacciati dagli individui che insiste- 
ranno a procedere in nuove direzioni ignorando completamente la 
leadership dei potenti, per le autorità c'è un'inconscia minaccia di 
caos nella ridiscussione di ciò che è conosciuto e 
moralmente/socialmente accettato, come familiare e sano. La rispo- 
sta a questo pericolo può avere varie forme: dalla caccia alle stre- 
ghe con l'eliminazione totale dell'avversario, all'avvertimento di 
mantenere le nuove forme di conoscenza strettamente per sé, come 
con Galileo, come una forma di anticorpo messo in atto per il man- 



tenimento dell'ordine costituito e del potere attraverso di esso. 
Questo è il modo in cui il bilanciamento tra il thanatos e l'eros 
sarebbe continuato se non fosse avvenuta una contemporanea enor- 
me rivoluzione tecnologica che ha portato nelle mani del genere 
umano una consapevolezza in grado di squilibrare l'equazione 
[potere/contropotere] (Shulgin 1997)- 

i rave possono essere letti come piattaforma di ricerca per Tana- 
lisTPbsta in atto da Alexander Shulgin attraverso ta^sperimenta- 
zione degli stati di coscienza come sentieri di indagine &> 3eTrà' 
psiche, della mente, dell'identità e come minaccia radicale ai 
suoi presunti guardiani. 

la fuoriuscita da se stessi è sguardo sulla molteplicità dell'io, 
l'interrogazione psichica di se stessi frammenta e ricompone 
le problematiche per una visione analitica di equilibrio in 
divenire che annienta la sua funzione terapeutica integrativa, 
accentuando la sua funzione espansivo-conoscitiva. la pene- 
trazione mentale è il volano che unisce sogni a personifica- 
zioni con le quali cominciare storie di amori, inseguimenti, 
odi, urti, finzioni, oppressioni, liberazioni, sbloccando quel 
meccanismo che impedisce alla giostra della vita di abbattere 
le inibizioni imposte. 

in da mix 

l'indirizzo, la scelta da perseguire, è il risultato di quel rapporto 
archetipale tra suono e corpo liberato in perpetuo movimento 
abitativo. Vinka Petersen, traveller della prima alba del movi- 
mento dei free party, esprime la visione della vita che caratteriz- 
za tale scelta dicendo che "... vite differenti sono basate su 
cose differenti, la nostra è basata sulla musica. Il nostro nucleo 
è il sound system. Esso ci nutre, ci alimenta, detta i nostri 
movimenti, porta l'avventura e ci unisce..." (Petersen 1999) 
sound system è la sorgente, la produzione di avvenire, la spa- 
zializzazione della libertà, il pensiero dei produttori di suono 
interaffacciati con le macchine, siano esse technics 1200 e mixer 



o produttori digitali di suono, vengono velocizzati, amplificati da 
finali e configurati in fenomeno acustico dalle casse, il suono 
definisce la spazialità relazionale muovendo pensieri e corpi, il 
processo di mixing concentrato nell'atto della produzione di 
suono non è altro che un modello di comunicazione elicoidale, • 
quindi orizzontale nella forma relazionale, e verticale nel distac- * 
co della conoscenza, esso torna su se stesso e si amplia rappre- 
sentando il mixing esistenziale dei partecipanti alla vita del 
dance floor, il mixing degli stessi alla comunicazione inorganica 
delle architetture abitate e detournate e il mixing di questa spe- 
rimentazione kaotica alla quotidianità della vita, l'oggetto stra- 
^ volgente della teoria surrealista che fa del nulla negato delle 
? frontiere d'occidente, il tutto che sgretola i confini del suo stes- 

£ * so impero, l'oggetto stravolgente-rave diventa così stravolgimen- 

-- - -- -- — 

a, to dell'oggetto quotidiano-vita. 

l'incomprensibilità di orde molecolari di gente febbricitante di 
•c vita, abbandonata al culto del suono, che si congrega in alchi- 
E mie crepuscolari di cemento e allucinazione, è la genialità che il 
^ linguaggio del potere fatto società in decadenza non riesce a 
s sussumere, sono processi di produzione culturale individuale 
g basata su concetti di creatività, effervescenza, tensione/rottura, 
« deistituzionalizzazione/disgregazione sociale, territori del vissuto 
Ì che riformattano le mappe cognitive dei soggetti ridisegnando i 
§ loro reticoli sociali, la genialità diventa psicosi invasiva, fenome- 
I no di massa, bomba decostruttrice l'assolutizzazione cultural- 
linguistica dei rapporti di dominio gettata dai viaggiatori della 
mente alla velocità del suono; così come in un dialogo immagi- 
nario designato da Italo Calvino tra il viaggiatore per eccellenza, 
un Marco Polo futuro remoto, e il potere per eccellenza, un 
Kublai Kan imperatore del regno dei regni, nella descrizione di 
città invisibili: "... il nuovo dato riceveva un senso da quell'em- 
blema e insieme aggiungeva a quell'emblema un nuovo senso. 
Forse l'impero, pensò Kublai, non è altro che uno zodiaco di 
fantasmi della mente. 'Il giorno in cui conoscerò tutti gli emble- 
mi - chiese a Marco - riuscirò a possedere il mio impero, final- 
mente?' e II veneziano: 'Sire non lo credere, quel giorno sarai tu 
stesso emblema tra gli emblemi..."* (Calvino 1993)- 



edonisti con una causa - antropologia del frammento 

idioma tra gli idomi, linguaggio tra i linguaggi, cultura tra le cul- 
ture, ij movimento dei fre e party, vi^mdoj^ 
frammento attraverso il ri mescolame nto totale di tutto ciò che è 
"stato c ontrocu ltura, dalla nascita delle culture giovanili occiden- 
tali prepolitiche dei primi anni cinquanta, ai movimenti postpoli- 
tici contemporanei, rappresenta, da un punto di vista pretta- 
mente !l£^^ avvento dell'età postmoder- 

na, il fenomeno di massa techaoiibertario ne^a ogni radice cul- 
turale i dentita ria autorappresentandosi in configurazioni kaoti- 
che. in esso il gioco di richiami controculturali esprime intrecci 
di un nomadismo psichico arrivato all'ultima fermata: noWHere; 
capolinea di storia e società, tempi e spazi della molteplicità 
controculturale convergono in"momentf 3f eterodossia cronotopi 
ca del pattern controculturale occidentale, infiniti sono i rimandi 
di questo fluido vitale esponenziato ed esploso, possiamo parti- 
re dalla cultura hippy o dalle culture psichedeliche più in gene- 
rale con i loro richiami al tema dell'esplorazione degli stati di 
coscienza, interessante è mettere in conflitto la retorica conser- 
vatrice di chi tutela la storia con la S maiuscola, sebbene dei 
movimenti, e chi invece intende spezzarla a favore di una foto- 
grafia complessa del presente, prendiamo l'introduzione di 
j Gilberto, Camilla 9 , alla riedizione del primo documento sull'ec- 
* stasy di Stampa Alternativa (Metzner, Adamson 1988). egli 
affronta il tema dei rave, in relazione all'uso di empatogenin^L 
U03 chiave, a mio avviso, completamente errata nonché pompo- 
samente permeata df quél discorso scientifico, portatore di quel 
lo stesso potere e ignoranza nell'approccio alla conoscenza e 
alla produzione di sapere, che la SA. S.S.C. 10 si propone di criti- 
care attraverso una libertà di ricerca che invece così rischia di 
ricadere, in modo quasi esattamente speculare, negli stessi 
metodi e procedure, la controscienza può diventare più repressi- 
va della scienza stessa se non viene corredata da una riflessio- 
ne epistemologica e, più genericamente, ermeneutica, qui, l'erro 
re^c onsiste nej_ d[stinguere tra un uso alto e uno basso degli 
empatogeni senza contemplare la possibilità di usi diversi e, 



quindi, nel continuare a considerare i rave un territorio di con- 
sumo ecfòfirslfco/^ psicoattive, per quanto 
la critica dell'abuso, di ogni genere, sia basilare ai fini di una 
cultura della consapevolezza sulla modificazione degli stati di 
coscienza, tagliare tout court su rave e raver come luoghi e 
attori dello "s-ballo" e, della "distruzione dell'utopia" sembra un 
atteggiamento terribilmente generalistico. leggiamo dalle pagme 
di «Ecstasy»: 

... c'è chi vede [nei rave] una nuova forma di misticismo collettivo 
paragonabile ai grandi raduni hippy degli anni '60, chi invece vede 
nei rave null'altro che estemporanei incontri di technosballati uniti 
soltanto dalla disperata ricerca dello sballo fine a se stesso. Chi 
scrive non ritiene proponibile un confronto tra generazione techno e 
generazione psichedelica, sia da un punto di vista storico e politico, 
sia da un punto di vista farmacologico. Al di là delle mutate condi- 
zioni storiche e sociali [...] la somiglianza tra i due fenomeni sembra 
molto superficiale, data dal massiccio ricorso, in entrambi i fenome- 
ni culturali, di sostanze psicoattive. Ma la cultura psichedelica fu, 
non bisogna dimenticarlo, un aspetto della controcultura che appro- 
dò poi al fatidico '68. Qualunque sia il giudizio sui valori di quella 
generazione, resta indubbio che le sue caratteristiche erano la ricer- 
ca di nuovi valori, sia sociali che individuali, dalla ricerca di una più 
ampia consapevolezza di nuovi stati di coscienza. [...] Non a caso le 
sue sostanze bandiera furono la canapa indiana e sopratutto l'Isd la 
droga che dilata la coscienza. La generazione techno sembra invece 
chiusa su se stessa. Proiettata verso un'edonistica ricerca di incon- 

' sapevolezza, non a caso la sostanza bandiera è oggi l'ecstasy una 
droga che, nel contesto in cui viene utilizzata è tutt'altro che un 

, contributo a una nuova e profonda consapevolezza. 

in questo senso all'autore sfugge innanzitutto il cqncetto di 
nomadismo psichico come forma di attraversamento del "free 
spirit" - slogan dei free festival inglesi ("you cant kill the spi- 
riti riferito alla repressione) - in bacini culturali di conflitto nel 
mutamento antropologico, una delle influenze più forti della 
scena dei free party è stata proprio quella controcultura psiche- 
delica che, di rimando rispetto ai movimenti americani, e intrec- 



o 



I 



E 
1 
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s 

8 



dandosi con la storia locale inglese, ha dato vita a quel movi- 
mento di traveder inglesi, o nomadi della nuova era, che aveva- 
no come momento di socialità massima enormi gathering, chia- 
mati fiere, di cui la più famosa era la fiera di Albione o libero 
stato di Albione, dal circuito delle fiere nacquero i free festival 
con una rete ben consolidata in cui trovavano luogo espressio- 
ni controculturali di tutti i tipi attraversando l'ondata punk - 
vedi la partecipazione attiva dei crass 11 - per arrivare a ibridarsi 
con le crew che organizzavano warehouse party, e sebbene la 
nascita dei rave in Inghilterra fosse un fenomeno che raccoglie- 
va diverse fasce sociali (così come in Italia) non è un caso che 
le assonanze con la cultura psichedelica poi si esprimessero 
nella nascita dell'acidhouse - con le sue caratterizzazioni nazio- 
nali quali il newbeat belga e l'house italiana - tramite percorsi 
che si intrecciavano con un certo sound house nero di Chicago, 
i clubs omosessuali e le Baleari come terreno fertile di hippies, 
aggiungiamo riferimenti allo smile psichedelico di metà anni 
ottanta, alla grafica dei flyers, alla famosa seconda estate del- 
l'amore 1988. riflettiamo anche e soprattutto sulle potenzialità 
di questo intreccio ovvero su come questo percorso commercia- 
le appunto si mescoli con le fasce più radicali della controcul- 
tura inglese» quella traveder, ancora una vóteTciò che sfugge 
all'autore è (a possibilità di vedere una cristallizzazione cultura- 
le che attraversi il concetto stesso di controcultura come strut- 
turalmente identificata per contro al prò, facendo proprio di 
questo passaggio all'abbandono della matrice esclusivamente 
politica, una forza libertaria tesa al perseguimento di obiettivi 
autogestionari non politicamente rivendicatori, sebbene, per 
altro, di aree politiche culturali più strutturate in Inghilterra, e 
non solo, ce ne siano sempre state, l'esempio più lampante ci 
proviene da "Exodus" una "comune urbana" inglese come recita 
l'articolo di «Decoder: rivista internazionale underground», in 
esso Bigs, un membro di "Exodus", riferendosi alle strategie 
repressive sulla comune, afferma: 

... cercano di uccidere il nostro slancio hanno cercato di affamarci 
con le denuncie, di bloccare i nostri guadagni facendoci smettere di 



suonare nel Bedfordshire [...] pensavano che nessuno sarebbe torna- 
to a Exodus ma non avevano capito che queste feste gratuite erano 
molto di più. Sapevamo di costituire una presa di posizione, di rap- 
presentare una sfida, sapevamo che la legge stava arrivando e così 
sono venuti... 



bigs ovviamente parla dei free party organizzati da "Exodus" 
a Luton dove la propositività concreta si esplicava in progetti 
di autonomia e autogestione della propria vita a partire dal- 
l'autogestione del proprio divertimento, in Atti di insensata 
bellezza George McKay sottolinea quanto detto affermando 
che 



forse l'esito più stupefacente della scena dei free party in Gran 
Bretagna sono gli sforzi del collettivo Exodus con base a Luton nel 
Bedfordshire. Traendo ispirazione del pezzo di Bob Marley, Exodus 
ha formato un nuovo movimento nei primi anni Novanta che trae 
origine da un oggetto materiale come un sound system. A Luton 
giovani bianchi e neri hanno unito le loro energie e immaginazioni 
per gestire il proprio tempo libero poi divenuto stile di vita, una 
comunità, una rete di iniziative e rivendicazioni... Exodus mescola 
una retorica rasta multirazziale con la musica dance degli anni 
Novanta. Le bandiere e gli striscioni che decorano i loro party al 
coperto mi ricordano l'etica radicale del do it yourself sbandierata 
nei concerti dei Crass e questa reminiscenza dei tardi anni 
Settanta e dei primi Ottanta è rafforzata dall'uso di citazioni e 
della musica reggae... (McKay 1996). 



il concetto di festa libera si politicizza in quel "freedom for the 
right to party" scandito successivamente in slogan di resisten- 
za alla legislazione ultrarepressiva messa in atto dal governo 
conservatore inglese per eliminare tutte le forme di pensiero 
indipendente all'interno del Regno Unito, stiamo ovviamente 
parlando del "Criminal Justice Bill", successivamente trasforma- 
tosi in "Act", che cercò di approfittare del dilagare della scena 
rave in Inghilterra per imporre una criminalizzazione globale di 
tutto il movimento inglese inventandosi, nella famosa proposta 
di legge, il famoso e ridicolo reato di "Ripetitive Beats 



Emission". il passaggio più chiaro dell'assurdità e della repres- 
sivi della proposta di legge è focalizzato da Gomma in 
Traveller e Raver (Lowe, Shaw 1993): 



11) è vietato riunirsi in più di 10 persone in uno spazio anche pub- 
blico senza autorizzazione. Per rave si intende una riunione notturna 
in uno spazio aperto, anche privato, e caratterizzata da musica. Per 
musica si intende: dei suoni caratterizzati da una successione di 
battute continue, è reato penale rifiutare di abbandonare un rave 0 
un festival, dopo che la polizia abbia esperito i ragionevoli passi 
per avvisare ai partecipanti di allontanarsi, per ragionevoli passi si 
intende anche solo ravviso dato tramite megafono (provate a pen- 
sare se è umanamente possibile udire un megafono con la musica 
techno che spara a 10 mila watts). 



possibile che l'edonismo espresso da queste mandrie di techno- 
sballati inconsapevoli, omologati e integrati, sia così pericoloso 
da mettere in atto una meccanica politica enorme tesa a una 
manovra repressiva così vasta? possibile che i contenuti di pro- 
getti come "Exodus", quali la promozione di un comitato di 
occupazione di case parallelamente alle feste prodotte, sia così 
poco politico 0 forse troppo avanti per slegarlo da una ricerca 
di nuovi valori individuali 0 sociali? ma ancora, prendiamo i casi 
più radicali e meno politicizzati come il fenomeno delle tribe di 
technotraveller, 0 gruppi attivi nell'organizzazione di free party 
tout court, e vediamo come ciò che mettono in scena non sia 
altro che un oltraggio alla proprietà privata, ai rapporti di pro- 
duzione del circuito commerciale delle discoteche, al valore del 
denaro, ai rapporti sociopolitici di dominio nel governo della 
metropoli, alla cultura espressa nei rapporti di potere interni al 
circuito commerciale, come definire la negazione dello star 
system dei djs, l'autoproduzione come concetto globale (dalla 
produzione musicale alla strutturazione di una vera e propria 
microeconomia alternativa), l'approccio agli stati modificati di 
coscienza e una ricerca del common knwoledge, "della consape- 
volezza comune", nella messa in rete di conoscenze su un uso 
creativo e sovversivo della tecnologia (sul piano musicale e 
video e comunicativo in senso lato), in un'uguaglianza nelle 



diversità al di fuori dei giochi politici? quanto di tutto ciò giusti- 
fica i poveri greggi di teste vuote che rimbalzano sotto le casse 
nella visione di Gilberto Camilla? 

sempre in Atti di insensata bellezza Philip Tagg afferma che 

gruppi o sound system come Spirai Tribe, Circus Normal, Bedlam 
o D.I.Y. hanno organizzato i rave come se fossero un aggiorna- 
mento del free festival con la medesima spinta all'antagonismo e 
alla creatività, questi rave di solito sono di breve durata, occupa- 
no una notte invece che un fine settimana 12 o della settimana del 
solstizio 13 ma lanciano una sfida alla proprietà privata attraverso 
l'occupazione, usano parte del mercato della droga come autofi- 

S nanziamento, si spostano per il paese come succedeva per i free 

^ festival con la scena dei traveller... 

£ 

jj e ancora in tema di valori e relazioni possibili tra momenti stori- 
co culturali differenti (quali quello psichedelico e quello dei 
•| rave) George McKay aggiunge "... è nella rivisitazione degli anni 
1 Sessanta e nell'ampliamento dell'etica del free festival, sulla 
| base di un hardware aggiornato che il rave ripone una delle 
§ maggiori pretese di attività controculturale". continuando a 
g dubitare dell'affermazione di Camilla, io mi chiedo invece se 
| quel grande movimento underground, contestatore, segnato da 
S panorami pischedelici, espansioni della coscienza, ricerca sui 
| materiali psicoattivi orientati a una trasformazione radicale del 
£ concetto di realtà, fosse veramente composto da attori tutti 
ugualmente coinvolti in prospettive rivoluzionarie così definite, 
aggiungiamo anche che il riferimento diretto tra droga e cultura 
comporta sempre dei sottobacini o, meglio, delle aree che attra- 
versano fenomeni voluti dominanti: quindi, come Tlsd e la mari- 
juana venivano issate a bandiera, a detta di Camilla, della cultu- 
ra psichedelica contemporaneamente si usavano infinite altre 
sostanze psicoattive tra cui anche lo stesso mdma; così come 
Tlsd ha avuto un fortissimo revival nella scena dei free party 14 
la quale oggi come oggi è essa stessa parcellizzata da usi e 
consumi molteplici che si fanno ponte tra le culture e produzio- 
ni di nuove aree interne alla scena; vedi l'uso dello speed e del- 



l'amfetamina in genere nei mod, punk, skinhead oppure l'uso 
della ketamina 15 o del dmt tipici di quella cultura psichedelica 
così osannata, queste tendenze hanno dato vita a espressioni 
cultural-musicali differenti, vedi l'area della psychedelic trance 
quindi di tutto quell'ambito che va dagli albori della trance alla 
goa oppure le sperimentazioni sonore basate sulla asincronia e 
sul rumore stimolate anche dall'uso forte della ketamina, vedi 
ad esempio la linea di produzione musicale degli Hekate, dell'e- 
tichetta Hex e di tutta quell'area inglese che nei fiumi di ketami- 
na ci fa il bagno, continuando, non penso che le persone parte- 
cipanti agli acid tests fossero tutte così consapevoli e determi- 
nate come non lo sono oggi nei rave. esplosioni di questa por- 
tata come il movimento psichedelico e il movimento dei free 
party in quanto movimenti di massa sono fenomeni obliqui, 
transizionali che attraversano e mutano bacini di età, classe, 
etnia, genere e aree del vissuto psicologiche, sociali, culturali, 
politiche economiche, giuridiche, religiose ecc. 
la geografia dei rimandi controculturali convergenti nella scena 
technolibertaria dei free party viene caratterizzata da codici 
punk, come la controcultura psichedelica, anche il movimento 
culturale del punk è stato un ennesimo momento globale o 
Esperienza di stravolgimento della cultura di massa che scorraz- 
za e distrugge ogni simbolo occidentale così come lo è per il 
movimento dei rave. si potrebbe costruire un'equazione: i Sex 
Pistols stanno all'house e all'acid come i Crass stanno alla tech- 
no e ai free party. Stewart Home (1988), citando Dave Laing, 
afferma che a al contrario di tutte le precedenti subculture (teddy 
boy, mod, skinhead...) il punk cominciò come musica e gli stessi 
punk iniziarono come punk e musicisti", come il punk, inteso 
come forma musicale quindi distruzione dei codici di potere del 
mercato musicale incentrato sui formalismi di quel progressive 
rock cadaverico, così la nascita dell'house music ha rappresenta- 
to uno stravolgimento totale del precedente mercato musicale, 
distruggendo il formalismo e la melodia, modificando radical- 
mente il concetto di festa. "Sniffin Glue", la fanzine che ha testi- 
moniato la nascita dell'epopea punk 16 , proponeva, in una delle 
copertine più famose, tre sgraziatissimi accordi di chitarra invi- 



tando ogni punk a farsi la propria band, esprimendo la negazio- 
ne del concetto di arte musicale con le sue auree di potere e il 
suo senso nel music business, la forma del cut up grafico tipica 
di quel punk di matrice grafica testuale dadaista, futurista e let- 
teraria burroughsiana nella scena dei free party trova applicazio- 
ne ed espansione in chiave grafica ma soprattutto musicale in 
una prospettiva inversa a quella della ricerca della melodia, i 
campionatori e la tecnologia digitale in espansione sono gli 
antieroi di questo maelstrom linguistico, socioculturale. McKay 
(1996) usa le parole di Philip Tagg per affermare che "il campio- 
natore permette alla composizione di interagire con il mondo 
^ esterno al proprio discorso, non nel modo usuale che consiste 
m nell'utilizzare testi per dar forma a un'idea che non sia necessa- 
£ riamente musicale, ma incorporando suoni non necessariamente 
£ musicali nel discorso musicale, allargando così il concetto di ciò 

che la musica può non può essere su basi specificatamente 
•g popolari" continuando con la voce di Christian Russel "... forse 

I l'acid house ridà vita alla vecchia etica del punk del 1977? Tutti 
S. 

<; possono produrre musica perché le opportunità sono a portata 
s di tutti", la produzione di suono come rumore, fenomeno acusti- 
ci co, abbattimento radicale della melodia unisce il punk all'indu- 
| strial, punto insiemistico tra il punk e il futuro avvento dell'apo- 
§ calisse techno, il movimento industriai estremizza il concetto di 
| rumore come abbattimento radicale del formalismo musicale 
j= codificato a sua volta in music business, dai suoi esordi nel 
marcire del punk, alle sue svolte esoteriche, fino ad arrivare alla 
tecnologia digitale, la scena industriai ha una delle paternità più 
forti nel problem child-movimento technolibertario dei rave. 
Gomma afferma, nell'introduzione al Manuale di cultura indu- 
striale, che "anno dopo anno movimenti e tendenze si aggrovi- 
gliano, portando con loro il comun denominatore del 'rumore' 
come segnale della saturazione informazionale e al tempo stes- 
so come strumento interpretativo di nuove sensibilità" (Bandera 
1998). un processo di abbattimento dell'idea di melodia e di 
equilibrio che nasce con "l'indurimento del suono, la dissonan- 
za, la patologizzazione delle timbriche, la loro santificazione tra- 
mite il martirio, la catarsi [le quali] appaiono come segnali pop 



evidenti già nella seconda metà degli anni sessanta, con l'avan- 
guardia non solo sonora, ma comunicativa/artistica (e socio-poli- 
tica) in generale", la scena industriai degli anni ottanta è la pre- 
monizione di una copula tra l'attitudine punk portata oltre ogni 
suo estremo e l'avvento della postmoderna società dell'informa- 
zione, gomma presenta il manuale di cultura industriale, docu- 
mento cardine della scena, mixando parole degli SPK con le 
sue, sottolineando l'ardore di una testimonianza che inizia con 
un proclama: "spero soltanto che questa controcultura industria- 
le possa avere la capacità di diventare un movimento di propa- 
ganda di guerriglia invece che il solito piccolo insieme di idee- 
questo è il libro che ha celebrato il matrimonio immondo tra 
uomo e macchina, l'apoteosi della decadenza urbana e l'assassi- 
nio del rock' n' roir. la scena dei free party è l'innaturale parto, 
il figlio bastardo di questa unione composta dal vuoto che 
intercorre tra il cadavere delle società civili occidentali e le cul- 
ture del cemento in rivolta, i rave sono bombardamenti a tappe- 
to di quel rumore dei primordi sperimentato dalle prime forma- 
zioni industriai su base tecnologica-onirica. i discepoli dell'anni- 
chilimento sonoro alimentano il fuoco profano della violenza 
acustica oltre la soglia del dolore, in un piano di lotta armata di 
suono e desiderio sempre più veloce, sempre più distruttivo, 
sempre più massificato e world wide. la strategia di azione è 
prassi reiterata per obiettivi simbolici quali le fabbriche della 
società fordista, ben definita nella Cattedrale Della Morte testo 
di uno dei gruppi industriai più radicali della prima ondata, il 
SOCIALISTISCHES PATIENTEN KOLLEKTIV, di cui prima, affermava 
che "la strategia non è dialettica: liberazione contro controllo; 
coscienza contro incoscienza, deviante contro normale, sesso 
contro castità. La strategia è catastrofica: spingere la situazione 
al limite. La strategia è simbolica: usare contro il sistema i suoi 
stessi segni intollerabili, la strategia è anonima: rifiuto di essere 
categorizzati come un'altra stella deviante. Noi siamo la norma, 
noi siamo il crepuscolo", il movimento technolibertario dei free 
party non è dialettico: perché sfugge dalle maglie di un'idea 
politica che sussume nel suo dibattito politico ogni forma di 
alterità, esso sfugge dalle maglie di ogni potere politico, di ogni 



sublimazione ideologica, il movimento dei free party è simboli- 
co: colpisce i simboli del poteTe industriale ìn Forma post politica 
attraverso il piacere della condivisione del momento massimo di 
espressione umana, la festa, esso è anonimo: perché diventa di 
massa attraversando e non lasciandosi ingabbiare da nessuna 
definizione e da nessun apparato di potere, sfuggire è attaccare, 
sfuggire è distruggere, sfuggire è sovvertire, i rave sono stati il 
crepuscolo che ha illuminato la fine della storia, la fine della 
società, il postumano o la nascita di androidi divini, 
anche la cultura nera trova il suo contesto in questa eruzione 
di frammenti culturali che hanno intessuto il pattern dei free 
^ party attraverso una serie di stimoli, i sound system, pivot 

delle krew che organizzano feste techno illegali, provengono 
£ direttamente da quella cultura jamaicana che emanava reggae 
« con casse spesso autocostruite giocando in guerre di bassi 
& per magnetizzare e polarizzare l'audience nei clash per le 
•g strade di Kingston, il concetto di soundsystem proviene quin- 
I di da quell'ambito musicale caraibico che opponeva le sue rit- 
^ miche lente e i suoi megasubwoofer a quelle di babylon, 
s impero del capitalismo occidentale bianco, ed è proprio in 
J quella Londra caraibica sedimentata nel grigiore piovoso di 
| Notthing Hill, dello Street Karnival - prima idea di Street para- 
li de - che il testimone è stato passato da chi rallenta la battu- 
ti ta rimandoci sopra in giamaicano a chi l'accelera eliminando 
g completamente la lirica, se il reggae e la cultura del sound 
* system sono prevalentemente neri, la cultura del sound 
system techno è policroma e raccoglie ogni etnia, classe e 
genere sotto lo stesso groove. in questo senso, un punto dis- 
solvente tra le ritmiche reggae, quelle della techno e quelle 
delPhip hop è rappresentato da un'ibridazione macchinica 
totale che decostruisce la ritmica e dall'uso improprio del 
basso come detonatore, la jungle prima, con una componente 
prevalentemente nera nella produzione, e la drumm'n bass 
poi, complessificano la ritmica in quattro quarti dell'hard 
techno moltiplicandone gli scenari; esplosioni acustiche di 
bassi e immagini impazzite di breakbeats che si susseguono 
ingoiandosi a vicenda in un cannibalismo sonoro, questo 



nuovo tessuto acustico apre a tutti i tipi di sperimentazioni 
musicali possibili partendo dal two-step pulito e ordinato, 
sebbene di breakbeats, per concettualizzarsi in intellettualiz- 
zazioni di free-jazz-ambient, arrivando a sonorità industriali 
per poi sfociare un'altra volta nella distruzione totale della 
melodia in rumore, nella componente più estrema di questo 
scenario, ancora una volta è d'obbligo citare le metodologie e 
le tecniche di chirurgia sonora dell'etichetta indipendente 
Praxis, e del suo figlio indemoniato "Hex", linea diretta alla 
matrice "Hekate", una delle cellule sonore più aritmicamente 
alteranti e terroriste operanti nella scena attuale dei free 
party rispetto al tema della decostruzione del suono, per 
quanto riguarda le influenze della cultura nera, l'hip hop è un 
altro referente, la figura del dj nasce e si definisce come com- 
positore di suono intercorrente tra due 1200 technics che 
attraversano solchi di vinile, l'hip hop è cultura di strada, cul- 
tura della metropoli, cultura della diversità etnica (in primis 
african american) e della sua disintegrazione, se nei soundsy- 
stem jamaicani spesso si mixava con un solo piatto (a volte 
con l'uso di macchine multieffetti per produrre eco 0 interven- 
ti me nel passaggio da una traccia all'altra) e con tutte le tec- 
niche che ne derivavano, nell'hip hop e nella cultura nera 
afroamericana i piatti erano due e le basi ritmiche sulle quali 
il rap contestualizzava ed elaborava le sue rime, erano elet- 
troniche, l'electro - alla fine dei settanta, inizi ottanta - si 
impose come ritmica sincopata nera per la poesia di strada 
nera etnicamente ibrida, definendo ciò che oggi nel linguag- 
gio comune dell'hip hop è la old school. così fu per i grandi 
dell'hip hop come Afrika Bambaataa e la Zulù Nation, 
Whodini, Gran Master Flesh fino ad arrivare alle sperimenta- 
zioni di Herbie Hancox. lo "spinning the wheels" con tutte le 
tecniche a esso annesse quali il cutting 0 lo scratching che 
hanno portato al "turntablism" contemporaneo, le basi delle 
tracce rap e la cultura di strada della diversità etnica disinte- 
grata, sono i tre denominatori che arrivano fino a noi in un 
percorso di trasfigurazione semantica, oggi l'hip hop sta rien- 
trando nelle feste in vari modi, da una parte c'è l'esplosione 



delPhip hop francese, precedente all'esplosione della techno 
e dei free party in Francia avvenuta dopo l'avvento della 
Spirai Tribe che comunque provenendo da Londra portava già 
nel suo messaggio i semi di quella cultura giamaicana del 
soundsystem o della cultura nera trapiantata in Europa, l'hip 
hop francese nasce in quelle enclavi nordafricane di seconda 
generazione che vivono in modo più circoscritto le stesse ten- 
sioni etniche dei grandi fratelli americani, da Mcsolaar agli 
I.A.M., passando per i Nique Ta Mère per citare i nomi più 
forti della scena, i "Beurs", come vengono definiti in "verlen" 
"Les Arabes" 17 , sono una componente, anche se in versione 

0 minima e spesso molesta, dei "teufs", come vengono definiti i 
rave stravolgendo la parola "fète" sempre in verlen. l'hip hop 

£ francese viene suonato nei sound system francesi durante le 
« loro feste, contemporaneamente c'è un recupero di quelle rit- 
& miche electro e di quel down-beat lento e sincopato che 
•g spesso si mixa con i breakbeat del drumm'n 'bass. last but 

1 not least, c'è una crescente reintroduzione della figura delPmc 
^ all'interno dei dancefloor. il "master of cerimony", figura che 

| attraversa le dance hall reggae, come nei party hip hop, come 
| nelle tracce e nelle feste drumm' n *bass, trova la sua nuova 
| collocazione nei dancefloors dei free party rimando questa 
t> volta su tracce techno. sebbene con ritmiche velocizzate, 
§ spezzate, o rallentate, l'mc dei rave gioca sulla techno deco- 
| struendo ciò che s'era già allentato nell'hip hop ovvero auto- 
rità e unidirezionalità del legame tra il fonema e il significato, 
nelle feste techno gli me armonizzano la loro voce all'interno 
di quel mare freddo e magmatico di suoni digitali lavorando 
sul collasso simbolico del suono rispetto al significato, il 
suono è principe nella negazione della parola, la stessa si fa 
suono in un oceano di significati, c'è chi parla con le macchi- 
ne e chi suona con la voce, quando voce e macchina si 
incontrano il suono diventa postumano. la voce dell'mc viene 
filtrata, distorta, corrotta loopata e mixata con le basi, l'uma- 
no supera il linguaggio verbale attraverso il vettore del suono 
sviluppando una semantica del metalinguaggio o analisi del 
suono collassato. 



an/estetica dis/contìnua 

per quanto riguarda il piano estetico possiamo intraprendere la 
stessa deriva negli universi frammentati ed esplosi che compon- 
gono la scena technolibertaria dei free party, 
a livello estetico il concetto di campionamento ovviamente vale 
come per la cultura psichedelica rielaborata in forma ipnotica- 
frattale, colori fluo, magliette batik, smiles - questa volta colpiti 
in fronte da una pallottola e sanguinanti - come sui flyers o 
sulle copertine dei dischi o per i look di party-goers, anche per 
il punk mangiato decostruito e defecato, 
se i punk decostruivano i codici della cultura globale mescolan- 
do icone politiche e tentazioni pop, i raver giocano con i codici 
di tutte le controculture mixandoli a loro piacimento, ecco allora 
apparire camice di forza, pantaloni scozzesi e bondage, collari, 
piercing e capelli rosa shocking, anche da un punto di vista 
estetico vale l'equazione precedente tra Sex Pistols e Crass. lo 
spirito del '77 sta al colore come i Crass al nero, se gli acid- 
punk sono stati esplosione, colore, smile deflagrati, i teknopunk 
si autorappresentano con nero e argento, rasature e piercing. il 
nero diventa la negazione della scena techno commerciale, le 
rasature sono il taglio al superfluo dei capelli nel postmoderno 
avanzato, i dreadlock, lungi dal rastafarianesimo, esprimono il 
tribalismo urbano delle scorie umane che fluttuano al sound 
della techno, così come i piercings sono i testimoni di un'avve- 
nuta apoteosi tra corpo, metallo e tecnologia, si ridefinisce l'e- 
stetica della sovversione per ciò che i Crass intendevano affer- 
mando che M ... la natura della tua oppressione è l'estetica della 
nostra rabbia", ma ancora, il sentire postmoderno dei raver 
spinge in avanti quell'estetica della rabbia che flirtava con sim- 
boli in contrasto facendo apparire i Crass come i simulacri di 
una contraddizione estetica tra codici visivi fascisti fatti di tenu- 
te militari e rasature in diretta opposizione con il loro antimilita- 
rismo anarcopacifista. la militarizzazione estetica è portata al 
suo estremo con una scelta di vita 24/7 a contatto diretto con 
cemento armato e countryside. I P(h)unky-Robots giocano con 
l'idea baggy-clownesca di quell'hip hop estetico oversize degra- 



dandola, sporcandola in chiave "renegade" e accelerandola su 
quel feticismo tecnologico che fa delle macchine a tecnologia 
digitale il mezzo di espressione della rivolta contemporanea. 



a/nomie cronotopiche 

l'assenza di norme si ripercuote su tutti i piani dell'atto festivo, 
dalla sua programmazione di disordine nella metropoli-mondo al 
piano estetico. "L'anomia come ultima forma di vita, il suo seme 
in me oltre me" urlavano i Contropotere prima di smembrare il 

w loro progetto punk-hardcore partenopeo rielaborando le loro 
prospettive espressive individuali in dj-live set techno. l'assenza, 

£ il rifiuto della norma è contemporanemente il suo superamento 

« come assenza dell'idea di devianza funzionale alla stessa, così 
da un punto di vista culturale, sociale come da un punto di 

•c vista estetico. 

E nella storia della sociologia il concetto di anomia, inteso anche 

^ su un piano esclusivamente etimologico come a-nomos o assen- 

| za di norme, ha sempre ed esclusivamente svolto un ruolo 

£ negativo e deterrente, funzionando come rappresentazione del- 

€ l'inferno in cui l'essere umano cattivo, distruttivo e animale per 

9 natura sarebbe ricaduto se non normato da un'idea strutturale 

§ del sociale definito in modelli di sviluppo e chirurgie relazionali 

e di status-ruoli, dalla nascita alla morte, 
c 

così fu per la sociologia di Durkheim ove sfidare l'anomia signi- 
ficava andare verso la self made death o suicidio dovuto all'as- 
senza di regole, nell'oltraggio più grosso a quell'organismo 
sociale, orientato su base biologica-divina così superiore alla 
povera e bestiale umanità, ancora più avanti nel percorso stori- 
co sociologico, l'anomia viene rielaborata dallo struttural-funzio- 
nalismo di matrice soprattutto parsonsiana come specchio del- 
l'infimo umano al quale provvede la definizione sociale come 
struttura cibernetica, si intende, in questo caso, la macchina 
omeostatica e autoriproduttiva che, nella sua ricerca di equili- 
brio, piega l'azione individuale a scopi sociali, facendo attuare, 
nelle sue teorie sistemiche o, meglio, nel passaggio da sistema 



della personalità a sistema sociale, un'azione culturale incentra- 
ta sui valori, ciò anche attraverso l'azione dei modelli culturali 
annessi agli orientamenti di ruolo, dedicati solo ed esclusiva- 
mente al mantenimento di un universo sempre alt(r)o dalla 
banale insensata scelta individuale, gli imperativi funzionali, ela- 
borati dalla macchina stessa, allora intervengono nel piegare 
l'uomo verso il diktat del sociale, quest'analisi avveniva in un 
momento in cui i welfare states del '50 si imponevano come 
alternativa social democratica occidentale, quindi come modello 
sociale comunque fallito rispetto al fallimento della prospettiva 
dialettica-rivoluzionaria, ristabilitasi in sistema ancora più buro- 
craticamente strutturato nel versante socialista, 
l'introduzione della cultura del conflitto nelle teorie sociologiche, 
se non per l'occasione di quella sociologia critica di formazione 
francofortiana, avviene parecchio più tardi, ovvero intorno al '70 
per quanto riguarda la sua matrice prettamente ideologica e 
intorno agli '8o per quanto riguarda la nascita del pensiero 
postmoderno, il tema dell'anomia come concetto sociologico ha 
sempre ricoperto una valenza negativa, la ricerca sociologica, in 
tutti gli autori, che siano più tradizionalmente legati a una pro- 
spettiva strutturalista funzionalista 18 0 di matrice marxista criti- 
ca, si orientava sempre e comunque verso un'idea normativa 
dell'essere umano corporatosi in gruppo, ciò che interessa in 
questo momento è la fecalizzazione sulla svolta linguistica della 
riflessione sociologica per cui ogni cultura è e non può che 
essere letta nei suoi confini linguistici in quanto sistema di 
significati simbolicamente mediati abbattendo radicalmente ogni 
approccio filosofico ontologico, quindi ogni approccio assoluti- 
stico - tracciata specialmente dai cultural studies inglesi e ame- 
ricani su base decostruzionista derridiana e lemaniana. essi, 
ponendosi in contrasto diretto con gli istituti di produzione 
autoritaria del sapere, rifiutando il concetto di scienza e dedi- 
candosi alla ricerca della libertà, con un approccio consapevol- 
mente interdisciplinare, 0 meglio, ibridato, leggono in primis 
ogni forma socioculturale come radicalmente relativa, altra e per 
questo uguale alle infinite molteplicità del panorama culturale 
contemporaneo, decostruendo l'idea di una cultura coerente e 



unitaria sottomessa a urVimmagine sistemica, cibernetica e 
omeostatica del sociale, in questo senso i cultural studies 
abbattono anche il sociale nel passaggio da moderno a postmo- 
derno, sviluppando una riflessione sulla glocalità o cultura glo- 
bale ed esplosione dei localismi, questo è uno dei mindscape in 
cui si muove la riflessione in questo libro: la cultura intesa 
come quell'espressione della festa esplosiva rispetto a una vec- 
chia e scontata idea di conflitto sociale dialettico in cui il nemi- 
co viene identificato come un sistema sociale unitario, cultural- 
mente-coerentemente significato e soprattutto politicamente 
organizzato su base social-democratica. 
^ quella dei rave è una delle forme culturali contemporanee che più 
lascia alle spalle un'idea dialettica di sovversione abbandonando 
£ il contro e lottando sul per. il movimento dei free party desidera, 
g non ha bisogno, le feste propongono una ricerca del desiderio, 
un'espressione libertaria che non gioca più, o almeno non più 
•c esclusivamente, su una retorica ideologica puntata su rivendica- 
I zioni politiche ma semplicemente trancia di netto il bisogno (in 
^ questo caso non desiderio appunto) da parte di quella visione 
| della società politica di avere un contro per autoratificarsi nel prò. 
| in questo senso la ricerca espressiva è anomica, è basata sull'as- 
| senza di norma fatta legge, sullo spolverarsi da dosso l'idea di 
Ì rispettare anche in forma controculturale un gioco politico che 
§ ritorna al mittente donandogli forza, i rave rappresentano l'esteti- 
| ca del vuoto, l'aprirsi del rumore nel limbo del silenzio; essi fiori- 
scono proprio sul detrito intercorrente tra necrosi della società 
politica e archeologia industriale ovvero su ciò che furono tutti i 
rapporti di potere di un'economia del dolore basata sulla scarsità 
e i rapporti di produzione, se il legame sociale ha la sua culla 
nel gioco linguistico come definizione dei ruoli sociali, la sua dis- 
soluzione non può che passare o meglio essere superata dalla 
decostruzione dei linguaggi del conflitto, i quali si battono ora 
non più su codici politici, bensì di diretta riappropriazione, il 
campo del diritto è morto, come il sudore identitario delle grandi 
appartenenze nel bisogno di cittadinanza qualsiasi essa sia. è il 
campo dei desideri rivelati a costruire anomia nella metropoli 
unica, dentro e oltre il suo ventre, oltre il reale, verso l'anomia. 



ora, l'anomia come ultima forma di vita riesce a configurarsi 
come regione animata da un respiro filosofico libertario se, e 
solo se, sviluppa degli strumenti per riflettere su se stessa, altri- 
menti il degrado, il dominio, l'abuso, l'oppressione, l'omologazio- 
ne, l'identità, l'aridità, la morte subentrano internamente occu- 
pando un territorio che promuoveva, in forma creativamente mol- 
teplice, proprio la liberazione dagli stessi, e non è un caso che 
dopo anni e anni di attività controculturale il panorama si sedi- 
menti routinizzandosi, i dancefloor si svuotino, il sound si ripeta, 
la violenza subentri con spaccio incondizionato, aggressione 
cieca, teppismo gratuito, armi, stupri, morte, non generalizzando, 
ma la scena francese ne è testimonianza con i suoi approcci da 
gang alla cultura da sound system, con i suoi feriti fisici/mentali, 
con i suoi morti, ciò inizia ad avvertirsi palesemente anche nel 
panorama italiano, guardiamo ad esempio il proseguimento 
romano del bordel 23 19 . dopo la prima festa milanese che ha 
raggiunto dei livelli espressivi molto forti si è scivolati, nell'arco 
di una settimana, dalle stelle alle stalle, il che mi ha riempito di 
un'amarezza senza confini facendomi faticare parecchio per non 
permettere alla brutta esperienza del secondo party di sovrap- 
porsi, cancellando la precedente. 

episodio numero 1. aggressione, il kick di partenza è stato la 
rissa con una figura che è nata e cresciuta nei rave della scena 
romana e che comunque se l'era cercata, ma da lì la cosa si è 
estesa a tutte le persone che erano loro intorno tra cui io, che 
conoscendo tutti gli elementi ero andato a cercare di capire la 
situazione, la rissa si è estesa immediatamente, sono volate 
capocciate in faccia e calci a gente che non c'entrava nulla, 
alcuni di Kernel Panik, il sound system ospitante sul territorio 
romano, hanno provato a sedare la tensione, il tentativo però è 
stato subito abbandonato, soprattutto senza entrare in relazione 
con i kamikaze, sound co-organizzatore dell'evento, mi sono 
preso con un francese, ex sound cospirancy, che ragionava al 
grado zero ripetendo come un disco che salta: "Roma di merda, 
romani di merda, gente di merda, feste di merda, siete merda", 
inutile dire che non c'è stato nessun dialogo, ho socializzato 
questa storia cercando di riflettere sulle dinamiche di relazione 



tra i vari KP e i vari KAMI ma mi sono trovato tra persone che 
si muovevano in due polarità individuo/gruppo, quando chiede- 
vo di riflettere sull'accaduto e di parlare ai kamikaze ognuno 
condivideva ma, a mattina inoltrata, nel momento effettivo del 
dialogo con il tipo precedente, le persone che mi erano accanto 
hanno girato le spalle e io mi sono ritrovato con il Billy in que- 
stione che come al solito farfugliava frasi a caso gettate lì come 
carte di mazzo cercando di affermarsi con la violenza, 
dal gruppo all'individuo, chi non c'era, chi non sapeva, chi non 
condivideva, a ogni modo nessuno prendeva posizione sul fatto 
che i kamikaze si erano comportati come degli sclerati senza 
rispettare nessuno, eppure Kernel Panik ci stava facendo una 
festa insieme, premetto che ritengo kernel panik una delle 
poche realtà di azione contemporanea inerente ai rave che ha 
raccolto il testimone della vecchia scuola romana, comunque da 
quel momento in poi mi è mancato l'ossigeno, l'atmosfera era 
diventata glaciale e completamente ostile, ogni sorriso mi è 
sembrato falso, ogni abbraccio mi è sembrato ipocrita, ogni 
sguardo vacuo, ogni parola inutile, più andava avanti la festa e 
meno potevo sopportarlo. 

episodio numero 2. eroina, un tossico era disteso all'entrata 
completamente inerme, senza capacità di muoversi, partiamo in 
tre per capire che succede, il tipo è riverso per terra con la 
pischella che panica non sapendo dove mettere le mani, imma- 
gine squallidissima, la gente passa, ogni tanto qualcuno butta 
uno sguardo, il tipo sembra Rent di Trainspotting in overdose 
ma fortunatamente è a un gradino inferiore; altrimenti il cuore 
gli si sarebbe già fermato. 

facciamo venire la pischella con la macchina, gli infiliamo dentro 
il tipo e li mandiamo al sert. ho odiato quel tossico e non per- 
ché tossicodipendente, quanto perché totale, completo menefre- 
ghista, a lui semplicemente non interessava nulla, era in quello 
stato di caldo torpore da eroinomane per il quale il mondo 
poteva anche sgretolarsi in quel momento, ai fini della sua 
misera economia esistenziale non sarebbe mutato nulla, sempli- 
cemente non gli interessava nulla di cosa stava succedendo lì, 
figuriamoci di tutti gli sbattimenti della festa, figuriamoci ancora 



dei suoi sensi possibili, semplicemente non gli interessava nulla, 
nemmeno di se stesso, sul momento abbiamo cercato di ripren- 
derlo ma, successivamente, in me è nato un desiderio cieco di 
prenderlo a calci in faccia. 

episodio numero 3. violenza, mi è arrivata voce di aggressioni 
sessuali a due ragazze che conosco, di cui una delle due pro- 
prio nel dancefloor, sotto le casse, mentre la gente continua a 
sorridere e ad abbracciarsi in pezza da pasticca 0 a simulare 
morti scontate ai bordi della fabbrica, in pezza di ketamina. 
rimango mortificato. 

episodio numero 4.distruzione./ripensavo al discorso che avevo 
fatto con due pischelli che ho caricato in macchina; probabile 
sintomo dei successivi momenti nefasti, loro facevano l'autostop 
per andare alla festa, mentre parcheggiavamo, mi dicevano che 
erano di zona alla Bufalotta 20 e che non avevano preso la mac- 
china perché stavano troppo in paranoia al pensiero di uscire 
fuori alla fine della festa e ritrovarsela distrutta, io allora ho 
controbattuto affermando che atti del genere erano solo opera 
di vigliacchi che andrebbero presi al momento del vandalismo 
gratuito e fatti andar via dalla festa strisciando da vermi qual 
erano, ciò che più mi ha intristito e avvelenato e stata la loro 
risposta ovvero che quel comportamento in parte andava capito 
e tollerato perché i rave erano lo specchio dei tempi e che 
essendo frequentati da gente che veniva a sfogarsi, chi ci anda- 
va si doveva adeguare accollandosi la responsabilità di tale tep- 
pismo gratuito in quanto frutto dell'alienazione sociale che era- 
vamo costretti a vivere, come se fare un rave non portasse esat- 
tamente il messaggio opposto ovvero far nascere energia creati- 
va dall'aberrazione del quotidiano, ricordo di essere entrato 
nella fabbrica già con una grossa tristezza addosso vedendo per 
altro gente che scavalcava per evitare le misere 5 mila lire della 
sottoscrizione quando poi invece il rave era gratuito e la sotto- 
scrizione non c'era proprio. 

episodio numero 5. siringhe, cercavo di allontanarmi dall'azione 
della festa quindi dai pensieri a essa legati per metabolizzare 
quanto stavo vivendo, esplorando gli altri capannoni abbandona- 
ti del posto ma, più mi allontanavo, più vedevo per terra sirin- 



ghe. siringhe dappertutto, siringhe sporche di sangue, siringhe 
vecchie di tossici che si andavano a fare le pere lì o nuove appe- 
na usate da gente che si sparava la ketamina in intramuscolo. 
più andavo avanti, più ne vedevo, era come quando Castaneda 
andava per le valli del messico a cercare boccioli di peyote, fatto 
di mescalina. più gli saliva la mescalina, più gli appariva il famo- 
so cactus, per me era l'esatto contrario, la mia immagine era 
speculare: più andavo avanti più mi si svelava una strada che 
non volevo percorrere, era come se la festa stessa si volesse 
vendicare di me, di quella mia presa di coscienza, vincolandomi 
al dolore, godendo sadicamente dei suoi inputs simbolici, 
episodio numero 6. la solitudine, non potevo comunicare a nes- 
suno ciò che stavo vivendo, non riuscivo a sbloccare un loop 
automatico che mi mangiava il cervello: "situazioni del genere 
non devono esistere sulla faccia della terra o per lo meno sulla 
faccia della terra che ci prendiamo per renderla libera, io non 
riesco a sentirmi libero in situazioni del genere, non riesco a 
sentirmi libero se mi devo difendere da un mondo che io stesso 
ho concorso a creare". 



f posologia e controindicazioni t 

jquesta testimonianza è una chiara foto di come un rave si 
I possa trasformare da momento di vita nella massimizzazione 
*' della libertà concretizzata a momento atroce, infernale e mortife- 
ro che invece di destabilizzare il deserto antiumano del quoti- 
diano lo riperpetua fortificandolo, quando una pratica controcul- 
turale qualsiasi essa sia arriva a reiterare i suoi linguaggi stereo- 
tipizzandosi nella incapacità di deflagrare dall'interno tale pro- 
cesso, essa segna la sua stessa fine, il termometro della ricchez- 
za di un rave è la poliedria esistenziale nel ventre del suo dan- 
cefloor. più la diversità si incontra, dialoga e balla, più la prigio- 
ne della stereotipizzazione identitaria viene evasa e il rave si fa 
una piattaforma di lancio per panorami libertari ignoti, quando 
• accade il contrario, come in momenti quali quello appena 
descritto, ognuno urla al male definito, che sia l'abuso delle 



sostanze, che sia la carenza di nuovi stimoli espressivi libertari, 
che sia l'ombra lontana di una penetrazione nazista nelle feste, 
ricalcando le stesse dinamiche politico mediatiche della ricerca 
del mostro, come tutti sappiamo non è l'identificazione di un 
capro espiatorio a risolvere i mali del mondo, o meglio del 
mondo delle feste, quanto l'analisi di una serie molto fitta di 
intrecci causali, tra cui la sedimentazione delle scene, la stereo- 
tipizzazione dei comportamenti, il deflusso della passione, l'in- 
capacità critica, l'omogeneizzazione culturale e via discorrendo, 
questo intreccio, se non disossato da azione critica e critica del- 
l'azione, porta a un progressivo e veloce appiattimento dell'en- 
cefalogramma della scena, in questo caso vale ancora un discor- 
so di approccio basato su apertura mentale, xenofilia, rispetto 
ger la diversità, amore per gli altri e quindi per se stessi, ma 
quando la diversità diventa ignoranza, aggressione, prepotenza, 
persecuzTone, espressione di potere si deve rispondere, lo si 
deve fare con forza e intelligenza, il rave è un bene comune 
libero e gratuito per quel che si può. a tutte le persone libere 
che danno senza paura di perdere è destinato il compito di pre- 
servarlo, la festa è uno spazio in cui finalmente respirare il calo- 
re dell'utopia fatta aritmia cronotopica, oltre l'atrocità della vita 
quotidiana, non giova a nessuno ripercorrere le stesse dinami- 
che di potere all'interno di un contesto frutto di grossi investi- 
menti fisici, cognitivi ed emotivi, nonché economici, in quanto 
portano a un incremento del rapporto quantitativo di frustrazio- 
ne/sfogo, questo vuole quindi essere un invito alla consapevo- 
lezza generalizzata e all'azione immediata-incisiva contro ogni 
forma di intolleranza e repressione interna ai rave. se i Front242 
cantavano "love those who fight against oppression and the 
oppressor" cerchiamo anche di capire chi è l'oppresso e chi 
l'oppressore, se devo ritrovarmi chi mi reprime negli spazi che 
libero allora il significato della liberazione sfuma con tutti i suoi 
sorrisi i suoi sguardi i suoi abbracci le sue intese, la cultura del 
qualunquismo è accettazione incondizionata della repressione, 
non lasciamole prendere il sopravvento su di noi, sulle nostre 
scelte, sui nostri desideri, altrimenti la ricchezza e la molteplicità 
dei sensi in relazione si trasformerà in monotonia, violenza e 



morte, l'investimento in questo senso va fatto sui valori libertari 
di tutela della diversità, di antiautoritarismo, di superamento del 
sessismo nei termini di misoginia e omofobia, nella capacità di 
vivere il gratuito in forma cooperativa senza appropriarsene, nel 
piacere di vivere il molteplice in festa, nel godimento di tutto 
ciò che è altro in dialogo, nel desiderio di ricerca e conoscenza, 
nel piacere di un divertimento incondizionato e spontaneo. l'ela- 
borazione di tali valori va applicata e raffinata in un'ermeneutica 
dell'anomia, quindi nello sviluppo di un metalinguaggio paralle- 
lo a quello del movimento libertario dei free party come forma 
di termometro, monitoraggio e successiva ridiscussione, nell'atto 

0 pratico questo significa un'azione interna esterna al dancefloor. 
l'azione interna prevede strategie di riduzione del danno, le più 

£ orizzontali e apolitiche possibili, attraverso cui fornire punti di 
f socialità interna alle risacche di asocialità dovute alla routinizza- 
zione dei rapporti nel party, fornendo il più gratuitamente possi- 
•c bile servizi di testing delle sostanze psicoattive che girano, per 

1 un'azione immediata sul mercato interno al party 21 , tale prassi 
^ deve essere tesa all'emarginazione di chi specula portando 

| morte e alla costituzione di consapevolezza critica rispetto a un 
| uso ri-creativo e autogestionario dei propri stati di coscienza. 
| non solo, proponendo contemporaneamente assistenza medica 
9 e psichica primaria (nonché cibo, acqua e profilattici gratuiti) si 
§ può evitare che passi falsi nell'uso di sostanze o anche nei rap- 
e porti interni al party (come una molestia, un furto o un'aggres- 
sione) si tramutino in una tragedia, questo, in coordinamento 
con gli organizzatori del party per un'azione più proficua sulla 
qualità dello stesso e per una crescita collettiva nella creazione 
di spazi liberi, non è un caso che proprio in Francia, in coordi- 
namento o meno con le istituzioni sociali, siano nati i più grossi 
gruppi di riduzione del danno direttamente autorganizzati da 
raver come Technoplus, le Teepee o Spiritek. ancora internamen- 
te è fondamentale portare la diversità lì dove vi è la tendenza 
all'omogeneizzazione culturale, ibridando i rave sempre di più 
con nuovi linguaggi come la comunicazione visuale, o il linguag- 
gio del corpo e la performance, o lo stravolgimento della rap- 
presentazione musicale con l'introduzione del cantato e di tutto 



ciò che possa decostruire la sedimentazione identitaria del lin- 
guaggio libertario della festa, esternamente, l'azione prevede un 
continuo coordinamento che permetta alle krews più pìccole, 
quando vogliano provare ad agire sul territorio organizzando 
rave illegali, di essere supportate da gruppi più grossi che met- 
tano a loro disposizione gli strumenti critici e fisici per farlo, 
quindi Papproccio libertario alla festa come strumento di espres- 
sione, la logistica (con metodi di occupazione, gestione dei rap- 
porti con le forze dell'ordine e via dicendo) e il sound system, 
previa un mutuo supporto economico ricavato dalla festa, ciò 
permetterà di allargare la scena il più possibile connettendo i 
singoli fuochi su una base qualitativa, decostruendo contempo- 
raneamente quella dinamica da star system che va costituendosi 
rigerarchizzando un'area culturale libertaria che nacque come 
orizzontale e disidentificata, ed è proprio su tali istanze che 
questo spazio testuale vuole svolgere il suo ruolo, riflettendo e 
rilanciando la ricerca della libertà attraverso la forma-festa. 



ill/egal 

il termine "free party", portato dei flussi globalizzati della con- 
trocultura libertaria, ha giocato sul doppio senso della parola 
"free". in inglese "free" vuol dire libero e, contemporaneamente, 
gratuito, gratuità è, in questo contesto significativo, sinonimo di 
libertà sebbene l'applicazione della parola "free" abbia a volte 
connotazioni economiche e, altre volte, libertarie, a volte il 
"free" si trova nei flyers di contesti commerciali con entrata gra- 
tuita, mentre altre volte, ad esempio, si trova all'interno delle 
feste promosse dalla "k list" di Kanyar, adducendo quasi free 
oppure on donation, indicando forme di sottoscrizione per il 
sostentamento di un soundystem, oppure per la creazione di 
fondi dedicati al supporto legale di alcuni processi in corso o 
per altri fini, comunque quasi mai funzionalizzati alla pura ven- 
dita del "servizio" festa, in ogni caso la diversità tra il concetto 
di "rave illegale" e quello di "free party" è tanto evidente quan- 
to lo sono le diversità culturali di una scena locale quale quella 



italiana messa in relazione a una scena europea e internazionale 
di matrice Soprattutto inglese sviluppata dai "New Age 
Nomads". proprio il discorso della sottoscrizione ne può essere 
indicatore, specialmente nel contesto italiano, in cui le forme 
più avanzate di cultura del conflitto si esprimevano nei centri 
sociali, facendo dei concetti di occupazione e autogestione la 
loro forma di azione diretta sul territorio per la creazione di 
spazi di socialità e produzione altra dai marci giochi politici tra- 
sposti in rapporti di potere sul territorio metropolitano, essi 
traevano e tuttora traggono sostentamento da una forma econo- 
mica di supporto a offerta più o meno libera nelle loro iniziati- 
w ve. i rave hanno mutuato in parte questa visione dell'autorga- 

nizzazione traendo anch'essi sostentamento attraverso 1a sotto- 
£ scrizione, i free party invece, provenendo da un'area hippy dei 
j free festival - intesi come liberi gatherings in cui ogni piccola 
* realtà individuale o di gruppo autogestiva la propria economia - 
•c venivano e vengono compresi come completamente o quasi 
I completamente gratuiti, con una economia interna alla festa 
f jdata dai bar, dàtta vendita di dischi, magliette o materiale auto- 
s prodotto in genere e dalle sostanze psicoattive. 
£ sul rapporto tra nomadismo delle tribe e stanzialità delle scene 
| locali il discorso poi si diversifica di area in area^in Francia gli 
§ Spirals hanno dato vita al loro sogno sovversivo, mentre in 
§ Italia hanno solo aggiunto una visione diversa delle feste illega- 
li li, sebbene ciò sia stato interiorizzato con più tempo a causa di 
£ una serie di problemi di matrice prettamente socioantropologica, 
ovvero incapacità di relazione sociale data da matrici culturali 
differenti non in grado, da entrambe le parti, di porsi, nella 
ricerca del dialogo, al di fuori della propria visione etnocentrica, 
quindi, secondo me, la riflessione verte sul fatto che: 
ove non vi sia stata scena preesistente il "verbo" spirai 22 ha 
attecchito aprendo nuove aree di comunicazione e conflitto 
attraverso la festa, vedi la Francia 23 ; 
mentre ove risiedeva una scena preesistente al loro arrivo ci 
sono sempre stati dei problemi, questa volta amplificati dall'i- 
dea di tribe non più come crogiolo di neo-nomadi sovranaziona- 
li alla ricerca di interstizi nelle Wastelands di Europa ove pianta- 



re fiori sonori del male, quanto melting pot di balordi che vole- 
vano mettere le loro mani su una torta molto gustosa e appeti- 
bile, e questo è successo in Italia come in Olanda, ad esempio, 
l'idea retoricamente missionaria, in chiave libertaria, della Spirai 
Tribe si trasformava in vero e proprio colonialismo. Barry, un tra- 
veller storico, sin dalla famosa "battaglia di Beanfield" per l'oc- 
cupazione del free festival di Stonehenge, mi raccontò di come 
lui sentisse di aver partecipato alla scintilla che fece scaturire la 
"Spirai Mission". questo avvenne in una non ben precisata data 
di un free festival che lui concorse a organizzare, tutti i membri 
degli Spirai Tribe si fecero un acido ed ebbero tutti, contempo- 
raneamente, la stessa visione: emanare le spore libertarie della 
teknomusik in chiave festosa, sovvertendo l'Europa nell'arco di 
un anno, e così fecero, partendo per un tour europeo di free 
party da tenersi ogni weekend in un posto diverso, ovviamente 
le letture di questo technomisticismo folk sono state le più 
diverse e, in molti casi, come già detto, furbescamente opportu- 
niste. la fine degli Spirals, intesa come divisione in tour ameri- 
cano e Sound Conspirancy con mire asiatiche finite male, e la 
morte della Network 23, il parallelo progetto di produzione e 
distribuzione indipendente di musica techno (in realtà contrad- 
detta dalla loro continua presenza distributiva in feste e tekni- 
vals), hanno segnato l'ennesimo momento di passaggio e muta- 
mento generazionale, in questa prospettiva voglio suggerire una 
riflessione basilare: 

ricordiamoci ancora che la techno non è solo un fenomeno glo- 
bale quanto GLO-CALE. esso è composto da un network di sin- 
gole scene che vanno contestualizzate storicamente socialmente 
e culturalmente e, contemporaneamente, vanno legate in una 
visione globale; vedi tutta una serie di percorsi storico-politici, 
per lo meno netTangolazione italiana, con la nascita della cultu- 
ra giovanile alla fine del '50, le grosse contestazioni, le contro- 
culture, il terrorismo, il riflusso, la nascita dei movimenti antago- 
nisti concentrati sulla grande crisi della politica e quindi su una 
nuova azione diretta concentrata sul sociale, i centri sociali, la 
stabilizzazione degli stessi e infine la nuova azione sul territorio 
e il nuovo sangue del conflitto attraverso i rave. 



* pongo in questo caso ogni lettore di fronte a una visione sin trop- 
po lineare, quindi contemporaneamente invito a diffidare da una 
lettura superficiale perché come tutti sappiamo: lealtà = fantasìa + 
1 ovvero il reale è un panorama sempre più complesso dT ogni 
suo riduzionismo interpretativo., jjave, comunque, per k> meno a 
Roma {come a Torino e, successivamente a Bologna, Milano ecc.), 
prendono vita, come già mostrato, da diversi intrecci finendo per 
rappresentare una forte ibridazione di tutto ciò che è stata la con- 
trocultura, ejion solo in Italia, si campiona e rimescola psichedelia 
di vecchia matrice, punk, industriai, cultura del sound system, hip 
hop, azione dinamica e nomade sul territorio - ovvero occupazio- 
^ ne e autogestione, pratica dei centri sociali (strutturatisi socialmen- 
te e culturalmente) - nuovi valori quali la riscoperta del corpo e 
£ delle sue nuove nature attraverso una danza oltranzista che supe- 
g rava di parecchio le precedenti forme della festa sul territorio ita- 
liano - vedi la dance hall reggae o hip hop - la nuova percezione 
•c della tecnologia e del suo uso, la ricerca innovata sugli stati alte- 
I rati di coscienza, la sperimentazione sonora, tale métissage apre il 
f conflitto a scenari altri e complessi rispetto alle precedenti genera- 
| azioni, il discorso qui si amplia tenendo conto di una serie di fattori 
| quali ad esempio, sempre nell'esperienza romana, il fatto jdtieyi 
| era già una cultura dei rave nata, a differenza del contesto inglese, 
§ prima in forma commerciale - sebbene da un punto di vista musi- 
§ cale con delle prospettive di ricerca sonora molto sperimentali e 
I creative come quelle "del suono di Roma" - e successivamente 
detoumata dalle schegge impazzite stanche delle solite storie sul 
territorio, in forma di conflitto e organizzazione di disordine nella 
metropoli, c'era un desiderio sommesso quanto evidente nel tes- 
suto urbano romano, di qualcosa di nuovo che desse sfogo a 
energie ormai paralizzate dalla routine, il passaggio è stato spon- 
taneo e dirompente, un fulmine sul cielo pacificato degli equilibri 
nella città che ha dato vita, essendo la techno uno strumento folk 
di comunicazione, a un accesso di massa, quindi pop e contempo- 
raneamente underground, alla creazione di nuovi spazi libertari; un 
territorio linguistico che la vecchia leadership del presunto movi- 
mento, non riusciva più a detenere, fatto sta che Pillegal" urlato 
l'altro ieri con felicità a pieni polmoni per aver dato vita a un 



momento così forte ed espressivo come un rave illegale (tanto da 
far commercializzare l'urlo stesso in magliette confezionate da un 
negozio di dischi, referente del circuito delle discoteche), ieri si è 
ibridato con i movimenti controculturali europei dedicati alla tedi- 
no e alla forma-festa come pratica di conflitto, trasformandosi in 
"free party for free people" per arrivare oggi a mutare ancora il 
suo senso, cercando ora una critica su se stesso e una rielabora- 
zione dei suoi linguaggi, la maturità di una cultura si riflette pro- 
prio in questo, nella capacità di pensare se stessa in termini critici 
il libro ne vuole essere testimone e contemporaneo interlocutore. " 



datacidio 

il narratore qui viene raccontato assumendo attivamente una 
posizione passiva di abbandono ai flussi di comunicazione, 
quindi al dialogo e alla riflessione su se stesso, abbattendo i 
confini tra oggetto e produzione intellettuale, il sottotitolo, pro- 
ponente "tedino anomia per delinquenza giovanile", è giocato 
su un campionamento testuale da "alien underground", una 
delle prime fanzine complete e sperimentali sul movimento tech- 
nolibertario edita da Christof Fringeli/Praxis 24 , che recitava nel 
suo sottotitolo "Techno Theory For Juvenile Delinquents". il suo 
era un palese invito all'atto delinquenziale inteso come sovver- 
sione degli ordini costituiti attraverso un uso detournato della 
tecnologia, in una prospettiva più nascosta egli ha giocato su 
un piano squisitamente linguistico, detournando un registro tipi- 
co di quella sociologia inglese e di quel linguaggio giornalistico 
anni '50/60 che usava il termine delinquenza per criminalizzare 
in toto quell'universo giovanile sempre più distaccato dai valori 
conservatori e autoritari della società adulta. Fringeli fornisce 
technoteoria per quella delinquenza giovanile che rifiuta e supe- 
ra, cambiando direzione alla propria vita e aprendo direzioni di 
vita, in questo senso io ho ricampionato e ridetournato, risigni- 
ficandolo, il sottotitolo di "Alien Underground", usando i concet- 
ti di techno anomia e di delinquenza giovanile come definizioni 
metodologiche e concettuali all'interno del libro. 



nostalgia di un futuro anteriore 



"techno anomia per delinquenza giovanile" delimita l'area di 
intervento del libro, introdotto a sua volta da questa riflessione 
teorica e strutturale rispetto agli spazi-tempi logici che sottendo- 
no i suoi contenuti, essa si sviluppa su un approccio diacronico, 
quindi storico, cronologico, ai rave attraverso una ritmica anomi- 
ca che salta di sound in sound, svelando paesaggi acustici di 
rivolta digitale, un pattern spontaneo di storie vive e carnali che 
attraversa la logica del suono sovvertito e della sua controcultu- 
ra, nelle loro linearità e decostruzioni, una costellazione senso- 

^ riale, frammentata, elicoidale, policroma di reportages, storie di 
vita, documenti raccolti dal 1985 a oggi su rave illegali, Street 

£ parades, macchinazioni e teknivals, sul territorio romano/italiano 

* con richiami europei, i testi sono tratti da fonti documentaristi- 
fi! 

che quali mailing list, newsgroup, website, flyer, fanzine, magazi- 
•c ne, quotidiani, e montati in un macro-cut-up cronologico 25 , esso 
I è introdotto da: Tribal Eye: 1649-1992, un ritorno al futuro per 
f una storia movimentistica del presente, scritto da Alan "Tasti" 
s Lodge, il primo e più prolifico testimone oculare (nel vero senso 
| della parola in quanto fotografo, ancor prima che saggista) del 
12 movimento traveder, il saggio tratta, con taglio storico, la nasci- 
§ ta del nomadismo inglese fino alla travelling tekno nation. esso 
§ rappresenta tre secoli di dispersione e polluzione "over the 
| edge", oltre le soglie della società civile, attraversando tutte le 

sue fasi, una piccola parentesi va aperta sul discorso storico 0, 

meglio, sul concetto di storia. 

a mio avviso vi sono più livelli su cui riflettere, la parola "sto- 
ria" qui sviluppa, nel suo significato, una negazione decostrutti- 
va di se stessa nella sua aura dialettica - nella sua linearità, 
nella sua autorità del singolare, nella sua ritmica di superamen- 
to - quindi e soprattutto di quella storia che vincola, di quella 
storia che produce UN reale, UN normale, un "DENTRO", 
ritornando sul metodo dell'abbandono, attraversando le città 
invisibili delle storie, come un viaggiatore "lascio andarmi fuori 
- lascio tutto fuori" Assalti frontali 1999^" da quell'idea reazio- 
naria di memoria stoncaTJa stessa, analizzata e messa in crisi 



r 



anche dagli eredi di quell'analisi marxista che ne ha fatto ric- 
chezza e sul quale teorici post-marxisti ancora scrivono, vedi 
Lyotard (1979) 0 le analisi di Balibar 0 Wallerstein (1988) che 
mettono in crisi il concetto di storia come definizione di quella 
cittadinanza a senso unico, figlia di quei processi universalistici 
che diedero vita e struttura alle squallide democrazie contempo- 
ranee e alle espressioni sociali manifeste dell'organizzazione in 
stato-nazione-Europa, nonché ancora la definizione assiale 
primoAerzo mondo, sempre frutto di una storia dell'occidente, 
di una storia del dominio: di quella storia dettata, la storia non 
esiste, la sociologia della storia propone un'analisi della defini- 
zione storica dal presente, ovvero la memoria e il ricordo 
espressi in testo non sono altro che interpretazioni di chi ha lo 
status per definirle attestandole in forma auratica come memo- 
ria collettiva, chi dà lo status di definizione della storia se non 
l'apparato accademico? e al servizio di chi è l'accademia? 0 
meglio, può esistere un apparato intellettuale che produca e tra- 
mandi sapere, in grado di distaccarsi sia dai processi di legitti- 
mità - che collegano il "vero" scientifico al "giusto etico-politi- 
co" - sia dai processi di funzionalità capitalistica - che fanno 
del "vero" scientifico "il giusto" economico - e di accettare la 
sua sfida terminale:/iT"saper" andare contro se stesso? 
ovviamente non è così semplice ovvero vi sono, dalle~esperien- 
ze di storia sociale 0 storia culturale della scuola degli annales 
in poi, delle riflessioni evenemenziali sulla storia 0, ancor di 
più, sulle tendenze di quella storia radicai ibridata con la narra- 
tiva del "what... if..." ovvero del cosa sarebbe successo se le 
cose non fossero veramente andate così? e susseguentemente: 
ma le cose sono veramente andate così? 
di sicuro l'analisi che interessa questo libro coglie un approccio 
diacronico al presente, l'esplosione della molteplicità delle storie 
e delle loro asincronie rispetto alla Storia con la S maiuscola e 
ancora la dialogia tra storie come contestualizzazioni di sviluppi 
culturali e il loro intrecciarsi in patterns impossibili, questa è la 
prospettiva diacronica del libro in cui ho sviluppato, attraverso 
la metodologia del montaggio come forma di sampling riportata 
su un piano testuale, percorsi possibili e molteplici di reporta- 



ges. l'immagine svelata è soprattutto quella della scena techno 
italiana dalla nascita inglese alle Street parades/reclaim the 
streets, primi teknival ecc. che creano mulinelli temporali, come 
nel concetto di temporalità frattale mckenniano espresso in Vere 
Allucinazioni (1993) dove il tempo è un fiume esistenziale in 
rotta al di fuori degli argini con infinite correnti polidirezionali, 
omnipervasive, rappresentate in questo spazio concettuale come 
dead ends, percorsi impossibili, temporalità parziali, attraversa- 
menti obliqui, connessioni con altre scene e via dicendo, se "la 
visibilità è una trappola" come cita Christof Fringeli, "technoano- 
mia per delinquenza giovanile" è la danza dei ritmi anomici, l'a- 
bolizione della memoria e la negazione del futuro, la danza 
della fine della storia; la fine di ciò che Lyotard intendeva del 
"prodursi sociale" come "grande narrazione", l'inizio di una 
moyen age stravolta, in cui la percezione del tempo è sradicata 
dalla sua linearità e supera l'andamento della storia, facendo 
collassare il senso di tutti i vecchi paradigmi, 
la parte finale del libro, ma non di minore importanza, è dedicata 
alla comunicazione visuale. "Every picture tells a story" ovvero 
ogni immagine racconta una storia, introdotta da una riflessione di 
antropologia della comunicazione visuale, qui la scena italiana dei 
free party viene raccontata visualmente attraverso un lavoro di 
ricerca e organizzazione dei flyers prodotti durante questi anni di 
rave, Street parades e festival techno dal 1993 al 2000. 
Buona infezione del pensiero. m 

"... we are talking about the invisible insurrection of a million 

minds. 

p.s. 

if you can't figure out what ali this is supposed to have to do 
with underground parties, nameless white labels, mysterious 
frequencies, connecting levels of sounds and ideas, games of 
identity, loosing oneself in dingy basements, realising and for- 
getting the meaning of everything, conspiring to become one 
with noise: 

THEN, WE CAN'T HELP YOU !!!" 

Praxis - Demag/Hardcore Underground - Hidden Resistance 



1 una delle menti inquiete che, sin dalle prime scintille di pubblico disordine della 
scena romana, hanno soffiato sul fuoco, dando emissione radiofonica ad "hard 
raptus", una delle varie cellule organizzative di technotempeste operanti alla fine 
della prima metà dei '90. 

2 a quei tempi non vi era il minimo coordinamento tra le pochissime realtà che 
sviluppavano un discorso del genere: l'estrazione era quasi esclusivamente romana 
con l'eccezione di un dj indiano uscito dal nulla che mandava Goa; la prima volta 
che l'ho sentita in vita mia. 

3 ampia testimonianza ne sono i pestaggi avvenuti nei primi periodi della scena 
romana da parte delle aree più conservatrici e politiche del movimento. 

* al festival di Martellina venne solo uno dei pegliani e si divertì come un pazzo. 

* in realtà un megarave di tre giorni che ai tempi fu un record di resistenza e delirio. 

6 oggi Crystal Distortion, ieri fondatore del sound a spirale, dell'etichetta "Acid 
Orange" sotto l'alias di R-Zac, supporto alla Network 23, una delle due anime musi- 
calmente più creative della vecchia formazione Spirai Tribe insieme a Kahos, presen- 
te in quell'occasione con Facom, Okupe, Lego e altre realtà della scena europea. 

7 chimico e farmacologo nonché docente universitario considerato il papa dell'md- 
ma (più semplicemente rinominata extasy) 0 comunque un eroe popolare delle cul- 
ture psichedeliche; referente scomodo della comunità scientifica mondiale sui temi 
della chimica di sintesi inerente agli stati modificati di coscienza, quindi delle desi- 
gner drug, nonché ancora sintetizzatore di un'intera classe di molecole psicoattive 
definite "fènetilamine". i suoi due lavori letterari-scientifici più popolari, scritti 
assieme alla moglie Ann, sono: P.H.I.K.A.L A chemical love story (Transform Press) 
e T.H.I.KA.L - the continuation (Transform Press). 

8 suo secondo grosso lavoro questa volta sulle triptammine, che tra l'altro denuncia 
la grossa repressione attuata dalla drug enforcement administration dopo la pubblica- 
zione di P.I.H.KA.L. (phenetylamines i have known and loved), A chemical love story. 

9 direttore scientifico della rivista «Altrove», bollettino annuale della S.I.S.S.C. - 
società italiana per lo studio degli stati di coscienza (Nautilus edizioni). 

10 è altrettanto giusto sottolineare che la S.I.S.S.C. è tra le pochissime strutture di 
ricerca e di produzione di letteratura con un approccio libertario sugli stati di 
coscienza, essa si poggia, per le sue pubblicazioni, sulla Nautilus edizioni, casa 
editrice anarchica torinese, tra le più sensibili al tema in questione. 

11 gruppo fondante di quel punk post '77, politicamente impegnato quindi antimili- 
tarista, anarco-pacifista, vegetariano, comunitario. 

12 in realtà non è più così poiché la maggior parte delle feste, oggi, spesso inizia il 
sabato e finisce il lunedì. 

13 data storica dei festival inglesi. 

14 per altro, almeno nell'esperienza romana, all'inizio del movimento dei raves ille- 
gali, l'extasy era difficilmente reperibile poiché in mano al presunto nemico del 



tempo, ovvero il pusher di strada, che andava nelle discoteche o ai raves commer- 
ciali, e con il quale le persone che organizzavano i primissimi raves non erano 
ancora entrate in contatto diretto, questo portava a un consumo alternativo del- 
l'isd, più culturalmente sedimentato nel panorama controculturale precedente. 

15 citata, con un "very decadent", già in un albo del famoso fumetto hippy 
Fabulous Furry Freak Brothers di Robert Shelton. 

16 abilitando il circuito di scambio-espressione a tecnologia povera o seriale quale 
l'uso indiscriminato e terrorista di cut-up tramite ciclostili e fotocopiatrici, successi- 
vamente chiamato mail art o xeroxart. 

17 il verlen è un dialetto usato nelle Banlieues francesi in cui le parole originarie 
vengono divise, invertite e ricomposte, questo crea una distorsione sonora che si 
trasforma in percorso etimologico. 

18 vedi Lhumann e la sua inversione di tendenza nel funzionalstrutturalisnio. 

19 una delle feste più grosse e qualitativamente meglio organizzate della scena 
francese orbitante intorno al Network23. 

^periferia a nord di Roma dove si era tenuto il party. 

21 c'è un dibattito abbastanza vasto sull'attendibilità o meno di Piti Te st, ma Tatto 
stesso di creare aggregazione comporta una possibilità di riflessione sull'uso delle 
sostanze psicoattive e sul senso della socialità internamente al party. .importante 
sarebbe anche riflettere sulla costituzione italiana di un database interattivo con i 
risultati dei tests delle droghe che circolano sul territorio nazionale. 

22 gli Spirai Tribe avevano e hanno una visione quasi missionaria ed evangelizzatri- 
ce della techno e dei rave. la loro missione era quella di fare una festa a settima- 
na in tutta Europa per insediare il virus libertario della techno e connettere le 
scene, questo è ciò che hanno fatto per tutta la metà degli anni '90 in giro tra l'e- 
misfero occidentale e orientale del mondo, questo è ciò che hanno tentato di fare 
e stanno tentando di fare oltre Europa con il tour americano (aprendo la via a un 
convoy misto europeo/americano che continuerà il loro lavoro) e con quello asiati- 
co tramite Sound Cospirancy. per maggiori informazioni: Colombié 2000. 

23 sorrido spesso quando leggo nei reports delle feste nei siti techno francesi misti- 
ficazioni sugli Spirai da parte delle generazioni successive di anime inquiete france- 
si alla ricerca delle loro tracce 0 quando trovo leggende metropolitane su di loro. 

2A «Alien Underground: Techno Theory for Juvenile Delinquents». technozine inglese 
padre della futura «Datacide». tratta dalla filosofia e narrativa cyberpunk ai raves 
passando per le produzioni musicali indipendenti. 

25 mettendo un punto al 2000, altrimenti il libro non si sarebbe mai concluso, mi 
sono trovato, come in ogni progetto pubblicistico, in quella situazione critica in cui 
si contrappongono l'effervescenza e la velocità della mutazione antropologica e la 
lentezza dei tempi editoriali che rischiano di trasformare la freschezza del prodotto 
in storicizzazione dei concetti. 



Tribal eye: 1649-1992 

Alan "Tash" Lodge 



Ecco una storia: 

C'è un traveller seduto sotto una quercia. Il proprietario del ter- 
reno gli si avvicina con fare minaccioso e dice: 
"Fuori dalla mia terra!" 
"Che cosa la rende la tua terra?" 
"Me Tha data mio padre". 
"E che cosa la rendeva la sua terra?" 
"Gliel*aveva data suo padre". 
"E che cosa la rendeva la sua terra?" 
"Suo padre aveva combattuto per averla". 
"Va bene", dice il traveller, arrotolandosi le maniche, "allora 
anch'io combatterò te per averla...!". 

Alla fine della Guerra Civile Inglese, la gente cominciò a realizza- 
re che i propri sacrifici erano solo serviti a sostituire un branco 
di bastardi menefreghisti con un altro... bèh, questo significano 
la politica e la guerra, niente di nuovo!! 

I parallelismi che vedo con l'oggi sono inquietanti, paurosi addi- 
rittura. La gente precipitava di fronte a uno stato e a un'aristo- 
crazia che non li rappresentava. La Chiesa agiva come le multi- 
nazionali dei nostri giorni, molta gente voleva solo essere 
lasciata in pace, senza l'interferenza del potere, sulle terre che 
rispettava e amava. Ho incluso una piccola parte informativa di 
sfondo, per darvi un'idea di quello che voglio dire. Risale a 350 
anni fa, ma rappresenta ancora un solido esempio di "DIY (Do It 



Yourself) culture". "Nessuno dovrebbe essere padrone di nessu- 
no, ognuno dovrebbe essere libero di vivere sulla terra" Garrard 
Win stanley (1649). 

Garrard Winstanley era un filosofo e un pensatore politico del 
diciassettesimo secolo, un oppositore del regime che divenne uno 
dei principali difensori della causa dei "Leveller" e dei "Digger". 
Precedentemente, sempre in quel secolo, il Tesoro Reale si era 
avidamente accaparrato vaste aree delle terre comuni a proprio 
uso. A quel tempo tre quarti del paese erano terra comune. E la 
gente comune soffriva. 

^ Durante il caos seguito alla fine della Guerra Civile, il nuovo 
regime se ne approfittò impadronendosi delle terre reali ed 

£ espandendo in seguito le sue proprietà con una sfacciata annes- 

a, sione di altre terre comuni. Il nuovo Parlamento acconsentì a 
tutto questo e la gente rimase senza terra e affamata. 

•c La gente comune soffriva. 

I A quei tempi, erano forti i principi del fai da te, dell'azione 
^ diretta non violenta, dell'autosufficienza: se non pensavi da solo 
s a te stesso, nessun altro lo avrebbe fatto al posto tuo. D'altra 
| parte, la gente comune era stata d'aiuto per combattere contro 
| la tirannia del Re ed era ancora espropriata. Il primo aprile del 
@ 1649, i Diggers senza terra fondarono un Comune a St. George's 
§ Hill, Surrey, con un'economia basata sulla coltivazione e sulla 
e pastorizia. L'avventura durò poco più di un anno, poi la gente fu 
cacciata via con la forza. 

Potrà sembrare strano iniziare questo racconto nel xvii secolo, 
ma alcuni fatti sono ancora attuali. Il Governo è lontano dalla 
gente e sa poco dei suoi interessi e della sua situazione. Le 
pressioni verso il conformismo sono pesanti, le attività devianti 
sono scoraggiate energicamente. Esiste tutt'ora una sottoclasse 
di diseredati, privi di terra e di opportunità. In più, oggi, siamo 
sempre più consapevoli dei problemi ambientali. È una vecchia 
battaglia che assume nuove forme (la tensione è probabilmente 
iniziata tra i contadini e i cacciatori-raccoglitori dell'Età della 
Pietra!). Inoltre, le forme di libera socialità come gli incontri 



musicali all'aria aperta sono probabilmente vecchie quanto l'es- 
sere umano. 

In questo senso il "Festival Pop" rappresenta una più moderna 
manifestazione del desiderio della gente di incontrarsi e festeg- 
giare. Siamo animali sociali. Alla fine degli anni Sessanta, milioni 
di persone si radunavano ai festival di Woodstock e di Monterey. 
In Gran Bretagna, il free "Stones in the Park" e il Festival dell'i- 
sola di Wight videro la partecipazione di folle enormi. 
Accanto agli eventi commerciali si andavano diffondendo i "Free 
Festival". La gente cominciava a essere stufa dello sfruttamento, 
delle regole, dello squallore degli eventi commerciali. Scoprì 
qualcosa. Una visione potente: persone che vivono assieme in 
comunità, dividendo i beni e ascoltando e facendo bella musica, 
in armonia con l'ambiente e con i propri bisogni. 
Parallelamente, cresceva il movimento degli squatters, e gruppi 
come gli "Hyde Park Diggers" cominciavano a rivendicare diritti di 
territorio. È in quest'atmosfera che cominciarono molti dei raduni, 
sia commerciali che free, che si stabilizzarono poi durante gli anni 
Settanta. Il Free Festival di Windsor People's divenne un avveni- 
mento annuale più grande dell'August Bank Holiday. Non appena 
i numeri iniziarono a levitare, nel 1974, la polizia di Thames Valley 
decise di agire (dopotutto eravamo nel retro giardino della 
Regina) e con enorme violenza fece a pezzi il posto danneggian- 
dolo gravemente. Sono ormai trent'anni che ci picchiano con i 
loro manganelli! Dopo aver trovato il senso della comunità e uno 
scopo (alcuni per la prima volta nella propria vita) in molti deci- 
sero di adottare uno stile di vita alternativo e cominciarono a 
viaggiare da un evento all'altro durante la "stagione". Tra un 
evento e l'altro, però, non tornavano a casa. Si trattava di sce- 
gliere i propri territori per sconfiggere, in questo modo, l'aliena- 
zione che molti avevano provato una volta tornati in città. 
Nel 1975, il People's Free Festival fu ripristinato in un campo d'a- 
viazione abbandonato nell'Oxfordshire. Ci andarono più di 10.000 
persone e per due settimane reinventarono la città. L'anno 
seguente vide la morte del festival della Bank Holiday, a causa 
della grande pressione della polizia e di interi giorni di pioggia 
pesante. La gente cominciò a guardare ai vari esempi di vita 



nomade, come gli zingari. Per vivere "fuori" in maniera diversa, 
ma non per questo meno comoda, era necessario attrezzarsi; 
pertanto si finì per adottare architetture nomadi come la tenda 
"tepee" indiana, la "yurt" marocchina, la "bow top" rumena, la 
tenda per due occidentale, l'autocarro e il bus a due piani. 
Si cominciarono a sviluppare intenti comuni e nuovi sentimenti 
di appartenenza. Tutti concordavano sul fatto che la vita moder- 
na fosse troppo veloce, costosa e inquinante. Avevamo scoperto 
l'Anarchia in azione, e funzionav3|_La^ gente cominciò a organiz-"" 
za7sT,"è à^téssere una rete di relazioni sociali, mettendo le basi 
di una nuova cultura. 
^ Dopo un po' di tempo, però, l'atmosfera cominciò a surriscaldar- 
si. Le mistificazioni giornalistiche, con tutte le falsità sul "Peace 

£ Convoy" che erano state messe in circolazione, generarono un 

S. 

« panico diffuso. Come era logico aspettarsi, i media produssero 

terrorismo giornalistico con informazioni shockanti. Il «Sun» tito- 
•c lava: "Convoglio di armi - gli hippies attaccano la polizia" (nes- 
1 suna menzione ad alcuna arma nell'articolo!), 
f II «News of the World» scrisse: "Il Mucchio Selvaggio - tossici 
s fuorilegge assatanati di sesso fanno sembrare gli Hell's Angels il 
£ piccolo Noddy". Questi furono i titoli letti da milioni di persone 
| che trasformarono gente essenzialmente pacifica in "folk devils" 
t> dei giorni moderni. 

§ In opposizione all'istallazione di Missili Cruise Americani nel 
| Regno Unito, venne organizzato un campo pacifista prima a 
Greenham Common e poi a Molseworth. Nel febbraio del 1985, 
l'allora Segretario alla Difesa Heseltine inviò un numero spropo- 
sitato di truppe per sgomberare le circa trecento persone e le 
due capre che avevano occupato il posto da alcuni mesi, chia- 
mandolo Rainbow Village. 

Sebbene le autorità trovassero tutto ciò spiacevole, non esisteva 
nessuna legge specifica che se ne occupasse. Così ne crearono 
qualcuna. Nel passato, generalmente, una forza di polizia senti- 
va di aver fatto il proprio dovere nel momento in cui sgombera- 
va. Risolveva il problema passandoci semplicemente sopra. In 
seguito allo sciopero dei minatori, la polizia imparò ad agire 
come una forza nazionale sotto un'unica direzione. Si doveva 



fare qualcosa! Stonehenge apparve come il punto centrale della 
situazione. Ebbe inizio la "Solstice Operation". 



Stonehenge 

L'incontro dell'Association of Chiefs Police Offìcers - ACPO 
(Associazione dei Capi di Polizia), all'inizio del 1985, si risolse 
con la decisione di ottenere un'Ingiunzione dell'Alta Corte per 
prevenire il raduno annuale a Stonehenge. Questo era il mezzo 
che sarebbe stato usato per giustificare la "battaglia di 
Beanfield" il primo giugno, nell'Hampshire. Bèh, non era vera- 
mente una battaglia. Era piuttosto un'imboscata a un magnifico 
convoglio che si estendeva a perdita d'occhio in ogni direzione 
facendosi strada per il Wiltshire Downs. Era un caldo sabato 
pomeriggio e noi guidavamo attraverso i villaggi. Fuori dai can- 
celli dei propri giardini la gente ci salutava sorridendo. 
Un'atmosfera festosa, con pochi segni di quell'"opposizione 
locale" che credevamo fosse una delle ragioni dell'ingiunzione. 
Un elicottero della polizia ci guardava dal cielo ma c'erano 
poche altre tracce di problemi fino a che... 
A sette miglia da Stonehenge (il divieto di accesso era a quattro 
miglia e mezzo), subito a fianco alla A303 e al confine tra 
Hamshire e Wiltshire, i carichi di sabbia di due camion si rove- 
sciarono sulla strada. Fino a questo punto nessuna legge era 
stata infranta. Scesi dal mio camion per fare delle fotografie, 
quando vidi circa venti poliziotti correre verso di me dalla testa 
del convoglio, spaccando finestrini senza preavviso, 
arrestando/assaltando gli occupanti, trascinandoli fuori dai fine- 
strini rotti, lo e gli altri che l'avevano visto fummo spaventati 
dal livello di violenza usato dalla polizia negli arresti. 
Chiaramente stavamo per fare a botte, di nuovo! Tornammo di 
corsa indietro ai nostri veicoli e guidammo attraverso una siepe 
nel campo adiacente. La portata dell'operazione di polizia era 
ormai palese. Lo stesso livello di violenza era stato applicato 
sul retro del convoglio. Si potevano vedere sulla strada vasti 
schieramenti di polizia, profondi molte linee. Da quel momento, 



la situazione divenne sempre più tesa. Nella retroguardia c'era- 
no altri poliziotti di rinforzo che indossavano tute blu senza 
numeri, elmetti stile-Nato con visori e scudi a grandezza d'uomo 
perspex o scudi neri circolari. Una situazione di fronteggiamento 
che si sviluppò con sporadiche dimostrazioni di violenza. Le 
agenzie di assistenza sociale dei festival mi fecero vedere una 
serie di persone con lesioni alla testa dovute al conflitto iniziale 
sulla strada. Si trattava di ferite da manganello dietro la testa, 
alcune molto serie. Mi mostrarono un ragazzo di circa vent'anni 
semicosciente con un'altra ferita sulla testa. Avevo paura che 
morisse. Venne chiamata un'ambulanza: io prestai assistenza 
g all'infermiere e aiutai a far comunicare l'incidente attraverso le 
linee della polizia. All'inizio gli operatori dell'ambulanza erano 
£ preoccupati per la loro incolumità, ma li rassicurammo, 
f Mentre scattavo delle fotografie cercai di iniziare una negoziazione, 
di instaurare un livello di comunicazione con gli ufficiali delle linee 
•c a metà schieramento. Non si riuscì a trovare alcun compromesso, 
I così, insieme ad altri, organizzai un incontro con Lional Grundy, il 
f Vice Capo della Contea. A lui era affidata l'intera operazione. Era 
i da poco sera quando potemmo incontrarlo. Il tono della conversa- 
^ zione fu "fate quello che vi si dice di fare, altrimenti...!". Egli ribadì 
| che la gente sarebbe stata arrestata se non avesse subito lasciato 
@ i propri veicoli. Per paura di ciò che questo avrebbe potuto corn- 
ili portare (visti i livelli di violenza durante la giornata), la gente che 
I incontrai esitava ad obbedire. Rividi Grundy poco dopo e tentai di 
nuovo di farlo ragionare, ma il Vice Capo della Contea minacciò di 
arrestarmi per ostruzione se avessi continuato. I poliziotti si erano 
radunati copiosi e chiaramente si preparavano a caricare. La poli- 
zia aveva arrestato moltissima gente intorno a Stonehenge, duran- 
te il pomeriggio. Alle sette di sera, Grundy aveva 1600 poliziotti 
provenienti da sei contee, la polizia del Ministero della Difésa e, 
alcuni credono, ufficiali dell'esercito in uniforme della polizia. Gli 
era stato insegnato che eravamo anarchici violenti (vedi i titoli dei 
giornali citati), invece che un gruppo di giovani e di famiglie con 
bambini. Eseguirono gli ordini. Le scene che seguirono furono regi- 
strate dai media che superarono il blocco della polizia. La storia 
ebbe risalto internazionale. 



Kim Sabibo, un reporter di frontiera nei "punti caldi" del 
mondo, fece un commovente servizio fotografico per I'itn descri- 
vendo quello che secondo lui era stato l'atto più violento mai 
visto commettere dalla polizia. 

Quello che noi - il gruppo di itn e io stesso come reporter - 
abbiamo visto negli ultimi trenta minuti qui, su questo campo, è 
stato uno dei trattamenti più brutali riservati dalla polizia alla 
gente a cui abbia assistito durante la mia intera carriera di gior- 
nalista. Il numero di persone che sono state picchiate dai poli- 
ziotti, che sono state colpite con i manganelli mentre tenevano in 
braccio bambini nei furgoni intorno a questo campo, deve essere 
ancora contato... dopo quello che è successo oggi si dovrà sicura- 
mente aprire un'inchiesta. 



Non si aprì. 

Quando quel giorno l'argomento venne trasmesso al telegiornale 
nazionale di itn, la voce off di Sabibo fu tolta e sostituita con 
quella di un freddo narratore. Le prove più scottanti del filmato 
vennero tagliate. Quando chiese perché queste parti non erano 
state mostrate, itn affermò che mancavano. Sabido disse: 
"Quando, la settimana seguente, tornai a itn e andai nella bibliote- 
ca per guardare tutto il girato, la maggior parte di quello che pen- 
savo avessimo ripreso non c'era più. Ciò che avevamo consegnato 
a itn, soprattutto le riprese più crude, era scomparso". Alcune parti 
che mancavano, ma non tutte, sono riapparse su cassette di con- 
trabbando e sono state poi incorporate nel documentario 
sull'Operation Solstice trasmesso su Channel Four nel 1991. 
L'informazione pubblica sugli eventi di quel giorno è ancora 
limitata a causa della scarsa presenza di giornalisti sul luogo 
al momento dei fatti. La maggior parte, compreso il gruppo 
della televisione BBC, aveva obbedito alle direttive della poli- 
zia di stare dietro le proprie linee, ai piedi della collina, "per 
la loro incolumità". 

Uno dei pochi giornalisti che ignorò gli ordini della polizia e che 
assistette alla scena fu Nick Davies, corrispondente per la crona- 
ca interna dell'«Observer». Scrisse: 



Vennero infranti dei vetri, la gente gridava, del fumo nero si alzava 
dai furgoni che bruciavano e da ogni parte si vedeva gente che 
sembrava essere stata colpita violentemente, abbattuta e tirata per 
i capelli... uomini, donne e bambini furono portati via, mentre tre- 
mavano, urlavano, piangevano, sanguinavano, lasciando le proprie 
case a pezzi... durante Tanno avevo visto ogni genere di cose orri- 
bili e spaventose ed ero sempre riuscito a uscirne fuori con un ghi- 
gno e a scriverne. Quando lasciai il Beanfield, per la prima volta, 
piangevo da quanto stavo male. 

Durante l'operazione ho fatto delle fotografie, ma ho messo da 
parte la macchina fotografica. Prima dell'attacco la mia (ex)moglie e 
io ci stavamo confortando e coccolando per la paura... 

o 

Quel giorno ci furono 530 arresti, il numero più alto dal tempo 
£ della seconda guerra mondiale. 

gj Le testimonianze fotografiche sono scarse a causa della natura 

dell'operazione. Ben Gibson, un fotografo freelance 
•c deir«Observer», fu arrestato quel giorno nel Beanfield dopo 
1 aver scattato delle foto alla polizia che si apriva un varco nella 
f vettura di un traveller. In seguito è stato assolto dall'accusa di 
s ostruzione: la motivazione del suo arresto era solo quella di 
£ toglierlo dalla scena. Gran parte dei negativi del rullino che è 
| riuscito a scattare sono scomparsi dagli archivi dell'«Observer» 
@ durante un cambio d'ufficio. Un amico fotografo, Tim Malyon, è 
| scampato per poco allo stesso destino: "Mentre cercavo di fare 
| delle foto a degli ufficiali che colpivano la gente con i manga- 
y " nelli, un poliziotto ha urlato agli altri di prendermi e sono stato 

inseguito. Ho corso e non sono riusciti a prendermi". 

Anche i negativi di Tim Maylon sono andati perduti e solo 

poche stampe sono sopravvissute. 

Un testimone inusuale all'incubo di Beanfield è stato il Conte di 
Cardigan, segretario della Associazione Conservatrice di 
Marlborough e amministratore della Foresta di Savernake (nel- 
l'interesse di suo padre, il Marchese di Ailesbury). Aveva viaggia- 
to lungo il convoglio sulla sua motocicletta accompagnato da un 
amico membro dell'Associazione Conservatrice, John Moore. 
Appena i traveller si allontanarono, la coppia pensò che "sareb- 
be stato interessante seguire gli eventi personalmente". 



Indossando caschi da motociclista per nascondere la propria 
identità, assistette a qualcosa che Cardigan descrisse come 
un'"indescrivibile" violenza della polizia. In seguito Cardigan, 
durante il processo contro la Polizia del Wiltshire, rilasciò delle 
testimonianze oculari sul comportamento delle forze dell'ordine. 
Tra queste, la descrizione di una donna in inoltrato stato di gra- 
vidanza, "con la silhouette di un dirigibile", che veniva "picchia- 
ta con un manganello" e di un'azione della polizia durante la 
quale mamma e figlio si ferivano con un vetro. 
"Anch'io ho da poco una figlia, così, quando ho visto bambini 
tagliarsi con i vetri dei finestrini infranti dalla polizia in tumulto, 
ho pensato alla mia piccolina sdraiata nella sua culla a 25 
miglia da lì, a Marlourogh", ricorda Cardigan. 
Dopo il Beanfield, la Polizia del Wiltshire si rivolse a Lord 
Cardigan per ottenere il suo consenso a un immediato sgombe- 
ro dei traveller rimasti nella sua tenuta a Savernake Forest. 
"Dissero che volevano entrare nell'accampamento - adeguata- 
mente equipaggiati - per concludere una faccenda rimasta in 
sospeso". "Pensate quel che volete di questa frase", dice 
Cardigan, "lo dissi loro che se era il mio permesso che cercava- 
no, non ce l'avevano. Non volevo una replica dei grotteschi epi- 
sodi che avevo visto i giorni prima". 

Il posto fu invece sgomberato usando delle procedure di compe- 
tenza della corte, che concedeva ai traveller qualche giorno di 
delazione. Siccome era un eminente aristocratico tory locale, la 
testimonianza di Cardigan ebbe un'insolita influenza, creando 
difficoltà impreviste a coloro che cercavano di coprire e di rein- 
terpretare i fatti di Beanfield. Nel tentativo di difendersi dall'im- 
patto della sua testimonianza, molti giornali nazionali comincia- 
rono a dipingerlo come un "lord pazzo", mettendo in discussio- 
ne la sua attendibilità e traendo ridicole conclusioni dal fatto 
che il suo bisnonno aveva condotto "la brigata della luce". 
L'editoriale del «Times» del 3 giugno affermava che il suo essere 
pazzo da legare era probabilmente ereditario. 
In risposta, Lord Cardigan fece causa con successo al «Times», al 
«Telegraph», al «Daily Mail», al «Daily Express» e al «Daily Mirror» 
per aver dichiarato che le sue asserzioni contro la polizia erano 



false e che stava dando spago agli hippies. Egli ricevette quello 
che descrisse come "un gradito assegno e una scusa scritta" da 
tutti loro. Il trattamento serbatogli dalla stampa rappresentò un 
chiaro segno dell'esistenza di un fronte compatto formato dal 
governo e dai media. Ed essendo la testimonianza di Cardigan un 
bastone tra le ruote dei loro programmi, l'evento ebbe ancora più 
risalto. Giudicando dalle apparenze, essi avevano davanti agli 
occhi una vera e propria creatura dell'establishment - proprietario 
terriero, perla del regno, membro tesserato del partito conservato- 
re - che attaccava la polizia e che quindi, implicitamente, aiutava 
coloro che essi chiamavano le forze dell'oscurità. Dice Cardigan: 

M 

Non mi ero reso conto che chiunque sembrasse supportare tesi con- 

£ trastanti l'establishment sarebbe stato assalito dai giornali. Nessuno 
S. 

w ci pensa, non c'è niente di più naturale. Non mi ero reso conto che 

»= sarei stato considerato un traditore di classe; se vedo un poliziotto 

. c prendere a manganellate una donna mi sento di aver diritto di dire 

■| che non è una cosa buona da fare. Sono andato avanti, ho assistito 

S. a un episodio della storia britannica e ho riportato ciò che ho visto. 

e 

I Per tre giorni (e notti), senza condizione adeguate di cibo e di 
g sonno, condividendo in molti la stessa cella, riempimmo le sta- 
li zioni di polizia del sud dell'Inghilterra. Da Bristol, dove fui 
8 preso, a Southampton e Londra. Fummo poi accusati della grave 
g offesa di "adunata sediziosa". Alla fine, la maggior parte delle 
& accuse furono lasciate cadere. Alcuni persero tutto quello che 
avevano. I genitori cercavano frenetici i bambini che erano stati 
presi in custodia. I veicoli erano stati portati a 25 miglia di 
distanza e la gente dovette affrontare ulteriori umiliazioni nel 
reclamare quello che era rimasto delle proprie case. 
In ventiquattro intentammo un'azione civile contro gli apparati 
repressivi della Contea Wiltshire per le ingiustizie che aveva- 
mo subito quel giorno. Quasi sei anni dopo, nell'Alta Corte 
del Wiltshire, vincemmo gran parte del processo e venimmo 
tutti risarciti. Il «Guardian» scrisse: "Il bisogno di preservare 
l'ordine pubblico non permette alla polizia di calpestare i 
diritti della gente comune". 



Dopo un'udienza di quattro mesi (durante i quali ci sentimmo 
come se fossimo noi a dover essere giudicati), l'ultimo giorno, il 
giudice emise un verdetto a spese della corte nel quale afferma- 
va che siccome stavamo già prendendo un sussidio legale, non 
ci sarebbe stato dato niente. Che novità! 
Come dichiarò Lord Gifford, il nostro rappresentante legale: "Ci 
è rimasto un grande amaro in bocca". 

Stonehenge ci ha reso, ognuno in un modo diverso, più arrogan- 
ti. Cera un tipo al quale affidavo i miei bambini all'inizio degli 
anni '8o - era un vasaio, tra le altre cose. Un uomo più gentile 
non lo potevate incontrare. Dopo il Beanfield non lo avrei mai 
lasciato solo con i miei figli. Alla fine di tutta quell'assurdità ho 
visto un uomo fiero oscillare fra malattia e malvagità. 
C'era molta gente che condivideva un qualcosa di molto positi- 
vo che uscì dal Beanfield con una visione del mondo all'insegna 
del Sfottetevi tutti". La natura bellicosa della violenza della poli- 
zia generò ovvi paragoni con la tattica politica coercitiva adope- 
rata nello sciopero dei minatori l'anno prima. Molti osservatori 
affermarono che i due eventi rappresentavano una significativa 
dimostrazione della natura paramilitare delle disposizioni gover- 
native per il controllo della folla. Infatti, il rapporto confidenziale 
della Polizia del Wiltshire sull'Operazione Solstice rilasciato ai 
querelanti durante il processo conclusivo della Corte Reale, 
dichiarava: "le opinioni degli avvocati riguardo le tattiche usate 
dalla polizia durante lo sciopero dei minatori per impedire la 
violazione dell'ordine pubblico sono state considerate rilevanti". 
La sezione notizie del «Polke Review», pubblicato sette giorni 
dopo il Beanfield, affermava: "L'operazione della Polizia era 
stata programmata da molti mesi e sono state applicate le 
lezioni di dispiegamento rapido imparate dallo sciopero dei 
minatori". 

Il ragionamento sotteso a queste tattiche così maldestre è stato 
ben riassunto in un divertente passaggio del rapporto confiden- 
ziale della polizia sul Beanfield: "È risaputo che c'è una gerar- 
chia dentro il convoglio; un piccolo nucleo di capi che prendono 
le ultime decisioni su tutti gli argomenti importanti riguardanti 
le attività del convoglio. Un secondo gruppo, conosciuto come i 



luogotenenti o i guerrieri, esegue i desideri del capo del convo- 
glio, intimidendo gli altri gruppi sul posto". 
Se il mantenimento coercitivo dell'ordine pubblico durante lo 
sciopero dei minatori fu un'introduzione violenta all'ostilità della 
Thatcher verso l'attività del sindacato, la Battaglia di Beanfield è 
stata, similmente, una dura introduzione a una nuova era di 
intolleranza verso i traveller. 



Ulteriori problemi e Public Order Act 

^ Le cose non sono più state le stesse dopo il Beanfield. Durante 
^ il resto dell'anno, sia in piccoli gruppi sia in eventi di grandi 
£ dimensioni, i traveller furono continuamente attaccati. Nel mag- 
g gio/giugno del 1986 le tribe provarono nuovamente a incontrarsi. 

Li attendeva la stessa sorte. Un numero smisurato di poliziotti 
•c spinse vari convogli per tutto il sud dell'Inghilterra. Che stress!! 
1 II primo giugno arrivammo a Stoney Cross, a New Forest, 
^ nell'Hampshire. L'intero argomento fu sulla prima pagina del 
| giornale per una settimana! I politici se ne uscirono di nuovo 
| con l'oltraggio morale. Il 3 giugno il ministro degli Interni, 
| Douglas Hurd, così descrisse il convoglio in un discorso alla 
@ Camera dei Comuni: "Gli On. Membri dell'occidente del paese 
§ saranno consapevoli delle immense difficoltà create dal convo- 
| glio di pace alla polizia, convoglio che tutto sembra tranne che 

pacifico. Piuttosto, assomiglia a niente di meglio che a una 

banda medievale di briganti che non hanno alcun rispetto della 

legge e dei diritti degli altri". 

Il Consiglio Nazionale per le Libertà Civili (NCCL) osservò che 
questa affermazione era stata fatta senza aver portato alcuna 
prova del fatto che il convoglio contenesse un'alta proporzione 
di gente con precedenti criminali, 0 che i traveller stessero com- 
mettendo infrazioni sulla strada. Due giorni dopo, il 5 giugno, 
Margaret Thatcher disse che il suo governo era "... ben felice di 
fare qualsiasi cosa in nostro potere per rendere difficile la vita a 
cose come un 'convoglio hippy'". Poco dopo, la polizia 
dell'Hampshire organizzò T'Operazione alba (Operation day- 



break)". Il 9 giugno 550 poliziotti invasero il campo in supporto 
ai fattori con un ordine di evacuazione. Il convoglio non fece 
resistenza e ci furono molti arresti. I poliziotti portarono una 
vasta documentazione sulla gente e sui loro veicoli, la maggior 
parte dei quali furono di nuovo sequestrati. Da tutto questo 
derivarono le oggi famose clausole anti-hippy che, inserite all'in- 
terno del Public Order Act, divennero operative nel 1987. La 
sezione 39 del Public Order Act decreta che trasgredire l'ordine 
della polizia di lasciare un terreno rappresenta una nuova infra- 
zione criminale. Dopo gli eventi dell'anno precedente, questa 
sezione rappresenta un altro esempio di come la polizia sia por- 
tata a rinforzare la legge civile e a decidere su argomenti che, 
fino ad allora, erano di competenza della Corte Civile. È la 
prima volta da centinaia di anni che la violazione di proprietà 
diventa una infrazione criminale. È stata la più grande e contro- 
versa misura inserita in gran fretta nella legge. 
Con questi poteri, il funzionario di polizia con il grado più alto 
in loco può ordinare alla gente di lasciare il terreno se è ragio- 
nevole credere: che due 0 più persone abbiano violato la pro- 
prietà volendo restare nel terreno per un periodo indeterminato 
di tempo e gli sia già stato chiesto di andarsene; che siano 
stati arrecati danni al terreno 0 si sia tenuto un comportamento 
minaccioso contro il locatario; che 12 0 più veicoli siano stati 
portati dentro il terreno. 

Il ministro degli Interni aveva dichiarato: "La clausola è una 
risposta ai 'problemi' dei new age traveller e mostra come que- 
ste misure non siano rivolte fondamentalmente contro gruppi 
nomadi". In ogni caso, conformemente al Consiglio Nazionale 
Nomade, dalle 9.27 della mattina di quel giorno la legge entrò 
in vigore (primo aprile 1987): la sezione 39 era stata applicata 
contro gli zingari dalla polizia di Avon e Somerset. 
Il clima politico di crescente ostilità che seguì ebbe un dramma- 
tico effetto sui traveller, spingendo molte delle famiglie, che 
erano parte integrante della comunità del circuito dei festival, 
ad andarsene per paura. Nel 1987, la gente si stabilì sulle piste 
di decollo dietro a Stonehenge dopo aver intrapreso a piedi la 
distanza di otto miglia da un improvvisato posto a Cholderton. 



Come le nuvole coprirono l'aurora del solstizio, coloro che ave- 
vano fatto il tragitto a piedi furono bloccati sulla strada, separa- 
ti dai monoliti dalle fila della polizia antisommossa e da rotoli 
di filo spinato. La rabbia salì e scoppiarono degli scontri. L'anno 
seguente la collera era tangibilmente cresciuta e, ancora una 
volta, all'alba del solstizio ci furono alcuni che trovarono la 
situazione veramente inaccettabile. Questa volta prevalsero i taf- 
ferugli con tentativi accordati di rompere il cordone della polizia. 
Nascosti intorno alla zona, comunque, c'erano migliaia di poli- 
ziotti e, come la rabbia della folla accerchiata crebbe, un nume- 
ro spropositato di uniformi scese dalla collina inondando l'area 

^ per disperdere la folla con un libero uso di manganelli e di 

^ scudi da rivolta. 

£ Andy Smith - ora editore del Festival Eye - ha ricevuto quest'an- 
g no un risarcimento legale di 10.000 pound dalla Polizia di 

Wiltshire per una ferita da manganello alla testa ricevuta quando 
•c inciampò e cadde a Stonehenge nel 1988. Negli anni successivi 
I all'evento, gli fu diagnosticato che soffriva di sindrome da stress 
f post traumatica. "Faccio sogni ricorrenti sull'episodio e, dopo otto 
s anni di tormento, avevo bisogno di lasciarmi l'evento alle spalle". 
g Il numero di persone disposte ad andare a Stonehenge e affron- 
| tare questo trattamento naturalmente diminuì; rimase solo un 
@ piccolo nucleo di persone preparate alla difesa di quello che si 
§ considerava un diritto. A partire dall'entrata in vigore del Public 
| Order Act del 1986, le operazioni di polizia per impedire a 

chiunque di raggiungere il cerchio di monoliti durante il solstizio 
sono diventate sempre più frequenti. Ci sono comunque ancora 
pochi temerari che strisciano tra le siepi e sfidano i fari degli 
elicotteri pur di vedere l'alba del solstizio a Stonehenge. 

Attacchi alla nostra economia alternativa 

Fino al 1985, il circuito dei free festival aveva rappresentato la 
spina dorsale economica che dava la possibilità di viaggiare 
tutto l'anno. Tradizionalmente i tre punti cardinali nel circuito 
dei festival erano il May bank holyday, il Solstice e l'August 



bank holiday. Senza bisogno di pubblicità, i frequentatori dei 
festival sapevano stare in attesa di queste date sapendo che un 
festival avrebbe avuto luogo da qualche parte. L'impiego dei 
due bank holiday, come specifici momenti dei festival, è stato 
progettato per consentire ai lavoratori di partecipare a un festi- 
val senza l'inevitabile lunedì di ritorno a lavoro. Fiorirono anche 
festival tra questi punti cardinali, facendo nascere la possibilità 
di viaggiare dall'uno all'altro (scegliendoli) durante l'intera esta- 
te. Vendendo artigianato, servizi e spettacoli, i traveller si diede- 
ro un'economia alternativa che dava una vitalità finanziaria a 
una cultura itinerante. 

L'evidenza suggerisce che la campagna politica per sradicare i 
festival era mirata a rompere quest'economia. Infatti, nel marzo 
1986 un'indagine sugli ambulanti del dipartimento della salute e 
della sicurezza sociale affermava: "Gli uffici locali del DHSS 
(dipartimento per la salute e per la sicurezza sociale) hanno 
sperimentato crescenti problemi nel trattare le richieste da parte 
di larghi gruppi di ambulanti negli ultimi due 0 tre anni. La 
situazione ha raggiunto il culmine durante l'estate del 1985, 
quando vari gruppi si sono incontrati a Stonehenge per un festi- 
val che era stato bandito dalle autorità. Ne risultò un confronto 
con la polizia, ben pubblicizzato tra l'altro, che, si disse, spezzò 
l'economia normale dei festival e da cui nacquero numerose 
richieste per sussidi supplementari". È ovvio che, facendo fuggi- 
re la gente, venissero meno i margini di profitto. 
Negli anni che seguirono la stampa di destra descrisse i traveller 
come scrocconi di sussidi, senza fare alcun riferimento al fatto 
che dietro al collasso progettato dell'economia dei festival ci 
fossero delle responsabilità ben precise. 
Un'altra ramificazione di questa tattica fu ancora più insidiosa e 
sgradevole. 

All'ingresso del Free Festival di Stonehenge del 1984 una mac- 
china bruciata portava testimonianza dei livelli di auto-regola- 
mento che emergevano dall'esperimento sociale. Il cartello che 
sporgeva dal rottame proclamava: "questa era l'auto di uno 
spacciatore di eroina". 



Spossessati della loro economia un tempo fiorente, fronteg- 
giando vessazioni e sgomberi incessanti e sempre crescenti, 
vittime dello sfacelo della comunità, i traveller si scoprirono 
indifesi di fronte a una forza distruttiva potenzialmente più 
devastante di qualunque altra imposta dalle autorità. "A un 
certo punto l'eroina non fu tollerata affatto sulla strada", 
ricorda Deker Lynn, madre di sei bambini. "Ai festival se qual- 
cuno la vendeva o anche solo la usava sarebbe stato sicura- 
mente buttato fuori, punto". 

L'eroina, la grande fuga verso l'oblio, trovò gli elementi più gio- 
vani di una comunità fratturata inclini a cadere nelle sue grinfie, 
^ e il suo uso si diffuse come la mixomatosi. Ancora una volta le 
^ famiglie dei traveller furono costrette ad abbandonare i siti che 
£ erano diventati "sporchi", squilibrando ulteriormente le comuni- 
f tà avvilite e creando una divisione tra posti "puliti" e "sporchi". 

Lynn, che ancora vive nel suo autobus a due piani, spiega: 
•c "Non parcheggio più in grandi siti. L'eroina è qualcosa che spez- 
I za una comunità, le persone diventano così egocentriche che 
^ non gliene frega niente dei loro vicini. Così tante volte la gente 
s se l'è cavata e ci sono stati così pochi arresti per eroina. 
| Evidentemente sanno che questo è il modo più rapido per divi- 
se dere una comunità; uniti resistiamo, divisi no". 
<s> L'altra manifestazione della disgregazione della comunità fu l'e- 
§ mergere della cosiddetta "brew crew" (la banda della birra). 
I Questa era composta principalmente da giovani traveller incaz- 
y " zati che si sottoponevano a una dieta di birra speciale e svilup- 
pavano un gusto per il nichilismo, lo scrocco e il disprezzo del 
vicino. Mentre era in salute, la cultura dei festival aveva la pos- 
sibilità di farcela, ma una volta spezzata, la comunità ebbe diffi- 
coltà a fronteggiare l'esodo. 

Decker Lynn dice: "All'inizio la situazione era contenuta. Ogni 
famiglia aveva i suoi problemi, ma la brew crew era un elemen- 
to molto piccolo intorno al 1986, ed estremamente contenuto 
dalle famiglie che gli stavano accanto, ma c'era un grosso 
numero di giovani incazzati che si riversavano fuori dalle città 
con birre ed eroina e la comunità dei traveller non potè tener 
testa alla loro quantità". 



La cosiddetta brew crew causò costante disgregazione nei festi- 
val che ancora sopravvivevano sul circuito decimato e fornì un 
ovvio bersaglio ai politici affamati di calunnie e ai mass media 
di destra, che dipinsero regolarmente l'intera scena con l'inevita- 
bile e omni-inclusivo pennello nero. 

Rave, dance party, tekno festival 

Verso la fine degli anni Ottanta il fenomeno culturale dei rave 
iniziò a emergere in tutto il paese iniettando nuovo sangue e 
portando nuova economia sulla scena dei festival. I rave party 
erano simili ai free festival dato che erano eventi non autoriz- 
zati in luoghi tenuti nascosti fino all'ultimo. Eventi del genere 
offrivano nuove opportunità di avventura e iniziarono ad 
attrarre moltissimi giovani dalle città. Questa scena crebbe 
drammaticamente. Alcuni di questi party differivano dai free 
festival poiché l'organizzazione era gestita da gruppi come il 
Sun Rise che facevano pagare l'ingresso e conseguentemente 
facevano un sacco di soldi. Ad ogni modo, non tutti i rave 
party erano di questa natura. La scena dei free festival comin- 
ciò a fondersi con quella dei rave party producendo un ibrido 
dotato di nuovo dinamismo. 

Ma non tutti sulla scena dei free festival erano soddisfatti delle 
conseguenze di questa fusion^ festi-rave: 

Ho detto che una delle cose che più mi piacevano dei festival 
era andare in giro per i falò e i furgoni per ascoltare le fisarmo- 
niche. Quando arrivarono i raver, non si sentì più niente di 
diverso dalla cassa. Un afflusso di massa di giovani raver che 
non sapevano nulla della vita di campagna portò un sacco di 
attenzione sgradita sui traveder, ma senza di essi la scena dei 
festival sarebbe morta nel '91 e oggi nessuno saprebbe di cosa 
stiamo parlando. 

Altri trovarono rinnovato entusiasmo nella mutazione culturale. 
Avendo partecipato ai free festival dal 1984, e vissuto sulla stra- 
da più volte durante quel periodo, Steve Redshaw diede il ben- 



venuto al nuovo sangue: "Verso la fine degli anni Ottanta le 
cose si stavano mettendo male nel circuito dei festival. Poi i 
rave rivitalizzarono la scena e io ritrovai la fede". 
Ancora una volta l'attenzione politica era puntata contro questi 
nuovi eventi rave improvvisati, e ciò risultò nell'Entertainment 
(Increased Penalties) Act ["Legge sull'Intrattenimento (Pene 
Aumentate), N.d.T.]. 

Presentato dal Segretario privato personale, Graham Bright, que- 
sto disegno di legge introdusse massicce sanzioni, fino a 20.000 
sterline, per gli organizzatori di eventi non autorizzati. 
Ancora una volta questa legislazione ebbe un effetto drammati- 
g co sulla scena dei free festival e dei rave, spingendo l'organizza- 
zione di eventi nelle mani di grandi promotori commerciali con i 

£ capitali necessari per pagare licenze e polizze. 
S. 

a, Steve Redshaw osserva: "Entro il 1993 le leggi stavano avendo 
il loro effetto sulla scena rave. Allora la dance music si spostò 
•c nei club e diventò più esclusiva". 

1 Di conseguenza la natura della promozione dei festival si allon- 
^ tanò da un orientamento comunitario, mentre gli uomini d'affari 

2 e i proprietari di club commerciali incassavano sul desiderio del 
| pubblico di avere festival e party avventurosi in campagna. 

| Secondo Tony Hollingsworth, ex promotore di eventi per la GLC 
@ e ora parte del festival commerciale multimilionario Tribute: "La 
§ motivazione dietro questi festival non è più la passione, è il 
5 commercio". 

Rispetto ai festival portati avanti dalla gente, la scena dei festi- 
val commerciali offriva poco più di un'altra esperienza di shop- 
ping, dove il portafoglio di un partecipante è stimato e incorag- 
giato molto più che la sua partecipazione. 



La Comune di Castlemorton 

Nel 1992 documenti trapelati dal distretto di Avon e Somerset 
dimostrarono l'esistenza dell'Operazione Nomad. L'ordine operativo 
di forza pubblica 36/92 marcato "confidenziale", rivelava: "Con 
effetto da lunedi 27 aprile del 1992 risorse specifiche saranno 



usate per raccogliere informazioni riguardo al movimento di itine- 
ranti e traveder e per trattare atti minori di violazione di proprietà". 
Un servizio informazioni organizzato dal distretto di Avon e 
Somerset produsse bollettini regolari per l'Operazione Nomad che 
elencavano dettagli personali sui traveller e i frequentatori abitua- 
li dei festival senza fare riferimento ad alcun carico pendente. Un 
ordine operativo di forza pubblica dichiarava anche: "Le risorse 
saranno accresciute massicciamente nel periodo compreso tra gio- 
vedì 21 maggio e domenica 24 maggio inclusa, in relazione al 
raduno di traveller previsto nell'area di Chipping Sodbury". 
Questo particolare si riferiva al Free Festival annuale di Avon che 
si era tenuto nel periodo delle vacanze di maggio per molti 
anni, benché in posti differenti. Comunque, il 1992 era l'anno in 
cui la polizia di Avon e Somerset intendeva porre un freno alla 
cosa. Di conseguenza, le migliaia di persone che viaggiavano 
verso l'area dove doveva tenersi il festival furono instradate 
nelle contee adiacenti dalle manovre della polizia di Avon e 
Somerset per l'Operazione Nomad. 

Il risultato finale fu il Festival improvvisato della Comune di 
Castelmorton, altro evento cardine nella storia recente della cul- 
tura dei festival. 

La polizia di West Merchea sostenne di non essere a conoscenza 
del festival che si doveva tenere nel suo distretto, affermazione 
basata sull'improbabile eventualità che la polizia di Avon e 
Somerset non avesse informato il distretto accanto 
dell'Operazione Nomad. 

Un'impressionante folla di 30.000 traveller, raver e frequentatori 
dei festival si radunò quasi in una sola notte nella Comune di 
Castelmorton per tenere un free festival che arrivò dritto in fac- 
cia al Public Order Act del 1986 e all'Entertainment Act del 1990. 
Fu una celebrazione imponente, la più grossa nel suo genere 
dai giorni di abbondanza dello Stonehenge Free Festival. La 
polizia di West Merchea affermò che la sua formazione fu tal- 
mente rapida che non potè fare niente per fermarla. 
Ad ogni modo le autorità usarono Castelmorton in una maniera 
tale che molti furono spinti a credere che fosse stato, almeno 
parzialmente, preparato. Dopotutto un grande numero di persone 



era stato smistato nell'area dall'Operazione Nomad: era realmente 
possibile che la polizia di West Merchea fosse ignara di tutto ciò? 
La stampa di destra pubblicò chilometri di reportage in cui cri- 
minalizzava fanaticamente l'evento, come il titolo in prima pagi- 
na sul «Daily Telegraph», un classico: "Gli hippies sparano razzi 
di segnalazione alla polizia". Le mattine seguenti l'editoriale del 
«Daily Telegraph» dichiarava: "Nuova era, nuove leggi" e meno 
di due mesi dopo, Sir George Young, l'allora ministro per gli 
Alloggi, confermò che nuove leggi contro i traveller erano immi- 
nenti "in reazione alla crescita di costernazione pubblica e di 
allarme per il comportamento di alcuni di questi gruppi". 
N Infatti, le proteste che seguirono Castelmorton fornirono le basi 

00 per le leggi più draconiane mai rivolte contro la cultura alternativa 

£ britannica. Così come il Public Order Act del 1986 seguì gli eventi 
S. 

^ di Stonehenge del 1985, allo stesso modo il Criminal Justice and 
Public Order Bill iniziò il suo viaggio nel 1992, gonfiato con l'indi- 
•c gnazione prefabbricata che seguì Castelmorton. Due anni più tardi, 

1 quando raggiunse lo statuto, il CJB includeva sanzioni contro 

^ assemblee, eventi di musica all'aperto non autorizzati, campeggi 
| non consentiti, e "violazione di domicilio aggravata". La legge ridu- 
| ceva inoltre il numero di veicoli che potevano radunarsi insieme 
| da dodici (come stipulato nel Public Order Act del 1986) a sei. 
® La fabbricazione di notizie usata per preparare il palato pubblico 
§ alla legge in arrivo fu incessante, con descrizioni dei traveller 
e sui media che includevano "orde di locuste saccheggiatrici" 

(«Daily Telegraph»), e "questi schifosi parassiti devono essere 

controllati" («Daily Mail»). 



(Ho preferito interrompere lo scritto di Tash alla nascita della scena 
dei free party per contestualizzare gli sviluppi storici di questa cul- 
tura libertaria. La costituzione di una nuova scena controculturale 
del Regno Unito ha amplificato le manovre repressive attraverso il 
Criminal Justice Act. Per chi volesse approfondire la sua genealogia 
e la trasformazione storica che ha comportato, il racconto di Tash 
prosegue su http://www.gn.apc.orgAash/index.htm). 



Straight to the edge. Prima linea: reportage di guerre 
soniche 1985/Y2K 

a cura di Francesco @lter8 Macarone Palmieri 



Reportage da un Party dei Mutoid Waste Company (1984-1985) 

Vado ai party fin dai tempi dei party della M.W.C, a nord di 
Londra a metà degli anni ottanta. Questi parties iniziarono come 
una scusa per finanziare i lavori artistico-industriali dei Mutoid 
che consistevano di sculture e veicoli motorizzati fatti di rottami. 
Si trattava essenzialmente di party massicci in posti occupati, il 
più famoso dei quali era un vecchio deposito di autobus a 
King's Cross. La selezione musicale originale includeva punk, 
psichedelia, dub reggae, e altra roba strana assortita. Quando 
arrivò l'acid house, i party si trasformarono gradualmente in 
giganti acid parties finché la polizia non li costrinse a spostarsi 
fuori Londra e in seguito fuori dalla Gran Bretagna. 

Le sculture in questi party erano fatte generalmente di vec- 
chie parti di autobus, macchine e biciclette. Il più famoso era 
lo Skull Bus, un enorme veicolo ottenuto da un vecchio auto- 
bus (credo) che era stato completamente smontato e ricostrui- 
to in qualcosa che sembrava lo scheletro di uno squalo con 
un teschio umano mutante al posto della testa... La scultura 
più ricordata era una grande marionetta di uno scheletro alto 
15-20 piedi fatto di tubi di marmitta cromati e altra roba. 
Aveva dei cavi legati alle braccia, gambe e testa penzolanti 
fino ai burattinai che ballavano a tempo di musica. Guardare 
questo mostro compiere enormi gesti di delirio a tempo con 



la musica mentre stavo intrippato perso è un'esperienza incisa 
nella mia mente per sempre. 



Da un Volantino > Bagni di Tivoli 03/12/1994 

CRONACCONTO DI UN DISORDINE METROPOLITANO 

La T.A.Z. 003 stava nascendo. Il posto era perfetto: un'architet- 
tura industriale sul magico terreno delle acque albule di Tivoli. I 

g ravers avrebbero ancora una volta ampliato le loro menti, espri- 
mendo le loro realtà in un ballo liberatorio, parallelo al crescen- 

£ do dei B.P.M. 

g Bagliori di una nuova società orizzontale ed egalitaria avrebbero 

illuminato l'interzona rave. ancora una volta, sempre più forte, 
•c si sarebbe perpetuata la situazione di piacere fetale, creando 
I una fratellanza che avrebbe rotto ogni tipo di barriera tra i neo- 
^ clan tribali che popolano il tessuto metropolitano, 
s In quel di Tivoli si sarebbe riaffermato il valore primario dell'es- 
£ sere umano: il diritto alla libertà. 

| Libertà di esprimersi e di sperimentare mille strade diverse. 

® Tutte contro la fallita politica rappresentativa, contro il controllo 

§ del grande fratello statale, contro lo squallido gioco di sfrutta- 

g mento capitalistico. 

Bene, che tutti lo sappiano, il ventre è stato raschiato. Il feto 
maligno è stato estirpato. I tanto amati tutelanti dell'ordine 
pubblico, con i loro suadenti strumenti, hanno interrotto il 
parto. Una forte repressione con denunce e pestaggi ha ricoper- 
to le azioni di liberazione politico-territoriale-mentale. 
lo auspico che all'ordine istituzionale si risponda sempre più 
forte con il disordine metropolitano. Sabato scorso c'è stata 
una mobilitazione di quasi 3000 persone con 2 km di sosta 
selvaggia e intasamento di una delle strade principali di 
Roma. 

lo spero che, se vi sarà bisogno, ogni T.A.Z. si trasformerà in 
un riot. Il seme tumorale si è clonato in quantità. I parti si mot- 



tiplicheranno. I figli maligni di questa società sputeranno la 
loro saliva corrosiva su tutte le sporche istituzioni, essi non 
balleranno di gioia che al conseguimento della meta primaria: 
un'eterna alba di libertà: 



Da «Decoder: rivista internazionale underground» (Shake edizio- 
ni underground) > Snia Viscosa > Roma Capodanno 1994-95 

One nation, 
One mission, 
One vibe, 
One tribe, 

Deeper than you know, 
Deeper than blood man 

SPIRAL TRIBE - DEEPER THAN BLOOD - 23 

Il primo varco è un buco in una rete. Salto sul muretto aspet- 
tando che scatti il verde del semaforo, di modo che, anche se le 
macchine mi notano, sono costrette a muoversi. Una volta pas- 
sata la collinetta, mi inoltro in una strada asfaltata. Alla fine 
della strada si svela alle mie pupille, ancora dilatate dal giorno 
prima, un'immagine spettacolare: la struttura industriale della 
Snia - Viscosa. I muri comunicano colore tramite graffiti lisergici 
disegnati dagli ETC, grandi devastatori della metropoli. Il com- 
plesso industriale è enorme, la sua forma dà quasi idea che gli 
architetti l'avessero strutturata con una premonizione, che, in un 
prossimo futuro vi si sarebbe tenuto un free festival. 
La sala del rave è attigua a quella del sound system "One Love 
Hi Power (con la partecipazione dei "THC"). Più avanti, sulla 
sinistra, c'è lo spazio torretta gestito dal leprone. Sulla destra si 
estende un'area della struttura totalmente devastata. Il liquido 
delle bombolette di neve artificiale, in loco prodotte, ha creato 
un mini laghetto acido, corrosivo e, a detta di alcuni, "senza 
fondo". L'immagine infine sfuma sulla sinistra con la stazione 



prenestina e sulla destra con un cantiere che ci ha "gentilmente 
concesso" fior fior di impalcature. 

I lavori all'alterazione delle strutture architettoniche durano una 
settimana: dalle ramazzate per togliere tutte le siringhe ed 
immondizia varia al crollo di muri buttati giù con le nostre mani 
passando per imponenti graffiti di goldrake (l'eroe della mia 
generazione, la generazione manga). 

Tutto è pronto infine. Scende la notte del 31 e già 50 persone 

attuano l'occupazione del posto. Si apre il cancello della strada 

asfaltata, si spostano di peso le macchine antistanti all'entrata 

ufficiale, entrano i furgoni e la T.A.Z. prende vita. 

g II gruppo elettrogeno non ci può deludere: è un mostro di 50 

kwatt a forma di casa con tanto di porte. Le vibrazioni musicali 

£ iniziano e, questa volta, non solo techno. 3 input diversi fanno 
2. 

a, sì che percorsi musicali innovativi si inerpichino nelle menti 

della gente. Vibrazioni musicali - sensoriali - sonore creano spi- 
•c rali che coinvolgono tutti i presenti. Il sincretismo si fa realtà 
I evolutiva tramite unione e co-presenza di mille modi di vivere 
^ differenti. Ragazzi playmobil, punkabbestia, 4oenni del comitato 
s di quartiere pigneto, rasta e chi più ne ha più ne metta, creano 
| unioni e contaminazioni delle più disparate. Il flusso di comuni- 
| cazione crea all'interno una tela fittissima ed impossibile da 
Ì rompere. Due interventi sono stati attuati da parte del braccio 
| armato dello stato ma, contro 3000 persone, non avrebbero 
e avuto speranza alcuna. 

II fiore del male è sbocciato al centro di roma con tre boccioli 
dai diversi colori. Lo stelo però è unico e li accomuna nel 
concetto di base: la liberazione di un'altra area del territorio 
metropolitano. I B.P.M. sparati a 8000 watt rappresentano la 
voglia di sottolineare le contraddizioni che lo stato ipocrita 
tende a nascondere. Se illegalità significa far rivivere luoghi 
abbandonati ed intoccabili. Se illegalità significa andare con- 
tro lo squallido commercio capitalistico, bene, 3000 persone, 
fregandosene delle leggi italiane, hanno mangiato il frutto 
proibito. È stata la loro condivisione dell'evento a fare della 
snia una zona liberata. Essi hanno dimostrato che la voglia di 
sperimentare nuove forme di espressione è più forte delle 



imposizioni legislative di uno stato autoritario in cui siamo 
costretti a vivere. Il vento del disordine metropolitano, a 
dicembre ha soffiato sulla prenestina. Le previsioni meteorolo- 
giche prevedono un terremoto per il prossimo futuro. È arriva- 
to il tempo in cui balleremo sulle macerie di questo sistema 
sociale. Questa è l'alba di una nuova era. 



Flyer contro la repressione dei rave > 14/07/1995 

REPRESSIONE SOCIALE 0 REPRESSIONE DI MOVIMENTO? 

Giovedì 14 luglio, alcune persone sono state aggredite nello 
spazio *dell'estrema tolleranza* dell'ex mattatoio. 
I motivi di quest'attacco vanno ben al di fuori delle dinamiche 
interpersonali. Da più di un anno, fonti occulte (dovute forse al 
fatto di non avere coraggio delle proprie azioni) cercano di 
destabilizzare la voglia di esprimersi in maniere differenti rispet- 
to alla marcia politica ideologica, veicolando improbabili dicerie 
su presunte organizzazioni ai fini di puro lucro. Forse si sentono 
toccati dal fatto che il potere politico sta sfuggendo dalle loro 
mani e per questo si arrogano il diritto di incarnare il ruolo di 
"controllori del movimento" (figura retorica che, da un mio 
punto di vista, non è rappresentativa). 
I siddetti leaders parlano e sparlano, non rendendosi conto di 
avere atteggiamenti proibizionisti e reazionari. 
I grandi detentori di verità assolute, pretendono, con la violen- 
za, di applicarle al mondo circostante in maniera autoritaria ed 
incondizionata, 
lo mi chiedo: 

È questo il rispetto dell'essere umano, il valore di base che 

dovrebbe unirci nelle nostre soggettività? 

È tramite l'uso della forza bruta che dobbiamo confrontarci? 

Giovedì abbiamo avuto la conferma che il rave, con i suoi modi 
di rompere la legalità, con le sue forme di comunicazione, con 



le sue pasticche ed i suoi acidi è sempre più agli antipodi 
rispetto alle appartenenze ideologiche. Soprattutto è in opposi- 
zione a chi, con atteggiamenti di grave intolleranza, vuole, usan- 
do la forza come ultima spiaggia nell'incapacità di comunicare, 
distruggere la voglia di migliaia di persone di esprimersi e di 
andare contro la putrefatta cultura politico-ideologica italiana. 

comunic-azione diretta, individualismo 
raveolution 



Da AVANA, bbs - Cybernet > Rassegna stampa sulla repressio- 
£ ne del rave al Farneto del 31/10/1995 con critiche a margine 

& DELLA MISERIA DELL'AMBIENTE GIORNALISTICO 

•c 
.£ 

I questi sono i primi di una serie di articoli vomitati dalla stampa 
^ istituzionale - con i suoi voli pindarici terminologici, la sua feb- 
s bre di audience, le sue schematizzazioni dovute alla presenta- 
^ zione della merce spettacolare per essere maggiormente fruibile 
| dal loro target: "utente passivo medio" (se ne esiste uno) - in 
Ì realazione al rave illegale nella stazione della metro di via 
| Farneto del 31/10/95. 

S se tutto ciò fosse successo due mesi fa, mi sarei infuriato per il 
comportamento dei mezzi di comunicazione di massa, oggi inve- 
ce rido e, contemporaneamente, provo compassione per la loro 
miseria critica, per le loro generalizzazioni dovute a totale igno- 
ranza, per i loro sforzi di commercializzare la forma poiché rista- 
gna la più totale assenza contenutistica, per la loro "ingenua 
malizia" nel deragliare ideologicamente sfruttando immagini sfo- 
cate tratte da rapporti della polizia (con il confronto dei vari 
articoli si noterà il loro comune denominatore, addirittura si usa 
la stessa terminologia in testate delle più diverse), mi piace 
però evidenziare come, a prescindere dal fatto che il rave non 
sia partito causa intervento della pubblica sicurezza (che ha gri- 
dato agli occupanti, pistola alla mano: "uscite, ci avete rotto il 



cazzo, non siamo mica al vostro servizio!") si è riusciti a buttare 
sale sulla ferita, penetrare e rivoltare la lama nella piaga dell'a- 
buso edilizio e quindi relativa gestione politico-mafiosa del terri- 
torio metropolitano (giunta Carraro, ma Rutelli è uguale), 
per corrodere questa società dell'informazione si impone la 
comunicazione tramite la continua invasione del territorio metro- 
politano, sua alterazione e sua successiva liberazione, 
lascio adesso la parola ai testi degli articoli che a causa dell'ec- 
cesivo zelo da parte dei giornalisti pennivendoli, parlano real- 
mente da soli. 

spero che, tramite la strutturazione di questa rassegna stampa, 
si alzi un forte livello di dibattito. 



«Il Giornale» 02/11/1995 

Roma. Durante i mondiali, quella stazione ha vomitato decine 
di migliaia di spettatori diretti allo Stadio Olimpico. Poi, come 
molte delle opere realizzate in occasione di "Italia Novanta", 
lo scalo ferroviario di via Farneto era caduto in disuso. 
Qualcuno ha voluto rivivere le notti magiche dei mondiali di 
calcio, anche se in modo totalmente diverso. La polizia ha 
infatti scoperto che quella stazione era stata trasformata in 
una gigantesca discoteca. Ovviamente abusiva. Risultato? Fine 
del divertimento per un migliaio di giovani e sigilli a questa 
struttura costata miliardi di lire e oggetto di un'inchiesta della 
magistratura sugli sprechi di "Italia Novanta". Era stato trova- 
to anche un nome appropriato: "underground" (questo è vera- 
mente, più di tutto l'articolo, frutto di pura invenzione del 
giornalista). La discoteca era attrezzata con un impianto di 
amplificazione ultramoderno, 12 box giganti dove avrebbero 
dovuto esibirsi altrettante ragazze (e la fantasia del giornali- 
sta vola sempre più in alto). Scenografie sprecate, dal 
momento che la polizia, verso le 4 di mattina e in piena festa 
ha messo in fuga organizzatori e centinaia di ballerini (a pre- 
scindere dalla figura del "ballerino", il rave non è proprio par- 
tito poiché la polizia è intervenuta alle 18:30). 



«Il Messaggero» 02/11/1995 



PONTE MILVIO, CENTINAIA DI GIOVANI HANNO TROVATO ALL'IN- 
GRESSO GLI AGENTI. SEQUESTRATE UNA GUIDA ALL'USO DELL'EC- 
STASY E DECINE DI PASTICCHE / FESTA PROIBITA NELLA STAZIO- 
NE FANTASMA / BLITZ DELLA POLIZIA A FARNETO, DOV'ERA 
STATO REALIZZATO UN RAVE PARTY CLANDESTINO. 

Un enorme crocifìsso issato a metà parete con un casco da 
motociclista in testa, le grandi casse acustiche che avrebbero 
sparato più di mille watts, le luci stroboscopiche al soffitto. Era 

0 tutto pronto nei grandi locali grigi, così tipicamente underground, 
* di quel che resta della stazione ferroviaria Farneto, alle spalle 

£ dello Stadio Olimpico, usata solo per un giorno ma costata una 

«, valanga di miliardi (in realtà non è stata usata neanche un gior- 
no poiché all'interno della galleria i binari sono ancora in costru- 

•c zione) e ora clandestinamente trasformata nottetempo in un tem- 

1 pio del rave. L'appuntamento al popolo della notte e dell'estasi 
^ era stato fissato per martedì sera, il tam tam aveva fatto il solito 

2 giro: scuole superiori, facoltà universitarie, periferie (notare la 

| ripetitività delle stesse terminologie in tutti gli articoli che denota 
| un minimo comune denominatore). Gli ospiti avrebbero trovato 
® un bel po' di pasticche d'ecstasy e perfino un manuale per l'uso, 
§ per conoscere ed utilizzare al meglio gli effetti da sballo 0 limi- 
| tarne le conseguenze sgradite (ecco uno dei capri espiatori cen- 
trali a cui i mass media stanno cercando di far riferimento per 
colpevolizzare azioni del genere: l'uso di determinate sostanze 
illegali quali l'ecstasy e quindi rave illegali in esclusiva relazione 
ad una ''cultura dello sballo" funzionale all'assetto statale stesso 
e che, in ogni caso, si tende a destabilizzare tramite pamphlets 
controinformativi su usi ed abusi della sostanza stessa. Il mini 
manuale, peraltro, è una traduzione di ciò che il governo olande- 
se manda in giro per la prevenzione, cerchiamo quindi di eviden- 
ziare il gioco dei mezzi di comunicazione di massa). Ma ad acco- 
gliere centinaia di giovani e giovanissimi stavolta c'era la polizia. 
"Scusi, è qui il rave party?" chiedevano arrivando. E quelli, al 
posto del biglietto (quale biglietto?), pretendevano la carta di 



identità. Nel corso dell'operazione sono state identificate una 
decina di persone tra i 16 ed i 26 anni ed in particolare due di 
queste sono state trovate in possesso di una trentina di pasti- 
glie amfetaminiche (la strumentalizzazione che i mezzi di comu- 
nicazione di massa fanno del concetto "droga" è veramente 
squallido. Le uniche pasticche sequestrate dai così intelligenti e 
preparati tutelanti dell'ordine statale sono capsule di GUARANÀ 
tutt'ora reperibile in ogni erboristeria. Da qui è nato ed è stato 
ricamato tutto un resoconto fittizio con immagini fittizie - vedi 
rai due che ha fatto un servizio posizionando sacchetti di 
pasticche non ben definibili vicino all'amplificazione sequestrata 
- sempre per il discorso di prima: penalizzare, punire in base al 
capro espiatorio di turno, in questo caso uso ed istigazione 
all'uso di sostanze stupefacenti). Gli organizzatori della festa, 
invece, erano già riusciti a scappare. Gli investigatori, quindi, 
hanno potuto soltanto denunciare ignoti per danneggiamento 
aggravato, resistenza a pubblico ufficiale, furto di energia elettri- 
ca, divulgazione di stampa clandestina, istigazione all'uso di 
sostanze stupefacenti e spettacoli pubblici non autorizzati. 
L'intento degli organizzatori clandestini, come avevano pubbliciz- 
zato in numerose locandine affisse in vari istituti della città 
come l'Enrico Fermi (altra invenzione dei media poiché alcuni 
ragazzi fermati per evitare angherie e possibili coinvolgimenti da 
parte della polizia hanno detto di aver saputo della festa nella 
loro scuola. Di lì ecco partire tutto un discorso inventato sull'in- 
filtrazione in scuole e università romane) ed in alcune facoltà 
universitarie come architettura, era quello di festeggiare hallo- 
ween (gli intenti vanno ben oltre, dirigendosi verso l'evidenzia- 
zione di una gestione politico-mafiosa del territorio metropolita- 
no, nella creazione di azioni di disordine, nell'incisione e 
destrutturazione di un circuito commerciale dei divertimentifici, 
nella ricerca di momenti di libertà tramite occupazione tempora- 
nea ed autogestione etc). La discoteca segreta era stata attrez- 
zata per la particolare occasione. L'energia elettrica rubata attra- 
verso collegamenti volanti ai cavi d'alta tensione delle ferrovie 
dello stato. L'area scelta per il raduno è nella parte della banchi- 
na che costeggia la ferrovia e si sviluppa nella galleria pedonale 



che parte dall'atrio principale della stazione, lunga un centinaio 
di metri, larga venti, alta nove (/V? realtà la festa era solo nella 
galleria). Curata anche la coreografia realizzata con parti di 
materiale ferroviario e, appeso al centro della grande galleria, 
un grande crocifisso quattro metri per quattro, rivisitato in chia- 
ve postmoderna con al centro un casco da motociclista ed un 
enorme ragno. Sarebbe stato un successo. Ma, verso le diciotto 
di martedì, sono intervenuti gli agenti del commissariato Ponte 
Milvio, guidati dall'ispettore Antonio di Leo, ed hanno intimato 
ai cinque giovani intenti ad allestire il locale di aprire i cancelli. 
Viste le brutte quelli si sono invece chiusi dentro con catene e luc- 
N chetti, costringendo gli agenti a chiedere l'intervento dei vigili del 
fuoco per poter aprire le porte. E quando, mezzora dopo, gli inve- 
ii stigatori sono riusciti ad entrare, dei ragazzi non c'era più traccia: 
a, probabilmente erano fuggiti lungo la linea ferroviaria, ormai in 
& disuso, e poi da qualche uscita d'emergenza. All'interno della sta- 
•c zione la polizia ha trovato anche molti volantini. In alcuni c'era 
I anche una sorta di vademecum sull'uso delle pastiglie di ecstasy: 
% consigli al consumatore novizio su come assumere e superare gli 
s eventuali effetti collaterali (notare la ripetitività dell'articolo sull'ar- 
£ gomento "droga 9 ), in altri invece si teorizzava Pautoproduzione nel 
| campo della musica, dell'editoria e del vestiario. Gli investigatori 
Ì non escludono che in passato altre feste analoghe siano già state 
§ organizzate nella ex stazione. Dopo un periodo di grande popolari- 
| tà, i raduni rave sembrano essere passati di moda {infatti i raves 
illegali sono un'attitudine alla vita, non un trend) ma evidentemen- 
te non è così. Luoghi abbandonati o capannoni industriali da affit- 
tare a poco (chi ha mai affittato nu//a!), ville immerse nella perife- 
ria: tutto va bene al rave purché sia rigorosamente fuorimano e 
lontano dalla sorveglianza delle forze dell'ordine. 
(adesso si evidenzia in pieno il bieco gioco del «Messaggero») 
Il perché è semplice: l'ecstasy passa di mano in mano ed è la 
droga pulita del momento. Con i suoi effetti euforizzanti e disini- 
benti va fortissimo. Quest'anno carabinieri e polizia ne hanno già 
sequestrate 47 tonnellate, contro i 115 chili dello scorso anno. 



Luca Bussi 



«Messaggero» 02/11/1995 

DISCOTECHE UNDERGROUND / SUDORE, PILLOLE, MUSICA 
DURA CON UN SOLO SCOPO: RAGGIUNGERE LO SBALLO COM- 
PLETO PRIMA DELL'ALBA (questo è "lo scopo" che i media 
fanno arrivare a migliaia di persone per cercare di legalizzare 
la repressione da parte dell'establishment nei confronti di un 
processo di liberazione che, di sicuro, non si ferma davanti a 
ridicole strumentalizzazioni del genere. Questo è uno degli 
articoli più cristallini per quel che riguarda l'opera di manipo- 
lazione e soprattutto l'ignoranza dei mezzi di comunicazione 
di massa riguardo i raves illegali. Si faccia caso all'intervista 
della parte lesa: Orrù, gestore dalla discoteca Smile e sinda- 
calista del sindacato italiano locali da ballo). 

Quella che doveva infiammare la stazione ferroviaria di Farneto 
sarebbe stata soltanto una delle tante feste rave organizzate 
martedì sera in città. Completamente abusivi, sfrenati, trasgres- 
sivi, spesso esaltati dalla droga e da ritmi musicali sempre più 
estremi ed innaturali, gli appuntamenti clandestini organizzati 
"per chi punta allo sballo completo" sono diventati un fenome- 
no metropolitano di fatto incontrollabile anche in una capitale 
relativamente tranquilla come Roma (mi chiedo in che città vive 
il nostro giornalista). "Ormai - dice Gianni Orrù, 31 anni, gestore 
della discoteca Smile in via Schiapparelli ai Parioli - questo tipo 
di serate nemmeno più a contarle. Ma è ora di fermarle" (l'inter- 
vista a Gianni Orrù che adesso seguirà, rende esattamente l'idea 
del filo da torcere che stiamo dando ai produttori-gestori di 
squallidi divertimentifici e dei loro ingenui intenti di deragliare i 
raves illegali sul pericolo "droga". 'Tutto ciò significa che l'attac- 
co al circuito commerciale sta funzionando). 
Per avere un'idea di cosa sia una di queste feste basta dare 
un'occhiata al vocabolario. Il verbo "to rave", in inglese, vuol 
dire infuriarsi oppure andare in estasi. È esattamente quello che 
i giovani fanno 0 tentano di fare in un party clandestino. La 
moda è nata in Inghilterra alla fine degli anni Ottanta ed ancora 
resiste (// rave resiste e muta proprio in quanto non moda bensì 



attitudine, bisogno di esprimere il disagio sociale in forme 
^nuoj/è). La musica - ieri, appunto il rave, oggi in genere il 
cosiddetto progressive - è ossessiva e impone ritmi frenetici (le 
generalizzazioni musicali altro non sono che un ennesimo lam- 
pante esempio di totale ignoranza da parte del "pennivendolo" 
in questione). Si balla per ore, si suda come bestie, si manda 
giù, volendo, qualche pasticca, e si resiste esausti e apparente- 
mente felici fino allo stremo, sognando di poter raggiungere Te- 
stasi emotiva e magari sfiorandola. 

È ovvio che le feste rave ai locali tradizionali non sono mai 

andate giù. Chi le organizza non paga le tasse, non deve 
^ rispettare le norme sanitarie, non ha personale da tenere in 

regola, non ha locali da pulire, niente di niente. Gli basta tro- 
£ vare un posto, una villa, un capannone o un qualunque altro 
a, stanzone dove la musica non disturbi il vicinato e il gioco è 

fatto: si mettono le locandine in giro - domani notte rave - si 
•c specifica l'indirizzo e il popolo della notte arriverà di sicuro, 
1 pronti a pagare biglietti anche salati pur di "andare oltre" 
v {ancora una volta il macellaio di parole in questione naviga 
s attraverso fantasiosi mondi da lui elaborati. È mai possibile 
£ che si specifichi l'indirizzo sul flyer di una festa illegale? 
| Seconda cosa non esistono biglietti d'ingresso poiché vi è 
® una semplice sottoscrizione. Se si va contro il mercato non si 
| perpetuano le stesse dinamiche^). 

| "Questa - aggiunge Orrù, che fa parte del sindacato italiano 
locali da ballo - è concorrenza sleale. Ma sarebbe niente. Il 
fatto è che le feste rave vanno combattute anche per tutto 
quello che portano con sé. Compresa la droga. I giovani, lì, 
cercano di varcare ogni limite. Non ci sono regole, non c'è 
niente di niente, solo trasgressione. E poi si parla di stragi 
del sabato sera..." {povero Orrù colpito nel suo onesto lavoro 
da gestore di discoteche, nel suo impegno sodale-umanitario 
di sindacalista dei locali da ballo. Si sappia bene che le stragi 
del sabato sono iniziate quando i raves illegali, a Roma, 
ancora non erano nati). 



Luca Lippera 



«Il Tempo» 02/11/1995 

L'IRRUZIONE DEGLI AGENTI HA EVITATO AGLI STUDENTI DI CON- 
SUMARE LA FESTA NEI SOTTERRANEI DELLA STAZIONE FARNETO / 
LO SBALLO RESTA DI TRAVERSO 

Rovinata la festa della notte delle streghe. L'irruzione degli 
agenti della squadretta di giudiziaria del commissariato Ponte 
Milvio ha impedito lo svolgimento di una notte da sballo nei 
sotterranei della stazione di Olimpico Farneto, monumento allo 
spreco dei Mondiali '90. 

Gli investigatori non escludono l'ipotesi che altre feste analoghe 
siano state organizzate nella ex-stazione e le indagini puntano, 
in base ad alcuni volantini ritrovati, anche su gruppi musicali 
che gravitano intorno ai centri sociali (la fantasia del giornalista 
continua a gravitare nel buio). 

Quattro giovani e volenterosi ispettori (si noti l'uso degli agget- 
tivi) hanno così vanificato gli sforzi del Brian Zone Production 
che aveva organizzato una mega discoteca nei locali della sta- 
zione abbandonata (per l'ennesima volta l'ignoranza e la voglia 
di schematizzazione da parte di chi pretende di avere il control- 
lo si evince dal testo. Innanzitutto la parola è "Brain" e non 
"Brian". Secondo, non è di certo in una sigla netta e definita 
che si identifica un modo di agire contro questo assetto socia- 
le). Da giorni volantini e manifesti pubblicizzavano l'evento nelle 
scuole superiori della capitale. Gli ispettori di Leo, Somma, con i 
colleghi Rongoni e Rossi hanno captato qualcosa e sospettando 
che la festa fosse l'occasione per divertirsi con qualche pasticca 
eccitante sono entrati in azione (forse è anche un bene che l'im- 
maginazione del braccio armato dello stato, in relazione agli 
scopi di azioni del genere, si fermi al "divertirsi con quache 
pasticca eccitante". Più l'organizzazione statale repressiva vive 
nell'ignoranza, più si ha modo di agire). 
Quando hanno fatto irruzione nella stazione alcuni giovani 
intenti ad allestire i corridoi per la festa si sono dati alla fuga 
attraverso una lunga galleria ferroviaria che sbuca dalle parti 
della Balduina. Tra le persone identificate fuori dalla stazione, 



alcuni giovani sono stati trovati in possesso di pastiglie che 
sono state inviate per esami alla polizia scientifica. 
Probabilmente, affermano gli agenti, si tratta di sostanze stimo- 
lanti, dal momento che gli stessi ragazzi identificati, di 25 e 26 
anni, hanno ammesso di far uso di quelle pastiglie quando stu- 
diano. "Ci aiuta - hanno detto - a non sentire l'affaticamento 
mentale" (si pensi alla figura di merda che gli agenti sequestra- 
tori faranno con la scientifica quando gli verrà detto che il gran- 
de sequestro da loro attuato è un patetico buco nell'acqua - 
sospinto dal loro bisogno di criminalizzare - poiché il GUARANÀ 
è legalmente reperibile in ogni erboristeria). 
^ Atmosfera surreale dentro i cuniculi di Farneto. Enormi murales 
* colorano le pareti. Frasi sconnesse a slogan dal sapore politico. 
£ "No nazi", "questo e l'uso che ne facciamo dell'abuso edilizio", 
g si rispecchiano ad altre del linguaggio alternativo e surreale 

"impasticchiamo superman" (????), "bradipo". Due enormi strut- 
•c ture metafisiche, portate lì sotto chissà come, troneggiano tra le 
E gallerie 2 e 3 (// giornalista dimostra sempre di più la sua 
^ demenza non arrivando a pensare che le strutture possano 
g anche essere costruite in loco). 

I Un enorme crocifisso con un casco da moto al posto della testa 
« e un ragno stilizzato, entrambi costruiti con pezzi di moto ed 
@ auto, dovevano dare alla stazione un aspetto più consono alla 
§ festa underground. Gli agenti di polizia hanno sequestrato 
| numerosi strumenti di amplificazioni, casse acustiche, piatti, 
cavalietti che dovevano servire per sparare musica nei sotto- 
passaggi dove erano previste un migliaio di persone. Gli orga- 
nizzatori avevano provveduto a realizzare l'impianto dell'ampli- 
ficazione attaccandosi ai cavi dell'alta tensione che penzolava- 
no dal soffitto. Riattivati anche i semafori sistemati dalle ferro- 
vie per incanalare il flusso di passeggeri, le luci rosso e verde 
dovevano accendersi a tempo di musica (e la fantasia del gior- 
nalista continua a librarsi nell'aria). Sequestrato anche numero- 
so materiale propagandistico. In alcuni, intitolati "xtc", c'era 
anche una sorta di vademecum sugli effetti delle pasticche di 
ecstasy, tra cui quello di stimolare il rapporto sessuale (ennesi- 
ma invenzione del giornalista poiché con l'mdma l'eccitazione 



non è fisica bensì mentale. È quasi impossibile avere rapporti 
sessuali quando si usa l'ecstasy). In altri, campeggiati dalla 
scritta "sulle orme di TAZ" è trattato l'argomento delle zone 
temporaneamente autonome sulla falsa riga di un movimento 
anarchico americano che usa la stessa sigla "TAZ" (quest'ultima 
frase evidenzia in pieno il disordine mentale del giornalista, 
piccola rotella di un carro atto alla distorsione delle forme 
comunicative. Non esiste nessun movimento con il nome "TAZ". 
Le zone temporaneamente autonome sono una f or ma di lot ta 
teorizz^adaHakim^^}^ altri si teorizza l'autogestióne "P"* 
Tautoproduzione, con le quali, è spiegato, nel campo dell'edito- 
ria della musica e del vestiario si realizza una forte economia. 
In uno, firmato alter8, si teorizza la free festival rebellion come 
rottura dei canoni culturali. 

Maurizio Piccirilli 



«L'Unità)» 02/11/1995 

HALLOWEEN. LA FERMATA FS FARNETO, SCANDALO DEI MONDIA- 
LI, ERA STATA TRASFORMATA IN DISCOTECA / MEGAPARTY NELLA 
STAZIONE FANTASMA/ ARRIVA LA POLIZIA, PRIMA BARRICATE, 
POI IL FUGGI-FUGGI 

Niente treni né rave per la stazione fantasma di Farneto, 
all'Olimpico, costruita per i Mondiali del '90 e chiusa subito 
dopo. La festa "underground" organizzata per lunedi notte - la 
ricorrenza di halloween - è finita in una maxi operazione della 
polizia. Dopo essersi barricati nella stazione, gli organizzatori 
sono fuggiti lungo le gallerie, abbandonando attrezzature hi-fi 
per diversi milioni di lire. Alla festa dovevano partecipare un 
migliaio di giovani. 

Una vera e propria stazione fantasma, costruita per i Mondiali 
del '90 con una spesa miliardaria, eppoi chiusa dopo solo 10 
giorni, abbandonata al degrado e al vandalismo. Il posto ideale 



per festeggiare halloween (in realtà, di festeggiare halloween, 
ytwn fregava quasi nulla a nessuno. Il motivo-cardine è ben 
altro, ovvero squarciare la piaga dell'abuso edilizio nella gestio- 
ne del territorio metropolitano. Adesso lo si prova a gestire 
direttamente, tramite la deflagrazione delle cattedrali romane, 
simboli significativi di spreco e ladrocinio), la notte delle stre- 
ghe, ballando fino al mattino. E il programma era proprio que- 
■"Sto: un gigantesco illegai rave ambientato sulla banchina della 
stazione ferroviaria di Farneto, all'Olimpico. 
Da giorni manifesti e volantini annunciavano l'evento di lunedì: 
Una festa underground e assolutamente gratuita (almeno su que- 
^ sto, «l'Unità» si è rivelata quasi onesta, al contrario del 

«Messaggero» il quale, facendo parlare Orrù, il sindacalista dei 

£ divertimentifici, si è inventata un fantomatico prezzo di un'altret- 
S. 

a, tanto fantomatico biglietto di entrata che si aggirava intorno alle 
50.000 lire) per trasformare - almeno per una notte - quella sta- 
•c zione dimenticata, in una TAZ, 0 "zona autonoma temporanea". 
I Peccato però che quel volantino sia finito in mano, non solo 
f agli studenti di Ponte Milvio, ma anche agli agenti del commis- 
s sariato [incuriositi dalle quella strana questione dell'autonomia]. 
£ Così, prima che il rave cominciasse, alle sei del pomeriggio di 
| lunedì scorso, la polizia si è presentata alla stazione di Farneto. 
@ All'interno c'erano 5 ragazzi {stime approssimative decise arbi- 
§ trariamente dal giornalista), probabilmente gli organizzatori, che 
c alla vista degli agenti si sono subito barricati nell'atrio. Prima 
hanno chiuso il portone con una catena, poi hanno accatastato 
casse acustiche ed altro materiale. L'assedio è durato poco, per- 
ché la polizia ha chiamato i vigili del fuoco per sfondare l'in- 
gresso. Nel frattempo però, gli "occupanti temporanei" se la 
sono svignata fuggendo lungo i binari sotterranei che portano 
alla stazione di via Damiano Chiesa. Nella fuga hanno anche 
tentato di portare via piatti, mixer e luci che poi però hanno 
dovuto abbandonare lungo la strada ferrata. 
Quando gli agenti sono entrati nella stazione, si sono ritrovati 
in una vera e propria discoteca (questo è quello che hanno 
voluto vedere loro poiché l'intento è anche quello di destruttu- 
rare l'immagine stessa dei divertimentifici tramite una gestione 



■ altra degli spazi nella ricerca di un'impostazione, attraverso l'al- 
terazione del contesto in cui avverrà l'azione, di stati modificati 
di coscienza. Nelle discoteche si ricrea sinteticamente l'ambiente 
metropolitano e lo si mercifica, nel rave illegale lo si vive nella 
realtà in un rapporto dialogico con le sue strutture architettoni- 
che alterate, in ogni singolo spazio) perfettamente allestita e 
capace di ospitare un migliaio di persone: amplificatori giganti, 

• luci stroboscopiche, graffiti. La scenografìa era completata da un 
crocifisso postmoderno alto 4 metri che penzolava dal soffitto, e 
al cui centro spiccavano un enorme ragno anch'esso di ferro e 
un casco da football americano. Una scultura realizzata con 
materiale ferroviario ed elettrico prelevato dalla stazione. Per l'il- 
luminazione, invece, gli organizzatori - che evidentemente pre- 
paravano da giorni l'allestimento della festa - avevano realizza- 
to un allaccio abusivo con la rete delle ferrovie dello stato. Oltre 
a graffiti e ad un serie di scritte - soprattutto slogan anarchici - 
gli agenti hanno trovato molti volantini inneggianti alla TAZ e 
opuscoli sull'uso corretto dell'ecstasy [la cossiddetta droga da 
discoteca] (la comunicazione istituzionale ha fatto sì che l'ec- 
stasy fosse vista come "droga da discoteca", in realtà dalla fine 
del '70 ad oggi sono state portate avanti fior, di sperimentazioni 
pisocoterapeutiche al di fuori di un contesto musicale) e di altre 

. sostanze psicotrope. Ma cos'è questa TAZ? 
"Il concetto viene dal movimento cyberpunk americano - spie- 
ga un frequentatore dei rave romani - e definisce una zona 
temporaneamente autonoma, libera dal controllo istituzionale e 
sociale anche se per poco tempo. È un evento simbolico, 
insomma. I nostri rave sono illegali perché non autorizzati, e 
conscious, coscienti, perché hanno un significato politico, non 
commerciale". 

Dopo aver sequestrato le attrezzature hi-fi, alla polizia non è 
rimasto altro che presidiare la stazione. Una sorpresa spiacevole 
per le centinaia di ragazzi, che al posto del rave hanno trovato 
gli agenti, impegnati ad identificare i "sospetti". E a due dei 
giovani identificati sono state sequestrate alcune pasticche - 
forse amfetamine, forse oppiacei - {ripeto per l'ennesima volta: 
GUARANÀ) inviate per esami alla polizia scientifica. 



Il mancato rave ha riportato però all'attenzione il caso delle sta- 
zioni miliardarie dei Mondiali '90, Farneto e Villa Clara. Della 
vicenda si era occupata la magistratura già alla fine del '93, 
quando il pm Giorgio Castellucci aveva ordinato il sequestro 
delle stazioni, poi tutti gli imputati furono prosciolti dal gip. 
Ora, proprio una decina di giorni fa il Campidoglio ha sottoscrit- 
to un protocollo d'intesa con le FS per l'inserimento delle due 
fermate nel nuovo anello ferroviario. 

Massimiliano Di Giorgio 

o 

2 «L'Unità» 2/11/95 

f E SEGUENDO IL "FLYER" SI ARRIVA NEI LUOGHI DELLHLLEGAL 
£ RAVE"... 

. c (unico articolo, da un mio punto di vista, semi-esplicativo della 

1 scena romana. N.d.A). 
1 

I "Non aspettarti l'organizzazione di un servizio volto al consu- 
« mo di una merce, ma crea azioni illegali/caotiche, capaci di 
C alterare il quotidiano... L'individualità liberata si esprime all'in- 
§ terno di una pratica orizzontale e coinvolgente dove speri- 
8 mentare il superamento di ogni forma di delega e controllo". 
§ A parlare è il "flyer^ ossia il foglietto che, passando di mano 
in mano, offre alcune indicazioni essenziali su come raggiun- 
gere la zona del rave e sullo spirito con cui andarci (in realtà 
\ il flyer corrisponde più alla seconda indicazione che aìla 
prima, essendo un mezzo di comunicazione non manipolata 
che viaggia "di mano in mano" quindi non usa i circuiti istitu- 
zio nati). 

* Già, perché i rave illegali sono feste un po' fuori mano, cui 
non si arriva facilmente: una volta in zona bisogna infatti 
"seguire le traccie" cioè i cartelli e segnali che offrono le ulti- 
me indicazioni su come raggiungere lo stabile 0 il capannone 
abbandonato. "E soprattutto - come dice Luther {riferimento 
fortemente voluto a Luther Blisset, l'antidentità omnipresente 



in attacchi psichici di vario tipo), strenuo frequentatore degli 
illegai - il rave vuole essere un evento autogestito e autofi- 
nanziato in cui nessuno delega agli altri la riuscita della festa" 
per cui porte sbarrate al controllo e alla "tutela" dello stato 
[polizia, accertatori siae, servizi d'ordine] e porte sbarrate alla 
mercificazione del divertimento, così come viene praticata nei 
rave commerciali. 

E sì, perché sebbene possa sembrare ai profani capziosa, la di- 
stizione tra rave commerciali ed illegali c'è ed è sostanziale: i 
primi organizzati da dj romani noti al pubblico dei giovanissimi 
grazie alle trasmissioni radiofoniche [una su tutti Virus di Freddy 
K] si svolgono in locali e discoteche a prezzi che si aggirano 
intorno alle 50.000 lire; i secondi invece, organizzati da gruppi 
di ragazzi muniti di amplificazioni, mixer e gruppo elettrogeno, 
sono pressoché gratuiti. Ai partecipanti viene chiesta una sotto- 
scrizione [massimo 5000 lire] necessaria a coprire le spese delle 
istallazioni e ad acquistare impianti più potenti e sofisticati. 
Grazie a questa "politica" il fenomeno della primavera '94 si è 
espanso senza soluzioni di continuità: si sono moltiplicati i 
gruppi promotori, sono aumentati i partecipanti [si oscilla tra le 
500 e le 3000 persone] e la cadenza degli illegal è ormai dive- 
nuta settimanale. Diverse le zone di Roma e circondario in cui si 
sono materializzate queste zone temporaneamente autonome: si 
va dai capannoni abbandonati di Torcervara a quelli sulla 
Braccianense, dalla ex Snia-Viscosa sulla Prenestina al Faro di 
Fiumicino. Ma la condivisione dell'evento dura solo una notte, 
perché non è altro che un esperimento di trasformazione: tra- 
sformazione delle strutture architettoniche dello stabile (che si 
riempiono di graffiti 0 fanno da supporto al clippare incèssante 
di immagini), trasformazione delle strutture fisiche e mentali 
attraverso il martellare della musrca tec(h)no 0 l'assunzione di 
sostanze "psico-attive". Con l'arrivo del mattino i "ravers, inse- 
guiti sulle autostrade dalla polizia, si disperdono come le termi- 
ti" dice Dick Hebdige, noto studioso inglese delle sottoculture 
giovaci. 



Marco Deseriis 



Documento degli Spirai Tribe e info sul loro tour europeo a cura 
di Network 23 (1995) 

SPIRAL TRIBE 
UNITED FORCES OF TEKNO 



THE ONLY WAY FORWARD IS TO GROW. 
THE ONLY WAY TO GROW IS TO EXPAND BEYOND THE BOUNDARIES 
OF WHAT WE KNOW INTO UNCHARTED AREAS OF THE UNKNOWN. 
THE UNKNOWN BEING THE ONLY SOURCE OF NEW KNOWLEDGE. 

OUR LIFE SUPPORT SYSTEMS ON THIS PLANET ARE ORGANIC. 
TO REGENERATE CELL WALLS, DIVIDE & MULTIPLY. 

OLD BARRIERS FALL AWAY, ANCIENT PILLARS CRUMBLE & NEW 

STRUCTURES 
STAND UP IN THEIR TURN. 
ONE GENERATION GIVES BIRTH TO THE NEXT. 
THE OLD GIVES LIFE TO THE NEW. 

WE LIVE IN THE EVER TRANSITIONAL MOMENT CONNECTING 
PAST THROUGH PRESENT TO FUTURE. 

IT IS OUR MISSION TO DISCOVER THE EVER CHANGING HORIZON. 
TO CONTINUALLY RE-ESTABLISH NEW PARAMETERS & TO EXPLORE 

& SECURE 
EACH NEW LEVEL AS WE FIND IT. 
IT IS OUR PURPOSE TO DESTROY THE INERTIA THAT HAS BEEN 
RESPONSIBLE FOR THE DEMISE OF THE LIFE FORCE ON OUR 

PLANET. 



IT IS OUR AIM TO POSITIVELY MOTIVATE THE PEOPLE & THE 

NATION. 

IT IS TIME TO WAKE THE PLANET UP! 



THE ADVANCE PARTY, USING STATE OF THE ART DIGITAL TECHNO- 
LOGY COMBINED WITH THE ORGANIC LIFE SYSTEM DELIVERS A 
MASSIVE JOLT TO HUMAN SENSORY CIRCUITS, PROVIDING THE 
EXTRA ENERGY INPUT NEEDED TO MAKE THE QUANTUM LEAP 
FROM TERRESTRIAL TO EXTRA-TERRESTRIAL CONSCIOUSNESS. 

SPIRAL TRIBE ARE HITTING ENGLAND AND THE WORLD BY 
STORM. THE GROWTH OF THE SPIRAL TRIBE HAS BEEN ASTONIS- 
HING. THEY ARE THE LARGEST AND MOST INFLUENTIAL OF ALL 
THE TECHNO SOUNDSYSTEMS. 



they are a collettive of people who have been holding mostly 
free party's outdoors, in derelict buildings and warehouses 
almost every weekend for the past 5 years. party's have been 
held ali over england, holland, france, spain, berlin, czech rep, 
Vienna and are courently touring italy. inspiring many people to 
continue where they left off. 

Network 23 

(Network 23 Spirai Tribe's latest venture is a distribution co-ope- 
rative who's aim is to provide an independent and businessman 
free method of releasing records etc. in an attempt to preserve 
the originai meaning of Techno and Underground music in gene- 
ral. Allready the Network's Studio's in London, Paris and the 
Spiral's mobile studio have produced many releases). 



Da AVANA, bbs - Cybernet > Street parade > Roma 04/11/1995 

STREET PARADE STOPPA L'ASTA 

"Il Forte non si vende, si difende!". Con queste dure parole, un 
gioiosissimo corteo musicale dei Centri Sociali romani si è dipa- 
nato il 4 novembre per le vie della metropoli, a difesa della 



decennale occupazione di Forte Prenestino. Il posto, davvero 
affascinante dal punto di vista architettonico, non lo è meno per 
il brulicare al suo interno di gruppuscoli creativi d'ogni genere, 
accaniti produttori di immaginario e di stili, accomunati dal desi- 
derio di cambiare la propria vita e - possibilmente - il mondo. 
Ora il Ministero delle Finanze, com'è noto, vorrebbe metterlo 
all'asta, per la cifra iniziale di 8 miliardi: perciò la "rumorosa" 
protesta del 4 novembre. 

Si è trattato di una manifestazione assolutamente innovativa 
rispetto a tutte quelle cui i Centri Sociali ci avevano sinora abi- 
tuato, che infatti non ha mancato di suscitare critiche nel circuì- 
to "antagonista" della capitale. Tutti i codici tradizionali del cor- 

o 

" teo, già visibilmente vacillanti a partire almeno dal 1989-90, 
£ sono stati infranti. Rotta la ripartizione in "spezzoni" politica- 

* mente omogenei (distinti dagli striscioni), ammutoliti i cori semi- 
£ rituali rimasti inalterati dal 1968, dissolta la seriosità antipatica 
. c di chi non cessa neanche per un attimo di prendersi sul serio, 

e la moltitudine si è ridistribuita fluttuante attorno alle numerose 

* sorgenti sonore, ha affascinato il "pubblico" delle strade e delle 
I finestre, ha saltato, ha ballato, si è grandemente divertita. 

| Giunti in Piazza Esedra, i 5 furgoni musicali si sono distribuiti a 
« raggerà ed è emersa in piena luce la composizione del corteo: i 
§ diecimila erano suddivisi in grosse "tribù musicali" non chiuse, 
§ f 'ma aperte e fluttuanti, ripartite secondo il genere e lo stile, con 
g t| la gente che correva da una parte all'altra per provarle tutte: 
!/ c'era il furgone techno di Spirai Tribe, quello Torretta Style col 
! trash '7o-'8o, c'era One Love Hi Power con il suo dub a manetta 
, e il raggae molto apprezzato del furgone dei Villa Ada, mentre 
j l'impianto neonato di Auro & Marco (Centro Sociale di 
v Spinaceto) deve ancora crescere in potenza. 
' Le^^ichejiirimppliticità di questa autentica "festa nomade", 
di questa gioiosa dimostrazione di come la metropoli possa e 
debba essere sottratta alla noia mercantile, sono vecchie e 
infondate. Non perché ci piaccia attenuare il conflitto 0 dissi- 
mularlo, al contrario: perché vogliamo potenziarlo, radicalizzar- 
lo, renderlo più acuto e dirompente. E questo è impossibile fin- 
ché i modi e le forme residue dei conflitti precedenti ingabbia- 



no e frustrano i nuovi modi di sentire e di agire della gente, 
bloccano lo sviluppo di "armi" finalmente adeguate al presente. 
Il 4 novembre sono saltate queste gabbie. Di certo il quadro è 
ancora sfuocato, il magma incandescente e tutti i possibili ordi- 
gni sono ancora liquidi ed informi, inutilizzabili. Ma almeno si è 
intravisto chiaramente - e per la prima volta - chi e come, e 
con quale stile si stia di nuovo dopo tanto tempo mettendo 
all'opera, forse senza ancora una politica, di certo senza più la 
vecchia marginalità. 



Da AVANA, bbs - Cybernet > rave sulla braccianense (RM) > 
Pasqua 1996 

GIORNO DELLA RESURREZIONE DI CRISTOSTOP 
FLUSSI EMPATICI INCONTROLLABILI SONO SCOPPIATI 
PRESSO LE CONTAMINATE ACQUE DI BRACCIANO STOP 
UN'ALTRA FABBRICA, NATA ALL'INSEGNA DEL DIO CAPITALE 
E DELL'ALIENAZIONE, È STATA DETOURNATA VERSO LA CON 
DIVISIONE, LA COMUNICAZIONE, LA LIBERTÀ A DISPETTO DELLE 
AZIONI DI REPRESSIONE DA PARTE DEI TUTELANTI DELL'ORDINE 
STATALE STOP 

UNISCITI AL DISORDINE STOP 

FREEDOM TO R@VE NON-STOP 
@LTERH@TE 

"La metropole, dans ses expressions architectoniques, n'est pas 
seulement aberrante mais sourtout rebelle" - BOB - 



Dal sito di Alan "tasti" Lodge http://www.gn.apcorg/tash/ìndexhtm 
> Reclaim the Streets > M41, Shepherds Bush, luglio 1996 



REPAIR THE STREETS - LA PRESA DELLM41 
Annunciato come un "Festival di Resistenza" e "l'unico 'party' 
che valga la pena di fare", il terzo Street party di Reclaim The 
StreelS-è stato all'altezza delle sue promesse. Al suo apice, 

df^ottomila persone occupavano l*M4i nei pressi di 
Shepherds Bush trasformando l'autostrada più piccola della 
nazione ne "lo Street _party più grande, più libero e più spet- 
tacolare mai visto!". ~ 

" Migliaia di persone in festa si erano radunate a Broadgate vici- 
£ no Liverpool Street soltanto pochi minuti dopo l'orario dell'ap- 

* puntamento a mezzogiorno di sabato 13 luglio. Erano stati di- 

£ stribuiti dei volantini che chiedevano alla gente di "seguire q ugl- 

. c li con le fasce rosa al braccio"' e di "aspettarsi l'inaspetta to". 

e" Alle 12.30 si sparsala voce che era il momento di partire e circa 

* trecento Criticai Mass presero il via, mentre il gruppo principale, 
i aiutato da organizzatori in incognito, si spostava nel sottosuolo 

(O 

I verso la Central Line diretta a ovest. Quattordici fermate e sei 
€ treni della metro pieni zeppi più tardi, la folla emerse a 
§ Shepherds Bush, dove la polizia, fino a questo punto soddisfat- 
§ ta della sorveglianza, bloccò l'entrata alla rotatoria dell'M4i. 
1 Alcune persone, incerte se si trattasse 0 meno del luogo desi- 
gnato, iniziarono a festeggiare qui. 

All'estremità opposta dell'autostrada, la squadra di blocco, ren- 
dendosi conto che la gente era arrivata, decise di iniziare. 
Evitando gli osservatori della polizia con abili manovre, raggiun- 
sero la strada. Due macchine furono schiantate teatralmente per 
bloccare il passaggio, e furono innalzati tre trampoli a tre piedi 
da una parte all'altra della carreggiata diretta a sud. Due veicoli 
di soundsystem avanzavano in coda al convoglio inseguiti da 
dozzine di poliziotti a piedi. In quello che fu probabilmente il 
momento più spaventoso della giornata, i veicoli vennero circon- 
dati in un'autostrada vuota; i guidatori trascinati fuori e arrestati 
da agenti di polizia soddisfatti e certi di aver sedato il party. 



Ma la polizia aveva sotto-stimato la creatività della folla. 
Udendo che la strada era stata presa, la gente iniziò a trovare 
strade alternative per raggiungerla. Come un fiume che sfonda 
una diga, le piccole falle si trasformarono in inondazione. Un 
nutrito gruppo di persone camminò alla larga intorno alle file di 
poliziotti, venendo fuori da dietro e superandole semplicemente 
di corsa sulla strada! Altri trovarono dei percorsi attraverso le 
stradine interne e risalirono sulla strada più avanti. 

Al posto di blocco, quelli che non erano stati ancora arrestati 
si arrampicarono alla meglio sui camion del sound system e 
assisterono allo spettacolo sbalorditivo di migliaia di persone 
che gli correvano incontro. Le facce della polizia si abbassaro- 
no rapidamente e mentre la folla si avvicinava iniziarono ad 
indietreggiare. Gli arrestati, ammanettati alla svelta con il 
braccio dietro la schiena, al cenno di un sergente vennero 
prontamente de-arrestati (forse si trattò del de-arresto dell'an- 
no?) e presto i veicoli brulicarono di gente. I lati dei camion 
furono aperti e i sound system tirati fuori. La folla ruggì. Il 
party era iniziato! 

dig for victory! 

Gli "scalatori" appesero enormi striscioni per la larghezza del- 
l'autostrada. Un gigantesco sole, murales colorati; mentre altri 
proclamavano "Distruggi il Potere!", "Supporta i lavoratori della 
metropolitana" e "La societFche abolisce l'avventura, rende la 
sua stessa abolizione Tunica avventurai 



Ne seguì uno scontro quando la polizia tentò di bloccare altre 
decorazioni ed equipaggiamento che venivano fatti entrare da 
un terreno vicino. Un furgone che conteneva l'amplificazione per 
i gruppi dal vivo fu sequestrato, ma ancora una volta, fronteg- 
giata da una folla attiva, l'autorità della polizia si dissolse. Si 
ritirarono e allora vennero portati dentro tappeti, poltrone - 
tutto un soggiorno! Fu gettata una tonnellata di sabbia sul 
catrame e vennero montate bancarelle sulla corsia d'emergenza. 



Tre "Dame da Pantomima" di nove metri scivolavano silenziose 
attraverso il party lanciando confetti. 

Le bancarelle del cibo distribuivano gratis stufato e panini; gli 
artisti di graffiti donavano colore al catrame; i poeti declamava- 
no dalle balaustre; gruppi di musica acustica suonavano e gli 
attori di strada si esibivano in pubblico. Quelli seduti sui tram- 
poli, isolati dalle file della polizia, negoziarono la loro inclusione 
e si unirono alla massa di gente. I poliziotti si ritirarono agli 
estremi della strada e si accontentarono di ridirigere il traffico e 
litigare tra di loro. 

Sotto la gonna gigante di una dama pantomima, i de-costruzio- 
nisti si misero al lavoro. Usando un martello pneumatico a 
tempo con la musica tedino, attaccarono ripetutamente il catra- 
me della strada, finché larghi crateri coprirono la corsia di sor- 
passo (alcuni entusiasti sono stati visti in seguito mentre con- 
frontavano "tocchi" di autostrada!). Il paesaggio lunare fu poi 
"naturalizzato" piantando alberelli recuperati lungo il corso della 
strada di collegamento Mn. 

Mentre il sole tramontava su un giorno straordinario, furono 
accesi fuochi sulla strada, i rifiuti furono raccolti e gli striscioni 
rimossi. I sound system annunciarono un altro free party altrove 
a Londra, poi alle u la musica si spense, e i camion si allonta- 
narono tra l'acclamazione di una folla riconoscente. 
Per quasi dieci ore, la M41 vibrò, non al rombo ripetitivo del- 
l'automobile, ma al ritmo di una sommossa umana; il suono 
vivente di un festival, e come la mise un attivista a un poliziot- 
to di pessimo umore, "Considerati fortunato, saremmo potuti 
andare dappertutto: Buckingham Palace, Downing Street, 
migliaia di persone che si arrampicano sul Parlamento." 

E come disse un altro, "Oggi ci stiamo solo esercitando. Domani 
tutto è possibile!". 

Contatta Reclaim the Streets a Londra: 0171 281 4621. 



La mattina di venerdì 2 agosto, la polizia fece incursione nel- 
l'ufficio di Reclaim the Streets e nell'abitazione privata di una 
persona, sequestrando alcuni computer, oltre a vari effetti 
personali. Una persona fu accusata di associazione a delin- 
quere con lo scopo di causare danni criminali all'autostrada 
M41. Tutte le accuse furono poi ritirate - per mancanza di 
prove! 



Dal sito dì Alan Tash" Lodge http://www.gn.apcorg/tash/indexhtm 
>Reclaìm the Streets > Birmingham, agosto 1996 

Circa cinquecento persone sono intervenute per lo Street party a 
Birmingham di sabato 17 agosto. Si sono radunati in un parco 
vicino al luogo stabilito per l'evento portando striscioni, tamburi 
e vari strumenti musicali. 

Un gruppo di Criticai Mass partì in bici e i circa ottanta ciclisti 
si diressero verso un grosso svincolo stradale che, avevano 
ragione di credere, la polizia riteneva essere il luogo designato. 
La gente a piedi uscì dal parco attraverso un altro cancello e si 
incontrò con il furgone che portava il sound system, circondan- 
dolo per evitare che fosse sequestrato. Inizialmente la polizia 
tentò di sgombrare il cammino del furgone attraverso la folla, 
dicendo al guidatore "non si preoccupi, la faremo passare". Una 
volta realizzato cosa trasportava il veicolo, cercarono di impe- 
dirgli di proseguire oltre sgonfiandogli le gomme e parcheg- 
giandogli di fronte alcuni furgoni della polizia. 

A questo punto i ciclisti erano tornati dalla loro corsa diversi- 
va e avevano occupato il luogo stabilito. Finalmente, dopo 
molto strattonare e spintonare e negoziare, il sound system fu 
montato e il party potette iniziare. 

Sembra che la polizia fosse stata informata che gli "Anarchici 
di Londra" si erano infiltrati nel party progettando di scavare 



buche sulla strada! Tutto ciò che si avvicinava alla strada 
venne controllato e fu fatto un arresto per "associazione a 
delinquere per danneggiamento", poi, cessata la minaccia alla 
strada, la polizia si rilassò un poco. Dato che non c'era mai 
stata alcuna intenzione di aprire buche sulla strada, fu difficile 
per la polizia trovare prove e l'accusa fu ritirata. 

Alla fine la maggior parte dei presenti si mossero, ma circa 
dieci persone furono arrestate. La polizia perquisì la casa 
della persona arrestata per associazione a delinquere e dopo 
aver completato la perquisizione tornò al piano terra in 
o ascensore. Sembra che 708 agenti di polizia si siano accal- 
" cati nell'ascensore, sovraccaricandolo e rimanendo intrappolati 
£ dentro. Per uscire dovettero sfondare la porta da dentro. I 
^ tecnici venuti a ripararla dissero che non era la prima volta 
£ che si trovavano a dover riparare ascensori danneggiati dalla 
• c polizia a quel modo. I residenti locali, supportati dalla lettera 
e di un procuratore legale, stanno facendo pressione sul consi- 
^ glio per mandare la parcella alla polizia di West Midlands. 

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| Contatta Reclaim The Streets a Birmingham: 0121 449 5452 
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> Reclaim the Streets > Brighton, agosto 1996 

Un rapporto sulle operazioni di polizia alla manifestazione di 
Reclaim the Streets, a Brighton, il 24 agosto 1996 

IL GRUPPO DI DIFESA LEGALE E MONITORAGGIO DI BRIGHTON. 

Il 24 agosto 1996, la polizia del Sussex preparò una grossa 
operazione per fermare una manifestazione di Reclaim the 
Streets a Brighton. Ottanta persone furono arrestate, e si dice 
che l'operazione sia costata intorno alle centomila sterline. 
Circa 46 persone furono accusate di varie imputazioni derivanti 



dall'evento. Il Gruppo di Difesa Legale e Monitoraggio di 
Brighton (GDLMB) ha pubblicato questo rapporto per evidenzia- 
re la preoccupazione largamente sentita a proposito della sor- 
veglianza poliziesca di questo evento. Crediamo che quel gior- 
no la polizia si sia comportata spesso in maniera aggressiva, 
irragionevole, violenta e illegale. 

Elenchiamo una serie di motivi di preoccupazione che crediamo 
derivino dall'operazione di polizia in questione. Includiamo 
anche una cronologia degli eventi in cui documentiamo alcuni 
degli incidenti di quel giorno come registrato dai nostri 
Osservatori Legali e altri testimoni di primo grado. Abbiamo 
omesso i nomi degli arrestati e il numero di agenti di polizia 
coinvolti; anche se nella maggior parte dei casi siamo in pos- 
sesso di questi dettagli. 

Il GDLMB fu formato nell'aprile 1995 per monitorare il controllo 
poliziesco delle proteste a Brighton, e per offrire informazione e 
difesa legale ai partecipanti. I nostri Osservatori Legali, alcuni dei 
quali esercitano la professione di legge, vengono sottoposti a un 
briefing legale prima degli eventi e indossano giubbetti arancio- 
ne chiaro che li identificano come Osservatori Legali. Abbiamo 
monitorato svariati eventi a Brighton dal giorno della nostra fon- 
dazione e, fino all'arresto di alcuni dei nostri Osservatori all'ulti- 
ma manifestazione, abbiamo mantenuto buoni rapporti con la 
polizia, che ha riconosciuto il nostro ruolo indipendente. Gli 
Osservatori Legali non prendono parte alle dimostrazioni e sono 
indipendenti dalla polizia come dai manifestanti. 

Speriamo che questo rapporto sia utile per iniziare un dibatti- 
to reale a proposito delle operazioni di polizia che hanno con- 
traddistinto questo evento, e a proposito delle decisoni della 
polizia del Sussex che l'hanno spinta ad agire come ha agito. 
Non crediamo che la gente di Brighton voglia che la sua forza 
di polizia agisca come ha agito quel giorno, e gli agenti coin- 
volti dovrebbero essere ritenuti responsabili per le azioni che 
hanno sanzionato 0 eseguito. 



Gruppo di Difesa Legale e Monitoraggio di Brighton, 7 ottobre 
1996 



Da AVANA, bbs - Cybernet > Sugli eventi accaduti a Roma, 
C.S.O.A. Forte Prenestino, il 02/11/1996 

Thursday 14 November 1996 0.15.17 
Melting Point Item 
From: Marzi Ano 
2 Subject: 2 NOV 1996: pallottole in aria, avvoltoi in caccia 
To: Melting Point 

^ I fatti ben noti non hanno generato una utile discussione circa 
£ lo Stato delle Cose all'interno del "movimento". 

0) (— ^ 

e L'incapacità ad assumersi le proprie responsabilità continua ad 

^ ; essere il tratto caratteristico dell'area SOCIALE realizzata dai 

I | CENTRI. 

€ Insipienza ed autoreferenzialità masturbatoria. 
I 

8 Essere i Leaders (0 le avanguardie 0 i militonti) della propria 

£ errabonda zattera di miseria non è un fine che meriti tanto 

^ impegno, signori/e!! 

Tali sforzi sarebbero meglio diretti ad altra opera, ad esempio 
realizzazione di piaceri (che non devono essere necessariamente 
barricaderi). 

Indicazioni per i tempi correnti ne troveremo solo in noi stessi/e, 
di certo non in rassicuranti ("agghiaccianti") modelli di compor- 
tamento reiterati alla maniera di topi impazziti. 



Perché quanto sopra? 



Due SBIRRI entrano al Forte e mettono a repentaglio diverse 
vite umane a causa della loro, tristemente nota, natura violente- 
mente idiota. 

La responsabilità è dei Tecno-Party. 

A Radio Tomba Rossa un "dibattito" si propone di analizzare 
questo pericoloso deviazionismo. 

Atti di dolore e contrizione con la solenne promessa di "nonfar- 
lopiù" fra i VERICOMPAGNI/E. 

Alcuni spunti di riflessione ed analisi. 

1) Il 2/11 si è avuto un "problema tecnico": nessuno era alla 
porta. Le guardie sono sempre le stesse, poteva accadere 
durante una qualsiasi iniziativa, realizzandosi la stessa man- 
canza. 

2) La gente che ballava (3000 idioti secondo i VERICOMPAGNI/E) 
ha mandato affanculo chi li informava dell'accaduto spezzando 
probabilmente il cuore di questi. 

È brutto, ma il problema sarà mica di sensibilizzarle, queste 
3000 e più persone? 

La responsabilità è da cercarsi qui e le proposizioni verso il 
futuro ciò devono riguardare. 

3) Gli Avvoltoi (vedi VERICOMPAGNI/E) farebbero meglio a consi- 
derare che il fatto nuovo avvenuto da due/tre anni a questa 
parte nel "movimento" è proprio la pratica degli Illegali, che 
hanno coinvolto moltissime persone, più di quante molte altre 
"corrette" iniziative sommate fra loro non abbiano fatto. 

Sarà questo un fatto politico? 

Proprio i VERICOMPAGNI/E che dovrebbero avere questa "atten- 
zione politica", cosa fanno? 

4) Stop ipocrisie. Molti ad eccezione di qualche babbione/a par- 
tecipano ai Tecno-Party 0 si beccano le relative sottoscrizioni. 
Perchè allora non approntare in sede di assemblea di gestione 
strumenti atti a - comunicazione - gestione crisi - sensibilizza- 



zione circa la natura dei luoghi in cui si tiene l'iniziativa, ad uso 
dei frequentatori/fruitori. 

5) La mancanza di collegamento e cooperazione fra CS. roma- 
ni, l'astio fra alcuni, la confusione in/fra tutto e tutti preesiste- 
vano al 2-11. 

Sono il prezzo che si è pagato per SCLEROTISMI veteromovi- 
mentistici da un lato e ABBOCCAMENTI (pieni e con tutte le 
scarpe) ISTITUZIONALI di altri forse più "moderni", "ottimisti" e 
(forse?) interessati. Alcuni potevano pensarci prima. 

6) Per rispondere alla violenza che ha interrotto un Tecno-Party 
occorre una risposta coerente: NO CORTEO, SI STREET PARADE. 

g. Altro che "reazione di difesa debole e solo sotto botta", rilancia- 
re signori/e rilanciare! 
£ Quello che ci hanno tolto sparando ce lo riprendiamo (esatta- 
ci mente "quello") PER LE STRADE e davanti a loro. 

. c Un invito: agli Avvoltoi che felicemente si apprestano al ban- 

1 chetto la cui unica portata consiste nelle spoglie dei Tecno-Party 

^ e relativi "utenti", si consiglia di soprassedere. 

I Mangiare qualcosa di sé stessi (leggi di ciò di cui volenti 0 

« nolenti fate parte) porta invariabilmente a dolorose indigestioni 

€ e lacrimazioni coccodrillesche. 

® 

8 "They travet the world in their ice cream van 
ÌÉ they've voyaged to the bottom of time 

they've been to the place 

where the MU MU mate 

and the children 

STILL CRY" 



MULLY SCOULDER (Justified and Ancient da MU) 



Da AVANA, bbs - Cybernet > Sugli eventi accaduti a Roma, 
C.S.OA Fòrte Prenestino, il 02/11/1996 

Area # 24 Nomadismi 

07 Nov 96 23:05 Message # 3321 

From: 

To: Ali 

Subj: la persecuzione del popolo voodoo 

la persecuzione di tutto ciò che ruota intorno ai raves illegali, 
oltre ad essere costantemente perpetuata da organi istituzionali 
quali quelli di pubblica sicurezza e saltuariamente dai vecchi lea- 
ders di movimento, viene ora messa in atto da tutti coloro che 
hanno adesso verità in tasca per puntare l'indice, la loro sicurezza 
è, ormai, una volta per tutte, motivata dai fatti del due novembre, 
ora i raves, oltre a distruggere la gente con le droghe facendole 
cancellare il concetto di purezza della militanza politica e di 
rispetto per i propri superiori di partito, crea pericolo fisico con 
scontri diretti con le forze dell'ordine, ecco allora prendere forza, 
da parte delle varie reminiscenze dell'ideologia unica proliferanti 
nei detriti panterini, gli atti di giudizio universale, è arrivato da 
parte loro il momento di riprendere il potere su questa massa di 
ravers insubordinati che celano la loro autodistruzione dietro finte 
motivazioni politiche, basta con questo aprirsi alla gente portan- 
do forme nuove di espressione del malessere sociale; basta speri- 
mentare campi del vissuto che non pertengono alle solide radici 
veterocomuniste; basta mettere in crisi i valori universali della 
lotta politica; basta inquinare la sua purezza con chi la strada se 
la vive direttamente, giorno per giorno, con tutta la sua crudezza 
e repressione e che, non essendo politicamente sensibilizzato ed 
ideologicamente schierato non deve far altro che sottostare alle 
direttive dei vertici del partito di movimento se vuole porsi contro 
la bestia sociale, e allora giù con tribunali approssimativi quali 
tavole rotonde radiofoniche, interventi criminalizzanti in varie 
assemblee, critiche a spron battuto sulla "perdita qualitativa delle 
iniziative" nei centri sociali (quando, se c'è qualità è proprio nella 
sperimentazione che si dimostra), mi dispiace, ma questa volta la 



caccia alle streghe (rispetto alle passate criminalizzazioni ogni- 
qualvolta si presentava una forma controculturale creativa nuova 
vedi il punk, le posse, etc.) non attecchirà su un popolo che 
vive ardentemente l'accensione del desiderio di essere gaudente- 
mente libero. Il cuore della nuova inquisizione ideologico-polizie- 
sca contrarrà i suoi muscoli fino ad arrestarne i battiti attraverso 
il superamento dei suoi ritmi, la metropoli urlerà canti di morte 
da cui discenderanno le danze di vita di un popolo che fa del 
nomadismo la sua liberazione, il popolo voodoo. 



alter8 

* ... make war not love 

£ — Blue Wave V2.12 [NR] 

f Origini <AvANa BBS> +6-2574110 

I 

•c 
E 

* Da AVANA, bbs - Cybernet > Sugli eventi accaduti a Roma, 
i CS.O.A. Fòrte Prenestino, il 02/11/1996 

€ Area # 24 Nomadismi 

<S 04 Nov 96 23:40 Message # 3282 

§ From: T.H.E. Walrus 

S To: Ali 

^ Subj: DI RAVES, SPARI, CENTRI SOCIALI E SBIRRI 1/2 

sabato notte al Forte Prenestino a Roma durante un affollatissi- 
mo teknoparty la polizia ha fatto irruzione e ha sparato... No, 
così non va, non ho voglia manco per il cazzo di fare un "inter- 
vento", ho voglia di parlare un po' di quello che è successo a 
me e ad altri, e del senso che ne ho ricavato... 



ok, ricominciamo da capo, se ti interessa 



allora, diciamo che te ti trovi in mezzo a 'sto rave - technoparty 
cioè, ma gente che gli illegai raves se li gira mi diceva che era una 
buona approssimazione 



hai potuto verificare certe tue stramberie personali sul rapporto 
rave\statidicoscienza\magick - e sa iddio se non preferiresti ora 
scagionare di questo, invece che di stocazzo di storia - hai 
girellato, chiacchierato\sfumacchiato un po' con gente che hai 
conosciuto, hai ballato, ballato, ballato, ballato, ballato- 
sei lì da dieci ore ormai, nel frattempo la gente dal piccolo 
gruppo iniziale è diventata davvero tantissima, il forte è 
stracolmo, saranno 305 mila, non sai valutare... ed è gente di 
tutti i tipi soprattutto, anche del tipo che solitamente a giro per un 
centro sociale non vedi mai 

' ...la coppia di ragazzine giovani giovani giovani, che si son cala- 
te e che ora se ne stanno sdraiate felici sull'erba, carezzandosi 
e ruzzando come due gattini, il koatto di periferia, la tipa in 
\ gran tiro da strabonazza che balla su un tavolino come fosse un 
• cubo da discoteca, il pischello con maglietta e berrettino, la 
tizia vekkiotta quasi quanto te con il look da indianoveterofric- 
chettona, il probabile fasciotto-o-che-si-crede-tale, che se non 
altro per venire qua si è appena tolto la maglietta con la runa... 
e mille altre immagini ancora, ma non importa, tutto quanto si 
mescola e si confonde nei flash visuali delle strobo, nella poten- 
za della tekno da guerra che sta passando, e che avverti con il 
corpo prima ancora che con le orecchie... 

.>una grande scansione pulsante e calda, che pare il respiro 
stesso del rave, che ferma in istanti congelati di tracce atempo- 
rali gesti, facce, vestiti, espressioni, stravolgendo ogni senso di 
identità precostituita... 

stai proprio pensando a questo, alla perdita di senso & identità 
cristallizzate che è in atto - come momento vissuto, non come 
categoria intellettuale - e alle possibilità che questo potrebbe 
aprire... non sono riflessioni granché logiche, non sono nemme- 
no "riflessioni", ormai saran le 2 0 le 3 di notte e tu sei com- 
pletamente perso, perso con la mente e perso fisicamente, ma 
questo va benissimo, una gran bella onda da surfare... 



... ma all'improvviso senti un po' di detonazioni, secche, quasi 
insignificanti, come sempre sembrano gli spari lì per lì, e sussul- 
ti: porkoddio!!! 

poi ti dici di no, che sei fuori di testa, prima son stati sparati dei 
fuochi d'artificio, cazzo c'entrano gli spari, la situazione fila liscia 
come un olio, è vero che fuori da un po' la pula sta cacando il 
cazzo per gli schiamazzi, ma insomma... del resto proprio agli inizi, 
quando hai sentito che c'eran gli sbirri fuori, hai chiesto se c'era 
rischio di provocazione poliziesca, e la risposta è stata di no... 

» hai appena finito di rassicurarti in questo modo, che si sentono 
altri spari, la musica si interrompe e grosse ondate di gente che 
£ cominciano a scappare in direzioni contrastanti; nella confusione 
^ non si capisce un cazzo: gli sbirri sono entrati al Forte, no non 
■= sono entrati ma stanno a beversi la gente fuori, sì sono entrati, 
. c hanno sparato ci sono dei feriti, no è una rissa... 

E 

^ sali su una montagnola per toglierti di mezzo dal casino, la 

I mente ti si snebbia di botto e realizzi che: 
S 

(0 

| A) sei in un posto che non conosci per un cazzo, non sai manco 

§j dove sono le altre uscite, e comunque sono le tre di notte e 

8 probabilmente fuori non c'è nessuno tranne il pula, e se dawe- 

e ro gli sbirri han deciso un'entrata in grande stile proprio adesso 
c 

qua al forte prenestino sarà peggio che a fort apache... dai 
un'occhiata un po' dubbiosa ai sassi e alle bottiglie che ci son 
per terra vicino a te e decidi che per ora la cosa più saggia è 
startene lì buono e vedere che cazzo succede 

B) anche perché la ressa è inverosimile, c'è grande tensione nel- 
l'aria, e se si scatena un'onda di panico c'è da farsi spiaccicare 
nel casino come se nulla fosse 

C) qualunque cosa stia succedendo quelli eran *davvero* spari, 
e sei nell'angoscia perché c'è a giro gente che conosci da poco 
ma che già hai imparato a volergli bene 



D) sei inkazzato come una iena, ma ti senti anche incerto ed 
impotente, e la cosa ti fa incazzare anche di più 

passa qualche minuto e fortunatamente la musica ripiglia, la 
tensione in parte si scioglie, un po' di gente ricomincia a balla- 
re, tanto che ti dici che forse, mah, ti sei sbagliato, magari è 
stato tutto un falso allarme, tanto la storia continua a sembrarti 
di fuori... viceversa, incontri una persona che conosci, con una 
grossa torcia elettrica in mano, e ti dice che no, è tutto vero, gli 
sbirri sono entrati, hanno sparato due caricatori, e ora sta 
andando a cercare i bossoli, gente all'ospedale c'è finita pure, 
ma non son ferite da arma da fuoco per fortuna... 

... subito dopo becchi altra gente che conosci, con addosso 
quell'aria tra l'incazzato e lo stravolto che conosci fin troppo 
bene per troppi momenti di merda come questo che hai vissu- 
to, le facce sono tese, c'è chi si è visto portare a braccia un 
amico suo coperto di sangue e ha pensato che gli avevano 
sparato, mentre invece si sono "limitati" a spaccargli la faccia 
con il calcio di una pistola, c'è chi per poco non veniva calpe- 
stato nel casino... 

ti ritrovi in mezzo a una discussione, si cerca di capire, di 
cogliere un come ed un perché... pare che due pulotti in unifor- 
me, un ps ed un caramba assieme (e sarebbe già un particolare 
significativo) siano entrati di corsa dalla porta principale - in 
quel momento incustodita - e con le pistole alla mano si siano 
spinti sino al palco per "imporre la cessazione del rumore"... 
"allora - come dice bene uno - è regolare, no? la gente de 
devanti si è allargata e li ha fatti passa' perché si è fleshata 
ner vederli, poi ha realizzato, si è richiusa, e je è andata dietro, 
sti due cojoni se so' ritrovati ner mezzo a Via marea, hanno 
perso er capo e hanno sparato" 

c'è chi commenta incredulo l'irresponsabilità della polizia, che 
ha messo a rischio di un macello migliaia di persone; te gli ram- 
menti che gli apparati di questo stato hanno insanguinato di 



stragi e bombe le banche, i treni, le piazze e gli aerei di tutta 
italia, e che il vero volto del potere è quello là... lui ti guarda 
un po' confuso sul momento e poi annuisce, dice che è vero, 
che lo sa anche lui, ma una cosa è sentirle raccontare queste 
storie, un'altra viversele sulla propria pelle... 



bYeZ 

T.H.E. Walrus 



— Blue Wave/RA V2.30 
Origin: ZERO! 011,6507540 24h/day 

o 

N 

* Da AVANA, bbs - Cybernet Sugli eventi accaduti a Roma, 
£ cs.o.a. Forte Prenestino, il 02/11/1996 

S 

1 Area # 24 Nomadismi 

^ 04 Nov 96 23:40 Message # 3283 

I From: T.H.E. Walrus 

| To: Ali 

« Subj: DI RAVES, SPARI, CENTRI SOCIALI E SBIRRI 2/2 

8 c'è chi tira fuori stupefatto l'inevitabile "ma non siamo più negli 
£ anni di piombo", come se davvero credesse che il volto reale 
del potere e della repressione - il volto del massacro e del ter- 
rore *vero* - sia esistito solo come "emergenza", come risposta 
alla "minaccia terrorista", e non sia invece, come di fatto è ed è 
sempre stato, minaccia costante di morte e galera e intimidazio- 
ne, pronta ad abbattersi su chiunque sgarri in qualunque modo 
venga reputato "pericoloso"... 

comunque una cosa esce chiara: non è pensabile una "casua- 
lità"; l'intera dinamica della vicenda reca il marchio di una 
provocazione cercata e voluta, non è pensabile che due sbirri, 
in un momento di follia, si siano imbarcati da soli in un'av- 
ventura dalle conseguenze imprevedibili e potenzialmente gra- 



vissime, dinanzi a decine di loro colleghi, senza avere il culo 
in qualche modo parato da un livello superiore 

allora sorge una domanda: perché proprio stanotte? Perché, quan- 
do in otto anni una vicenda simile a Roma non era mai accaduta? 

non è facile rispondere, e certe valutazioni può farsele sul serio 
solo chi conosce il territorio ed il contesto in cui si trova a vive- 
re ed agire, ma personalemte un'impressione ce Pho, ed è che 
una risposta possa trovarsi nella volontà forte di distruggere\cri- 
minalizzare il *fenomeno stesso* del rave, che infatti - guarda 
caso "strano" - a roma è nel mirino di una durissima e costante 
repressione poliziesca, benché non sia mai accaduto che duran- 
te un rave ci sia scappato il morto o le coltellate o l'overdose, 
come invece succede spessissimo nelle diskoteke da 80 karte a 
serata, che restano invece "stranamente" indisturbate. 

Riporto qui un flyer distribuito durante il rave stesso, che può 
chiarire meglio il senso di ciò che intendo dire: 

... VIVIAMO CIÒ CHE CI PIACE 



limavi mento dei ravers illegaljjio n è riducibile ad unajnoda^La 
una tendenza, piuttosto rappresenta una modaKtàjfrajMw 
della controcultura. Dopo uh brève periodo di raves comerciali e 
mercantili, gestiti da un universo musicale, che in alcuni casi era 
comunque qualitativamente alto, finito poi in pasto alle scorri- 
bande di destra, qualcuno a roma ha preferito ricordare, metten- 
dosi in azione, che Hjav^j^r.suajflttUH^ business jrié 
fascismo. È una forma indefinita di socialità diversificata, senza 
leggi od obblighi, senza tempTo luoghi prestabiliti. È una delle 
tante espressioni dell'immediatismo, la filosofia del mordi-e- 
«fuggi, del vivi-qui-ed-ora. È un approccio più consapevole all'uso 
di sostanze psicotrope. È una situazione particolare dove cono- 
scere e sperimentare ritmi e tempi "altri". È un'opportjjnità per 
veicolare controinformazione, disqbbedienza, azjprie diretta. 
Molto pTu del M balla & difendi", parola d'ordine dei Centri Sociali 



all'inizio degli anni '90. Un modo per toccare il ludico con pro- 
fonda convinzione, senza verità assolute. Dal primo illegal rave 
t^ntp è stato fatto: la creila e lo sviluppo di piccoli gruppi che 
si sbattono per allestire technoparties, per migliorarsi sui piatti e 
per creare musica, per stravolgere i luoghi comuni dei posti auto- 
gestiti, per imprimere e segnare la propria jndMdualità fuori 
dalle ortodossie stantie e dal qualunquismo generalizzato. Forse 
non ci interessa scrivere la storia, la facciamo ogni giorno. 

— IL FUTURO ESISTE: È ADESSO! — 

g e non è soltanto la paura del desiderio nomade che serpeggia 

* inquietante per la metropoli a motivare questo accanimento 

£ repressivo, e nemmeno la potenziale e temuta associazione 

^ rave\riot; è anche la constatazione che il rave può rompere le 

£ dinamiche del comando sociale e della separatezza artificiosa tra 

•e soggetti, la ^pericolosità* per le logiche del potere e della passi- 

1 vità eterodiretta, costituita dal fatto apparentemente semplice che 

^ tanta gente e così diversa tra loro si sia ritrovata in una dimen- 

I sione "illegale" - anche se soltanto per il disturbo della (cimite- 

J riale) quiete pubblica - in un centro sociale, cioè in un luogo che 

€ solitamente, al di là delle affermazioni di principio riesce a rap- 



2 

§ 

c 

.e 



presentare un punto di aggregazione e ritrovo soltanto per una 
categoria ben definita di persone, e che per questo stesso fatto 
rischia sul lungo periodo di andare a trasformarsi in uno fra i 
tanti altri modelli di "normalità", per quanto "antagonista". 

tutto ciò pone a mio avviso due grosse questioni su cui riflettere: 

1 i^Mlitti i "compagni" - e ne conosco parecchi, specie della mia 
generazione - che solo a sentir parlare di rave, empatogeni, etc. 
danno fuori di brutto e cominciano a sbraitare di "cultura dello 
sballo", "autodistruzione", "falsa coscienza", "spacciatori da maz- 
ziare" e palle varie, farebbero meglio a interrogarsi su fatti come 
questi in maniera un po' meno superficiale, e a chiedersi se non è 
il caso di abbandonare queste konsolidate e rassikuranti bigotterie 
da vekkie zitelle e riflettere senza pregiudizio sul senso e sulla 



pratica possibili che maturano dentro a questo ed altri fenomeni 
"apolitici" o "reazionari", il che tra l'altro dovrebbe essere il primo 
compito che si pone chiunque voglia definirsi "rivoluzionario" o 
"sovversivo" o "antagonista" o come cazzo gli pare a lui compito 
che invece solitamente i "rivoluzionari" si guardano bene dall'af- 
frontare non appena si profilano all'orizzonte comportamenti nuovi 
e non sanciti dalla venerabilità di un'ortodossia riconosciuta, della 
quale si affrettano quasi sempre ad ergersi a difensori, trasforman- 
dosi di fatto in reazionari... e basta che qua ci vorrebbe un libro; 

2) per quanto il discorso della pratica nomade dell'evitare lo scon- 
tro frontale sia da prendere in seria considerazione rispetto a una 
serie di situazioni, è pur vero che è illusorio pensare di poter sem- 
pre e comunque eludere lo scontro con un avversario che a scon- 
trarsi con te è fortemente determinato, perciò è necessario anche 
porsi in grado di saper prevedere e\o fronteggiare lo scontro, qua- 
lora questa necessità si presenti; e questo era probabilmente tanto 
più vero la scorsa notte, al momento in cui una pratica nomade ha 
traversato invece un luogo stanziale e facilmente aggredibile secon- 
do dinamiche "classiche", puntualmente attuate dall'avversario, 
a ciò si aggiunge e connette una questione: senza voler entrare 
in una bega su legalità\illegalità dei centri sociali, underground 
vs. overground etc. - son questioni che a me interessan molto 
poco e che ritengo possibile valutare solo in concreto, senza 
voler dettare principi ^generali* e perciò stesso privi di senso - 
c'è da chiedersi se per caso non sia stato presente la scorsa 
notte un eccesso di affidamento sul "riconoscimento istituziona- 
le" di una struttura come garanzia contro il rischio, repressivo, 
che invece è sempre presente e inevitabilmente scatta al 
momento in cui si attua una qualunque sovversione *reale*. 

Le conseguenze e le scelte possibili rispetto a questi problemi 
sono molte, e varrebbe certo la pena discuterne, ma ora sono 
stanco e mi sono finalmente rotto i coglioni di scrivere. 



bYeZ 

T.H.E. Walrus 



Da AVANA, bbs - Cybernet Rave illegale, Castel Romano 
16/03/1996 



Ciao! 

anche questa volta sono tornata dal rave! (sab. 16 mar.) 

Sto studiando la narrativa fantascientifica e ho trovato il concet- 
to di "novum" come elemento che caratterizza la SR 
ll fNovumj sarebbe u n'i n n 0 vazi 0 ne cogn iti va, un fenomeno 0 rela- 
zione totalizzante, che ^allontana dalj^ormajtella realtà del- 
l'autore e del lettore; 

- si collega alla possibilità di discontinuità qualitativa nello svi- 
luppo delle relazioni umane 

- partecipa in prima linea al processo storico collegato alta lotta 
per la de-alienazione dell'uomo 

- fonda un sistema aperto che possiede il suo novum tanto in 
se stesso quanto davanti a se stesso, come si conviene al non- 
finito stato del mondo, da nessuna parte determinato da formu- 
le trascendentali sovraumane. 

Consideriamo che, in un romanzo, l'evento narrativo è costi- 
tuito da un movimento attraverso il confine del campo seman- 
tico (che è definito dalla norma culturale dell'autore); cioè, 
l'evento narrativo è una trasgressione della norma culturale. 
Nella SF, questo movimento attraverso il confine del campo 
semantico, è intensificato e radicalizzato dal Novum. Cioè, il 
novum, in quanto innovazione cognitiva totalizzante, modifica le 
coordinate spazio-temporali della realtà: la trasgressione della 
norma culturale diventa trasgressione della norma ontologica. 
Questa trasgressione è rappresentata da un mutamento di esse- 
re nel personaggio\agente a causa della sua rimozione in un 
nuovo spazio\tempo. 

Allora, è successo che il capannone del rave era un'astronave 
in partenza e dentro, arrampicati e distribuiti tra i fatiscenti 
residui di una civiltà distrutta, danzavano, finalmente liberi, i 
figli del caos. L'ho detta un po' romanzata perché questa real- 



tà, qualche anno fa, mi sarebbe sembrata fantascienza. 
E mi sono chiesta perché associavo quest'esperienza al mio 
archivio di immagini fantascientifiche, quando ho incontrato il 
concetto di novum mi sono spiegata questo perché: l'innovazio- 
ne cognitiva totalizzante è trapassata, con un atto volontario, 
dal mondo della finzione letteraria al posto dove siamo, la con- 
seguenza è una mutazione antropologica in atto. 
Questa è una possibile sequenza dei movimenti: 
• Il PRIMO MOVIMENTO è Trasgressione della norma: ri-appropia- 
zione di uno Spazio già strappato all'umanità dal lavoro sala- 
riato. 

- Il SECONDO MOVIMENTO è Attraversamento, del confine del 
campo semantico: il movimento è radicalizzato perché è costi- 
tuito dal Novum (fenomeno o relazione totalizzante). Nello 
Spazio occupato nasce il Nuovo Spazio disegnato dall'immagi- 
nario, cioè dalla libertà di criticare l'esistente e com-prendere 
l'Altro. La fabbrica diventa Altro, cambiamento ontico della 
realtà. 

- Il TERZO MOVIMENTO è Mutazione, antropologica. Cambiamento 
ontico del personaggio\agente che diventa Altro da se restando 
se stesso (consapevolezza). 

Nessuno può fermarci, ora 

Insomma, se questa è una lettura possibile, mi rendo conto che 
è come la scoperta dell'acqua calda perché comunque sta avve- 
nendo. Però a me piace cercare di capire e spiegare quello che 
mi succede, così lo vivo con più coscienza e mi da la spinta a 
proseguire perché sento i piedi sulla strada. Magari tutto questo 
discorso non è poi tanto chiaro perché sto cercando di capirlo 
mentre lo faccio, ecco qua, complimenti a chi ha avuto la 
pazienza di seguirmi fino in fondo. 



BYEZ 
REAZ 



Da AVANA, bbs - Cybernet > Rave illegale > Manziana 21/12/1996 

È un impressione un po' a caldo 

non vagliata dal confronto dopo il passaggio dell'onda, fatta in 

un momento di decompressione... 

ma, vi dico, che la storia del 21 è stata veramente astrale. 

illegale azione diretta 

lavorare insieme su questo, e mettere in comune un senso, 
anche solo fatto di suggestioni, fa fluire una potenza indicibile 
perché determinata da una serie di corto circuiti. 

pratica, azione, lotta, costruzione di senso e condivisione. 

favorisce la fusione di 
Una macchina da guerra 

ATTENZIONE 

si possono disattivare i circuiti di paura 
ATTENZIONE 

prepararsi ad entrare in risonanza 
Niente accade a caso 
EMERGENZA 

un'esercito di amanti è invincibile 
OBIETTIVO IN VISTA 

FARE USO STRATEGICO DI SOSTANZE STUPEFACENTI 
ATTENZIONE 

identificazione degli obiettivi strategici 



OBIETTIVO STRATEGICO NUMERO 1 
ABOLIZIONE DEL LAVORO 
niente è vero 

OBIETTIVO strategico numero 2 
LIBERAZIONE DEL TEMPO 

tutto è possibile 

OBIETTIVO strategico numero 3 
TUTTO IL POTERE ALL'IMMAGINAZIONE 

dissinnescare i dispositivi di polizia 
vivere gratis 

per la conquista della feticitaà 
qui ed ora 

da oggi questa missione è diventata possibile 

DATA ASTRALE 21 DICEMBRE 1996 
SOLSTIZIO D'INVERNO 



Da AVANA, bbs - Cybernet > Messaggio relativo alla morte di 
Sasha 

From: CyberNet 

Subject: DeMaG*HaRdCoRe*UnDeRgRoUnD 
To: Nomadismi 
Ce: Ali, CyberNet 

Demag Teknozine apre con un editoriale in cui riprende un testo 
di presentazione del progetto hardsound creato da Sasha, un 
nostro amico profondo morto quest'estate in india. 



Ed è a lui che sarà dedicata una 3 giorni il 27. Stay tuned. 
666 

"Noi abbiamo il rimedio per combattere il cancro già da molto 
tempo, ma non abbiamo ancora i fondi per distruggerlo. Forse 
questo è paranoico? Il virus (la sensazione di venire manipolati) 
si è definitivamente esteso alla popolazione... molti stanno spe- 
rimentando nuove vie per guadagnare e aumentare lo spazio". 
Tutta questa confusione caotica ci conduce verso un punto 
dove l'ordine crea se stesso. Esso si trova dove le entità fuori 

» dal controllo raggiungono nuove forme di materia... sintetizza- 
re il disagio per mettere in dubbio la verità... un linguaggio 

£ sotterraneo di codici. 

^ Dietro l'autorealizzazione, dove l'ansia esterna viene sacrificata e 

la paura non diventa più t'arma degli uomini, 
•c Hard Sound Project vuole essere il manipolatore degli obiettivi 
I di Head Cleaner sotto forma di strumento. Un progetto, il cui 
f destino è l'autodistruzione per rigenerare nuova vita... 
| H.S.P. non ha futuro, il suo segreto è spiegato dalla continua 
| compenetrazione con l'ambiente circondante. 
| Ogni formula si trasforma in un'altra formula. Il collegamento 
Ì crea vita 0 morte verso altre forme di vita. 
| Sub-net è il punto di connessione tra tutte questa formule dove 
| gli essere viventi crescono... il posto ideale dove creare spazio. 

Il tempo si è fermato... lunga vita al nuovo sangue rigeneratore. 

y\^asha 

Stampato su DEMAG 01 in seguito alla tragica morte del nostro 
migliore amico SASHA. 

Egli è stato dei pochi grandi e originali innovatori. Membro fon- 
datore del progetto Hard Sound, dell'etichetta Head Cleaner e di 
SUB-NET. 



È stata così profonda la sua influenza nella produzione musicale 
nelle persone che lo hanno conosciuto, che la sua energia 



sopravviverà continuando ad ispirare e a condizionare tutti noi. 
666 

...no way out but fucking disorder 27 settembre 1.9.9.7. 

Blue Wave/DOS V2.20 [NR] 
Origini <AvANa BBS> +6-2574110 



Da Ordanomade (www.kyuzz.org/ordanomade), il primo sito 
della scena tekno underground italiana > Fintek party > Roma 
27/09/1997 

OUVERTURE 

mi sarebbe piaciuto dormire a lungo ma non l'ho fatto, 
alle 9.22 ha chiamato mia zia per dirmi ke mia nonna ha il 
fuoco di s. antonio al nervo ottico. 

MOVIMENTO 

trasformazione di energia. 

porko iddio quanto è stata dura. 

mi viene ancora da vomitare e commozione. 



attenzione a non confondere i piani. 

un piano è quello per cui tu stai determinando con gli altri un'a- 
zione comune, scelta con il senso dell'occupazione e del supera- 
mento di alcuni dei limiti del consentito, questo è il primo movi- 
mento, questo è il primo collante di comunanza, 
per questo c'è una comunanza, perké apri una porta e attraversi 
uno spazio insieme, lo spazio, luogo e non luogo mentale, del 
capannone, costruito negli anni '60 dall'ingegner manfredi 
metallurgico... ke sia lo stesso ke si è suicidato per aver costrui- 
to corviale... benedetto dal sacro aspersorio del cardinale rosso 
sotto gli occhi compiaciuti di un giovane massone bianco, 
anke immobile, la mattina 0 nel pomeriggio inoltrato, dopo 15 
ore di cammino... cattiva, molto cattiva, capace solo di guardare 



e registrare, quasi contemplativa se non fosse carica di odio- 
energia-distruttiva. 

allora, nel piano del primo movimento il percorso è ancora in 
atto, lungo, comune, sensato, sono ancora nell'atto affermativo 
dell'appropiazione e della mappatura di zone spaziali, temporali- 
mentali altrimenti inacessibili o sconosciute, molti vedono guer- 
rieri, io vedo animali sciolti, sciacalli, pesanti correnti di energia 
dura da trasformare, un cappio fra miliardi di vetri infranti, secre- 
zioni corporee sekke makkiate indistinguibili dalla materia, un'e- 
nergia distruttiva, ke spacca in mille pezzi, scompone e diffonde, 
ma io sono buona vedi, salto sui pannelli e non distruggo... 

va bene, la mia storia è una cosa, quella comune è un altra, 
questa è la mia. 

sono esule nomade fuoriuscita marginale non-appartengo. 
SECONDO MOVIMENTO 

trasformazione dell'energia our very special friend sasha. 
qui si innesca un altro piano, l'attraversamento del non-luogo 
stavolta avviene non solo per sperimentare, ma per accompa- 
gnare sentire e oltrepassare insieme all'energia, 
non conosco questa storia, mi faccio antenna, ripetitore di 
frequenze. 

ULTIMO MOVIMENTO 
la tensione tende a +/- 8. 

corto circuitano te sinapsi, quando il terzo piano taglia di traver- 
so le correnti. 

non c'è soluzione di continuità, 
le autostrade nervose si sovraccaricano, 
il terzo piano è quello dell'accaduto, è quello della nemesi fina- 
le, dell'apocalisse o riv el azione. 

ma nella tensione ke scorre attraverso un organismo nomade, 
irrisolto senza appartenza non esiste terminazione ke tenga. 

attenzione al terzo piano ke interseca il progetto del primo 
movimento. 



innesca la dimenticanza del percorso comune, stiamo ancora 
attraversando un luogo insieme, viandanti un tratto in comune, 
ognuno è un tassello per il passaggio. 

blokkata, inkastrata cortocircuito contemplativo e distruttivo. 
Ma questa è sempre storia mia. per cui chiudo, con il fuoco di 
s. antonio. nato dalle ceneri. + 



Da «Head Magazine», rivista underground inglese > Fintek Party 
> Roma 27/09/1997 

ROMA 27 9 1.9.9.7. 

HEAD CLEANER FREE PARTY 
Sasha è in noi 

Lo spazio era costituito da un complesso di fabbriche alla 
periferia di Roma a due passi da un piccolo aeroporto e dalla 
tenuta estiva del Presidente della Repubblica; un posto piut- 
tosto pericoloso, ma come sapete noi siamo sotto l'egida di 
un sindaco che non ha potuto usare alcuno strumento repres- 
sivo nei nostri confronti a causa della sua campagna elettora- 
le. La struttura architettonica era caratterizzata da una toccan- 
te visione simile alle pitture di Bosch e ai disegni di Escher; 
asimmetrica nella sua grigia costituzione ed articolata secon- 
do prospettive labirintiche. La libertà di perdersi rendeva con- 
creta la teoria del caos dentro i non luoghi proprio sotto la 
mezzanotte. Il desiderio di liberazione totale era già situato 
dentro lo stomaco della struttura mescolata ed incasinata gra- 
zie al supporto di un sound system composto di 25K jbc + 
i2k nexo. 2 ore per allestire il tutto e farlo funzionare mentre 
nello stesso tempo arrivavano due macchine della polizia che 
sembrano non avere alcuna intenzione di creare problemi. È 
Tuna. La gente confluisce attorno all'area liberata con 200 
macchine, vans e trucks, come una sorta di flusso meccanico 



disordinato. In un paio d'ore siamo in 4 mila a muoverci 
secondo un unico filtro nel quale i suoni tagliati dell'under- 
ground più sotterraneo urlano il loro grido liberatorio dei 
corpi e delle menti. Un unico battito. Migliaia di fuochi menta- 
li. Energia incontrollata. La rete è stata rappresentata dalla 
forza sovversiva delle realtà techno romane insieme alla tribe 
Hecate, i rappresentanti della Praxis Ree, i Bradipomorph e 
tanti altri; l'obiettivo era l'amore per la libertà aggiunto alla 
passione, nell'espressione totalizzante di una unica dimensio- 
ne. Suoni scuri mescolati alle frequenze basse senza casse 
dritte, ampio spazio alla sperimentazione. Le orecchie sangui- 
navano. Il massacro. Gli stereotipi culturali e la repressione 
sociale sono scomparsi per lasciare il posto a nuove forme di 
vita insieme mai conosciute prima, capaci di divorare la noia 
maniacale. Né futuro né passato, insieme per distruggere 
avendo acquisito una consapevole conoscenza della tecnolo- 
gia come strumento PER LA RIVOLTA. Armonia in movimento 
come attitudine creativa per annientare l'equilibrio e l'ordine 
prestabilito. Cemento, pelle, acqua, acciaio, pensieri, gas, 
generatore di corrente, impianto di amplificazione. Tutto in 
uno, uno in tutti. Il free party è durato due giorni e due notti. 
Tutto è cominciato dall'intento di voler stare insieme con tutti 
quelli che hanno contribuito alla realizzazione di questo even- 
to e che hanno conosciuto Sasha. Ciò ha dato origine a qual- 
cosa di nuovo: il fluido spontaneo di un network secondo una 
complessità diversificata e non gerarchica. 

PRODUCI/ABUSA/CREPA 

NOI SIAMO QUELLI CHE VOGLIONO DISTRUGGERE LA 
CIRCOLARITÀ, ADESSO!! 

SASHA È DENTRO DI NOI 



Dalla rubrica "Consenso Popolare" in «PETI NUDI» n. 999 del 
1997 > Fintek Party > Roma 27/09/1997 

NON SOLO UNA CELEBRAZIONE 

Una delle ultime volte che ho visto suonare Sasha, indossava una 
parrucca coi ricci neri lunghi, calzoncini bianchi da gelataio e cami- 
cia a quadri tipo yankee; inutile dire che ho riso tutta la sera. 
Quello che ricordo con piacere è che improvvisò, in circa un'ora di 
consolle, una selezione di techno-jungle-drum'n'bass, miscelata con 
enorme abilità a una serie di pezzi storici di dance funky anni '70. 
Notevole, convincente, dissacrante come sempre, con in più un 
pizzico di eleganza. Sasha è con noi in tutti quei momenti di vita 
vera, di gioia estrema, di irresistibile sarcasmo. Ed è stato con noi, 
che non lo dimentichiamo, anche il 27 settembre per una due 
giorni nei pressi di Pratica di Mare, vicino a Roma. L'ex industria di 
prefabbricati, fallita ormai da dieci anni, è stata occupata da circa 
1.500 persone, che da anni si ritrovano per creare situazioni ed 
emozioni diverse e diversificate, sempre più rassomiglianti ai nostri 
sogni e bisogni. Stravolgere l'uso consueto e routinario del tempo 
e dello spazio è l'obiettivo prospettabile, senza tralasciare i molte- 
plici modi d'attuazione delle nostre esigenze e i numerosi altri 
metodi e strumenti che ancora dobbiamo scoprire e sperimentare. 
Affinità e non gerarchie, chiarezza di intenti e non percorsi forzati. 
Alcuni momenti dell'evento vanno comunque sottolineati: l'inizio 
della musica con "Heroin" [versione remix della Pharma ree] scel- 
ta da Marco Micheli davvero sorprendente ed intrigante; Leo che 
nonostante disturbato da problemi tecnici è stato insuperabile ed 
in alcuni punti ironicamente "noise" [sgommate di cervello assicu- 
rate]; Christoph Fringeli [Praxis, Subversion, etc] gothic hardcore 
fondamentale, grazie di esistere; Dan, pischello inglese, morbida- 
mente devastante! E poi Acid Kirk, Seal Phuric e i DJs romani. 
Evento significativo e inedito per quest'anno che non ha offerto 
troppo. Peccato che la scaletta in consolle abbia subito qualche 
caduta, succede quando non si tiene conto che alcuni DJs vanno 
valorizzati nell'ora e nel momento adatto, e che magari certi stili 
e generi vanno gustati la notte e non la mattina; d'altronde la 



musica "sperimentale" non tutti sono abituati ad apprezzarla 
per tutte quelle ore di seguito. Magari un taglio dritto minimale, 
meno incartante avrebbe incoraggiato la maggior parte degli 
avventori ad intrattenersi. 

Da questa due giorni è scattata la presa e l'occupazione del 
posto, non solo per uso abitativo, ma anche per provare ad 
attuare forme di convivenza stimolanti e lungimiranti. 
È cominciata la lenta creazione di uno spazio più vivibile e confor- 
tevole; lo sforzo di ripristinare una struttura abbandonata e in 
parte disintegrata dagli anni. Lo spirito del gruppo di persone che 
si sta sbattendo in questi giorni è espresso da un volantino comu- 
nicato alla radio: "Esausti dall'incastro della metropoli a scomparti 
come Roma, dove sembra impossibile creare una realtà diversa 
perché comunque soggetti al tempo-denaro [...] È l'energia dell'u- 
nione che muove le nostre azioni e senza dimessa per noi sarebbe 
pressoché impossibile realizzare i nostri sogni [...] Quest'area ci da 
ossigeno e a nostro avviso merita la vita" da FINTEK: IL CLAN. 

We will survive. 

Anna Bolena 



Da Ordanomade (www.kyuzz.org/ordanomade) > teknival > 
Bologna 1997 

il teknival è un freeparty. 

lo spettacolo è una cosa che vai lì come passivo e te la guardi, 
è reiterazione coatta, non puoi toccarlo, non ne sei invaso, non 
ti ci puoi calare dentro 

quello che sta accadendo sulla dorsale appenninica non centra 
meno di niente con lo spettacolo 

è un nodo di spazio tempo e varianti che da forma ad una spe- 
cie di Atlandide, di isola misteriosa che si ribalta dalle pieghe 
di un tessuto frattalico disegnato da vettori di forza. 



si ribalta ogni 1000 anni, appare e scompare agli occhi nostri 
che non abbiamo ancora una visione piena. 

un unico organismo, l'alba su un corpo solido e macroscopico, 
la superfice terrestre. 

un corpo astrale in sistema con altri corpi, il sole come palla di 
fuoco che tocca una superfice butterata su cui tante piccole 
entità leggere si muovono rapide e disornate, 
si concentrano in zone di consapevolezza, alimentate dalla pre- 
senza diffusa e reticolare di altri parti di sé, percepite che si 
muovono dapprima nell'areale circostante, eppoi sempre più 
radi e in nuove concentrazioni in tutto lo spazio. 

affrettatevi perché il varco sulPappennino dura solo per io giorni, 
un villaggio che è un crocevia di più tempi, rompe le categorie 
passato/presente/futuro 

il fuoco si fa con arbusti odorosi, pietre di fornacella, sostanza di 
cui è invaso il cratere lago nella zona, cartelli di lavori in corso, 
divieto di fermata per mettere la pentola dell'acqua a bollire. 

i sound disegnano lo spazio con cassa dritta e spezzata e sono- 
rità da atmosfera. 

dal villaggio medievale, antecedente l'anno mille, e distrutto 
da morbi mefitici, il trionfo della contaminazione dove centi- 
naia di corpi divenivano una sola sostanza maleodorante, 
comunicante, alla città postindustriale invasa di sostanza can- 
cerose, altro tentativo, piuttosto random di creare un universo 
di relazioni che non sia lacerante ma armonico, al luna park 
ottocentesco di luci dove i freaks vengono messi in mostra in 
gabbia deformati e dove vengono diffuse miracolose sostanze 
potenzianti e guaritive. 

verso la base spaziale, avamposto di altre civiltà non necessa- 
riamente sulla crosta terrestre comunicanti in vibrazioni sonore, 
zona di monitoraggio. 

le categorie si spezzano, si frammentano e convivono. Le 
varianti sono inserite, tendendo verso il superamento della 



spaccatura, della divisione del tempo, dei tempi, verso la con- 
divisione aldilà delle strutture mentali che diventano fittizi 
ostacoli astratti. 

only one way out, attraverso un lungo budello, una linea del 
frattale del tessuto di questo spazio del pianeta. 

qui come su un'astronave nell'iperspazio o su un 
carro di corpi massacrati dal morbo. 

le stesse strade le ho percorse in sogno, sono tutti stati possibili. 

un piccolo roseto visto da vicino è una perfetta architettura di 
piani oscillanti, terrazze, scivoli e piscine, non è difficile essere 
una fata. 



Da «Peti Nudi» > hypermedia > Rntek Fridays 

THE MOVER - 7 novembre 1997 

Il nostro amico crucco non ci ha deluso! Bomber bordeaux con 
scritta "planet core production" in gotico sulla schiena e cassoni 
inauditi che sprizzano da tutti i pori, l'incontro con lui è stato 
sacro, HEIL THE MOVER - dj SwaiTz 

CANNIBALD 14 novembre 1997 

Technics 1200 e piatto obsoleto senza pitch... davvero un'impre- 
sa! È incredibile come riesca a rendere gradevole e bello anche 
il disco più insignificante stravolgendolo e mutandogli l'intera 
ritmica; da qui viene dipanata una matassa variamente articola- 
ta, tale da trasformare il minimale in funky, l'house in dub e via 
discorrendo. È come leggere un libro; se ti fermi al primo capi- 
tolo non riesci a prevedere dove andrà a parare, in seguito 



attraverso un discorso armonico si giunge all'epilogo risolutivo 
delle ipotesi iniziali. Ineguagliabile. Vai sempre! 

AMBUSH 21 novembre 1997 

Come il tuo cervello sbattuto vigorosamente sulla parete; poi 
scivola giù e si unisce all'intestino attorcigliato; emette ruomo- 
rosi versi viscerali apparentemente indecifrabili; una volta deva- 
stati dentro, ciò che giunge aritmico rimane matematicamente 
irremovibile abilità accuratezza estro assolutamente unici. 



CHRISTOF FRINGELI 21 novembre 1997 

Ho da sempre enorme stima per la sua attività su praxis ed 
altre etichette (sub/version 001 002 capolavori). Ancora una 
volta ascolto con piacere la sua anima scura ed energica la 
sua convincente capacità di miscelare la techno spinta con 
inprevedibili momenti spezzati, la sua sensibilità nell'assecon- 
dare i danzatori con un'impatto musicate assai personalizzato 
e a volte ostico. Complessità estrema come piace a me. 
Welcome again! 

PANACEA 16 gennaio 1998 

Personaggio profondamente "ingombrante", esponente di spicco 
della label tedesca Chrome, ha vivacemente stravolto, dentro una 
stanza nuda e cruda, l'intero percorso di un genere, quale il drum- 
m'n'bass (se i generi sono degni) ormai logoramente banalizzato. 
Nelle costruzioni architettoniche algoritmiche, squadrate e sbril- 
lantate, tra stridori ossessivamente energetici e obscuri, ha insi- 
stentemente espresso, con la sua mole, una modalità di occupa- 
zione della consolle goliardica, sconvolgente, autentica. 
Abbiamo goduto attraverso brividi elettrizzanti, nell'ascoltare 
anche i lavori dei suoi fulgidi amichetti, come la splendida 



secrets remixata da Einrich At Hart (il quale ha introdotto la 
serata con una valida selection) ed inoltre le mitiche traccie 
composte con il piccolo problem child (assieme al quale ha 
elevato un duetto dal nome esplicito: Disorder); sculture su 
vinile ripassate e sputate dalla sua mente possente e pesante 
con l'ausilio del pc. 

DURA POTENZA TEUTONICA! condizione e situazione imprevedibile. 
Mi sorgono numerosi dubbi: perché spesso accade che la massi- 
ma concentrazione di persone si verifica in parties assolutemen- 
te inutili e insignificanti, con conseguente desertificazione di 
quelli indimenticabili. Perché invece di prendere e disperdersi le 
energie non vengono valorizzate? Retoriche quotidiane? MAH! 

Discografia essenziale: 

kerosene - songs from the wood - chrome 2 
panacea - low profile darkness - chrome 9 
problem child - nuclear device - chrome 12 
heinrich at hart - secrets - chrome 16 
position chrome 18 (doppio collettivo) 

Anna bolena 



Da «INFOXOA», rivista di quotidiano movimento > Street Parade 
> Milano 29/11/97 

29/11/1997: QUANDO IL FUMO SCONFIGGE LO SMOG 

"RIPETO PER TUTTI NESSUNO ESCLUSO. 
GRATIS PER TUTTI COLORO CHE PAGANO. 
GRATIS PER TUTTI COLORO CHE PAGANO 
IN DOLORE" (W.B.) 

Sabato 29 novembre io e Kool siamo andati a Milano per la 
Street rave parade antiproibizionista. Da paura, pensavamo. E non 



ci sbagliavamo. La giornata era in perfetto "london style", in pra- 
tica ha piovuto intensamente tutto il giorno, microgocce d'acqua 
ti cadevano addosso e tu lì per lì non te ne accorgevi. Ma alla 
distanza l'accusavi tutta (eccome cumpà!), col risultato di fradic... 
fracicarti completamente. In compenso ne valeva la pena, il gioco 
valeva la candela, e se piove, piovviccica, il culo ti si appiccica: 
accendi 4 na candela che'l culo te se pela!! In altre parole la piog- 
gia quasi c'entrava nel buco del culo! Ora, senza perdersi appres- 
so ai culi fracichi, va detto che la storia partiva alle quattro del 
pomeriggio da Largo Cairoli, pieno centro. Il corteo rumoroso era 
formato da una decina di carri allestiti per l'occasione: si partiva 
dal primo, targato cox 18, in pratica un tir con generatore da 100 
kw al proprio interno dotato di macchina del fumo (?) e luci hi- 
tech, per arrivare a quello della Pergola Tribe, un camion con 
tanto di due televisori che trasmettevano geometrie frattali e 
immagini 3D misticheggianti, passando attraverso magic bus di 
vario tipo e automezzi pesanti con braccio meccanico a riposo. 
Tutti rigorosamente camuffati con maschere giganti, reti militari, 
striscioni psichedelici e strutture di cartapesta. Noi stavamo fisica- 
mente a pezzi perché reduci insonni da ore di treno e perchè alle 
6:00 am già stavamo a Milano, ma eravamo felici. Era un'allucina- 
zione: un cielo grigio che faceva da specchio alla guaina e al 
cemento della città, una "Milano da fumare" più che da bere, ton- 
nellate di decibel che si insinuavano in tutti gli angoli delle strade 
e dei palazzi, musica dall'inizio alla fine senza sosta, un percorso 
lunghissimo, momenti di caos e destabilizzazione, sonorità stri- 
denti, cagacazzi, frenetiche, ipnotiche, piene, invadenti, senza 
rispetto per "chi soffre" autocarcerato tra le mura di casa. Vista 
dall' alto, da un elicottero, l'immagine offerta era un segmento 
non lineare, flessibile, policromo, delimitato alle estremità da due 
puntini tonalità nero-pece-tipo-cancro, puntini intepretati magi- 
stralmente dai copz, gli psychopoliziotti, la p.s.s.s., le guardie che 
"aprivano" e "chiudevano" la Street parade, sgorbi irrigiditi nelle 
loro luride uniformi, simili a quei pupazzetti che camminano se 
giri la chiave che hanno dietro la schiena (PUAHH! CHE SCHIFO). I 
negozi del centro attendevano migliaia di consumatori per lo 
shopping natalizio, ma la nostra festa ha impedito loro di alzare 



le serrande ed esporre la merce in vetrina. Questo perché quel 
sabato eravamo noi la festa in vetrina. Era bello fare su e giù 
lungo questo serpentone musicale, attraversare yards, zone così 
differenti tra loro, camminare e trovare banchetti ambulanti di 
delizie culinarie a base di canapa, salutare dal basso verso l'alto i 
trampolieri, farsi inebriare dalle coltri dei fumogeni colorati, espol- 
dere ogni tanto botti da capodanno. Ma se Kool e Me, stanchi, 
camminavamo senza fretta, praticamente il 90% dei componenti 
la Street parade ballava, si agitava, strillava, sprigionava tanta 
energia, trasmetteva positività e soprattutto si divertiva come 
pochi, le facce si allargavano spaccandosi a metà in sorrisi a 32 

0 denti: mai avuto carie in vita nostra. Corpi lanciatissimi in evolu- 
" zioni dinamiche skizo-frenike, differenze e singolarità che si muo- 
£ vono mano nella mano, fantasie liberate capaci di desiderare e di 
* rendersi immediatamente riconoscibili attraverso la spontaneità 

£ dei gesti. Tekno, Jungle, Ska e Reggae gli stili per l'occasione. Un 
•c furgoncino attrezzato di computer e strumenti vari trasmetteva 
e Tekno fatta dal vivo, live, gli amanti del reggae deliravano al 
^ grido di "police in helicopterAhey 're searching marijuana" (= 

1 guardie sull'elicottero in cerca di marijuana), milioni di canne bru- 
« ciavano a meraviglia quasi sfidando l'acqua piovana. Hanno circo- 
lo lato un gran numero di flyers e volantini, è importante in queste 
3 occasioni comunicare in questo modo. Un grande striscione recita- 
§ va "liberare i corpi sprigionare le intelligenze", il concetto base 

£ era sottrarre la cosidetta "questione droghe" alla miserabile sfera 
del diritto penale, la Street parade si è fermata infatti fuori San 
Vittore, carcere arcinoto e per metà riempito da persone detenute 
a causa della legislazione proibizionista. Una volta arrivati, abbia- 
mo alzato il volume a palla e abbiamo sparato in aria fuochi d'ar- 
tificio, per segnalare la nostra presenza e solidarietà a tutti i dete- 
nuti, che hanno raccolto l'invito bruciando le lenzuola e urlando 
più forte di noi. Un momento bellissimo, vissuto con la rabbia e 
l'odio che tutti\e avevamo e abbiamo contro il carcere e tutte le 
forme di repressione. Cifre: chi dice 2000, chi 10.000, facciamo 
5/6.000. Il fatto è che passando per il centro in alcuni momenti il 
numero delle persone aumentava, perchè molti erano i curiosi che 
si fermavano a osservare. È stata la prima Street parade antiproi- 



[ , bizionista della storia di Milano, che raramente ha visto una com- 
j / plessità cromatica simile o ascoltato così tanta musica in un 
j colpo solo. Quasi i«Ln!2yi!^9§li!! J^I^M.Ì Abituato a lavorare 
v95. 0 _9 re .3l giorno e poi spegnere il cervello, narcotizzarlo con le 
' vere droghe che effettivamente generano dipendenza: chiesa, 
Si scuola, famiglia, lavoro salariato, macchina, tempo libero, orologi- 
li cronometri vari, tutto ciò che è possibile comprare (anche senza 
| $ ) e possed ere. Una trasformazione limitata nel tempo ma di 
| notevole significato. Un incastro intrigante, avvolgente, irresistibi- 
le: voglia di partecipare. Un'emersione improvvisa di stili, colori, 
suoni, contatti, frames, atmosfere che la cittadinanza repressa 
sembra aver rimosso dal proprio DNA, un'istigazione a delinquere 
contro la normalità e la serializzazione, un invito esplicito a riap- 
propriarsi dei propri corpi e quindi delle proprie menti. Contro la 
lobotomia e le privazioni sensoriali nessun controllo e nessuna 
repressione. Contro ogni proibizione, anche quella della tradizio- 
nale fiera degli "oh bej oh bej", un volantino invitava a "muoversi 
e incazzarsi", e "salire sull'astronave che atterrerà nel cuore di 
Milano nei soliti giorni", in missione per conto di S. Ambrogio, il 
"santo patrono" della città, ia^sgnsazione era di vivere ^concre- 
to momento antiproibizionista, al di là delle semplici parole: non_ 
solo canne, mcTogni ambito della nostra vita^ le nostre sceltec i 
n ostri t empi: antiproibizionismo come attitudine ^pratica ^auto- 
gestione delle soggettività, autoproduzione delle sostanze come 
strategia per abbandonare e combattere il mercato. Un'esperienza 
da condividere e proteggere, un orgasmo da ripetere! Finita la 
Street parade, la storia continuava con una serie di iniziative sera- 
li (concerti, dance halls, tekno party, drum'n'bass night) nei posti 
occupati in giro per la città, naturalmente iniziative a tema, giusto 
perchè le quattro ore abbondanti di musica e divertimento della 
Street parade non potevano essere sufficienti! Le richieste della 
parata musicale erano: depenalizzazione della coltivazione della 
canapa da fiore per l'eventuale cessione di piccole quantità ad 
uso individuale o comunitario, una più chiara e affermata tenden- 
za giuridica che riconosca il valore terapeutico della cannabis, sot- 
traendole alla discrezionalità del singolo magistrato; depenalizza- 
zióne di tutti i reati minori connessi all'uso (o piccolo spaccio) di 



qualsiasi droga esistente sul mercato; ^arc^raziop£„dl tutti i sie- 
ropositivi malati di A.I.D.S. detenuti jiellejjatrie galere, e per una 
svolta politico-sociale orientata alla sperimentazione sul modello 
nord-europeo che tocchi una gamma di iniziative volte alla distri- 
buzione/legalizzazione controllata delle droghe dette "pesanti". I 
soggetti che promuovevano la storia: csoa COX 18, ass. cult. 
Calusca City Lights, SQOTT, Gola 8/10, Radio Onda D'Urto, Breda 
Occupata, Transiti, cs Leoncavallo, Bass Fi Mass Pergola Tribe, 
coli. Ronda Rossa (Novate), Bakeka (Novate), Eterotopia 
(S.Giuliano), circ. cult. Scienze Politiche, coli. Architettura, USI 
Sanità Milano, cs Garibaldi, Rete Antiproibizionista, cs Ya Basta In 

* Rete (Vicenza), csa Forte 115 (Verona), coli. Porco Spino (Verona), 
" Cayenna Autogestita (Feltre), coli, per il cs Rovereto, Cà 

£ Rozzeria\Laboratorio Autogestito (Mestre), coli. Antiproibizionista 

* cs Samir (Rovigo), coli. Autogestione (Chioggia^ alcunjYe del [cs 

£ Schio, Magazzino 47 (Brescia), Golgonooza, JLivello ^ (Bdlogng^: 
•e La prossima volta, facciamo una storia festosa e conscious tipo 

1 questa a Roma, Se non altro eviteremo di pagare il biglietto alle 
^ f.s. e ci divertiremo una cifra! 

e 

| FRNK FRNK FRNK & Kool giving thanx to GREEN POWER 
5 

g 

§ Da «Datacide» # 4 > in ricordo di Curley > Roma, Capodanno 
£ 1997-98 

OBITUARY 
Curley 1973-1998 

Il terzo di gennaio del 1998 in Italia, mentre dormiva, Curley si è 
spento serenamente per un problema al cuore che non sapeva 
neanche di avere. 



Nella nostra cultura dance creativa, ci sono poche persone con 
l'energia attiva e l'impegno necessari per mantenere la scena 



fresca, vibrante e all'avanguardia. Curley possedeva tutti questi 
poteri e li diffondeva come un virus, contagiando con un feeling 
positivo chiunque incrociasse il suo cammino, e unendoci nella 
fiducia verso il futuro. 

Anche a Londra Curley ha influenzato grandemente i free party. Il 
momento in cui preferiva mixare era la mattina verso il tardi, 
quando il party sta per sfumare, mentre la maggior parte dei dj 
chiede il cosiddetto "peak time" (ora di punta), intorno alle tre o 
quattro di mattina, quando la pista scoppia di gente. Appena 
prima del suo set, Curley, un grosso nero olandese con un sorri- 
so sempre più grande, poteva essere visto a scuotere e svegliare 
la massa di corpi esausti ammucchiati ai margini del capannone, 
quand'ecco: le dieci in punto di una fredda domenica mattina, la 
luce del giorno che invade una pista riempita di sguardi intensi, 
facce soddisfatte e un'onda di corpi presi nei ritmi ipnotici e bat- 
titi euforici che significavano il suono di Curley. La sua personali- 
tà magnetica, la sua abilità elettrizzante e la sua fiera passione 
per la musica, le macchine e il disordine hanno ispirato tutti, dal- 
l'amico più stretto alla conoscenza più occasionale. 
Come artista, dj e produttore, Curley ha viaggiato attraverso tutta 
l'Europa, influenzando molti altri artisti, etichette e soundsystem, 
nominarli tutti sarebbe come recitare un elenco telefonico. 

Nessun party sarà mai lo stesso senza di lui, pochi avevano più 
carburante per la vita di Curley e la sua presenza sarà rimpianta 
ardentemente. E tuttavia il suo spirito continua a vivere, e conti- 
nuerà a ispirare le generazioni a venire. Egli si è allontanato dal 
nostro mondo e si è trasferito in quel vecchio grande studio nel 
cielo; lassù in mezzo alla tecnologia che è fuori da questo 
mondo, Curley sta irradiando su di noi, trasmettendo il suo stile 
speciale di frequenze audio che ci darà il coraggio e la creatività 
necessari per trasportarci verso un futuro migliore. 

CHE POSSA RIPOSARE CON ORGOGLIO. 



Brett 



Molti party di tributo per Curley hanno avuto luogo in Olanda, 
Roma e Londra. Una festa all'aperto e una compilation sono 
previsti per l'estate. Tutti i profitti vanno al giovanissimo figlio 
di Curley, ixl. 



Da Ordanomade (www.kyuzz.org/ordanomade) > Tributo a Curley 

AVANTI VELOCE 

lui era un medium tra gli elementi e il suono 
attraverso di lui tutto prendeva forma con un equilibrio perfetto 
lui era il portatore del kaos 
sempre spontaneo 

sempre diretto 
sempre immediato 
era coinvolto in ogni cosa che dicevi 
come un bambino 
ogni cosa lo eccitava 

racconto un immagine 
luglio scorso 
7 di mattina 
via della pisana 
magazzino abbandonato dell'alcatel 
il party era selvaggio 
inarrestabile 
tutto riportava ad un organismo 

con mille cuori pulsanti 
era lì che l'ultima forma di vita anomica si espandeva 

in noi 
oltre noi 

e non c'era nessun modo di arrestarlo 



neanche la morte 
eravamo oltre la morte 
alle 7 

era più o meno un ora che stava suonando 
io mi ero addormentato perché ero stanco 
mi sono risvegliato in un colpo 
e ho sentito lo stimolo di andare in consolle 
lì l'ho trovato che emanava luce 
una luce di negritudine 
che faceva cadere galleggiare volare tutti 
in un respiro unico 
attraverso di lui tutto si esprimeva 
e prendeva forma 
ci avvolgeva 
ci attraversava 
il suo sorriso ti prendeva le budella 
la gente non poteva fare a meno di abbracciarlo e baciarlo 
io non mi scollai di lì 
trassi tanta di quella energia da levitare 
ero nel tutto 
tutto era in me 
tutto era ottimizzato 

valeva la pena di vivere 
valeva la pena di vivere 
valeva la pena di vivere 
valeva la pena di vivere 

vivere era giusto 

ha suonato 
per 3 ore di seguito 
senza mai fermarsi 
con un'aura che espandeva sempre di più 
si è fermato solo 3 ore dopo 
e la prima cosa che ha fatto dopo aver abbracciato un migliaio 
di persone è stato andare da suo 



figlio di sei mesi per accarezzarlo ed allattarlo 
FFWD 

dedica a Curley per la prima festa fatta a Roma 7/71997 



Da Ordanomade (www.kyuzz.org/ordanomade) > teknival > 
giugno 1998 

* SOLAR SONIKA 

" Il posto era il letto di un fiume, fra le colline, in Maremma, a 
£ 3/4 km di strada bianca dal paese più vicino: Pari. 

* Da Roma, dopo un viaggio di eira 4 ore, si arrivava ad un quadri- 
li vio alle pendici di questo paesino, sulla sinistra il piccolo cimitero, 
•e sulla destra la strada per il paese e di fronte a noi un piccolo car- 
e tello con le frecce rosse e nere che era l'indicazione per il teknival. 
^ Scendiamo giù per la stradina bianca, di notte, in macchina era- 
I vamo in quattro, con le tende le borse, la brandina e due pitt- 
ai bui sonnacchiosi, da lontano si vedevano nel buio i raggi del 

€ bomber che tagliavano il cielo come dei laser. 
§ Dopo circa 3 km sulla strada cominciano ad esserci le prime 
§ macchine parcheggiate, ma noi ci inoltriamo più in fondo, fin 
§ dentro il campo, tra persone macchine cani sounds e furgoni e 
mi riappare la solita immagine di un grande circo graguignolesco. 
Ci fermiamo in uno spazio libero, abbastanza grande da contene- 
re un sound, e scendiamo dalla macchina per cominciare a farci 
un'idea della topografia del posto. Nel buio non è semplice, i 
percorsi sono disegnati dai sounds dalle luci e dai furgoni men- 
tre Biade e Destroya, soprattutto Biade che non vuole mangiare, 
sono piuttosto nervosi e dobbiamo tenerli al guinzaglio. Girando 
per cercare un buon posto per le tende ci accorgiamo che da un 
lato il campo è delimitato da un lago, da un altro lato si alza un 
boschetto basso e impenetrabile, il terreno è sassoso e piantia- 
mo le tende dietro una duna di sassi in modo che le onde dei 
suoni ci arrivino spezzate e meno violente. 



La prima mezz'ora è convulsa, rapida e organizzativa, immersi in 
un oceano di suoni che alterano il battito cardiaco e le emozio- 
ni cerchiamo di costruirci una base di ordine da cui partire per 
poi gettarci completamente e consapevolmente nell'abbraccio di 
papà caos. L'idea di salire su questa giostra mi eccita e mi tran- 
quillizza allo stesso tempo, non c'è fretta, non c'è tempo, non 
c'è problema. 

GET READY PLAYER TWO 

Bellissimo alla luce del giorno, i sounds erano molti di più di 
quanti avessi immaginato. Metek Tomawk Sound Conspiracy 
Mutoid, quello dei Bradipho, sembrava un accampamento nel 
deserto roccioso, in mezzo alle dune di sassi bianchi, il francese 
era la lingua più parlata e mi piaceva sentirla parlare e tentare 
di capirla. Un altro quadro del gioco consisteva nell'andare alla 
deriva nei campi intorno lungo le sponde del fiume, (pur gibbo- 
ne, amme quel cazzetto di gokart m'è apparso alle spalle nelle 
stradine labirintiche dietro, avevo appena finito di pisciare poi 
ho sentito il rumore in lontanza e m'è apparso quel mostro spa- 
rato e contemporaneamente di fronte m'è apparso uno sulla 
moto da cross, mi sembrava di stare in un flipper). Nel pomerig- 
gio ho dormito in un prato in mezzo all'erba altissima e mi sen- 
tivo piccola come un insetto graffiata dalle spine. Il sole batteva 
durissimo e alle 10.00 di mattina eravamo tutti certi fosse già 
mezzogiorno per quanto era caldo, immersi completamente in 
questo oceano di suoni, appoggiata alla macchina guardavo 
tutte le persone passare e ne leggevo quasi i pensieri dai movi- 
menti, in certi momenti avrei desiderato che la musica scompa- 
risse per abbandonarmi al silenzio della campagna e avvertivo 
come una forzatura l'aver ricreato una situazione così cittadina, 
da rumori nel traffico all'ora di punta, da persecuzione del 
suono aggressivo, alto, caldo bollente. Figli del rumore lo por- 
tiamo con noi dovunque andiamo, spingiamo la situazione al 
suo limite, usiamo contro il sistema i suoi stessi intollerabili 
segni, noi che siamo cresciuti (almeno noi di nazionalità italia- 
na) in un mondo che voleva insegnarci a non disturbare la natu- 
ra, cioè quella porzione di spazio verde dove solitamente non 



stiamo, cresciuti con l'ordine di dover salvare un mondo che 
non esiste più, con l'ordine di invertire un processo entropico 
irreversibile, allevati nella frustrazione di avere una colpa e di 
non poter rimediare a quella colpa, noi che siamo cresciuti con 
lo spauracchio delle droghe 

"Questa realtà è fatta per chi non ha il coraggio di affrontare le 
droghe" era scritto sul computer della consolle del F. E adesso 
eravamo lì in una zona di caos che non aveva paura di chia- 
marsi con il suo nome ognuno da solo ad armonizzare il suo 
mondo con gli altri, attraverso sorrisi e scambi di sostanza, lo 
senza le chiavi della macchina impossibilitata a partire mi senti- 
^ vo immersa senza via d'uscita, e solo da dentro quella zona, 
" costruendo un fragile castello di carte di competenze e recipro- 
£ co aiuto, scassinando la portiera, il tappo della benzina e 
^ manomettendo i fili dell'accensione, avrei potuto muovermi. 
£ Figure bellissime, c'erano queste francesi alte e grandi, una blu 
. c e una bionda che si inseguivano correndo, le avevo incontrate 
e nella casetta diroccata dove alcuni vendevano le crepes, e dopo 

le avevo viste nuovamente mentre cercavo un posto per fare 
I pipì, così belle che mi faceva bene solo guardarle, perché erano 
J statuarie profondamente tranquille e gioviali, manifestavano la 
€ gioia di una vita instabile e mutevole, lucidamente intrapresa, 
§ una situazione portata al suo limite sulla cresta dell'onda con 
8 l'abilità di non perderla mai. 

g Questa volta ho notato molto spesso la bellezza adamantina di 

^ alcuni esseri femminili. 

Come Shuli e la sua amica, lei la thailandese inglese che ha 
suonato al sound del F., il lunedì mattina, e mentre suonava era 
veramente felice, attenta ai suoi suoni e alle reazioni che smuo- 
veva nelle altre che ballavano da ore di fronte alle casse, quasi 
a farsi toccare dai suoni come una doccia. Sembrava essere lì 
per raccogliere quante più impressioni possibili, pronta a scam- 
biare il suo sguardo con il tuo. 

DUE GIORNI DOPO 

Eravamo rimasti in pochi del F. seduti sotto il telone fra i due 
furgoni, senza cibo, soldi acqua e musica ma tranquilli, quando 



i Bradipho son passati a portarci un po' di frutta. MXM ha detto 
- qui siamo in prima linea - ed ho ripensato a quando stavamo 
a Berna ed un bambino vedendoci passare aveva chiesto alla 
mamma - mamma sono militari quelli? - e MXM era stato feli- 
cissimo, non di certo per un'etica militaristica, quanto per il sen- 
tirsi combattenti di frontiera, sempre attenti a spostare il limite, 
in prima linea. 

Nell'ultima ora la spirale che vedevo da due giorni ha accelerato 
il raggio dei suoi vortici, il movimento dentro cui stavamo era 
rispecchiato benissimo dai mulinelli del fiume che ci scorreva 
accanto, al punto che non riuscivo ad essere certa di quale 
fosse la direzione del corso dell'acqua. 

BUSINESS 

Ciccia mi proponeva tutto ciò come soggetto di un film che sicu- 
ramente avrebbe sfondato tutti i botteghini altro che le storie 
che girano adesso al cinema, si gli dicevo io ma dovresti avere 
una telecamera negli occhi che riprende sempre tutto. 

LA PARTENZA 

Ciao ciao mentre ce ne andiamo facendo slalom tra i furgoni cer- 
chiamo una cartina, io tengo la macchina accelerata che se si spe- 
gne tocca spingerla di nuovo, in quel momento mi si avvicina una 
ragazza, che con un accento francese delizioso, dal finestrino mi 
chiede se ho due posti in macchina per la stazione più vicina, io 
sto imparanoiatissima e come prima cosa gli rispondo dicendole 
che è un macello, che non ho le chiavi della macchina, però sì dai 
salite - dobbiamo andare a prendere il mio ragazzo - mi risponde 
indicando oltre il sound di sound conspirancy. - perché? non può 
venire qui? - - no - - perché? - - non può farsi vedere -. 
Il suo ragazzo era nascosto nella macchina di lei e non poteva 
muoversi, andiamo a prendere questo ragazzo. Le chiediamo 
come mai lui non può farsi vedere - perché non vogliono farci 
partire, i parigini, stanotte ci hanno rotto la macchina e rubato i 
soldi e i documenti. - - perché non vi vogliono far partire? — 
perché vogliono prendere la sua vita - è tutta la risposta che 
riceviamo. La spirale è imprevedibile. Lui sale di corsa in macchi- 



na e ce ne andiamo dal teknival come i fuggitivi, davvero quan- 
do ci entri non sai mai come ne uscirai, ma ne stavamo uscendo. 
L'ultimo spaventoso flash apocalittico è stato quando ho preso 
la strada sbagliata lì, in mezzo ai campi, una strada che improv- 
visamente è finita dissestata come un percorso di alta monta- 
gna, dentro al lago, rovinosamente: per un istante è finita ho 
pensato io, e ho visto il mondo allagato, dopo un cataclisma 
totale, di cui noi non avevamo avuto ancora conoscenza, 
sopravvissuti e bloccati in quel campo che sarebbe rimasta la 
nostra unica realtà. Pronta a tornare indietro e a ricominciare da 
capo, preoccupata più che altro per la vita del ragazzo seduto 
o sul sedile posteriore che si credeva in salvo e invece non lo era. 
" Chiaramente avevo semplicemente preso la strada sbagliata. 
£ Al termine voglio annotare come più o meno volontariamente 
^ il 23 sia stato in quei giorni un numero ricorsivo, oltre ad 
£ essere il numero della statale per Siena che ci ha condotto a 
•e Pari (23 0 223) era anche il numero di serie del generatore 
e con il quale in molti hanno combattuto più volte. Più altri 
^ aneddoti ma quelli me li lascio in testa. 

e 
2 
3 

AB 

§ Da Kanyar (www.imaginetfr/kanyar), il primo sito della scena 

8 tekno underground della Francia del Sud > Capodanno > 

§ Bologna 31/12/98 

Uno spazio sovradimensionato... 

I METEK, TKO-BLAZ, TAD, OUTLAW, TEKNO MOBIL SQUAD festeg- 
giavano nei dintorni di Bologna, in un immenso hangar, il nuovo 
anno. L'atmosfera surriscaldata dai raver italiani, malgrado l'umi- 
dità esterna, hanno partecipato circa 3000 persone! 

II Dj guida la folla... 

Installazione colossale di quasi 40 Kilowatt pure. Giocolieri, 
mangia fuoco, maschere allucinanti, tutti gli ingredienti essenzia- 
li ad una super fiesta. 



Live di John dei Metek 



Live dei Tekno Mobil Squad 

Due performance dal vivo hanno abbracciato il popolo, quella di 
John dei Metek e quella dei Tekno Mobil Squad. 
Tutto s'interrompeva sabato a mezzogiorno per le pressioni 
della polizia italiana. Un altro grande raduno aveva luogo a 
Roma, organizzato dai Tomahawk. 



Da Kanyar (www.imaginetfr/kanyar) > BassBase Party > Torino 9 

27/03/1999 ! 

8 

In quest'inizio di primavera, almeno 2000 ravers, e non solo torine- | 
si, affluivano al Bass Base Party che cominciava un po' male, i raver ^ 
dovevano forzare l'entrata per accedere dopo due ore di attesa. j» 

Problema subito dimenticato perché il luogo risulta splendido, e 
una vecchia fabbrica abbandonata nella periferia sud di Torino, | 
ed il suono è eccellente. ^ 

E 

E 

I mix sono di Reno, Lu-Base, Sub Clobs, Ixy e dal vivo Simon & 
e 69dB si alternano per la felicità degli aficionados. * 

i 

o 

Atmosfera cordiale molto diversa rispetto ai rave francesi di ~ 

questo tipo. « 

S 



Da Kanyar (www.imaginetfr/kanyar) > Futura Umanità > Milano 
01/05/1999 

Il party FUTURA UMANITÀ a Milano è stato fantastico. 

Niente immagini... spiacente, non trovo che valga mai la pena di 

portarmi dietro la telecamera, temo sempre di perderla. 



Non so quanti sound system fossero presenti, era parecchio caoti- 
co. L'Anti Muzak Front ha organizzato qualcosa di veramente carino, 
era un sacco di tempo che non avevamo un rave così a Milano! 
La zona trance aveva un soundsystem gigante, non so quanti 
kilowatt, ma era davvero peso, in certi casi mi sono chiesto 
come cazzo poteva reggere un volume così alto, era come 
aspettarsi un'esplosione, heh! :) 

La sala techno/hardcore pompava duro, dj Oscar è meglio 
ogni volta... 

Una marea di gente che saltava e anche se c'erano 3 rave in 
Italia e il teknival a Parigi questo evento ha attirato una quanti- 
ca tà enorme di stranieri... Ero felice di vedere persone felici :) 
" Non ho visto polizia, non so se ci sono stati problemi, perché 
£ me ne sono andato verso le 7... ad ogni modo credo che fosse 
^ fantastico, il party era in una grossa fabbrica dentro la città e il 
•£ bUmBuM si poteva udire in tutta l'area. 

. c La primavera sta svegliando la gente, i rave sembrano migliora- 
ci 

e re in questo periodo in Italia... se va avanti così mi aspetto un 

^ teknival da paura a giugno. 

I Pace. 

| 3034 



Da Kanyar (www.imaginetfr/kanyar) > Solarsonica Teknival > 
Lago di Bolsena (VT) 17/05/1999 

Dopo vari casini finalmente ci siamo sistemati sul lago di 
Bolsena vicino Viterbo; bel posto, paesaggio affascinante. 
Insomma tutti i presupposti per vivere una settimana da 
"rève". Musica come d'abitudine anche se ogni tanto mi sem- 
brava di sentire qualche mix di fat boy slim!!!! Forse il troppo 
fumo mi faceva strani scherzi? Non saprei, perplesso cercavo di 
trovare qualche cosa che mi ricordasse 11 f jjtP^ s \[ lyyftì 11 Poca 
fortuna i tempi sono cambiati anche qui da noi business is 
business!!!! 



, Francamente ci sono rimasto male, tanta gente per un mega radu- 
/ no che assomigliava più ad una sagra (vedi Svizzera, Berlino) che 
f ad una festa come è sempre stato. La gente indurita ingurcitava 
qualsiasi cosa gli passava per le mani, siringhe ne ho viste purtrop- 
po un po' sparse qua e là. Troppi cani che rompevano i coglioni, 
molti ragazzini alle prime esperienze con sostanze proibite, genta- 
glia che cercava di venderti anche il culo, traveder che oramai pen- 
sano a farsi soldi per mettere su casa in Sardegna... E poi questi 
reporters che continuavano fotografare qualsiasi cosa... uno stra- 
zio!!! Và bene l'informazione ma così muoiono le feste illegali, tutti 
possono accedere adesso e così avete distrutto un'idea di libertà. 
Contenti? 

viva bertaga! 



Da Kanyar (www.imaginetfr/kanyar) > Solarsonica Teknival > 
Lago di Bolsena (VT) 17/05/1999 

se un ragazzino di 20 anni può morire ad un teknival allora 
vuol dire che qualcosa non funziona. 

mi chiedo quale sia il motivo per cui uno decide di andare ad 
un rave io lo faccio per tutto quello che ad un rave si trova nor- 
malmente poi continuo a sentirmici dentro per giorni e giorni e 
mi dispiace di essere andato via. 

ma a trentuno anni so fino a dove posso arrivare e mi sento al 
sicuro da tutto evidentemente ognuno deve sentire e sapere 
sempre dove può arrivare e lui non lo sapeva. 

però: quanto conta la musica e quanto contano le "sostanze" per 
la maggior parte della gente che era, come me, al lago di bolsena? 
se il giorno dopo ovunque spuntano siringhe, se bambini dietro i 
cespugli si iniettano ketamina 

se ognuno arriva con il suo carico di mercanzie, se le tribe se i 
camion servono quasi solo a questo, allora io del rave non ho 



capito un cazzo: non è la tekno che ascolto tutto il giorno non 
è la gente senza gli ammennicoli che di solito si porta dietro, non 
è l'atmosfera non è la totale libertà di fare o non fare 

o forse ci sono arrivato tardi 

ci saranno ancora teknival in italia? 

lo ci sarò? 

andrez 



J* Da Kanyar (www.imaginetfr/kanyar) > Solarsonica Teknival > 

g Lago di Bolsena (VT) 17/05/1999 

u. 

•c Troppo rumore intorno ad una festa.... 

E 

S. I giornalisti non fanno altro che inventare stronzate, e noi 

| passiamo sempre più per una sorta di animali... 

J Si mormora che il ragazzo morto sia stato ritrovato con una 

E siringa in tasca... ringraziamo i telegiornali. 

@ 

o Ringraziamo anche coloro che hanno devastato il ristorante 
8 adiacente... 

c 

iS Non bastava essere accusati di già troppe cose... 

Ringraziamo anche i 2 Ragazzi francesi che avevano rubato non 
ho ben capito cosa e si sono fatti arrestare... 

Grazie anche per lo stato pietoso in cui è stato lasciato il luogo, 
per le siringhe sparse (almeno il buon senso di buttarle)... 

Penso che se quest'anno sia stato così difficile svolgere un Tekni 
in Italia il prossimo anno sarà decisamente impossibile... 



luther 



Da Kanyar (www.imagìnetfr/kanyar) > Mysterìous DutchSound > 
Catania 22/05/1999 

A Catania un rave d'antan. 

Salve a tutti compagni d'avventura! 

Volevo dirvi che tra sabato 22/05 e domenica 23/05 ho assistito 
ad una festa meravigliosa in riva al mare a Catania... località la 
Playa così si chiamava il posto. 

Un gruppo di travellers olandesi aveva organizzato il tutto, 
avevano sistemato i loro impianti in una specie di cabana all'a- 
perto vicino al mare, si ballava su un suolo fatto di sabbia!!!!!! 
Musica tradizionale da rave... grandiosa! 

Paesaggio fantastico, sembrava di essere in un luogo oltreoceano, 
gente che ballava in armonia con la natura senza rompere i 
coglioni e soprattutto senza prendersi troppo sul serio. 

Viva la Sicilia e i suoi cittadini. Circolavano solo trip fatti 
artigianalmente da questi olandesi, la gente aveva il sorriso 
stampato in faccia, nessuno era stressato incazzato, ognuno si 
sentiva partecipe della festa. 

Tutti entusiasti, traveller ed io, figuriamoci abituato oramai a dei 
rave sempre più incasinati dove le persone cercano solo di 
assimilare un numero imprecisato di droghe, a fare commercio 
smisurato di sostanze 

era una favola il rave in Sicilia 

au revoir a tout le monde fortura/viva bertaga! 



Fortura 



Da Kanyar (www.imagìnetfr/kanyar) > Fintele Birthday > Roma 
25/09/99 



Sabato 26 sono stato alla Fintek per il presunto compleanno. 
Arrivo alle 3 e l'acqua era finita da un pezzo. Da bere solo supe- 
ralcolici, su un terrazzino seminascosto acqua a 500/1000 lire al 
bicchiere. In giro: pozze di vomito, mucchi di monnezza, stanze 
piene di rottami. In sala: cassa assassina tutta la notte, variazio- 
ne zero. La gente: uomini pelati a torso nudo sudati incarogniti e 
coatti puri (qualcuno ha sagacemente descritto la situazione 
come "una caserma che balla"). Donne poche 0 zero: il punto 
* non è "rimorchiare" (avere dei flirt è, tra l'altro, bello per tutti: 
m uomini, donne, x, y e z) ma "una caserma che balla" (solo uomi- 
£ ni) non va bene... non può essere... c'è qualcosa che non va. 
^ Fuori (e un po' anche dentro): qualcuno parlava di gente rannic- 
■£ chiata a terra che tremava 0 viaggiava di k 0 faceva brutti trip in 
•c genere? Beh, si vede che li ha visti sabato alla Fintek, c'era tutta 
e la gamma del bad trip. Qui e là: droghe offerte ogni centimetro 
^ (in ciò non vedo niente di male), più spacciatori che clienti, prez- 
| zi nella media con tendenza a salire più che a scendere. Un po' 
S prima delle 8 del mattino (mi pare) arriva l'acqua: due 0 tre con- 
qo fezioni da sei per un migliaio di persone, viene venduta a bic- 
@ chieri ma i due che se ne occupano sono troppo Ketati e non 
8 rispondono a chi ne chiede. 

Ìé Dopo aver a lungo contrattato (parlando con una specie di 
grasso manichino con gli occhi arrovesciati) ottengo una botti- 
glia a 5.600 lire (prezzo fatto da lui, io gliene offrivo 6.000): 
siamo in quattro, beviamo poi la diamo in giro. Erano tre anni 
almeno (credo dalla morte di Selene) che non andavo alla 
Fintek: non credo che ci tornerò prima di sei, dodici, diciotto... 
Si, avete ragione, sapevo com'era e quindi che cazzo ci sono 
andato a fare: boh, credevo che per l'occasione, magari, qual- 
cosa... invece un cazzo. Per fortuna che ero con un bel sorriso- 
ne, sennò era da farsela prendere male. Appena il sorrisone è 
passato me ne sono andato, rosicando per l'acqua eccetera. 

Anch'io sono una vittima della droga... 



Cambiamo le storie, por favor.. 
Baby Lonbitch 



Dal newsgroup di Ordanomade > Hekate party > Roma 16/10/99 

Subject: 

Roma 16/10 report e catalogo interno 
Date: Fri, 29 Oct 1999 18:42:50 +0200 
Organization: 

Newsgroups: taz.ordanomade 

Ciao, sono Alessandro e scusate se non ho risposto subito alle 
vostre domande. 

Per prima cosa specifico che la festa del 16/10 era ad Aprilia, 
sulla strada Pontina a 46 km da Roma, una ventina di km dal 
Fintech. Il luogo era un'ex-fabbrica di medicinali (molti si saran- 
no divertiti con qualche residuo...) a due piani, un po' come 
quella del Bass Base a Torino (per chi c'era!), solo che il piano 
superiore era molto più spazioso. I sound system che hanno 
montato erano Desert Storm + Hekate crew al piano inferiore e 
Teknomobilsquad + vari DJs e live al piano superiore. Nel capan- 
none laterale c'era un altro sound system che ha suonato ad 
intermittenza. Inoltre c'erano molti altri soundz che non hanno 
montato per mancanza di spazio. Non che il posto sia stato pic- 
colo... però era proprio impossibile fare più di così... 



Da Kanyar (www.imaginetfr/kanyar) > Kernel Panik party > 
Roma 23/10/99 

Report per chi non è stato alla festa di sabato, chiacchiera 
empatica per chi c'è stato. 

Saluti. Sono un felicissimo reduce della festa di Kernel Panik. 



Posto molto molto bello, un'area industriale persa nel verde, una 
di quelle interzone tipiche di Roma dove, dopo aver attraversato 
quartieri zeppi di palazzi, ti ritrovi in una valle con boschi, 
campi, pecore eccetera. E poi la storia era veramente "in" 
Roma, nel senso che era proprio città piena e non in culo alla 
luna... Vari capannoni di varie dimensioni e condizioni, tre in 
funzione: il sound di Kernel Panik nel più grande, di Hekate 
(nel più piccolo) 

e nel terzo addirittura un sound punk hardcore (!!) che però non 
ho avuto la fortuna di visitare, essendo troppo preso dal resto 
della storia e delle storie. Gente non tantissima (ma comunque 
« un bel po', forse meglio? Chissà...) ma presa davvero benissimo. 
m Cerano, per noi di Roma, un sacco di facce che non si vedeva- 
£ no da anni e rincontrarsi era fichissimo, la gente che parlava, 
' chiacchiere e passeggiate. Musica tres chic: bello e vario il 
£ sound di Kernel, stili diversi e dj degni di questo nome, insom- 
•c ma un bravo a tutti ma soprattutto al live set di P che è stato 
1 GRANDISSIMO. Mentre suonava era un continuo susseguirsi di 
^ "da paura, da paura...": 

I penso proprio che sia il migliore sulla piazza romana. La 
J parte video era parecchio bella, le immagini venivano proiet- 
to tate su una vela triangolare. Il bar era eccellente e chi se ne 
@ occupava amichevole. Poi c'erano le performance, ma anche 

8 queste me le sono perse. 
S 

c 
E 

Insomma, sono proprio stato una favola e come me tutti quelli 
che ho incontrato. Scrivo pieno di entusiasmo ma, credetemi , non 
vedevo l'ora di andare ad una festa dove finalmente la gente 
fosse presa bene, l'atmosfera amTchevótè e TS musica bella: tutte 
condizioni che dovrebbero essere tipiche di una festa e invece 
spessissimo latitano, anzi, è tutto il contrario... Insomma, spero 
d'averne altre di storie di questo genere e perciò ringrazio Kernel 
di cui, da oggi in poi, divento tifoso. Poi, se anche altra gente 
comincia a uscire dal cliché del cazzo delle feste scrause, meglio 
ancora! Salut. 



baby lonbitch 



Da Kanyar (www.imaginetfr/kanyar) > Sound Conspiracy party > 
Treviso 27/11/1999 



Molto freddamente e razionalmente dico bellissima... 

ma la morte del ragazzo Domenica mattina ha creato vuoto e 
negatività, interiore, emozionale... una forte sensaz. di 
delusione... 

in 

Tra l'altro lo conoscevo anche solo se di vista... 

M 

È stata una cosa che ha rovinato e imparanoiato tutti! ^ 

Per come sono fatto, senza spiegare i perchè e i come, lo vedo § 

molto come un segno... forse doveva succedere. S 

i!!!!Bisogna assolutamente creare e rendere questo microcosmo g, 

più nuovo... siamo forse arrivati alla saturazione... è arrivata agli ^ 

sgoccioli la cultura e i valori che portavano avanti il movimento... g 

servono nuove idee e trasformazioni... §■ 

...banchetti informativi... harm reduction project... i sound « 

system, sono loro che devono capire queste cose... e se le = 

capiranno verranno aiutati...!!!! jj 

Questa cosa mi ha segnato... -| 

***Take care of your brotherS*** 2 

quartex e 



Da Kanyar (www.imaginetfr/kanyar) > Sound Conspiracy party > 
Treviso 27/11/1999 

Mi trovo spiazzato dopo quello che è avvenuto, è veramente giunta 
la fine di tutto ciò? Senza commentare poi le notizie che spargono i 
media in un momento come questo, anche il canale di informazioni 



che doveva essere strettamente riservato è stato sputtanato; ci 
saranno altre feste in giro, cosa sarà successo a tutti ai ragazzi che 
sono rimasti bloccati dai carabinieri e dalla guardia di finanza? 

^Comunque si è giunti inevitabilmente ad un punto che sta met- 
tendo in crisi tutto il sistema, apprezzo moltissimo l'idea di orga- 
nizzare un forum, ma allo stesso tempo mi chiedo, si riuscirà .a* 
tenere in vita questa cultura? E come s[ potrà mai'ttovare altri 
. canali di comunicazione ora che il letame ha invaso tutto, non 
bisogna arrendersi di fronte all'ignoranza abissale che ci circonda 
dobbiamo collaborare e tentare di dare del nostro meglio. 

" vanni 

£ 
I 

• c Da Ordanomade (www.kyuzz.ors/ordanomade) > Sound 

e Conspiracy party > Treviso 27/11/1999 

1 

1 ... ARRIVIAMO VERSO LE 10.30 DI DOMENICA MATTINA A 
| CASTAGNOLA... 

| UNA MACCHINA DI GENTE COLORITA (+ 0 -) FERMA AL BAR PER 
| FAR COLAZIONE CI INVITA AD ASPETTARLI PER ACCOMPAGNARCI 
8 AL POSTO... 

I COMPLESSO INDUSTRIALE, IMMERSO NEL VERDE... PARECCHIA 
5 GENTE, DIREI ARIA DA TEKNIVAL... SOLE, ARIA TIEPIDA 

(SI STA TRANQUILLAMENTE CON LA FELPA) NONOSTANTE I SEGNI 

DELLA GELATA NOTTURNA... 

VEDO TUTTI, TANTI, TANTA ROBA, MUSICA BOH (NON NE HO 
AVUTO IL TEMPO), 

ARIA DA GRANDE FESTA, GENTE PRESA BENE... MINKIA QUANTI 
SIAMO!! 

CIAO ADRIANO CIAO BETTY (ABBRACCIONE) NIK-SHANTAL-LUCA 
KARIN 

MILANOBOLOGNATRENTORINO... 

QUANTA GENTE. AMICA. BAMBINA. CONOSCENZEDISTORTE 
... GUARDIAMOCI NEGLI OKKI... 



—POSSO VOLERTI COSÌ BENE SE TI FAI COSÌ MALE?? HO 
PAURA 

SALTELLO UN PO'... MI SDRAIO IN RELAXKETAMINOSO SUL PRATO... 
MI ALZO SORRIDO... KE BELLO ARRIVARE LA MATTINA, NON PER- 
DER SONNO. 

NON PRENDER FREDDO, IL SOLE KE CI AKKAREZZA. 
...E KOME SIAMO BBELLI... 

CIAO ADRIANO... ADRIANO CIAO!... HEI ADRIANO [KE FACCIA!!] 
È MORTO... UN TIPO È MORTO, L'HA SCOPERTO GIO, È PRESO 
MALE, PIANGE... 

ARRIVERÀ L'AMBULANZA, GLI SBIRRI... SPESSO, SPESSA 
SITUAZIONE 

IRRECUPERABILE, SERIAMENTE IRRECUPERABILE 

PIANO PIANO LA GENTE SPARISCE DA DAVANTI LE CASSE... 

LA VOCE SI SPEGNE ASSIEME ALLA MUSICA... HO SENTITO SOLO 

SUSSURRI 

PER ALMENO UN'ORA... LACRIME, FACCE SEGNATE, MOLTO 
SEGNATE... 

IL POPOLO ERA GIÀ QUASI TUTTO FUORI AL SOLE... ORA IL 
CAPANNONE 

È VUOTO... CAZZO K (?) VOMITA E SVIENE SOTTO LA CONSOLE... 

MA PORKODIO KE SUCCEDE KRISTO SANTO.... 

E I CERVELLETTI LAVORANO, E LO SENTI NELL'ARIA... E TUTTI 

SANNO 

KE TUTTI PENSANO... PASTA ASSASSINA, MISCUGLIO DEL KAZZO, 
CONGESTIONE, 

SKIFEZZE ECCESSIVE... CORRIAMO TUTTI LO STESSO RISKIO, 
ANKE 

SE LO GESTIAMO IN MODO DIVERSO.... GLI "SKIFOSI" CI SONO, 
E SPESSO SONO MOLTO VICINI A NOI... MOLTO;.. MA KAZZO, 
E I TUOI BIMBI... PERKÉ ERI SOLO... QUANTO SEI STATO LI 
SEDUTO CON LA BOTTIGLIA DI TEQUILAALCOLIKA (PERKÉ QUE- 
STO MOSTRO!!!) 

ACCANTO PRIMA KE QUALKUNO TI CERCASSE... 
GUARDIAMOCI CRISTOPORKO 

... IN UN DELIRIO DI ONNIPOTENZA 0 ESTATICO KE SIA... 

E IL CARRO FUNEBRE... CI SONO PASSATO ACCANTO DUE VOLTE... 



GIO CON GLI OCCHI LUCIDI... IL S.S. SMONTATO... 
(COL KAZZO KE LA GENTE HA CONTINUATO LA FESTA!!)... 
SI ATTENDONO I CAMION... SI CERCA DI SMALTIRE... 
PORKODIO 

... E POI RABBIA, ODIO... PERKÉ... MA KE KAZZO HAI FATTO... 
KE HAI FATTO PER DOVERTI ACCASCIARE, FUORI, A TERRA, AL 
GELO... 

KE HAI PRESO PORKODIO... ODIO KRISTO... PERKÉ 
VORREI KE TUTTI SAPESSERO KOSA PRENDONO E PERKÉ... 
NON DOVREBBE ESSERE UNA COMUNITÀ COSCIENTE, NON 
SIAMO QUELLI DAGLI OKKI APERTI??!??!?! OPPURE TRA UN PO' CI 
n RITROVEREMO ALLA RIAPERTURA DEL NUMBER!?!?! 

* ... non è una fiera dove scegli la caramella 0 il dolcet- 

£ to ke ti piace di più e lo ingoi col primo liquido ke hai 

' tra le mani... e poi ne trovi un altro... mh ke buono 

1 mdaxtcketaskassafoluefiorellinisuperstikazzi... 

•e io continuo a credere nelle potenzialità di queste mani- 

1 Gestazioni... 

\ -ma lo sporko, l'errore, i coglioni ci sono ovunque... 

1 corro e corriamo dei riski... ma se mi devo stronkare 

| voglio ke sia un incidente di p.e.r.c.o.r.s.o e non un sui- 

e ODIO!!!!!! 

| ■ ... TRISTEZZA... MA KE KAZZO!! NESSUNO HA AVUTO IL CORAG- 
8 GIO DI CONTINUARE A BALLARE... MA ALLA FINE MI SEMBRAVA 
l AL LIMITE DELL'ASSURDITÀ ANKE L'INFINITA PARANOIA: 
5 SOSTENIAMOCIINQUESTOMOMENTODIFFICILE... 

MA WAFFANCULO... C'È Kl KREPA, È BRUTTO DIRLO, E C'È ALLO 
STADIO, AL CONCERTO DI EROS RAMAZZOTTI, PER STRADA, AL 
NUMBER, IN CASA PROPRIA, SOTTO UN PONTE, SPARATO DA 
UNO SBIRRO 0 DA UN SOLDATO IN MISSIONE DI "PACE"... 
... SOLO KE A VOLTE TI VIEN DA PENSARE KE LE KOSE KE TI 
APPARTENGONO ABBIANO UN SENSO UN PO' PIÙ PARTICOLARE... 
E POI TI RENDI CONTO KE NON È COSÌ PER TUTTI... 
L'IMMUNITÀ È DECISAMENTE UN CONCETTO DEL CAZZO... 
, ANKE QUANDO È IMPLICITA NEI COMPORTAMENTI... 
! ... NON SI PUÒ ESSERE IMMUNI DAGLI INCIDENTI... SI POSSONO 
SOLO LIMITARE^ 



GUARDIAMOCI GUARDIAMOCI GUARDIAMOCI GUARDIAMOCI 
GUARDIAMOCI 



KRACKoi 



Dal newsgroup di Ordanomade > Euroteknival > capodanno Y2K 
Francia del Sud 

Subject: Y2K TEKNIVAL SUD FRANCIA 
Date: Thu, 6 Jan 2000 00:55:53 +0100 
Organization: 

Newsgroups: taz.ordanomade 

Ora so finalmente cos'è il teknival e ho capito cos'è realmente 
una TAZ. 

È stata la vera festa, un vero e proprio DELIRIO... gli amici, il 
macello, gli stessi ravers (il meglio), l'impianto, i palloncini, il 

viaggio, le Tribe, la musica, il capannone immenso, i TIR i 

bambini il meglio. 

Una festa così grande e così bella non l'avevo mai vista. Sono 
troppo contento 

Si aspetta la prossima festa in taly 
W i tulip 
the same face 



Dal newsgroup di Ordanomade > Euroteknival > capodanno 
1999/Y2K Francia del Sud 

Subject: Re: Y2K TEKNIVAL SUD FRANCIA 
Date: Thu, 06 Jan 2000 03:18:29 +0100 
Organization: 

Newsgroups: taz.ordanomade 



References: 1 



Bbella a tutti... 

noi siamo ripartiti da lì all'ora di pranzo del 4... 

tutto spento... tutto finito... 

in assoluto la festa-teknival-rave-teknoparty 

più bello... emozionante... totale... coinvolgente a cui sia mai 

stato... 

(scusate la povertà e la banalità degli epiteti ma 
non credo ce ne siano per descriverla) 

gli ultimi a spegnere il sound (un muro impressionante!!! circa 70 
« casse...), 

NO 

" ovviamente sono stati i Sound Conspiracy (accorpati per l'oc- 

£ casione ai Tomahawk e Desertstorm) 

' penultimi i Lego che erano insieme ad altre due tribe di cui 

£ adesso non ricordo i nomi... (neuroni appesantiti....) 

. c anche il loro sound veramente potente... 

e sotto alcuni punti di vista più dei Conspiracy.... 
1 

I > > È stata la vera festa,un vero e proprio DELIRIO... gli amici, il 
| macello, gli 

f > > stessi ravers (il meglio), V impianto, i palloncini, il viaggio, le 
Tribe, la 

§ > > musica, il capannone immenso, i TIR i bambi- 
ni il 

> > meglio. 

Sottoscrivo tutto.... 
e aggiungo.... 

la colonna di camion furgoni macchine moto bus che la sera 
del 30 si è messa in moto per raggiungere il posto.... 
mai vista una fila così lunga... migliaia di mezzi- 
atmosfera particolare... 
un mare di gente... 

le guardie hanno dichiarato circa 20.000 persone... 
ovviamente ce n'erano di meno... 
due strade provinciali chiuse al traffico... 



tutti presi bene- 
zero (o quasi) mostri.... 

Live Act da paura!!! Grandi Kaos e Simon... più altri che non 
conosco... 

e ovviamente Dep di Kernel Panik... 
che ha fatto raggiungere le punte massime di 
popolazione sotto le casse dei kamikaze... 
potrei continuare a lungo- 
unica nota stonata... le droghe... non all'altezza della 
situazione... porcoddio! 

> Mentre me ne andavo (il 2 pom.) ho visto una colonna di 
camionette della 

> gendarmerie che stava arrivando.. ..com'è finita? 

la simpatica "gendarmerie" è stata per tutto il teknival 
piazzata nel parcheggio accanto al posto.... 
ma solo l'ultimo giorno (il 4) si è messa a rompere un po' i 
coglioni identificando tutti quelli che uscivano tra cui noi e per- 
quisendo 
qualcuno... 

(per la cronaca: mezza pasticca sono 200 franchi di multa...) 
le ultime tribe stavano ancora dentro e non so quando ne sono 
uscite... 
m'informerò.... 

> > Una festa così grande e così bella non l'avevo mai vista, 
penso non ci sia mai stata... 

> > Ora so finalmente cos'è il teknival e ho capito cos'è realmen- 
te una TAZ. 

Aggiungo una vena di poesia al tutto... 
io invece so meglio cosa sono io!!!! 

bbella pettutti 
victim 



Dal newsgroup di Ordanomade > Natek party > Torino 26/02/2000 



Subject: natek party mini report 
Date: 28 Feb 2000 20:19:17 GMT 
Organization: 

Newsgroups: taz.ordanomade 

arrivo sabato sera che sarà stata mezza notte (avevo indicazioni 
sbagliate sia sul numero dell'info che sul punto di incontro) in 
piazza statuto avrebbe dovuto esserci il ritrovo, ma invece un 
cazzo di nessuno per fortuna tre pischelli mi indicano il fìyer sul 
so cestino della monnezza dice meeting point Corso Umbria, ci 
" vado... poca gente anche li... la festa è a moncalieri bella storia 
£ dove c'è stato il colossal bassbase. 

^ arrivo alla fabbrica già brulicante di macchine e persone porca 
£ troia ma non conosco nessuno, forse erano tutti torinesi, la 
. c musica non è ancora partita nonostante l'ora avanzata, arrivano 
e un po' di milanes, bolognes, qualcuno degli Animatele. 
^ all'entrata i soliti rompicazzo che non vogliono cacciare lo scudo 
I dicendo di non avere soldi (a me non me parevano poveri visto 
* i vestiti e le facce da cazzo che avevano) parte la musica molto 
E hard ma il volume è un pochino basso, faccio le mie storie e via 
5 che la festa parte. Al mattino il volume viene aumentato, (forse 
8 perchè suonava Pippo il paladino locale delle gocce acide tori- 
!=! nesi, per me potevano farlo schiodare anche i dj dei Natek che 

ci stavano dentro pure loro) alla luce sbanchetto con i dischi 

(GRAZIE A TUTTI COLORO CHE HANNO COMPRATO I DISCHI così 

facendo permettete alla nostra distribuzione di andare avanti e 

di essere sempre più presente alle feste). 

minchia volevo dire due cazzate ma mi sono lasciato prendere, 

comunque bella festa 

SUPPORT YOUR LOCAL SCENE 

SUPPORT UNDERGROUND TEKNO 

QIX QIREX 



Da Kanyar (www.imaginet.fr/kanyar) > Kernel Panik Party > 
Roma 05/02/00 

ore 23 (forse) 

grazie ad un essere bradipoforme i furgoni sono entrati in una 
fabbrica non del tutto abbandonata, una parte funzionava anco- 
ra, in particolare gli uffici erano attrezzati. 

qualche idiota a provato anche a entrarci dentro e questo ha 
fatto suonare un allarme che ha fatto intervenire la polizia che 
fino a quel momento era solo passata senza neanche fermarsi, 
dopo un'ora in pieno montaggio di scenografie e sound sono 
arrivati i metronotte che sono entrati da un altro cancello e 
hanno detto che stava arrivando la polizia, sono stati gentilmen- 
te allontanati e loro stessi hanno ceduto la catena con la quale 
chiudevano il secondo cancello. 

l'interno era piccolo, giusto nelle ore di punta si è creata un po' 
di calca, e non aveva punti da cui entrava la luce e così si è 
ballato sempre al buio; 

i nuovi striscioni e le immagini sparate sulla vela da n.t.s.c. (come 
al solito grandi!!!) chiudevano il dance floor strapieno di gente (più 
di 1000 persone) sorridente e contenta e spesso urlante. 

il sound ha fatto il suo dovere alla grande... un bel muro di 24 
casse che ha sparato tekno e d&b... ottimi tutti i djs compreso 
chi ha spezzato un po' il ritmo, al di là dei gusti 16 ore di cassa 
dritta non si reggono proprio!!! 

I Live Set anche questa volta hanno segnato il party... Dep ha 
spakkato e Victim dopo di lui ha continuato a fomentare e a far 
ballare tutti, (bellissimi i campioni vocali!!! a quando un live che 
duri più di 60 minuti?). 

nel primo pomeriggio di domenica un omino blu con manganel- 
lo e pistola è entrato nel capannone, dopo poche parole si è 



allontato raccomandandosi che nessuno provasse ancora a 
entrare negli uffici, e lasciando intendere che al di là degli uffici 
non c'erano altri problemi. 

pare che la festa sia stata bella e colorata (forse anche troppo... 
peccato per quella merda che c'era per terra...). 

oltre al toner per terra si segnalano in negativo quegli idioti che 
hanno provato a forzare gli uffici... andate a rubare o rompere 
vetrine da qualche altra parte e non dove c'è qualcuno che vi para 
il culo... tanto poi chi rimane fino alla fine è chi porta il sound e la 
g denuncia se la becca Kernel Panik o cmq chi organizza le feste!! 

altra cosa da notare è chi ha avuto la brillante idea di fare "K" 
con il pennarello per £1000 sulle mani della gente (la K era il 
'timbro" per chi era già entrato) una sola parola pezzenti!!!!!! 
a a a a a a a a nessuno è mai rimasto fuori ad una festa... chi 
non ha il classico e decisamente povero scudo (5000 lire) 
(manco le sigarette ci si comprano più) non è mai rimasto fuori, 

ci può essere pure chi non cell'ha sul serio Oo scudo) e non è 
mai stato cacciato magari si fanno un po' di storie ma poi tutti 
entrano. 

Con i soldi delle feste NON CI SVOLTA NESSUNO!! Viene tutto 
reinvestito per fare dei party sempre migliori. 

No business 

No cops 

No toner!! 

Kernel Panik 



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Dal newsgroup di Ordanomade > Kernel Panik Party > Roma 
05/02/00 

Molto precisamente giunto alle 6:30 in una festa allampanata 
dall'aspetto gradevolissmo. Grazie all'atac metro+bus ti permetto- 
no oggi di raggiungere il rave piacevolmente immerso nella zona 
Casale. Ovviamente appena entrato e trovata signorina scopro 
che la minestra con i quadrucci non è ancora finita. Pensa tu! 
addirittura quella coll'olio di semi di girasole. All'olandese come 
direbbero a Rotterdam. Tra il sale 0 non sale della questione 
noto molti pasticcari delusi (a Teknogramo, dice lui, non ha fatto 
quasi un cazzo...) e un po' alla volta tra le cortine del sottocassa 
una cifra di negri come non ne avevo mai visti prima ad un rave. 
Quando mi rallegro della numerosa presenza di extracomunitari 
tutto è compiuto. Dopo lo stupore del sole del mattino e la comu- 
nità di fichinculo in mezzo al fuoco. Meraviglia delle meraviglie. La 
gente si lava con l'acqua e sapone. D'accordo mi sono sporcato 
anch'io eppure... basta un po' di zozzo a mandarci in paranoia mi 
chiedo. Si d'accordo sarà quel cazzo che sarà sta roba. Rame? 
Vernice? Inchiostro? Comunque tranquillo c'è chi ci lavora da tren- 
t'anni e quotidianamente co' sta roba! Suvvia! Volare in aereo 
equivale ad esporsi costantemente ad un radiografia pari alla 
durata del viaggio. Anche i raggi X sono cancerogeni. Credete di 
esserere fatti di merdaccina che il nostro corpo non mandicchia a 
cagare l'assalto di una volta dell'ipertossica sostanza mah! LA TAZ 
SI FA IL BAGNO 0 cade in un bicchier d'acqua. Forse le vostre dro- 
ghe non erano buone mancava l'astrazione necessaria a spezzare 
definitivamente il basso reclamo dell'acqua e il sapone e la para- 
noia secondaria e di ritorno del cosa penserà la gente vedendomi 
così. Questo con il lisergico non succede, penserebbe Hofmann. 
Ma con le pasticche cattive e altri timidi annessi e connessi si! 
Replicherebbe l'ispettore. È proprio in casi come questi che il con- 
cetto di droga di stato si diffonde. Tanto più innocui e smarriti 
tanto più cedevoli alla paura del potere che richiama all'ordine. 
L'automatismo indotto del controllo viene alla luce in momenti 
come questi. LIBERIAMOCI sempre e comunque. Dal mio punto di 
vista molto vicino a quello di ALdous (bella!) le droghe, se così 



siamo costretti a chiamare i principi attivi e pentagonali dell'ottimo 
fungo della segale cornuta, non erano niente male. Ballammo e 
benedicemmo più volte la danza spazzolata da Dep e vincolata 
con un bel ritorno mattutino da Victim senza lesinare troppo sulla 
cassa dritta tanto pergoderla appieno quando torna! Ritorno ovvia- 
mente con l'atac e scene memorabili di incontri inquisitori. Sono 
sporco e allora? Faccio il biglietto ma i controllori mi dicono che 
oggi non si paga. Sporco ma ligio anche io che credete! Ultimo 
autobus due vecchietti di fronte l'imbarazzo della mia presenza al 
seguito della mia ragazza anche lei in nerissima evidenza, occhi 
come biglie di vetro luccicanti per entrambi, li porta a litigare tra 

0 loro come se non riuscissero a trattenere l'imbarazzo di una situa- 
re 

* zione che non sanno e non vogliono affrontare. Pare che lui non 
£ gradisca l'architettura di Roma e poi prima di scendere getta via il 

* cappotto per terra imprecando contro le maniche: "Porcaccio... non 
£ si sa mai quale è il dritto e il rovescio!" Già quale il dritto e quale 
. c il rovescio, chissà? 

1 "CHE OGNUNO FACCIA IL CAZZO CHE GLI PARE SEMPRE E 

| COMUNQUE" (Mt 3. 24) 

i Bella festa! W il Kernel! Abbasso i bieki blu! 
3 

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5 

§ Dal newsgroup di Ordanomade > Reclaim the Streets Carnrval > 
g Roma 07/03/2000 

Subject: Street parade a Roma 

Date: Wed, 08 Mar 2000 17:18:47 +0100 

Organization: 

Newsgroups: taz.ordanomade 

Ieri c'erano tutte le premesse per la storia più fica a Roma degli 
ultimi tempi, e in parte è stata così. 

Mi mancano dei pezzi, non riesco a ricomporre come sono andati i 
fatti... Mentre partiva la prima carica in fondo al corteo c'ero, in 
testa non si sapeva nulla... E la gente scappava impanicata. Sono 
stato travolto dalle persone e ho preso manganellate sulla schiena. 



Un macello, non credo che nessuno sia in grado di raccontare 
bene la storia. 

Ho sentito vibrazioni molto negative e ho visto amici attaccarsi 
tra di loro, ho visto una marea di pischelli deficienti e strafatti 
non rendersi conto di quello che facevano. 
Bruciare i cassonetti e demolire tutto non è in sé giusto o sba- 
gliato; se serve farlo è giusto farlo e va fatto. 
Ma proprio perché mi mancano dei pezzi della storia, posso dire 
solo quello che ho visto: solo cariche, niente scontri (anche se 
so che ci sono stati alla fine): ho visto bruciare cassonetti in 
mezzo alla Street parade, con le guardie lontane centinaia di 
metri... Solo per il gusto di sfogarsi. 

Molti pischelli per me ieri hanno agito senza cervello, in modo 
vigliacco e avventato, fomentati dalla possibilità di sfasciare 
tutto sentendosi il culo parato. Parato poi da chi non si sa, 
visto che la gente fondamentalmente scappava alle cariche 
senza opporre resistenza. Lì per lì avevo la sensazione che sta- 
vamo prendendo pizze da tutte le parti. 
Ho visto facce stranite, evidentemente c'è chi voleva festeggiare 
e chi si era organizzato diversamente. 

Se si è trattato di azioni pensate prima avrei voluto saperlo in 
anticipo, il clima non era assolutamente teso, almeno i presup- 
posti della storia non lo erano. 

Ci sono momenti e momenti: per divertirsi, per fare qualsiasi 
cosa, per dormire, per demolire tutto. 

lo sono assolutamente convinto della validità della Street para- 
de come disorganizzazione a libera partecipazione. 
Ma si tratta di disorganizzazione organizzata o almeno comu- 
nicante. Non puoi provocare uno scontro se poi non lo reggi 
e ti dai con la coda tra le gambe. La potenza dell'azione 
diretta è reale, ma ci vuole compattezza e consapevolezza. 
Ieri qualcuno a messo a repentaglio l'incolumità di centinaia 
di persone e questo non può andare. Molte persone sono 
deluse, altre ci hanno rimesso direttamente: si parla di 12 
denunce a piede libero. 

È una rosicata vedere un potenziale da paura che si trasforma 
in vandalismo sterile, insensato. Se ci fossero stati obiettivi pre- 



determinati la cosa sarebbe stata diversa, quantomeno ci si 
sarebbe attrezzati diversamente. 

A parte che credo proprio che prima di fare un'altra Street pas- 
serà del tempo... 

Mi dispiace, credo che quello che è successo poteva assumere 
altri connotati, ieri non doveva essere un workshop su come 
bruciare un cassonetto... Se lo fosse stato perchè era intenzione 
di tutti farlo, oggi sarei contento e fomentato. Posso capire che 
nel panico rovesci macchine, spacchi vetrine e motorini, ma ad 
esempio le piante di via dei Fori Imperiali buttate per terra in 
maniera inutile sono un segno preoccupante... 0 dovrei conside- 
ra rarle il frutto del genio tattico di qualche stratega della som- 
** mossa metropolitana? Rimane comunque il dato positivo di una 
£ storia che è nata bene, che scorreva fluida con facce prese 
5 benissimo, che non è riuscita ad autodifendersi. Il bordello ha 
colto impreparati quasi tutti, e questo non può accadere, perché 
devo sapere le intenzioni delle persone che ho vicino. Se scontri 
| devono essere dobbiamo essere uniti tutti, convinti di quello 
* che facciamo, preparati e attrezzati... Neanche mi frega un cazzo 



I 



s di prendere botte gratuitamente per aiutare quattro coglioni, 
ss La Street Parade di ieri rimane qualcosa di forte, ma non si pos- 



sono ripetere errori già commessi. 

Forse mi sbaglio di grosso, forse il panico è stato fatto perché 
bisognava fare le barricate e difendere la Street, forse era il 
momento giusto per demolire ogni cosa tutti insieme, sicura- 
mente mi sono perso parecchie situazioni, forse qualcuno era 
convinto di star facendo i veri riots, aveva la percezione chiara 
e netta di riprendersi le strade e la città. Ma per quello che ho 
visto e sentito non mi pare proprio. 

È inutile una Ferrari sotto al culo se alla prima curva vai dritto. 

Reclaim Reclaim... La storia non può finire ieri, non può finire 
male. 



Reclaim the streets 



Reclaim the money 

Reclaim the brain 

Involve yourself... It could be you 

FRNK 



Da Kanyar (www.imaginetfr/kanyar) > Reclaim the Streets 
Camival > Roma 07/03/2000 

ieri sera reclaim a roma, partenza da piazza Venezia, direzione 
(credo) esquilino, ritorno a piazza Venezia, parte ed è una Aga- 
ta, carri con musica, almeno quattro 0 cinque, potente quello di 
kernel, gli altri non saprei dire di quali strutture, un carro è a 
forma di casetta e dice che la casa la vogliamo tutti, un sacco 
di gente mascherata, notevoli due tipi vestiti da cesso con su 
scritto "reclaim the shir. a metà di via dei fori Imperiali, un po' 
prima del colosseo, sosta, dei compagni salgono su quella spe- 
cie di muraglione che confina con il parco di colle oppio e, 
vestiti in tuta bianca, aprono uno striscione su pinochet, accen- 
dono fumogeni e candele romane, lanciano dei fuochi artificiali, 
da paura! sui carri la musica pompa e ci sono anche luci, io ho 
seguito il corteo/streetparade fino a questo punto, poi, causa 
forza maggiore, me ne sono dovuto andare. 

ora leggo sui giornali che ci sono stati scontri all'altezza di 
porta maggiore e largo brancaccio, cioè poco dopo, la polizia ha 
caricato due volte, pare ci siano dodici fermati, "repubblica" ha 
la foto di sei celerini che prendono a calci in testa un tipo steso 
a terra che si ripara alla meglio, la gente in piazza ha bruciato 
cassonetti, sfasciato auto (foto di mercedes sfondata), bucato i 
vetri del forum per i pellegrini della volkswagen ai fori (scatola 
cemento acciaio in mezzo ai capitelli romani), pare semidistrutto 
una sede della banca di roma, "il messaggero" scrive: "fermato 
un messicano con tanto di sombrero, mentre una minnie ha il 
viso coperto di sangue", e bravi gli sbirri infami, su "repubblica" 



tre ragazzi feriti dicono che i celerini non picchiavano con i 
manganelli ma "con dei manici di zappa", forse erano i calci dei 
fucili che usano i carabinieri, impugnando il moschetto per la 
canna. 

ho appena messo giù il telefono, ho parlato con uno che la storia 
l'ha seguita fino in fondo: mi ha detto di una cifra di gente ferita; 
di polizia che pestava indiscriminatamente tutti quelli che incontra- 
va, anche signore che cercavano di riprendersi la macchina; di 
pischelli fatti di ketamina che cascavano per terra durante le cari- 
che; di altri pischelli fatti di speed che assalivano pure i compagni 
che cercavano di organizzare una linea di difesa dalle guardie. 

£ non ho parole. 

* spero che qualcuno che è rimasto fino alla fine racconti qualcosa, 
è io non ho altro da dire. 

baby lonbitch 



Dal Newsgroup di ecn (www.ecn.org) > Reclaim the Streets 
Carnival > Roma 07/03/2000 

Messaggio originale 

Data: venerdì 10 marzo 2000 1.49 

Oggetto: ma davvero qualcuno pensa che la Street parade così 
come è stata non è andata male? 

qualcosa ancora sulla Street parade, se confrontate le premesse 
dell'organizzazione e quello che poi è successo, la cosa sconfor- 
ta veramente e i ballerini che fanno i manifestini lasciano un'i- 
dea di infantile idiozia: in una posizione assolutamente minori- 
taria come è oggi quella dei centri sociali, delle lotte sociali 
serie, andare a sputtanare per il gusto del gesto, una possibilità 
di visibilità reale, è da idioti, c'era da poter far vedere e vivere 
almeno a carnevale (nel momento in cui per storia il mondo è 



0) 

E 

£ 

e 

£ 



o 



rovesciato) che oggi essere contro vuol dire soprattutto essere 
contro un tipo di dinamiche fa della violenza e del controllo 
della violenza le uniche forme di convivenza, c'era in ballo l'idea 
di una sensibilità sul serio differente: libertaria, anarchica, ludi- 
ca, quello che volete, quella che se intende dire che questo 
mondo andrebbe rovesciato, trova un modo un po' più fantasio- 
so che rovesciare un cassonetto, o no? 

i mea culpa vanno fatti, perché se in certi casi la rabbia può esse- 
re simbolica e avere un senso, davos Seattle per fare due esempi 
eclatanti, altre volte i simboli che contano sono diversi: è una 
lotta che va fatta su tutti i fronti questa: sociale politico culturale 
linguistico drammatico mentale..., ridurre il tutto ad uno solo di 
questi aspetti significa snaturare il conflitto e diminuirlo davvero 
ad una contrapposizione elementare lacrimogeni contro passamon- 
tagna, che a me francamente ha un po' annoiato se non altro. 

amate i vostri nemici 
Christian 



Dal newsgroup di Ordanomade > Tekno Mobil Squad + 
Animatele party > Milano 11/03/2000 

Subject: festa a Milano (mini REPORT) newsgroup ordanomade 

Date: 13 Mar 2000 11:53:22 GMT 

Organization: 

Newsgroups: taz.ordanomade 

finalmente le feste a milano rincominciano ad essere più frequen- 
ti, questa di sabato è stata buona, tekno mobil squad e animatele 
in una fabbrica attaccata alla tangenziale si sono dati da fare per 
spaccare il culo e dalla loro parte ci sono riusciti, peccato che 
dall'altra le casse non tenevano e buttavano la musica un po' 
troppo male, belli i live di Cristian e lucian al mattino (tra l'altro è 
appena uscito il TMS 3 spacca due tracce tribe convinte e potenti 
il top tra i loro tre Ip usciti fino ad ora, se lo volete basta chie- 



dercelo). buona l'atmosfera bella la gente (peccato che gli esage- 
rati poi rompono il cazzo ma tutto normale) 
ora mi fermo qui magari continuo dopo 
ciao qix 
QIREX 



Dal newsgroup di Ordanomade > Music Priority Party > Firenze 
11/03/2000 

Subject: MP PARTY Firenze 11-03-00 - Short Report 
** Date: Mon, 13 Mar 2000 20:10:59 +0100 
£ Organization: 

* Newsgroups: taz.ordanomade 
I 

. c Come era previsto, la locazione del rave era si all'Osmannoro 
1 ma non alla Zabban Valley/Fabbrica dei frutti canditi... bensì ad 

* un altro capannone poco dietro la stamperia di Roberto Cavalli 
I e di Modé. 

§ 

ss Situazione f.d.o buona almeno fino alle 5 quando siamo andati 
@ via - sono all'antica, a me piace ballare di notte =;) -, la festa 
§ sembra che sia andata liscia e non ci sono stati casini, un mio 
§ amico dice di essere stato fermato da degli agenti in borghese 
^ che prima con uno stocco di marocca almeno mezz'etto in 
mano gli hanno chiesto se voleva il fumo, a lui non gliene fre- 
gava una sega e ha tirato dritto salvo per essere immediata- 
mente preso per un braccio e giù la solita trafila, vuota le 
tasche, te ti fai le canne e bla bla bla... non so nemmeno se è 
vero perché considerato il degenero che c'era in quel posto 
andare a fermare uno a cui per di più non gliene fregava nulla 
di fumare è veramente strano =;), anyway... 

Arriviamo lì alle due ed il posto si trova molto facilmente, le 
indicazioni erano chiare ed il sound si sentiva con chiarezza a 
svariate centinaia di metri. Lo spettacolo iniziale è stato un 



filino sgomentante, nel senso che come siamo arrivati il dege- 
nero era già iniziato da un po'... gente con la faccia infilata 
nella terra, collassatissimi, io e i miei amici "Cazzo, ma son 
solo le due, occome fanno a essere già così di fori?!?!" 
comunque divertente =;). Si entrava da un buco nel muro, 
proprio vecchio stile, poi verso le quattro hanno aperto una 
porta e hanno tolto la cassa. 

All'interno una buona arena con fronte in rete mimetica, scanner 
colorati e strobo rossa attivata proprio nei momenti giusti. 

Genere hardtechno, talvolta dischi sharp techno pitchati a 45 
ma sempre in cassa cattiva... una menzione d'onore per l'im- 
pianto perché era veramente ben fatto! Sarà stato un 15 kw e 
dietro aveva un degenero di equalizzatori e compressori grafici 
da fare paura; ne veniva fuori un sound che, anche se non 
aveva di certo la potenza di uno da teknival comunque spakka- 
va di brutto e si sentiva benissimo ovunque. 

L'energia io la sentivo, la gente reagiva bene, e c'era una gran 
voglia di party a Firenze, dopo 5 mesi che mancavano i Music 
Priority. 

Meravigliose le tipine punx flashate con le catene di fuoco 
che hanno seriamente ipnotizzato la massa con le loro evolu- 
zioni, anche se in qualche momento manca poco che gli pren- 
devano fuoco i rasta, ma si sono riprese subito, son state 
brave si =;). 

L'unica nota stonata era un tipo fulminatissimo, proprio col 
cervello perso nei corn flakes, che ballando pogava selvaggia- 
mente andando addosso ad un monte di gente, e avrà retto 
per un paio d'ore buone, poi non sappiamo più che fine 
abbia fatto- 
Storia giusta, senza casini e ben fatta. 



Tra l'altro venendo via abbiamo beccato Athos e ci ha dato un 
flyer. A quanto pare MP saranno di nuovo attivi il 25-03 al 
Livello 57 a Bologna. 

Ardua scelta... vado a BO 0 dagli Acid Drops laggiù al nord =;)? 
Le mie precarie condizioni economiche mi sa che mi spingeran- 
no più verso BO, ma non si può mai dire... comunque sembra 
che la scena si stia risvegliando, speriamo che si mantegna il 
più pulita possibile! 

Keep it hard and keep your hypa! 

' Dal newsgroup di Ordanomade > Acid Drops Department party > 
£ Torino 25/03/2000 

1 Subject: torepodrop 

* Date: 27 Mar 2000 22:33:09 GMT 

I Organization: 

| Newsgroups: taz.ordanomade 

e 

@ Una bella fiesta veramente, forse una delle poche volte che Fim- 
8 pianto era come da descrizione (ìókwspaccaculo) e non abbaiate di 
g potenza fasulle, i diggei bravi tutti, purtroppo non li conosco di 
persona quindi non posso dire questo piuttosto che quello, la 
gente ballava presa bene, forse un tipo diverso di pubblico rispetto 
magari a quello milanese 0 bolognese più abbestia (non è di sicuro 
un difetto) nessuno scazzo almeno fino a che sono rimasto io. 
Devo ammetere che era la prima festa degli Acidi Torinesi che 
ho fatto, anche se ne ho sempre sentito parlare bene da tutti, 
mi è dispiaciuto andarmene prima che suanasse la Betty (sicura- 
mente avrà spaccato come gli altri) mi picerebbe sentirvi anche 
fuori da Torino magari ammilano. 
Massimo rispetto 
SUPPORT TORINO MOVEMENT 
SUPPORT ITALIAN MOVEMENT 



SUPPORT GLOBAL UNDERGROUND TEKNO MOVEMENT 

ps grazie a tutti quelli che hanno comprato i dischi da noi al 

mattino, in questo modo permettete alla nostra distribuzione di 

sopravvivere e di essere sempre più presente alle feste 

SUPPORT QIREX DISTRIBUTION 

Q I X 



Dal newsgroup di Ordanomade > Acid Drops Department party > 
25/03/2000 

Subject: Re: torepodrop; acid drops 25-3 
Date: Tue, 28 Mar 2000 12:35:45 +0200 
Organization: be free 
Newsgroups: taz.ordanomade 
References: 1 

cazzo, una festa fantastica, altro che cazzi, tutto ha spaccato, 
tutto era perfetto. 

parte il sound, i dj's ecc., spenderei due parole sulla scenogra- 
fia, che veramente mi ha esaltato... non per far polemica, ma 
cazzo, fare un party non vuol dire solo accendere una strobo 
del cazzo in un angolo, mettere su un ampli e un paio di cas- 
settine... a torino questo weekend c'erano colori fantastici, scul- 
ture, allestimenti..., e sopratutto... cazzzzzzzzoooooo una cassa 
che c'è l'ho ancora tutta dentrooooo!!!! 16 kw pieni, 
hanno suonato, se non ricordo male, in sequenza: Simone, pippo, 
davich, ultracore+davich (fantastico), alienstek, betty, pippo ancora 
e Simone again. mi manca solo un nome di uno che ha spaccato... 
ma non lo conoscevo, credo di non aver dimenticato nessun altro... 
altrimenti, perdono... 

aspettiamo ora kernel da roma, per un'incontro che potrebbe 
fare storia, invitiamo ovviamente tutti i romani a fare un giro 
con il kernel qui al nord, per un party che veramente veramente 
potrebbe diventare epico: kernel + acid's più incontri e dialoghi! 



sbattimento per il ritorno, con anche lo sciopero dei treni (che 
secondo me ha tagliato le gambe a molti che sarebbero potuto 
arrivare da bologna ecc.) 

unica sola nota di lamento, la solita ressa all'entrata per chi 
non voleva pagare lo scudo canonico... qualche volta si scende 
nel ridicolo. 



Dal newsgroup di Ordanomade > Plastik VI > Roma 25/03/2000 

Subject: PLSTK report 

Date: Sun, 26 Mar 2000 04:09:06 +0200 

£ Organization: x 

* Newsgroups: taz.ordanomade 
I 



1 



PLSTK6: SPZK 4 
1 kerneL o 

| 'AphexTwin.'SQUAREPUSHER. (old 

I sKooO'ArmanL'Publicnrj.e altre 
« vecchiesonorità capitoline. 

€ peccato il SOUND, non reggeva tanta KATTIVERYA. 
| bELLA x i pelatini....;x).... so* quelliche si sono divertiti di +(...fa 
piacere vedere ancora qualche onesto Ko$t3Utt03&)- 
TeKno4eVeR.voL 



1 

e 



scusate il ritardo non m'a ri pj av 0 



Dal newsgroup di Ordanomade > Llquld Party > Roma 01/04/2000 

Subject: LIQUID. SEQUESTRATO IMPIANTO. 
Date: Sun, 2 Apr 2000 21:24:50 +0200 
Organization: 

Newsgroups: taz.ordanomade 

Siamo arrivati sul posto in via delle Monachelle intorno alle 11. Il 



cancello era chiuso da una catena. Abbiamo impiegato un quarto 
d'ora per aprirlo. Siamo entrati dentro col furgone e gli altri mezzi; 
non abbiamo avuto neanche il tempo di scaricare qualcosa che gli 
uomini della "Benemerita" circa una ventina, tutti in tenuta mime- 
tica, muniti di manganelli e bastoni di legno ci hanno circondati 
sbucando dappertutto. Erano incazzati neri, hanno perquisito tutti 
noi e i mezzi. Ci hanno fatto spegnere i cellulari. Uno di "loro" ha 
preso un cellulare che squillava e rispondendo ha invitato la per- 
sona che chiamava a venire là alla festa. Dopo circa un'ora ci 
hanno portato alla caserma di Pomezia anche con i nostri mezzi. 
Li è iniziato una nuova trafila di perquisizioni che hanno portato al 
ritrovamento di log. di erba e di i5g. di fumo. Intanto arrivavano 
altri ragazzi fermati sul posto della festa che erano stati trovati in 
possesso di droghe varie. A un ragazzino minorenne l'hanno gon- 
fiato. BASTARDI. Siamo stati denunciati per violazione di domicilio 
e occupazione abusiva con violenza sulle cose. Impianto, genera- 
tori, dischi sono stati sequestrati assieme ad un furgone. Ci hanno 
detto che nella zona di Pomezia non si deve più fare niente altri- 
menti la prossima volta non si comporteranno così bene. 

Questo è tutto. 

X K. P. Sulla scrivania del Maresciallo c'era il biglietto della 
festa del 25/03 con il numero della infoline e l'indirizzo su Kyuzz. 
Quindi "OCCHIO" a tutti. 



Dal newsgroup di Ordanomade > Acid Panik Kernel Drops 
TeknoGatherìng > Torino 22/04/2000 

INVITO PARTECIPAZIONE MASSIVA 

ACID KERNEL DROP PANIK KERNEL ACID DROP PANIK DROP ACID 
KERNEL PANIK 

1. Perché dopo 6 anni di azione diretta nelle zone morte della 



metropoli unica, è tempo che Roma e Torino, le prime realtà italia- 
ne a spargere le loro spore di disordine libertario, si uniscano stra- 
volgendo l'ordine della polis come città stato - nazione politica; 

2. perchè la rappresentanza delle due scene storiche, nelle loro 
continue mutazioni attraverso gli anni, si fonderà in una macchi- 
na da guerra o virus mutogeno in errante distruzione; 

3. perché il virus mutogeno sarà una psicopatia che attecchirà 
nelle menti di tutti i ravers con la responsabilità/piacere di illu- 
strare scenari di devastazione possibile alla nuova scuola; 

4. perché da questo party di massa nasceranno i nuovi figli del 
rumore in un'asse teknosowersiva nazionale che attraverserà ed 
innerverà le singole scene di Firenze > Bologna >, Milano, con un 
occhio speciale per il sud italia in lento ma creativo risveglio; 

5. perché la corporazione e il contatto favoriranno la defini- 
zione delle nuove strategie avanguardistiche sul fronte liberta- 
rio, attraverso un'innovato respiro tra psicogeografia metropo- 
litana, erotizzazione dei cervelli, risveglio dei corpi e techno- 
logia sovvertita; 

6. perché celebrare il nostro essere vivi e postumani oltre i con- 
fini della civiltà non può che rappresentare l'ultimo canto di 
guerra e la prima danza di amore; 

ROMA E TORINO SI TROVERANNO INSIEME A SCATENARE LISER- 
GIE DEL RUMORE. 

EVOCANDO LO SPIRITO DEL CEMENTO DAL 22 APRILE FINO ALLA 
FINE DEL MONDO. 

L'IRRESISTIBILE PIACERE DEL SENTIRSI OLTRE LO SPAZIO E IL 
TEMPO, DOVE L'ASSENZA DI LEGGI COME FORMA DI 
AUTO(A)NOMIA DESCRIVERÀ IL NOSTRO HUMUS LIBERO RISOR- 
GENDO ANCORA ANCORA E ANCORA, COME IL PRIMO GIORNO 
DELLA FINE. 



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IL DANCE FLOOR RACCONTERÀ LA STORIA DELLE NOSTRE VITE 
IN UNA MENTE UNICA ILLUMINATA DISSOLVENTE IN UN BATTITO- 
MOVIMENTO-SGUARDO-SORRISO: 

FERMATE LÌ IL VOSTRO PENSIERO PERCHÉ IN QUEI FLUSSI RISIE- 
DONO LE 

RISPOSTE ALLE VOSTRE DOMANDE ESISTENZIALI. LA VOSTRA ENER- 
GIA NERVOSA 

DOVRÀ APPLICARE QUEST'IMMAGINE EMOTIVA NEL QUOTIDIANO, 
STRAVOLGENDOLO COMPLETAMENTE< 

NO A JUNKIES, PUSHER ASSASSINI, NICHILISTI DELLA DOMENICA, 
SFRUTTATORI DELLE FESTE, SCIACALLI. PATITI DELL'ESTREMO 
ALLA RICERCA DELL'ULTIMA EMOZIONE, SESSISTI/OMOFOBI, IDEO- 
LOGI DI OGNI GENERE, GIORNALISTI E GUARDIE. SI AD OGNI 
SPIRITO LIBERO CHE FACCIA DEL DONO IL PIACERE DEL COIN- 
VOLGIMENTO. 

Dedicato a coloro che muovono corpi e pensieri in cospirazione 
Attraverso il potere dell'abbandono - vivendo negli squilibri 
come Ortiche nate dal cemento. 

"we who are oppressed/love those who fight/against oppression 
and the Oppressor/brothers and sister" 
Beroshima/front 242 -unplugged-acidorange 

Children>of>the>noise>age 



Dal newsgroup di Ordanomade > Acid Panik Kernel Drops 
TeknoGathering > Tonno 22/04/2000 

Subject: Torino Acid Panik Kernel Drops 
Date: Mon, 24 Apr 2000 23:23:23 GMT 
Organization: 

Newsgroups: ordanomade 



Considero Torino una delle città più coinvolgenti nel mio immedia- 
to presente. Tra l'ortodossia dei movimenti anarchici insurrezionali 
e il potere targato Rat si nasconde il lato oscuro di una forza tri- 
gonometrica in cui angoli occulti di cemento in rivolta urlano i loro 
canti di vita. Torino: un terzo Roma per la sua urbanistica "squa- 
red", un terzo Parigi per i suoi viali enormi, un terzo Londra per i 
suoi venti esoterici. In queste intersezioni di colori ignoti si apre a 
ventaglio la sua storia macabra, fatta di sangue e lavoro, fatta di 
scuole e fabbriche l'una davanti all'altra come riformatori e carceri 
consequenziali. La barbarie è dietro l'angolo. La barbarie è dentro 
l'angolo. La polis Torino nasconde nel cuore del suo dogma poli- 
g tico le extrasistole dell'ethnos-eresia. Batitti impazziti. Battiti fuori 

* tempo/fuori spazio. Batitti di un unico cuore digitale ibridato della 
£ sua nuova natura: cemento armato in rivolta. La stessa materia di 

* strutture industriali abbandonate che in un anno, per tutto il terri- 
è torio torinese, sono state rase al suolo. Faccio un giro per queste 
. c lande sperdute prima di arrivare al party. Mi si spiega che il gran- 
1 de capitale torinese insieme alle istituzioni stanno facendo tabula 
^ rasa delle aree dismesse. Spontanea è la mia riflessione, azione 

I repressiva diretta alla radice nella viabilità dei flussi economici 
S nella città. I non luoghi di archeologia industriale non producono 
e capitale quindi vanno distrutti o sussunti in una ricapitalizzazione 
§ che sia culturale-economica dominante (vedi i progetti di banaliz- 
| zazione riabilitazione industriale da parte delle giunte di sinistra - 
g in questo caso mi riferisco a Roma; vedi le ristrutturazioni della 
Rat nello specifico mi riferisco all'area usata per il primo 
Psylocyborg a Torino ora concessionaria Rat once again). In questo 
processo economico e culturale, le forze della repressione si uni- 
scono per tagliare alla radice, appunto, i luoghi di espressione 
libertaria della nostra cultura-contro o cultura-oltre. In un solo 
anno sono state buttate giù 5 aree come quella che abbiamo vis- 
suto e fatto nostra per 3 giorni. Lo stesso disinteresse della Digos 
è funzionale ad una banale riflessione dedicata ai raves come 
morte del movimento insurrezionale quindi l'atteggiamento da 
parte dell'ordine pubblico è di un laisser faire con una risoluzione 
alla radice, lo sterminio dell'archeologia industriale. Ma daltronde 
è questa la forza di una strategia nomade dedicata alla polluzione 



di disordine: la possibilità di esprimere linguaggi-territorio libertari 
che siano invisibili alla mappa simbolica o monitoraggio da parte 
del controllo delle varie forme di potere. 

Anyway 

2.30 di notte. Entro nella propsettiva della Torino invisibile. La 
Torino che si attraversa e si lascia attraversare. La Fiat ha partori- 
to un altro mostro gigalitico ora humus del germe teknoliberta- 
rio. Il ventre bollente e ghiacciato di una balena che cresce 
embrioni come in un necronomicon possibile di Giger. La prima 
porspettiva infinita è ad angolo e veicola lo stormo di freaks 
direttamente nel cortile appena dietro la prima struttura ove 
risiede il dance floor; come se si fosse spinti a trasformarsi 
immediatamente in energia elettrica e suono passando per i fina- 
li e casse invece di entrare nella enorme cattedrale dalla porta 
principale. Vàrco la soglia, mi perdo immediatamente in un primo 
taglio prospettico sull'impossibiltà di definire le dimensioni. 
Cerco di respirare l'esperienza acustica per capire se il suono 
riesce ad investirmi da quella lontananza e sento i pori aprirsi al 
respiro maniacale dei bassi. 24mila watts montate bene in un 
romantico muro come se ne vedono poche volte. Immediata è 
l'attrazione verso la massa. Prime 4 ore di saluti in giro ed è già 
alba. Ancora non ho ballato né mi sono calato ma sento un'ener- 
gia disembodied, prodotta da parte del mio corpo già connessa 
alla mente unica della festa. Mentre parlo con tutte le persone 
sconosciute, conosciute e ri-conosciute, mi faccio attraversare dal 
piacere dell'abbandono. Attraverso persone-emozioni-vite in 
modalità fast forward. Mi ritrovo a guardarmi attraverso migliaia 
di occhi in un flusso dinamico. Una tempesta di "emotional engi- 
nes". Tra me e me penso che ce ne sarebbe dovuto essere alme- 
no il doppio ma sento che la gente è equilibrata e sta bene 
quindi me ne frego del numero e sopratutto delle prime e varie 
tensioni negative che mi passano addosso vedi un feeling inizia- 
le negativo con un mio amico, le macchine sfondate dalla mise- 
rabile umanità e la consapevolezza che girano pasticche di 
merda, e che la gente si sente male. La battuta dà il tempo alla 



sequenzialità dei frames che si svelano al mio sguardo obliquo. 
Taglio bauhaus. L'immagine nell'immagine. La percezione del mio 
occhio si muove continuamente su uno split micro/macroscopico. 
Il colore è dato dall'infinità di striscioni installati nelle due pareti 
contrapposte del posto. Gli stessi striscioni sono animati, steli di 
rosette icono-grafiche che reintepretano simboli (quali il cerchio e 
la saetta o vecchio marchio punk nichilista nei primi Novanta 
simbolo rinnovato di occupazione ed autogestione) e mitragliano 
segni (quali il tema della spirale come pattern grafico di misura- 
zione del kaos) raccontando storie acide in linguaggi visuali. Il 
loro posizionamento in un lavoro di luci definisce e sfaccetta il 
g dancefloor in forma policroma, tanto quanto la molteplicità infini- 

* ta di questa massa atomica (in)-dividuale. È giorno e il mio 
£ cuore batte intesamente, sempre appena oltre la battuta del 

* suono scelto dal dj del momento. Per questo la mia danza è 

£ mentale più che fisica. Mi arricchisco incredibilmente di tutte le 
. c persone che ho sentito indecise prima di venire. Ora le ritrovo li 
i con un sorriso a 64 denti, libere di lasciar volare il loro sentire 
& un'intesità di vita spesso aberrata dalla reitarazione di un quoti- 
g diano difficile per tutti (il quale spesso rischia di rendere sterili 
J rapporti nati e sviluppati su un livello profondamente qualitati- 
€ vo). Questo è il non tempo libero, questo è il non spazio dei 
§ desideri resi realtà. L'indicatore dell'andamento della festa è l'e- 
§ sperienza sonora. Il mixing, acidkernel si rispecchia nel suono 
g sempre perfettamente miscelato e senza mai nessun problema 
interno in consolle (sappiamo tutti quanto sia motivo di scazzi 
ed insensate egemonie. La gestione è stata cool; anche all'appa- 
rizione dal nulla di un Tomahowk in consolle che non è stato 
sgozzato e, aggiungo che il suo set down beat lento e spezzato 
mi è piaciuto molto). Un approccio cristallino ai controlli che 
mostra come ormai il cuttin edge della festa si sia spinto talmen- 
te avanti da irrompere nello scenario esistenziale di tutti sedi- 
mentando il suo DNA libertario all'interno delle arterie che 
coagulano i co-dividui nel party. Mercurio, acciaio è il liquido che 
mi scorre nelle vene. Lo stesso colore di un cielo in transizione. 
Alba 0 tramonto; il grigio crepuscolare rende fluorescente e mor- 
bida la struttura. La mia pelle bianca/le mie mani nere. 



L'architettura industriale sono io, decostruita, deorganizzata nel 
suo corpo organico del lavoro salariato, di vite distrutte da ricatti 
economici tra speculatori e vite perse, tra patronato ed elemosi- 
na per la sopravvivenza, aggressori e vittime di uno straziante 
ricatto economico durato 3 secoli. Ora lo spazio e il tempo sono 
desimbolizzati e il rifiuto di un modello economico sociale mor- 
tuario si fa sempre di più danza di corpi e menti. La tempesta 
teknolibertaria sagoma ogni angolo rendendolo attraversabile e i 
ravers sono esplosi dappertutto, esploratori dell'impossibile, 
sabotatori erotici di un corpo trans-organico multisessuato. 
L'impatto sonoro non si muove in verticale ma in orizzontale, è 
kaotico e si espande con la velocità di una battuta mantenuta 
sempre intorno ai 180. Per la prima volta dopo parecchio tempo 
mi ritrovo a far viaggiare i pensieri in un 4/4 non scontato. 

Sabato sera domenica mattina domenica pomeriggio. Non so 
che ore sono, non so dove sono, non me ne frega un cazzo di 
saperlo. Voglio dare il più possibile ad ogni persona che incon- 
tro perchè mi sento ricambiato in progress. Il processo comuni- 
cativo è elicoidale e la corrente elettrica sottocutanea esplode 
da ogni poro in una detonazione a raggiera. 

T Esploro/mi perdo/mi arrampico/ mi_ insinuo/gioisca ^ la luce di 
"'una furia impazzita Tche 'mfsplnge oitre le mie stesse forze. Ho 
rotto ogni catena e il reale non mi interessa più. Non mi ha mai 
interessato e sono sempre stato costretto a subirlo. Rido rincor- 
rendo i miei pensieri in libertà ed ogni sguardo è una fonte 
nuova in cui dissetarmi di consapevolezza. 

Seguendo una serie di coordinate spontanee mi ritrovo insieme 
alle persone care della festa, in quel che si configura come un 
giardino di cemento bianco. Regna un silenzio alieno. Ci sediamo 
sotto un albero dai fiori enormi viola. La comunicazione si svilup- 
pa prettamente su un piano di reciprocità empatica fatta di 
occhiate intuizioni e sorrisi. Quell'angolo rappresenta l'equilibrio 
nell'evocazione di digit-caos. Le energie personali entrano in una 
dimensione collettiva diretta esattamente verso un punto specifi- 



co: lo spazio del non luogo. Arredamenti interni di giardino giap- 
ponese per esterno devastato come in una rappresentazione di 
geometria frattale basata su estetica minimale olografica bianca- 
grigia-viola. Sono le esatte coordinate cerebrali per assumere 
ketamina facendo esplodere l'abilitazione energetica mentale 
espandendola su una velocizzazione dissociativa. Lo spirito del 
cemento ci invasa completamente. La telepatia mono/eterodiretta 
attraversa, nell'arco di pochi minuti, il piano del dialogo. Una 
volta dentro/fuori, l'estetica del vuoto si fa dolce allucinazione 
acustica, aprendo di netto immagini di rivelazione. Autogestione e 
trascendenza sono i due valori cardine che si intereccano nell'e- 
g sterno fattosi interno e nell'interno comune esteriorizzato. Dove 
* sono i confini? Perché avere confini? L'estetica del vuoto si fa sub- 
£ lime mindscape interattivo. La danza del divenire è vento compo- 
ni sto di matematica binaria; la stessa che intreccia i pattems del 
■£ doppio tracker mixato da J-Dep nel suo wall of sound-live set. 
•e Siamo energia incondizionata senza attrito che vola libera oltre 
e ogni costrizione socio-culturale. Siamo qui e ora. Ci percepiamo 
& sentendoci uno/infinito. Completamente rapito da sindrome di feli- 
I cità, vengo richiamato dall'esperienza di chi mi sta sulla destra. 
J La sento particolarmente ricca e intensa. Entro dentro le sue rive- 
E (azioni postumane. È il figlio del rumore che risorge in lui, oltre 
§ lui. Controllo e consapevolezza per liberare l'energia nervosa 
8 facendola esplodere di luce. È troppo forte ed impossessato per 
g lasciarsi possedere dalle maglie del controllo sociale. È troppo 
^ libero per pensare di piegarsi al vissuto sterile e annichilente di 
una vita ritmata sui rapporti di produzione che lui stesso ha cal- 
pestato miliardi di volte ballando sulla società del lavoro, sulla 
società civile. Nel momento topico dell'esperienza appare una 
figura non troppo alta, goffa, capelli lunghi sporchi, un pizzetto 
lungo. Si infila repentinamente tra i rami dell'albero dai fiori viola 
e chiude il cerchio amplificando la potenza del momento. Lo 
accettiamo come se lo avessimo evocato noi stessi. Risucchiati 
dal fluttuare della self-trascen/dance riapriamo gli occhi per ritro- 
varlo all'interno di una sua ritualità specifica che lo spinge ad 
accovacciarsi tra i rami, alla radice dell'albero, per mettersi in ver- 
ticale e rimanerci un tempo momentaneo o infinito. Noi sentiamo 



la ricchezza di ciò che sta facendo, esprimendo con le sue forme 
ciò che noi stessi stiamo vivendo. Il pensiero più spontaneo e 
immediato di tutti è la resurrezione. Un Cristo sporco e malanda- 
to. Un Cristo fluttuante e sovversivo. Un Cristo che calpesta i valo- 
ri cattolici cristiani proprio nel giorno della sua stessa resurrezio- 
ne. Un Cristo che abbandona le sue chiese che l'umanità malata 
di potere ha costruito sul simbolo della croce rendendola religio- 
ne antiumana di morte sopraffazione e sterminio, autorità, maso- 
chismo e dominio. Un Cristo che appare per esprimersi lì dove i 
valori di quella teologia sociale libertaria trasformano l'odio per 
l'umanità da parte degli equilibri di potere eclesiastici-clericali, in 
forme di ultra-amore nella trasformazione dell'esistente. È il Cristo 
blasfemo e iconoclasta che bestemmia liberazione ad essere con 
noi, in una forma che abbatte liturgie e arriva follemente, dove gli 
angeli stessi non osano volare. 

Ci alziamo tutti insieme volando a 5 metri da terra per lo spes- 
sore del momento. Rientro nel calore del dance floor trasportato 
dalle vibrazioni dei bassi. Provo a ricercare cristo in giro con la 
coda dell'occhio con la consapevolezza che non lo troverò in 
quanto frutto di vere allucinazioni. Disordine, indisciplina e sorri- 
si solari governano l'immagine del momento. Il derma necrotico 
e sonnolento della città domenicale/pasquale è stato lacerato da 
una nuova e sensuale cicatrice tekno-logica. La transizione. 
Un'enorme vagina di cemento ha generato un nuovo frutto di 
consapevolezza e liberazione. Ora che abbiamo mangiato tutti 
parte delle sue membra rigenerandoci in esso, dobbiamo permet- 
tergli di rivivere in noi sedimentando l'esperienza e accrescendo- 
la in un'azione innovata - riabilitata nelle sue forme comunicati- 
ve del conflitto socioculturale altrimenti rischia di perdere il suo 
valore dinamico rimanendo ricordo di una bella festa. Sono le 
onde del presente che dobbiamo surfare per spingerci sempre 
oltre senza fermarsi mai 0 lo spazio di vita libera sarà mummifi- 
cato nel tempo dei un passato così vicino, così lontano. 

Ultima considerazione. È fondamentale rivendicare un'autonomia 
della scena italiana, non per futile campanilismo, sarei sin trop- 



po banale a scriverlo, quanto per lavorare ed esprimere autono- 
mamente le nostre forme espressive senza essere dei derivati 
da un modello di festa in realtà arrivato già esaurito in Italia 
specialmente nel momento in cui la stessa, nelle città portanti 
del movimento tekno illegale, ha mostrato la sua storia fatta di 
occupazione e sovversione digitale senza bisogno di importare 
modelli di conflitto da contesti spaziotemporalmente lontani. 
L'infinita differenza porta la ricchezza della complessità nel rap- 
porto xenofilo di contatto e scambio con l'alterità. L'uguaglianza 
porta al dominio e alla sottomissione. 
Cresciamo e moltiplichiamoci. 

Baci profondi ad ogni persona che mi ha attraversato. Spero di 
aver donato qualcosa ad ognuno di loro. Nice one. 

Children>Of>The>Noise>Age 

"... Or tutto intorno 
una mina involve, 

dove tu siedi, o fior gentile, e quasi 
i danni altrui commiserando, al cielo 
di dolcissimo odor mandi un profumo, 
che il deserto consola 

(...) 

E tu, lenta ginestra, 

che di selve odorate 

queste campagne dispogliate adorni, 

anche tu presto alla crudel possanza 

soccomberai del sotterraneo foco, 

che ritornando al loco 

già noto, stenderà l'avaro lembo 

su tue molli foreste. E piegherai 

sotto il fascio mortai non renitente 

il tuo capo innocente...". 



Dal newsgroup di Ordanomade > Acid Panik Kernel Drops 
TeknoGatherìng > Torino 22/04/2000 

Subject: torino Acid Panik Kernel Drops 
Date: Mon, 24 Apr 2000 10:58:45 GMT 
Organization: 

Newsgroups: taz.ordanomade 

Dopo mesi di latitanza dal NG eccomi qui per dire poche cose su 
Torino (al momento ancora in corso). Festa fantastica e atmosfèra 
incredibile. Fin dall'inizio, ingresso in un capannone come solo a 
Torino ne ho visti (grazie alla Fiat e a quelli che si sono sbattuti 
per trovare un posto dove suonare con 24K senza che nessuno 
venisse a lamentarsi), un mare di persone che in gran parte non si 
erano mai conosciute che collaborano per montare tutto, emozione 
forte neirimmaginare cosa sarebbe diventato quel capannone al 
termine degli sbattimenti, torinesi-romani-milanesi che montano la 
console con precisione millimetrica, ore di lavoro che ha dato i 
suoi frutti. L'impianto era meravigliosamente potente, gli allesti- 
menti e le luci in vero stile AD arricchito da quello che non cono- 
scevo e ora so essere lo stile KP. E poi la musica. Non avevo mai 
visto i Kernel e le mie varie esperienze di live set erano sempre 
state deludentissime, trovavo la musica banale e ripetitiva, priva di 
capacità di stupire ed emozionare. Ma ora che ho visto e sentito 
Beppe mixare due pc con instant tracker... Gli altri live set mi faran- 
no ancora più schifo. Bravi anche ai piatti, e poi mi sembra inutile 
dire che gli Acid Drops hanno spaccato pure loro, come al solito. E 
anche la gente sorridente e contenta, e a parte due testedicazzo 
(di cui una che purtroppo è sempre presente ai party AD e il 23 
novembre aveva avuto la bella idea di staccare un cavo dal mixer 
mentre suonava Davich) hanno ballato e si sono divertiti tutti. Mi 
dispiace di avere avuto un crollo sabato alle 6 del pomeriggio e di 
essere andato via salutando pochissime persone; quando alle 11 di 
oggi ho telefonato e sentito la musica ancora a manetta mi è 
venuta la forte tentazione di rifare la strada per Torino. Insomma, 
gran bella festa, difficile da raccontare a chi non c'era. Saluto i 
romani che ho conosciuto, soprattutto quelli che già conoscevo per 



averli letti qui e ai quali finalmente ho dato un volto. 
A quando il prossimo incontro? 



Dal newsgroup di Ordanomade > Acid Panik Kernel Drops 
TeknoGatherìng > Torino 22/04/2000 

Subject: Acid Panik -expirience- Kernel Drops 
Date: Tue, 25 Apr 2000 20:14:35 +0200 
Organization: 

Newsgroups: taz.ordanomade 
References: 1 , 2 

Dovevamo andare in treno, ma alla fine, coraggiosamente abbia- 
mo scelto la macchina. La solita Panda, che ora, si trovava ad 
affrontare il suo più lungo tragitto, e noi con essa. 
Detesto guidare, 0 più che altro, detesto l'ansia del pensiero di 
mettermi in macchina e guidare. La mia compagna avrebbe gui- 
dato all'andata e forse io al ritorno. 

Padova-Bergamo, prima tappa. Sono solo le 19 e ripartiamo con 
aggiunti due componenti al gruppo. 

Torino. Raccogliamo altri cinque componenti, mai visti prima, in 
piena festa. Anche loro sono a conoscenza di quello che io 
sospetto sia uno dei maggiori raduni a cui abbia mai partecipa- 
to. Le maggiori (0 quelle che, nel mio repertorio immaginario, 
alimentate dalle infos di questo ng, sono le più conosciute) 
scene tekno italiane si incontrano, si uniscono e si inglobano 
in una totalità che solo la tekno riesce a conferire alle cose che 
investe, che avvolge, altera e deforma. ì.ooam. Al cimitero arri- 
viamo adesso con due Pande, ma l'altra invece di seguire la 
carovana di sei macchine che stava partendo in quell'istante, 
decide di fermarsi a chiedere la strada al tipo. Come mi fanno 
incazzare queste coseee!!! 

Iniziamo la ricerca, con le infos acquisite. Regolare, ci perdiamo al 
primo incrocio... ma alla fine, quasi un'ora dopo, lo becchiamo. 
Vedere le altre macchine, la gente di fronte all'entrata, mi provo- 



ca un brivido di felicità che solo in quei momenti ed in pochi 
altri mi capita di sentire. 

Velocemente parcheggiamo le macchine... una smania quasi anfe- 
taminica, fa schizzarci in mezzo agli altri. E così mi rimmergo in 
un mondo, che quanto più mi sembra fantastico e lontano dal 
mio quotidiano, tanto in esso mi sento partecipe, ed esso in me. 
Ho la duplice sensazione di trovarmi a mille chilometri di distan- 
za da dove sono nato (poiché è così), ma in un posto dove 
sono sempre stato, vissuto e cresciuto. È più di un anno che 
cerco di partecipare sempre più attivamente ai party, e quando 
intendo partecipare, intendo cercare di radunare gente e denari 
per arrivarci e "viverlo". Non sono mai riuscito ad arrivare ad un 
party prima delle due di notte (a To infatti sono arrivato in anti- 
cipo), nessuno dei miei vuole farlo, ed un gruppo è necessario 
affinché tutto possa tendere al perfetto. 

Entriamo, paghiamo 5000 senza che nessuno fiati. Anzi, con tanto 
di "buona festa" da parte della simpatica romana all'entrata. 
Bel cortiletto all'incrocio dei capannoni, servirà domani per 
prendere un po' di sole ed aria. Enorme è il primo aggettivo, 
varcando la soglia del lampeggiante e rimbombante capannone, 
hangar, deposito... che cazzo era? 

Fiat, c'era uno stemma sul portone di fronte all'entrata. La musi- 
ca già pesta. Mi avvicino al fondo, verso le casse. Fantastico, 
ma visto così belle istallazioni. Grandi le strutture cyber-art, 
compresi striscioni teknotribali. Grande la scritta IF I CAN'T 
DANCE I DON'T WANNA BE PART OF ANY REVOLUTION. Flesciosa 
la scritta degli Acid, nel vibrio della luce di Wood (?), appoggia- 
ta sopra... cazzo! Le casse!! Quante sono?, mai visto niente del 
genere, forse in un disegno in rete!! Un muro, un vero muro, di 
quelli che narrano i ravers più esperti, conosciuti qua e là. 
Si prospetta davvero una cosa fuori dal comune!!! 
Chissà che sbattimento si sono fatti per allestire tutto, che grandi... 
bravi!! È la prima volta che vengo and un party qui a To, se sono 
sempre così, vale davvero la pena le 4 ore e mezzo di viaggio!!! 
Ma, una cosa mi sembra alquanto strana, sono qui da almeno 
mezz'ora e non sento praticamente affluenza chimica!!! 
Gli altri vogliono la speed... ma no, è presto, poi mi tocca tirare 



speed per tutta la notte!! No, vado a cercare le paste, che mi 
suggerisce safedance.com (Ferrari, Scorpioni, Soli etc). 
Scarseggia la gente che le ha, e quei pochi hanno: mitsubishi 
(blande a mia esperienza) rombi (sembrano medicine, poi sono 
bianche... mhm, non mi fido) bottoni di Amsterdam (ancora più 
anonimi) mtv (che nome!! Non mi ispira per un cazzo. Ma que- 
sto è stato un mio errore, visto che poi, chiedendo in giro, mi 
sono accorto che facevano il loro effetto). Stop. 
Mhmmmm, aspetto, vediamo che arriva... ma, normalmente c'è 
molta più scelta e moltissima più quantità (a FI era incredibile)! 
Intanto ballo. 

Un'ora dopo mi faccio un altro giro, nel frattempo nessuno mi 
ha offerto niente, solo uno cartoni, ma non mi vanno stasera 
£ (anzi è da un bel po' che ho perso la passione). 
* Un mio amico mi offre una raglia di speed, va be acquistiamo- 
li ne un po', il viaggio è stato lunghetto... Cosà? La speed a 
. c 40.000? Ma che siamo pazzi, dove siamo in Sicilia? Ma va!! 
e Non le do 40 per una busta!! Aspetto ancora, mi rilasso con- 
^ centrandomi sulla musica, mi lascio andare al treno sensa 
I sosta, godo del respiro. Un ritmo nel ritmo, un flusso nel flus- 

(0 

« so. Con lo sguardo saluto le facce note. Inneggio con gli uomi- 
€ ni, scambiandoci le rituali espressioni di stupore, come a 

5 volerci dire Tun l'altro "cazzo, come picchia" "stasera spacchia- 
§ mo". Adoro le donne che c'erano al party. Quelle che ormai mi 
g sembra di conoscere da una vita, visto tutto il tempo che ho 

6 scelto di ballare, di fronte, di dietro 0 accanto a loro, 
^eravigliose amanti per meraviglioso sesso psico-moto-sonoro. 

f Toccarsi con lo sguardo, sfiorarsi con i pensieri, danzando insie- 
Jjp£, a volte scegliendosi. 

E qui potrei parlare per ore di tutte le esperienze che IO ho 

fatto, poiché non so se tutto ciò che ho sentito l'ho sentito solo 

io, ma di sicuro sono io che l'ho vissuto!! 

Sempre osservando le mie regole del rispetto (anche un po' 

del timore): 

- Assicurarsi che non ci sia "altro" che possa incattivirsi 

- Assicurarsi che non ci sia "altra" che possa incattivirsi (que- 
sto ad esempio con una delle mie preferite, che continuava 



ad essere strattonata dalla sua amica ogni volta che mi cerca- 
va con lo sguardo) 

- Lasciare trascorrere un periodo di gioco (sempre all'interno 
delle varie ore di ballo): gesti, sorrisi indicativi, pattern di sguar- 
di (se interessa spiegherò più avanti) 

- Assicurarsi, attraverso il contatto verbale, pria che fisico, la 
consensienza. 

Raramente arrivo fino all'ultimo punto, di solito godo così tanto 
nel ballare e nel giocare che non faccio altro. Forse alla ricerca, 
e spesso nell'attesa. 

E credo sia d'obbligo ringraziare, anche, il Tulipano Arancione, 
per la spendida esperienza che mi ha fatto vivere insieme alla 
gente che c'era a To, tutti voi che c'eravate (e che siete riusciti 
ad arivare in fondo a questo post). 

Avrei una valanga di cose da dire in più... dalle immagini che 
sono riuscito a catturare e che ancora (per poco) affiorano nella 
mia parte cosciente ai concetti affiorati nella danza estatica. 
Davvero speciale in fine, l'esperienza mai vissuta prima di vede- 
re, prima il capannone rischiararsi e le luci spegnersi, ed in 
seguito, l'arrivo delle tenebre e dei flash strobo-tropici. 
Ci vedremo tra meno di 5 giorni a Mi, spero!! 

vi adoro 

Luther unonessunocentomila 



Dal newsgroup di Ordanomade > Acid Panik Kernel Drops 
TeknoGatherìng > Torino 22/04/2000 

Subject: saluti e baci 

Date: Wed, 26 Apr 2000 14:26:54 +0200 

Organization: 

Newsgroups: taz.ordanomade 

Impressioni ottime sulla festa a Torino, nulla da aggiungere ai 



già emozionanti reports appena letti riguardo all'organizzazione 
ed allo svolgimento del party, tutto liscio, peccato che i soliti 
pezzi di merda abbiano fatto passare un bel po' di mezzi nella 
notte rubando tutto il possibile... spero che prima o poi qualcu- 
no vi becchi in diretta e vi appenda per i coglioni! 

Immenso piacere nello scoprire e conoscere le persone in carne ed 
ossa che stanno dietro a tutto questo: Headcleaner instancabile 
motore sovversivo gentilissimo nel portarci il catalogo di Venerea e 
Torazine 23 per noi introvabile da tempo, Baby Lonbitch compa- 
gno di sventure postali ed espresse, Rent e Victim agitatori del 
^ suono di Kernel Panik e compagni di banchetto del vinile al matti- 

* no, Kink, Makkina e gli altri che dimentico 0 che già conoscevo. 

f 

* A quando il prossimo evento? 

£ Rivendichiamo l'autonomia della scena italiana dallo stereotipo 

. c importato 

e della tribe colonizzatrice e barbara! 

1 
« 

I bye. 
S 

2 

€ PS: QIX e qirex non sono la stessa persona, anzi qirex non rap- 
ii presenta in modo specifico la mia persona ma è un nome collet- 
8 tivo di un progetto più ampio (distribuzione, newsletter, sound 

g system ed altro in evoluzione) di cui io e QIX facciamo parte, 
c 

Fino ad ora tutti i messaggi mandati a questo newsgroup con 
il nome qirex sono miei ma questo non significa che gli altri 
che fanno parte dello stesso nucleo si rispecchino nel mio 
pensiero/operato. 



Dal newsgroup di Ordanomade >Acid Panik Kernel Drops 
TeknoGatherìng >Torìno 22/04/2000 

Subject: Re: Torino Acid Panik Kernel Drops 
Date: Wed, 26 Apr 2000 22:56:17 +0200 



Organization: 

Newsgroups: taz.ordanomade 
References: 1 

forse ci voleva un party come l'ultimo per spingermi a scrivere 
qui dentro forse le emozioni provate sono così forti che non 
possono essere contenute in semplici msg tra amici ma richie- 
dono uno spazio più esteso un canale preferenziale un'onda 
lunga quello che ho visto alle 5 di pomeriggio del sabato: ho 
visto due gruppi di gente confluire in una piazza assolata di 
Torino ci si presentava ma nessuno faceva caso ai nomi ci si 
guardava dritto in faccia per guardarsi dentro e scoprire quello 
che c'era poi il capannone vuoto enorme un casino della 
madonna trenta secondi perché ognuno potesse immaginare 
nella propria testa quello che poteva diventare da lì a poche ore 
e poi la magia ho visto la scena leggermente da fuori come se 
qualcuno avesse schiacciato il tasto go! E tutti assieme sono par- 
titi ognuno con qualcosa da fare ho visto due diversi concetti di 
party fondersi in un nuovo concetto l'armonia generarsi dallo 
scambio di oggetti di sguardi di idee il tutto con zero scazzi zero 
tentativi di imporre il proprio modo da questo inizio non poteva 
che nascere un party memorabile la musica eccellente gli AD li 
seguo e amo da tempo i KP piacevolissima sorpresa il live set di 
Beppe ha spaccato tutto peccato non aver sentito Davich suona- 
re (sono andata via domenica sera) belle le proiezioni le luci gli 
allestimenti il pavimento senza polvere ma l'emozione vera era il 
sorriso della gente le occhiate che senza parole dicevano "min- 
chia stiamo spaccando di brutto" i torinesi li porto nel cuore i 
romani bella gente davvero un grande a Paolo sia per la musica 
sia per aver dimostrato tanta pazienza quando non ha menato 
uno dei due coglioni del party nonostante gli stesse rompendo il 
cazzo non poco l'altro coglione è stato giusto spintonato su un 
tavolo da Davich ma questo è niente in confronto a quello che 
meritava per quanto ha rotto il cazzo (e non era la prima volta) 
e per fare incazzare uno come Davich davvero ce ne vuole vabbé 
due coglioni in tutto il party è una buona media, fuori la percen- 
tuale è molto più alta un grosso abbraccio a Simone e a suo fra- 



tello Stek (per me erano proprio fratelli) perché per tutta la notte 
ho sempre saputo che dietro il muro di casse potevo incontrare 
le loro sagge parole un abbraccio al fratello grande di Paolo che 
aveva un sorriso bello come la luna e a tutte le ragazze perché 
vederle all'opera era uno spettacolo un grazie a Davich a Maria 
per esistere ultima cosa 

>IL DANCE FLOOR RACCONTERÀ LA STORIA DELLE NOSTRE VITE 
IN UNA MENTE 

>UNICA ILLUMINATA DISSOLVENTE IN UN BATTITO-MOVIMENTO- 
SGUARDO->SORRISO: 

>FERMATE LÌ IL VOSTRO PENSIERO PERCHÉ IN QUEI FLUSSI 
RISIEDONO LE 

DISPOSTE ALLE VOSTRE DOMANDE ESISTENZIALI. LA VOSTRA 
ENERGIA >NERVOSA 

>DOVRÀ APPLICARE QUEST'IMMAGINE EMOTIVA NEL QUOTIDIANO, 
HEADCLEANER NON POTEVI DIRLO MEGLIO 
MENO MALE CHE T'HO CONOSCIUTO 
LÀ 



Dal newsgroup di Ordanomade > Acid Panik Kernel Drops 
TeknoGatherìng > Torino 22/04/2000 

Subject: RerAcid Panik Kernel Drops GRAZIE!! 
Date: Thu, 27 Apr 2000 02:10:05 +0200 
Organization: 

Newsgroups: taz.ordanomade 
References: 1 

Poco da dire! 

È stato un Rave bellissimo!! qualcosa di speciale! 
Credo uno di quei momenti in cui chi è da tempo 
nel giro trova nuove energie e nuovi stimoli per continuare ad 
esserci e chi è nuovo non può far altro che innamorarsi e dire 
"questi sono i motivi per cui vale la pena di fare parte, di par- 
tecipare a questa cosa!" 



Questo è anche quello che ho pensato quando sono arrivato 
alle 3,30 di notte, dopo cinque ore di macchina solosoletto, e 
sono entrato nella fabbrica; prima meraviglia per quello che mi 
sono trovato davanti, poi un'orgia-smo fatto di Musica, Suono, 
Luci, Proiezioni, Ambiente, Condivisione. 

Non so in che modo AcidDrops e Kernel Panie hanno interagito 
fra loro, come si sono unite le due forze (non avendo mai par- 
tecipato alle loro feste) ma quello che ne è venuto fuori è 
stata LA FESTA più incredibile a cui ho partecipato. GRAZIE!! 
Grazie a tutti! 

Ovviamente grande piacere nel conoscere un po' di gente del 
newsgroup - non tutti quelli che c'erano! Peccato -, Rent, 
Teknogramo, Davich, Baby Lonbitch, Okapi, Kink, e il grande - 
in tutti i sensi! - Headcleaner, poi Simone di Venerea, Peppe a 
cui, e per caso, ho fatto in tempo solo a fare i complimenti per 
il liveset, e molti altri di cui magari ora ho dimenticato i nomi 
ma non le vibrazioni positive- 
poche parole con tutti purtroppo come succede in queste occa- 
sioni ma grande feeling.... 

Note negative per le solite situazioni... anche a me hanno incoc- 
ciato la macchina; appena arrivato ho visto due si arrampiacava- 
no su una scala per entrare di sgamo eho sentito subito le sto- 
rie delle macchine aperte, mentre la domenica pomeriggio ho 
avuto il disonore di conoscere due che si sono "vantati" dell'i- 
mitazione del timbro fatta con pennarello (davanti alle mie 
"rimostranze" hanno detto: "i soldi è meglio che quelli li pren- 
dano da altri" con aria di disprezzo), 

pusher del cazzo, eccetera, etc... 

Tuttavia... 
BBellissima!!!!!! 
e grazie ancora! 
DAniele 



Dal newsgroup di Ordanomade > Tekno Mobil Squad party > 
Milano 29/04/2000 



Subject: TM SQUAD report 

Date: Tue, 2 May 2000 21:05:13 +0200 

Organization: 

Newsgroups: taz.ordanomade 

Alla fermata della metro di S. Donato arriviamo alle 00.30, già 
un bel gruppetto di gente s'è radunata tra le macerie della rico- 
struzione industriale. Il rito della ricerca di informazioni, lo 
g scambio già distorto dalle prime allucinazioni che ogn'uno porta 
N con sé. Perché ci sono sei cani e due persone su di una Passat? 
£ Ai cani piace la Tekno? 

* A me non interessa sapere dov'è, a me interessa sapere se 
I qualcuno sa dov'è, per fare la carovana e partire. I furgoni in 
. c testa. Arriviamo poco dopo. Il fabbricozzo ha il cortile, ma disse- 
e minato di pezzi acuminati di qualsiasi materiale inorganico. 
^ Per mezz'ora non fanno entrare. Cosa fanno? Il Sound check (si 
| scrive così?)? 

IO 

w Si apre un varco con banchetto. 5000, perfetto, sono contento 
E di dare lo scudo a chi s'è sbattuto! Bravi e grazie! 
® Dopo Torino mi aspettavo d'essere deluso dal successivo party, 
8 invece no. Bello l'hangarone del dance floor. Rigorosamente nel- 
§ l'angolo le casse. Che amplificazione c'era? 8kw? Il volume non era 
^ altissimo. La gente affluisce sempre più numerosa. Ma il dj stenta 
a prendere il ritmo. Bisogna incitarlo, far salire l'energia, comuni- 
cargli la nostra voglia di ballare fino allo sfinimento. Quando 
anche dentro di me, l'energia di un disco volante rosa, cambia lo 
stato empato-connettivo con lo spazio-non spazio che mi circonda, 
concentro le onde sonore autoprodotte, in ululati di ipergioia. 
Ancora, ancora e ancora. Sento il ritmo aumentare, altri urlano con 
me, qualcuno ci sente e sovrappone altri loops. Poi sono io a cal- 
marmi, mi godo i brividi, spostando parzialmente l'attenzione 
verso la spina dorsale attraversata da scariche dopaminergiche. 
Iniziano le sequenze di patterns battito-movimento-sguardo-sorri- 
so. Poca la gente che di solito vedo ai parties, altri li conosco 



ormai da un anno, ma pochi di loro conoscono me!!! Normalmente 
non mi intrattengo troppo in conversazioni. Preferisco i dialoghi 
silenziosi, le simbologie della gestualità danzante, i giochi ambigui 
e i rimbalzosi ma pacifici poghi. Finché si vuole si va avanti, 
assaggiando varie specialità che offre la cucina di casa. 
La gente di Milano è presa meglio del solito, ride e si diverte. 
Meglio di così 

Arriva l'alba, ancora si balla, ma io sono già stanco (è la prima 
volta che mi stanco così presto... merito dello scorso 
Panikweek). Mi perdo in vari discorsi, con gente conosciuta lì 
sul posto che sicuramente ha contribuito in maniera decisiva. 
Mi sono divertito un casino anche questa volta, mi sento soddi- 
sfatto... saluto chi incontro sulla strada per la macchina... e 
anche questa festa è finita. Pekkato! 
Luther 



Dal newsgroup di Ordanomade > Contact Party > Bologna 
13/05/2000 

Subject: Contact report 

Date: Mon, 15 May 2000 18:22:36 +0200 

Organization: 

Newsgroups: taz.ordanomade 

Sono arrivato verso le 3 dopo un ora e mezzo di infoline occu- 
pata. Il rave doveva ancora iniziare perché un camion si era 
impantanato e messo di traverso sulla strada sterrata che porta- 
va alla radura prescelta impedendo al camion con il generatore 
di passare e quindi si è dovuto aspettare che arrivasse da Bo 
un cavo più lungo per collegare il tutto. 
Nel frattempo la statale si era trasformata in una strana casba 
con gente che passeggiava sù e giù lungo il chilometro 0 più di 
macchine posteggiate ai due lati della strada. 
La musica è iniziata alle 5. lo ero salito sù verso le 4,30 perché 
un francese simpatico mi aveva detto che era quasi tutto pronto 



per partire. Così è stato impressionante sentire la prima hard- 
tekno che si espandeva nella valle dove non c'erano ancora per- 
sone e l'eco di ritorno del suono dal bosco intorno. In io minuti 
era pieno di centinaia di ragazzi che ballavano mentre nasceva 
il primo chiarore del giorno. Il prato fra gli alberi era in discesa 
cosicché dovunque ti giravi potevi avere un colpo d'occhio su 
tutto e tutti. 

<Ma te guarda le fecce!) commenta Luciano 
<SI> dico io. Non c'era niente da aggiungere, tutto era perfetta 
armonia! La giornata è passata tranquilla tra balli, baci e 
abbracci, chiaccherate, gente presa bene compreso me, Cono- 
co sciuto Positive Mind e altri ragazzi "positivi". Non è piovuto 

o 

N mentre un po' di nuvole qui e là ci hanno un po' protetto nelle 
£ ore più calde. 

* Verso sera c'è stato anche il tempo di iniziare a ripulire un po'. 
1 Quando me ne sono andato via dopo le 20 di domenica c'erano 
. c ancora ragazzi che ballavano e si divertivano. 
1 Tuttavia: 

^ la polizia aveva individuato l'assembramento fin dalla prima 
| parte della serata e poliziotti in borghese hanno girato per il 
3 party mentre diversi carabinieri hanno sostato per tutta la matti- 
lo na e pomeriggio a 100 metri facendo posti di blocco (quando 
f me ne sono andato c'erano sempre). 

| Mi hanno detto che hanno preso anche le targhe delle macchine 
g posteggiate sulla strada. 

^ Ricordo di arrivo di almeno 2/3 ambulanze, una quando non era 
ancora iniziata la festa. Il luogo del rave (vicino Bologna) per 
me era un posto che dava parecchio nell'occhio. 
Verso le 21, sull'autostrada andando verso Firenze all'altezza 
di Pian del Voglio ho visto una QUINDICINA!! 0 forse di più 
tra camionette e furgoncini della polizia: voglio sperare che 
non fossero per la festa. Tuttavia siamo stati al centro dell'at- 
tenzione... 
Nota in margine: 

pasticche: ho visto di persona quelle che sul sito 
di dancesafe vengono chiamate "WAANG" 
che contengono DOB; a me l'hanno offerte 



come "yo-yo"... il tipo aveva anche motorola blu... cioè pastic- 
che giuste mdma... speriamo che le prime non abbiano fatto 
danni... 

Ciao 
DAn 



Dal newsgroup di Ordanomade > Contact Party > Bologna 
13/05/2000 

Subject: Re: Contact report 

Date: Mon, 15 May 2000 20:17:49 +0200 

Organization: 

Newsgroups: taz.ordanomade 
References: 1 

Tutto sommato non è stato un brutto party... c'era moltissima 
gente molta della quale dovuta al fatto che è iniziato alle 5... 
un inizio un po' a rilento, dopo 3 ore di attesa la voglia di bal- 
lare era tanta ma per la prima mezz'ora hanno suonato della 
"jungle 0 drum&bass" che sinceramente mi ha un po' ammo- 
sciato. Il prato in discesa tutto umido è stata un po' la ciliegina 
sulla torta dopo le 3/4 ore di attesa, assieme all'impianto a 
mio parere non alla portata della tanta gente e dei Dj. 
Il TeknoRaduno sul ciglio della strada è stato veramente igno- 
rante ma mai quanto la coppia sadomaso vestita di pelle ade- 
rente con lei che tiene al guinzaglio il suo ragazzo. 



Rino 



Dal newsgroup di Ordanomade > Contact Party > Bologna 
13/05/2000 

Subject: R: Contact report 

Date: Tue, 16 May 2000 13:17:17 +0200 

Organization: 

Newsgroups: taz.ordanomade 
References: 1,2,3 

Party del 13.05.00 

Ma non dovevano esserci FKY e X-Tech, ma?! 

A me pare di aver visto solo il live set di Luciano TMS... che 

vale, ma gli altri? 

Si sono persi? 

Sinceramente il momento di migliore musica è stato il live, sarà 
che lo preferisco al mix (non me ne abbiate contro x questa 
affermazione, ma dopo svariate feste, sono arrivato alla conclu- 
sione (mia personale, chiaramente)) che attraverso il live chi 
suona può risuscire a interpretare meglio come la gente è presa 
e modulare i suoni a suo piacimento... 
Altra grande pecca la posizione! SALITONE PAURA!!! 
Sarà ma gli Okupe hanno una certa sfiga qui in Italy, do you 
remember Torino in Ottobre in Corso Umbria, dove hanno suo- 
nato FKY e Babylon Joke (almeno là ce l'hanno fatta!!), ma dopo 
una notte intera ad aspettare il generatore (uno si era rotto 
quasi subito), ed è stata una notte lunga e difficile x tutti 
(OKKUPAZIONE DI VIALE UMBRIA!) 

Sperando in futuri migliori cioè aspettando Sabato a 

Torino 

see 

ya kroTeknik 



Dal newsgroup di Ordanomade > Torino 20/05/2000 

Subject: Torino, capitale degli sballoni 
Date: Tue, 23 May 2000 16:26:59 +0200 



Organization: 

Newsgroups: taz.ordanomade 
References: 1 

Una nottata perfetta... qualcuno al meeting ha trovato un pull- 
man su cui siamo saliti in 70 che ci ha portati nelle vicinanze 
della festa, da lì qualche kilometro a piotte arriviamo alla festa: 
i soliti giri, la solita spesa (ho apprezzato molto un paio di tuli- 
pani, adoro questi fiori), entriamo. 

Anche se il volume non era dei + pompati la musica invogliava 
a partecipare: 

un enorme spazio all'aperto circondato da fabbrichette, un po' 
come un cortile spagnolo coi muri tutti taggati ed un muretto 
di casse ben distribuite in posizione "arena": la gente, e 
quanta gente, tutta felicissima con un bel sorrisone in faccia 
che ballava, girava. Ho visto molti romani (saluto Tankie che 
da quanto ho capito ha perso il suo tulipano), alcuni francesi 
e tedeschi, ma anche gente di Milano ed altra ancora con cui 
mi scuso di non aver approfondito. Fra l'altro ho notato gran- 
de presenza di gente nuova... probabilmente alle prime fie- 
ste... che m'ha fatto parecchio piacere... La molecola fondeva 
il mio corpo a tutto il mondo: la temperatura al giusto fresco, 
la luna che ci ha accompagnato per tutta la notte carismatica, 
seminascosta dalle bluastre nubi: se alzavi lo sguardo sem- 
brava, con le luci stroboscopiche un'apocalisse polare... forse 
un po' come nei films di star wars. Anche la ketamina però 
era molto presente... e dalle voci qualcuno è stato deportato 
in ambulanza. 

Purtroppo me ne sono dovuto andare al mattino presto mentre 
la festa ha continuato fino al mattino seguente... lasciandomi il 
ricordo di questo grande amore del party- 
Cadavere 



Dal newsgroup di Ordanomade > Torino 20/05/2000 



Subject: Re: report da torino Ttf? fateci sapere 
Date: Tue, 23 May 2000 16:19:08 GMT 
Organization:.S.G. Gradiente Etico 
Newsgroups: taz.ordanomade 
References: 1 , 2 



Confermo ke il posto era veramente bello... Un capannone già 
demolito e a cielo aperto... Con le mura perimetrali ancora in 
piedi ke isolavano dall'ambiente circostante... E delle casette ke 

<g sembrava di essere in Grecia ma erano gli uffici interni intonaka- 

N ti di bianco... 

£ Molta gente, non tantissima, e atmosfera da teknival x la diposi- 

* zione del s.system... Interessante la postazione x i live a centro- 
& pista fatta in tubi innocenti... Con cavo volante aereo!! 

S 

1 X me la nota dolente è stata la musika... Si certo ho ballato 

* ankio... Di notte faceva anke freskino se ti allontanavi dalle 

| casse (non potentissime...) Però in questo caso a farmi ballare 

| non è stata la musica... In generale un po' deludente... 

® Il primo live era decisamente lento a tratti un po' commercia- 
§ lotto... Poi ha suonato Chaos... Non sapevo se ridere 0 pian- 
ai gere... Traccie vekkie mal combinate... Ogni tanto sembrava 
^ ke scappasse un pattern di default della drum machine con 
tracce funky ke andavano a velocità doppia! L'effetto te lo 
lascio immaginare... Non capivo se lo facevano apposta (c'era 
anke un altro ke suonava con Chaos) 0 se erano errori delle 
makkine ormai vetuste... Solo con (credo ) Babylon Joke la 
cassa si è fatta un po' potente e anke la pista ha preso + 
vigore). 

L'alba è stata molto bella e in conclusione io mi sono diverti- 
to... (ce l'avevo immensa!!... La botta) ma la musica non è 
stata all'altezza delle (mie) aspettative... Inoltre molto presto è 
finito da bere con conseguenti problemi... Cmq sono andato 



via dopo le 14.00 il sole quando usciva dalle nuvole pikkiava 
+ della musica... 

Alla prox, Stek 



Dal newsgroup di Ordanomade > Torino 20/05/2000 

Subject: Re: report da torino ???? fateci sapere 

Date: Wed, 24 May 2000 13:12:28 +0200 
Organization: 

Newsgroups: taz.ordanomade 
References: 1,2,3 

Sono d'accordo con Stek sulla musica durante la notte, un po' 
sconcertante :((. La mattina invece mi è piaciuta, ho apprezzato 
la musica di Frikkio (credo si scriva così) degli Olstad, ma anche 
degli altri due. L'impianto effettivamente era un po' deboluccio - 
all'aperto si sente -, ma lo spazio mi piaceva proprio, raccolto e 
insieme aperto, con i prati di sotto e i capannoni di sopra. 
Quello che mi ha colpito di più - è la prima volta che andavo 
ad un party a Torino - è stata la gente: bella gente! :))) 

\ Era da circa un anno che per vari motivi frequentavo poco la 
scena lì, e gli ultimi party seguiti a Bo (1,5/2 anni fa) erano un 
po' impressionanti per le scene di distruzione umana che si 
mostravano al mattino. Qui no, malgrado i consumi vari e 
abbondanti ho avuto l'impressione di gente che è in grado di 
regolarsi. Sono andato via verso le tre del pomeriggio e oltre 
alla gente che ballava c'erano vari gruppi di persone che parla- 
vano tra loro, comunicavano, si divertivano. Certo, qualcuno che 
esagera c'è sempre, credo sia inevitabile, l'importante è però la 
tendenza generale perché è quella che dà il tono al party. Ero lì 
quando è venuta l'ambulanza, non credo che fosse un caso gra- 
vissimo, tanto è vero che hanno cercato di intervenire lì, mentre 
se le cose sono davvero serie trasportano subito all'ospedale. 



Sembra che il malcapitato abbia bevuto troppa ketamina (per- 
ché berla? ci sono modi più sicuri per assumerla ). 

Ho finalmente conosciuto alcuni amici del ng, torinesi e mila- 
nesi (spero capiti presto anche con i romani...., a proposito 
Rent, scrivimi!). Un aneddoto: quando parlavo al telefono con 
TknoGramo mi chiedevo, "ma come fa a parlare così a raffi- 
ca?!?" e poi sornione: "Ma voglio vederlo al party alla dome- 
nica mattina se è ancora in grado di parlare così...". Ebbene 
sì: alla mattina parlava ancora a raffica e in modo sensato, 
complimenti! 

Al Livello 57 il 3 giugno suoneranno alcuni personaggi ben noti 
del ng, da Torino e da Milano, se Davide Quirex si muove :))))), 
postiamo presto il flyer, 

ali the best, 

paolo 



Dal newsgroup di Ordanomade > Tekno Mobil Squad party > 
Appennino Emiliano 27/05/2000 

Subject: R: KiLL tHe cOps!! 

Date: Mon, 29 May 2000 20:41:56 +0200 

Organization: 

Newsgroups: taz.ordanomade 
References: 1 , 2 

Posto veramente fantastico... grandi capannoni... poltrone e 
divani.... 

grandi quantità di acqua Uliveto abbandonata... parecchia robet- 
ta da sciacallare... impianto giusto... situazione veramente cari- 
na... anche i cani allegri e mansueti... le droghe giuste e non 
abusate ( apparte la tipa che dormiva nel mezzo della "pista" a 



cui tutti rompevano ogni 5 minuti tentando di rianimarla!!). 
Carabinieri, municipale e pompieri discretamente mansueti 
anche loro, almeno fino alle 11, si limitavano a prendere i docu- 
menti di chi usciva dai capannoni con la macchina, a controllare 

le assicurazioni e a dispensare consigli di vita 

ciao 



Dal newsgroup di Ordanomade > Tekno Mobil Squad party > 
Appennino Emiliano 27/05/2000 

Subject: Tms report 

Date: Mon, 29 May 2000 15:19:49 +0200 
Organization: 

Newsgroups: taz.ordanomade 
Allora, 

io sono finito per tutta una serie di contingenze e imprevisti 
(l'MP infoline che stranamente taceva facendomi pensare che 
avessero abbandonato e poi un appuntamento saltato) alla 
bella festa di Tms fra i boschi e i prati in un luogo sperduto 
nonché splendido dell'Appennino emiliano. Non c'era il numero 
di persone dell'ultimo party a Pianoro, soprattutto la gente è 
tutta arrivata tardi dopo le 2, me compreso, e poi continuata ad 
arrivare fin oltre le 4, credo per l'oggettiva difficoltà di raggiun- 
gere il posto. Comunque si era un bel po' e ci siamo divertiti. 
Niente scene di degenerazione, come si dice tutti presi bene 
dall'inizio alla fine. 

Prato del sound system in leggera discesa con le casse + 
i camion con i teloni colorati + il bar che disegnavano un semi- 
cerchio, 

quasi un tekno-teatro; luci semplici ma efficaci. Impianto ok, 
anche se non da KernelAcid, postazione liveset davanti alle 
casse, il tutto coperto da teloni anti-sole, dal quale Luciano 
ci ha deliziato a più riprese con i suoi live. Bel tempo, anzi 
avremmo preferito un po' più di nuvole. Sono andato via 



verso le 8 della domenica, qualcuno c'era ancora; il padrone 
del prato (tipo tranquillo) si è presentato a più riprese per 
controllare la situazione, da ultimo si sono messi d'accordo 
per 200 carte in cambio di niente denuncia e i ragazzi se ne 
sono stati lì fino a lunedì mattina. Già dalla sera abbiamo 
iniziato a pulire il posto. Sostanze di cui ho avvertito la pre- 
senza: 007,mitzu, Euro, Tulipani di quelli tondi, Capsule, 
Speed ok, poca Keta.... peccato per le due feste vicine in 
contemporanea.... 
è tutto per ora 
ciao, 

0 DAn 

fi 

£ 

£ Dal newsgroup di Ordanomade > Firenze 27/05/2000 

1 Subject: Firenze report 

* Date: Tue, 30 May 2000 23:24:13 +0100 

I Organization: 

| Newsgroups: taz.ordanomade 

« 

§ Ancora un party all'osmannoro (OrsoMannaro!): è la seconda 
| settimana che si parla di una festa bucolica intorno a Fi ma 
g l'altra volta non l'hanno fetta (era a Bo) e stavolta, come al 
^ solito, si è parlato tanto di campagna e poi si approda sempre 
alla Casina rossa (chiunque abbia passato nottate in giro per 
l'osmannoro a cercare feste sa bene a che mi riferisco)! alme- 
no questa volta il posto era clean e non c'erano bidoni di 
sostanze chimiche in ebollizione! Cmq lo squallore dell'allesti- 
mento, secondo me, derivava dal fatto che sono arrivati lì 
all'ultimo momento e non c'hanno avuto tempo di montare 
nienfaltro che la luce solitaria e il bar (!) dove vendevano una 
birrona CALDA veramente molesta: almeno acqua ne facevano 
girare in abbondanza e non si formalizzavano tanto sui prezzi. 
Musica bella, tanta cassa dritta e non esageratamente veloce, 
un bel beat da tecno-polleggio. Anche la gente (pochina) era a 



posto, tutti molto cordiali ed in effetti c'era qualche personaggio 
un po' inusuale, anche se mi sono perso il prof, di arte... e per 
fortuna anche degli "asciugoni" non ho avuto alcuna percezione; 
cmq gente che ruba alle feste, da che mi ricordo, ce n'è sempre 
stata (a volte anche quelli di certe tribe, si diceva) non che con- 
divida minimamente la cosa, però non mi suona come una novi- 
tà... certo che asciugare i ketaminosi è veramente una bastarda- 
ta da gran pezzi di merda 8-( 
that's ali folks 
murpy 



Dal newsgroup di Ordanomade > Roma 03/06/2000 

Subject: M.I.N.I. - Report 

Date: Mon, 05 Jun 2000 03:58:19 +0200 

Organization: 

Newsgroups: taz.ordanomade 

roma 

c'è la festa? si. 
chi la fa? boh. 

che si dice è tosta? non si sa. 

(Inciso) }una festa al sabato può essere tosta? 

forse no forse 
si. 

andiamo, sempre in ritardo partiamo alle tre e mezzo, dov'è? 
verso latina, vicino un castello. 

(Inciso) } un'altra festa sulla pontina? mah... speriamo 

bene, che non sia uno dei soliti posti. 



non non lo è. non so qual è ma non è. alè! 



arriviamo che è quasi giorno: parcheggiamo un po' prima e ci 
avviamo a piedi perché le ultime notizie danno comunque i blu 
in avvicinamento, e infetti: all'imbocco della via d'accesso due 
volanti e alcuni bluastri + un borghese piccolo piccolo che fa il 
tranquillo, se vuoi entrare ti prendiamo i documenti, seeeeee... 
ciao, c'è un pischello che è disperato: gli hanno rubato la mac- 
china! torniamo un po' indietro e tagliamo per campi? per forza! 
intanto lungo la ministatale immersa nel verde passano gli agri- 
coltori incuriositi dal movimento, la giornata si preannuncia 
radiosa, tagliamo per campi e rovi e in barba agli sbirri ci siamo: 

location da p.a.u.r.a.: la cava è grossa e alta, conterrebbe 
molti più dei 150 (?) assatanati che ci troviamo noi verso le 
cinque, quando arriviamo, c'erano tutti: il camioncino blu e 
giallo, quello bianco lungo col tendalino che non si tira fuori, 
quello tutto giallo che c'è sempre e lo riconosci perché da 
come è stuccata in nero la fiancata, sembra che gli abbiano 
sparato col mitra, davvero! 

poche paste, (perché è tardi? per via degli sbirri?) ma ochei per 
la diethylammide. 

saluto guenda che ha appeso uno stendardo muy tek alla cava 
e quindi presumo si sia sbattuta (insieme ad altri). 

non c'è quasi niente da bere: merda questo mi sta sul cazzo. 

la musica è tosta, molto veloce e molto hard, effetto eco con la 
cava making loop in your mind. non conosco chi miscela i 
dischi ma forse è meglio così, (questo discorso potrebbe origi- 
nare un suo thread: il dj della rava non dovrebbee essere quasi 
anonimo? non dovrebbe stare (nascosto) dietro alle casse? gli 
si deve dare tutta questa importanza? forse sbaglio...) sale la 
temperatura e sale anche der saure e così si balla. 

molto tempo dopo mi accorgo che comincia a fare davvero 
caldo, hanno coperto le casse con i teli militari e tentano di 



E 

£ 



® 

q 



creare un po' d'ombra, santi perché è terribile, andiamo via? si 
dai... salutiamo . 

ritagliamo per campi, fattissimi... ehehe 
ciaociaoblu! 

bella fets. piccola ma bella! 

(Inciso) }una festa a settimana è dura, è diffici- 
le mantenere un livello di organizzazione abbastanza alto, è 
quasi impossibile rimanere nell'ombra, forse non rientra nean- 
che nella filosofia stessa della cosa, però questo tentativo non 
è comunque indice di una vera scena? c'è una cifra di gente che 
ama la tekno e che quindi cerca di ballare&organizzare. con più 
o meno sapienza, è vero, però se la rischia con gli sbirri, e 
comunque è un supporto, e comunque ci prova, 
ciao 
aldous 



Dal newsgroup di Ordanomade > Militanz + Goa party > Bologna 
03/06/2000 

Subject: Militanz+Goa report 
Date: Mon, 05 Jun 2000 15:46:23 +0200 
Organization: Vineria il briaolucido 
Newsgroups: taz.ordanomade 

L'intenzione era quella di andare al Goa party che per me sareb- 
be stato il primo sotto le stelle e nella natura. 
Purtroppo causa ritardo al meeting point, informazioni sbagliate 
e un'alta dose di sfiga ho vagato per ore fino alle 3,30 quando 
sono approdato al rave tekno dei Militanz pochi chilometri più 
su del Contact rytmik di tre settimane fa. 
Rave "Piccolino" e spartano, non molta gente; terreno piano ma 
sassoso e polveroso fra i cespugli; brutta la location che sem- 
brava una cava abbandonata e quando alle 7,30 di mattina me 
ne sono andato via con le informazioni giuste per il Goa il sole 



iniziava già a picchiare. Ok la musica con una quarantina di 
minuti di blocco totale del generatore (avevano messo benzina 
invece che diesel o una cosa del genere), e massimo rispetto 
per i ragazzi che si sono sbattuti ma, come si dice, non tutte le 
ciambelle riescono col buco. 

Alle 8 sono arrivato al Goa; una marea di gente in un mega 

spiazzo fra gli alberi che sembrava una pineta o un campeggio 

(anche per le tende piazzate di qua e di là). 

Folta presenza di carabinieri e purtroppo a mezzogiorno e 

mezzo, trallallà, finita la musica. Problemi con i cops, alcuni 

sono stati identificati e più tardi gli hanno perquisito i furgoni. 

Rnito il party sono rimasto ancora alcune ore perché comunque si 

N stava bene, c'erano amici, un fiume a pochi metri dove abbiamo 

£ fatto il bagno. Da ultimo la notizia che i carabinieri hanno fatto 

^ fuori Lele e la sua ragazza (non mi ricordo il nome) che era Tar- 

•S tista" della tribe quella che faceva i teloni e pensava alle sceno- 

•e grafie; brutto ritorno, erano i primi goani avevo conosciuto, triste. 

e Daniele 
1 

c 

s 

3 

(0 

2 

e Dal newsgroup di Ordanomade > Street Rave > Bologna Maggio 

| 2000 

o 
w 

I COMUNICATO STAMPA PER LO STREET RAVE 2000 

La data è fissata. 24 Giugno 2000. Una festa importante per 
tutto il movimento antiproibizionista nazionale, la IV edizione del 
più grande evento rave d'Italia. L'appuntamento è come sempre 
al Livello 57, ore 16:00. Il tragitto al momento è ancora segreto. 

Dopo aver conquistato i Giardini Margherita e Piazza Maggiore 
nelle edizioni passate, lo Street Rave Parade 2000 non ha anco- 
ra rivelato i suoi piani. L'appuntamento che l'anno scorso ha 
portato a Bologna oltre 20.000 ravers da tutta Italia ed Europa, 
è una manifestazione culturale di strada che avviene in altre 
città come Berlino, Parigi e Zurigo. 



20 trucks travestiti da carri allegorici, si spostano per le vie del 
centro, richiamano la gente in un lungo serpente di danze e colo- 
ri, inondando la città con musica di ogni genere: dalla techno al 
reagge, dal rock alla samba, dalPhiphop all'ambient. Sopra i 
camion, oltre 100 dj da tutta Italia, allestimenti video, performan- 
ce, percussionisti, gruppi musicali, teatro di strada e sculture bio- 
meccaniche che coinvolgeranno il pubblico fin dopo le luci dell'al- 
ba. Non si paga nessun biglietto e non è richiesto alcun look par- 
ticolare, ma solo >' una grande dose di energia positiva. L'iniziativa 
ha lo scopo di manifestare contro ogni forma di proibizionismo. 
La proibizione in discussione non è il semplice fatto che qual- 
cuno si ostina a vietare la Cannabis o le altre sostanze, ma è 
piuttosto il divieto più o meno invisibile di negale il diritto ad 
un proprio percorso culturale, sociale, politico, comunicativo. La 
sdctetà gtòbalé, non accetta l'esistenza delle comunità di per- 
sone che possono determinarsi come soggetti attivi nella 
costruzione della vita nel territorio, ma impone piuttosto, con 
l'arroganza del potere economico, vincoli, norme, leggi, prodot- 
ti, manipolazioni, burocrazie, oggetti, pensieri, semplificazioni, 
fiction. La spaventosa macchina bellica delle multinazionali e 
delle reti televisive, della farmaceutica e della tecnologia infor- 
\ matica, delle automobili e dei cibi mutanti proibisce di fatto 
l'accesso ai saperi e alle risorse che divengono sempre più 
spesso proprietà personali di pochi e sconosciuti manager del 
pianeta. Essi dirigono dagli uffici del primo mondo il lavoro che 
si fa nel terzo per poi rivendere su scala mondiale il prodotto 
ricavato. In questo spaventoso turbinio di cambiamenti la 
Cannabis rappresenta per noi l'oggetto simbolo di una protesta 
t che si trasforma ogni anno in una grande festa. Attraverso la 
1 città, nelle strade, nelle piazze, nei parchi pubblici diremo no 
\ ancora una volta ad ogni proibizione. 

... Continua. 



Livello57 Bo 
Maggio 2000 



Dal newsgroup di Ordanomade > Kamikaze + Kernel Panik + 
Tekno Mobil Squad + ATK > Massa Mattana (PG) 17/06/2000 

Subject: a man called hamburger 
Date: Wed, 21 Jun 2000 12:07:36 +0200 
Organization: Macellerie riunite Torazine 
Newsgroups:taz.ordanomade 

così mi chiamano da quando son tornato da massamannara. 
posto da paura, un altopiano con vista per chilometriechilo- 
metriechilom... cielo azzurro terso, sole splendente, valli 
splendide, aria frizzante e vento tagliente, cazzo, tutta salute! 
però, a giorno fatto (fatto... ah, ah) il sole batteva una cifra, e 
il vento non me lo faceva sentire, risultato: ho la faccia cotta 
come un hamburger, come una bistecca, come un involtino!!! 
cazzo, sembro reduce da un incendio! la gente mi guarda e 
inorridisce! ok, c'ho messo del mio addormentandomi al sole, 
ma avevo il cappello in faccia e il cappuccio tirato su, ma la 
parte di faccia che durante il giorno è rimasta scoperta, è 
pronta per essere infilata in un panino e condita con le salse 
di rito, per quel che riguarda la festa: strepitosa! location già 
detto, musica notevole, l'alba gloriosa, la gente presa bene, 
dispiace per i sound che non sono riusciti a salire, ma quelli 
che c'erano hanno fatto ballare parecchio e bene, unico ram- 
marico per il sole troppotroppo forte, per il resto, ho guada- 
gnato in salute, sostanze: tres chic! empatia devastante! avrei 
voluto ballare di più, ma ero troppo impegnato a baciare, 
baciare, baciare, baciare... (non tutti, solo una persona, e 
sono stato bene una cifra!) menzione d'onore: alle mucche 
che ogni tanto venivano a salutarci. 



BL 



Dal newsgroup di Ordanomade > Kamikaze + Kernel Panik + 
Tekno Mobil Squad + ATK > Massa Mattana (PG) 17/06/2000 

Subject: Report intimista di una bella esperienza 
Date: Wed, 21 Jun 2000 21:26:07 +0200 
Organization: 

Newsgroups: taz.ordanomade 
Il viaggio. 

Sono partito quando m'ero convinto che non sarei partito, por- 
tato alla festa da avventurose circostanze assolutamente casuali. 
A Massa Martana sono arrivato alle due. Al paese. La festa l'ho 
trovata a mattina. Odissea di una notte fra viottoli sterrati, oscure 
stradine di campagna, pianori sperduti in mezzo al nulla. In buona 
compagnia. Molta gente ha vagato come me per tutta la notte. 
Arrivati, mi sono separato dai miei compagni di viaggio. Loro 
intrippati persi per boschi (dopo una giornata all'hacklt, una 
notte di viaggio e con la prospettiva di dover guidare nemme- 
no 12 ore dopo per 120 Km per me non sarebbe stato saluta- 
re). Li ho ritrovati all'ora di andare, malfermi sulle gambe e 
felici. 

lo, per la prima volta in vita mia, ad una festa da solo. È stata 
un'esperienza strana. Molto "libera"; senza un'ancora precisa 
intorno a cui ruotare, il punto di riferimento su cui fare conto. 
Una buona pasticca un po' morfinosa ha fatto il resto. Un viag- 
gio introspettivo, tranquillo, in sintonia con lo spirito del luogo. 
Quiete mentale dopo affanata snervante ricerca. 

L'esperienza. 

Ho passato un po' di tempo, per quanto me ne rimanesse, ad 

osservare le cose del mondo, le persone e le situazioni. 

Ho visto. Ho vissuto. Ho conosciuto. 

Ho incontrato una pischella fiorentina. Bellissima persona. 

Ascoltava i Kp stupita: mai sentiti prima. Era di Firenze, va ai 

rave fra Toscana ed Emilia, per lei i più vicini, non era mai stata 

a Roma. Il Kernel non sapeva esistesse. 

Un altro spiegava che quei suoni fossero molto diversi da quelli 



della "scena del nord-esf che io non ho idea di cosa sia e 
come suoni. M'hanno fatto pensare. 

Di quanto c'è di buono in questa musica, grande parte non l'ho 
mai vista suonare. Acid Drop sono i primi che mi vengono in 
mente. Del resto, non posso andare a Torino a ballare per una 
sera. Troppo lontano, troppo costoso. Troppo per una sola notte. 
Nella prospettiva di chi vive in periferia, Roma, Massa Martana 
è un viaggio, Firenze un'avventura, Bologna una cosa da rac- 
contare. Oltre, un suicidio. 

Nel complesso, l'esperienza è stata positiva. Rispetto a Pari e 
Bolsena non c'è confronto. Poca gente ma buona. Senza paragone 
« il posto. Se questo poteva essere un banco di prova, è stato 
N superato in pieno. Restano alcuni problemi come è naturale che 
£ sia la prima volta. Magari, invece dell'infoline, sarebbe stato 
^ meglio lasciare un po' di flayer con una cartina da qualche parte a 
•i Massa Martana. Per inciso, anche se in perfetta buona fede, le 
. c istruzioni dell'infoline erano sbagliate: seguendole si arrivava in un 
e posto bellissimo (c'ho visto un'alba incantevole) solo su di un'altra 
^ montagna. Qualcosa da mangiare non avrebbe guastato. A parte le 
I svolte economiche (più soldi significano più possibilità di spesa 

(0 

S quindi una festa più bella) per ragioni pratiche. Il più vicino super- 
se mercato era a 8 Km, chiuso perché Domenica. Quando ho aperto il 
fj sacchetto dei biscotti, mi s'è formata la folla intorno. 

8 Comunque è stato molto bello anche così. 
8 

c 

c 

Speriamo accada di nuovo. 

Speriamo sia più grande e più bella. 0 forse più grande no. 
Complimenti a chi ha trovato il posto, 
bella a tutti 

PS. Per kink e BL: ad ora di pranzo vi ho cercato. Non sono più 
riuscito a capire dove foste. Mi dispiace, andando via, non essere 
riuscito a salutarvi. 



Aioe 



Dal newsgroup di Ordanomade > Street Rave, Bologna 
24/06/2000 

Subject: Re: Mi sono persa la STREET 2000!!!! 
Date: Sun, 25 Jun 2000 23:21:22 +0200 
Organization: be free 
Newsgroups: taz.ordanomade 
References: 1 

T'è andata molto male in effetti: sorry Street parade fantastica 
per quanto mi riguarda... Mollato alle 10, so che al livello sono 
andati avanti fino alle 5 del pomeriggio. Serata stupenda, musi- 
ca notevole anche se per quel mi riguarda mancava un carro 
tekno di vera buona qualità, però l'offerta di musica era molto 
varia e c'era veramente di che sciallarsi. Tempo ok, good vibes. 
Solo la testa un po' in confusione per la quantità di sound che 
alle montagnole si sono raccolti... Credo di aver capito la dis- 
posizione dei carri solo questa mattina. Inoltre uno straordina- 
rio laser che disegnava mondi incredibili m'ha lasciato senza 
fiato. Bologna ospitale, no casini nonostante avessi la sensa- 
zione stesse venendo messa a ferro e a fuoco. 
Bbella 

Fra'TknGramo 



Dal newsgroup di Ordanomade > Street Rave > Bologna 
24/06/2000 

Bella festa anche per me... anche se un po' sfigata specialmente 
la notte alla montagnola dove ho perso tutti ed ho ri-trovato 
pochi (ho perso anche la maglietta dei Wretched... li mort...) 
Stesso discorso del Tkngramo per i sound e per il fatto che ho 
avuto "l'intuizione" di come era fatta questa montagnola solo la 
mattina mentre per certi versi i suoni che in parte si mescolava- 
no e il girare intorno delle persone sempre diverse mi hanno 
frammentato empatia e bellezza. 



Comunque bellissima la sfilata danzante fra la gente stupita che 
si chiedeva cos'era tutto quel casino e i poliziotti con le facce 
impassibili che ci osservavano... 

La Street va bene giusto una volta all'anno per far vedere ai 

bastardi che comandano che ci siamo, in tanti, e intenzionati a 

costruire la nostra vita! 

ciao. 

DAn. 



0 Dal newsgroup di Ordanomade > Street Rave > Bologna 
" 24/06/2000 

^ Kazzo non c'era un carro hardtekno fino alle sei di mattina!! Ma 
£ ke kazzo è sta storia? 0 per meglio dire, alle montagnole!! Perké 
. c se non ho notato male, in testa alla Street c'era un carro con un 

1 cerchio di fari colorati (in basso) ke sparava hardtekno (ke per 
^ me è quella ke ascolto ormai da due anni, nei raves organizzati 
| da gente tipo Animatek 0 TMS e simili!). Infatti non ho trovato 
| praticamente nessuna persona ke vedo di solito ai parties, tran- 
se ne sporadicamente in giro. In effetti non sono riuscito a divertir- 
ai 

g mi davvero, giravo come un pazzo, senza trovare il sound ke mi 
§ piaceva e ciò mi ha fatto prende un po' male. Poi la mezza 
g pasta (colombina) ke ho preso (non ho potuto fare di più perké 
^ lune avevo il mio primo gg di lavoro) mi ha troncato le gambe 
nel giro di due ore, mi sono addormentato sul prato per un ora 
ed ho aspettato ke mi tornassero le forze. Non sono un saggio 
raver? Alle sei ho ballato ancora, fino a ke i carri non si sono 
spostati verso il livello. Devo purtroppo ammettere ke ormai 
quel posto mi sembra stravissuto (da me) e non ci sto troppo 
volentieri. Adoro troppo ballare in strada mentre tutti ci guarda- 
no straniti 0 divertiti, e ogni volta mi sollazzo a prendere per 
mano qualke tipa tirata a lucido che assiste sbalordita, per por- 
tarla a ballare in mezzo alla folla danzante dei tekno ribelli, in 
barba alle forze dell'ordine (ahahahaha ke buffa parola). 
Davvero è un evento ke merita. Durante la mia prima edizione, 



quella del '98, mi sembrava di essere uno dei bambini al segui- 
to del pifferaio magico. Adesso dopo due anni di parties di tutti 
i generi, mi sento a casa, nel mio mondo, con la mia gente e 
tutto questo SENZA ASSUMERE NULLA. Infatti quando sono arri- 
vato, ho aspettato tantissimo prima di modificare il mio stato di 
coscienza. Mi sentivo così bene in strada ke davvero non avevo 
bosogno di null'altro ( forse Tunica cosa ke mi mancava era una 
donna, da baciare nei momenti più belli e con cui poter condivi- 
dere quell'esperienza, ma kissà se esiste ???). 
Arrivati alle montagnole, mi sono perso nelle musike senza tro- 
vare la mia. Imperante la presenza dei carri hardcore (c'è ki dice 
ke non vanno daccordo con la Street, ma per me ci poteva 
essere anche il liscio, anzi meglio, ci sarebbe stata più gente) e 
sopratutto di un carro speedcore, per me davvero imballabile. 
Dai ragazzi, ma come fate così velocemente? Vado fuori tempo 
dopo due secondi, non ce la faccio. 0 forse sono troppo abitua- 
to e soddisfatto della danza ondeggiante dell'hardteknorave!!! 
Cmq troppo bello davvero, assitere al tripudio della musica e 
sopratutto della tekno in generale!! 

Complimenti vivissimi a ki ha organizzato questa edizione!!! 

Luther Blissett (maschio) 



Dal newsgroup di Ordanomade > Teknival > località imprecisata 
01/07/2000 

Subject: Re: tek-report 

Date: Wed, 05 Jul 2000 13:47:48 +0200 

Organization: 

Newsgroups: taz.ordanomade 
References: 1 

Sono arrivato lunedì a mezzanotte e sono tornato a casa intor- 
no alle 6 di mattina di martedì. Non potevo mancare al mio primo 



teknival, dal momento in cui si trovava ad appena 30 km di 
distanza da casa!!! 

Confermo la notizia che il posto era stato precedentemente uti- 
lizzato per un Goa party. Alcune voci dicono che per questo 
motivo ci sono sati alcuni scazzi tra chi aveva organizzato il Goa 
e le tribes. Ma quello che penso è che siano state solo lamente- 
le dei goani, senza che ci sia stato un vero "scontro". 
Immersione sensoriale: 

La sensazione provata all'arrivo può essere descritta come un 
senso di pace (misto ad una personale esaltazione di poter 
assistere per la prima volta ad un teknival), forse maggiore di 
quella attesa. Immaginavo molte più tende. Invece ho trovato 
una quantità di camion tutti ravvicinati che delimitavano il peri- 
metro dell'accampamento. 

Spesso mi capita di avere delle jllucina zjonj^che fiQtjejj^hiamare 

"sovrapposizioni temporali": due luogh i appartenenti a due dif- 
ferenti punti del tempo (e dello spazio) si frappongono in un" 

mix. In questo caso Ini sono sentito in un accampamernto dei 
r pionieri del far-west, mixato all'effetivo accampamento cybertri- 

ber. Durata della visione: o.32sec. 

Il primo soundsys, distante una quindicina di metri dalla via 
d'entrata, era parecchio alto e pompava della hardtekno apprez- 
zabile. Purtroppo non c'era nessuno che ballava, e devo ammet- 
tere che un po' mi sono preoccupato. Procedendo all'interno 
dell'accampamento noto con piacere che il secondo soundsys, 
quello con i televisori, accoglie una moltitudine di persone che 
danzano. Quantità persone stimate (on dance floor): circa 60. 
Immersione sensoriale: 
—Auto-attivazione del rilevatore 
cyberferomonico— zzz..zzz..zzz..zzz..zzzzzzz Rapporto: 
Quantità cybersex: notevole 
Qualità cybersex: notevole 
Presenza cybersex già incontrato: medio 
Presenza cybersex mai incontrato: alto 

Vorrei ringraziare il turbinio di persone che mi ha dato la possi- 
bilità di scambiare sensualissime spinte. 



—Attivazione audiosensoriale— zzz..zzz..zzz..zzz..zzzzzzz 
Rapporto: 

Qualità della musica (stimata su gradiente soggettivo): più che 

ottimo. 

Commento: 

Una delle mie esperienze teknoacusitke migliori, 
(non so se descriverla o meno, è comunque sottoposta al gra- 
diente soggettivo). Molto rimbalzo della cassa (quasi mai cassa 
dritta), piacevolissimi suoni hard-spiraloidi e trensoidi, buone e 
persistenti "corali" (il suono di un motore in accelerazione si 
avvicina a ciò che considero "corale"). 
PsicoAlterazione 
categoria sostanza: Pasta 
nome: Tulipano verde 
quantità: 1 

qualità: medio-alta quasi ottimo. 

Commento: Ho rivissuto una delle mie prime esperienze, con 
tanto di accelerazione-cognitiva, nella quale mi sono passate 
davati tutte le possibili cause dei difetti del mio pc con tanto di 
possibili tecniche di riparazione, il tutto mixato a sensazioni di 
"distensione frattale" (frammentazione ed estensione dei sensi, 
in più dimensioni colorate). 

Attivissimo anche il senso di super-empatia e di ipergiustizia 
(teoria del "mondo giusto": tutto è così poiché è giusto che sia 
così ed in nessun altro modo potrebbe essere meglio). Nota par- 
ticolare: minima traccia di down. Ho recuperto completamente 
con un tempo di riposo di 6 ore. 

Commento generale: fantastico, è stato troppo bello ballare nel 
bosco qualcosa che non sia goa!!!!! 

Ringrazio tutti gli stranieri che c'erano, spero di stringere con voi 
nuove teknofratellanza (anche se non mi siete sembrati troppo 
ben disposti). Ringrazio chiunque siano i responsabili del teknival. 
Mi è dispiaciuto di essere tornato martedì sera e aver trovato 
tutto spento!!! 



Luther 



Dal newsgroup di Ordanomade > FUCKPRIDE > Roma 
08/07/2000 

Subject:FUCKPRIDE 

Date: Sun, 9 Jul 2000 23:23:23 +0200 

Organization: 

Newsgroups: taz.ordanomade 

"It's better to suck'n'fuck untili your knees wobble then to 
squander your youth on reformist politics". 

Head magazine - sex issue 

Questo è ciò che abbiamo fatto al world pride godere di noi 
stessi, godere di tutti i corpi in rivolta in un unico afflato di 
libertà promulgata dalle nostre casse, godere in un orgasmo 
unico e coinvolgente di tutte le persone che si avvicinavano ci 
sorridevano, ci baciavano e non ci mollavano più. Questo è ciò 
che abbiamo fatto: esprimere la nostra azione direttamente sul 
desiderio di diversificare, complessificare ed espandere il tema 
della molteplicità, dell'alterità, dell'abbattimento del concetto di 
minoranza e di tolleranza. 

Era fondamentale agire portando un messaggio coinvolgente 
che ir/rompesse nello scenario della processione di Lourdes ad 
opera dei neo-partiti politici su base sessuale. 

Anche a costo di sembrare autocelebratore voglio riaffermare 
le ondate di coinvogente empatia e l'euforia emanata dal 
nostro spezzone. Non è interessante di sicuro essere alla testa 
0 alla coda di un corteo (basta con i cortei politici gerarchici e 
identitari, le forme dell'agire vanno innovate), quanto coinvol- 
gere migliaia di persone in un unico battito. Kernel Panik era 
la pulsazione e i cuori battevano di contenuto. Il contenuto 
era l'essere differenti, da chi elemosinava in ginocchio norma- 
lizzazione, pietà, riconoscimento. Le nostre ginocchia tremano 
per il piacere del succhiare e dello scopare senza genuflettersi 



al parlamento, al governo ai suoi ministeri, alle sue istituzioni 
e ai topi asessuati come Giuliano Amato, Rutelli etc etc... 
Probabilmente Pecoraro Ascanio, per quanto nel suo ruolo da 
ministro, avrebbe ballato con noi perché molto al di sopra delle 
speculazioni politiche stesse sull'essere sessualmente altro da 
definizioni sociali della sessualità che comunque non reggono 
più, e ancora peggio vengono anche rivendicate nel fulcro del 
cadavere politico. 

"... DIRTY FUCKERS, BUT SOCIETY AIN'T GONNA SHIT ON US..." 
Head magazine - sex issue 

Abbiamo superato anche questa volta il punto di non ritorno, 
spingendosi R, nei territori liberi dell'utopia fattasi realtà. Massimo 
rispetto a tutte le persone che hanno portato luce e vita al nostro 
"core" fino all'alba. Sogno di tutti i ravers romani era di fare una 
storia al Circo Massimo. Sogno appagato dalla ricchezza di un ibri- 
do polimorfo che bruciava di passione in 4/4 a 180 b.p.m. 

Ha visto ballare il limbo in pieno dance floor improvvisato. Le 
Tribe 8, uno dei gruppi lesbopunk più radicali di San Francisco, 
ha ballato sulle casse per tutto il giorno e tutta la notte. È stato 
un tripudio di abbracci multisessuati. Più si andava avanti e più 
c'era afflusso. Ad un certo punto ci saranno state almeno 2000 
persone solo intorno al nostro sound (e ce ne sono stati altri 
tre che suonavano ad oltranza con noi radunandone 4-5000), 
persone che al contrario di quanto dice Aioe, alle feste non si 
sono mai viste poiché erano lì per il pride ed erano state pola- 
rizzate dal magnetismo del momento. E di sicuro hanno vissuto 
una emozione molto forte tanto da decidere di mandare a fare 
in culo Tor di Valle*. 

Ho visto lesbiche che calpestavano il separatismo mescolandosi 
con il rumore sessuato, ho visto orsoni e leathermen che faceva- 
no ballare le proprie pance e fruste travolti dalle cassone di guer- 
ra di Peppe emanato da una potenza tellurica di 25 mila watts. 
HARDTEKNO FOR HARDBEARS AND DIRTY BASTAR DS. 



Ho incontrato gente che non vedevo da anni o che non ho mai 
visto in assoluto. Cera la Shake con Gomma e Philopat, Rosie/Fika 
Futura, Francesca da Rimini/V.S.N. Matrix, Smutt Mudged/Speed 
Demon, Betty dello Squott, Strapper Wre-Kon dei Mutoids che ha 
installato quell'ape bellissima sul sound di Ostia, ovviamente tutti 
noi di Torazine e infinite altre persone a cui il sangue pulsa nelle 
vene. Per non parlare della Roma che non conta, della Roma dell'i- 
nopportunità che non vuole diventare opportuna. Di quella Roma 
oltre frontiera, dispersa nello spazio e nel tempo di una quotidia- 
nità aberrante. Impazzisco di piacere a pensare che 7 anni fa, le 
stesse persone che l'altro ieri guidavano il sound di Spzk, disegna- 
le vano svastiche sullo stesso Centro Sociale che ora gestiscono. E 
N ieri ballavano con gente di tutti le forme e sessualità. Li ho lasciati 
£ con dei sorrisi che arrivavano alla nuca. 

^ Schegge impazzite di straordinaria ANORMALITÀ in un contesto 
£ inaudito. 

. c Gente che rubava le bandiere e i palloncini al Pride Village. 

1 Colore dappertutto. 

* Ballavano anche i cessi chimici. 

| Silvia, una delle prime transessuali che ha dato vita agli 

8 Stonwall Inn Riots del 1969 ha fatto l'intervento dal nostro 

ss camion per esprimere il piacere nell'essere con noi e la rottura 

§ rispetto alle pratiche lobbistiche omosessuali e alle costituzioni 

8 dei partiti. 

§ Ho ancora la schiena ustionata con due enormi incroci bianchi a 
c 

causa dell'hamais che ho indossato durante tutta la parade. 
Felicissimo di incontrare le anime inquiete della nostra scena 
tekno da tutta Italia e convogliarsi sotto le casse. WE DON'T 
STAND ALONE. Ciò testimonia la ricchezza e la non separazione 
delle scene quanto la messa in relazione concettuale e pragmati- 
ca su valori di libertà e di conflitto non più inteso come contrasto 
dialettico quanto produzione di spazi in cui respirare ed amarsi, 
non espresso in una forma politicamente schematizzata quanto 
libera di prendersi una strada e di fare festa, FESTA, FESTA. 

Essere altro da sé è il vettore della ricerca. L'identità è una 
montatura. ID. IS A HYPE 



RITMI DI GUERRE ESTATICHE - AZIONE FUTURA PER UN LIBERO 
PRESENTE 



* 50 mila lire di sottoscrizione al Mario Mieli - per non parlare 
della festa di giovedì - Claudio Coccoluto a 100 mila lire al Foro 
Italico. Ovviamente sono consapevole anche del ritiro del patro- 
cinio dei 350 milioni da parte di Rutelli. Ma ci sono modi e 
modi di fare le cose. Sul discorso dei prezzi ho captato al pride 
village risposte abominevoli che trasudavano una volgarità ed 
un'ignoranza inaudita vedi: "NOI SIAMO IL MARIO MIELI, NON LA 
FESTA DELL'UNITÀ...". Per altro io non ho visto molte differenze 
tra l'omovillaggio e gli stands del pds poco più giù, a Caracalla. 



Dal newsgroup di Ordanomade > KERNEL PRIDE > Roma 
08/07/2000 

Subject: KERNEL PRIDE 

Date: Sun, 9 Jul 2000 17:38:29 +0200 

Organization: 

Newsgroups: taz.ordanomade 
GRAZIE 

Perdonate la banalità e la semplificazione ma, per una volta, in 
tutti i "sensi", è stata la nostra realtà ad invadere magicamente 
la loro e non la loro a soffocare la nostra 

molta gioia dalle persone e dalla musica e dal sovvertimento 
della strada in dance floor anarchico 

ancora un enorme grazie a coloro che hanno sudato perché 

questo fosse possibile 

bella 



hotchili 



Dal newsgroup di Ordanomade > KERNELPRIDE > Roma 
08/07/2000 



Subject: PRIDEKERNELPRIDE 

Date: Sun, 09 Jul 2000 19:41:31 +0200 

Organization: . 

Newsgroups: taz.ordanomade 

... ancora sorrido dalla gioia, 
veramente senza parole 

una piccola love parade in un ambiente millenario 

00 sensazioni senza tempo 

N speranza di rivivere tutto questo 

£ al più presto 

5 grazie a tutto il KP 
l 

. c hi gntz 

E 

2 

Ci 

c 

s 

(0 

1 Dal newsgroup di Ordanomade > Gay Prìde > Roma 08/07/2000 
e 

| Subject: Gay Pride 

§ Date: Sun, 09 Jul 2000 21:48:53 +0200 

§ Organization: 

^ Newsgroups: taz.ordanomade 

Siamo 

Stati 

Grandi 

... in culo a chi ci vole male, a destra 0 a sinistra. 



Dal newsgroup di Ordanomade > KERNEL PRIDE > Roma 
08/07/2000 

Subject: PRIDE KERNEL 
Date: Mon, 10 Jul 2000 09:44:36 +0200 
Organization: OMIKRON DESIGN LHIGTING FACTORY 
Newsgroups: taz. ordanomade 

Veramente entusiasmante 

È stato qualcosa di meraviglioso, dopo quattro anni di lavoro, 
con le associazioni e non solo, i risultati sono stati sicuramente al 
di sopra di tutte le spettative, quando il Mario Mieli aveva propo- 
sto all'arci gay e ai partiti il progetto world gay lesbian transgen- 
der transex pride nessuno si era immaginato un risultato così 
eclatante, a partire dalla delegittimazione, per chi ancora insisteva 
e insiste, della chiesa cattolica come interlocutore sociale. 
Quattro anni fa ero vice presidente dell'arci gay di Milano, e mi 
ricordo la limitatezza del dibattito sul pride, e mai avremmo 
pensato ad una apoteosi così alta decisa e incondizionata come 
quella rappresentata dal carro del Forte. 

Il Carro Kernel Forte Prenestino, è stato sicuramente il più coin- 
volgente, e azzeccato, assieme a quello Spaziokamino, (compli- 
menti ai romani, con un pizzico di invidia) è stato il punto più 
alto del corteo, dove le rivendicazioni di libertà hanno saputo spa- 
ziare a 360 gradi, senza barriere e fasci corporativi, ed è grazie 
al fatto che la rivendicazione del pride si sia allargata ad altre 
realtà, e che queste se ne siano fatte carico, che il risultato sia 
stato superiore alle aspettative. 

Non solo la musica era ovviamente la migliore, ma la gente, e 
gli unici veri slogan di rivendicazione, protesta, urlati alla 
città hanno reso il carro uno dei punti più significativi e 
importanti della manifestazione, (dal carro abbiamo appreso 

della morte del Papa per crepa cuore, e che morto un 

Papa non se ne fa più). 



L'unico rammarico è che il carro abbia potuto percorrere solo un 
quarto del percorso, (Ostiense - inizio Circo Massimo), è manca- 
to tutto il giro del Circo Massimo e del Colosseo. 
Inutile dire che la nottata è stata fantastica, e che Tanno prossi- 
mo si replica, si parla di Milano o Bologna per il pride italiano, 
(e l'Australia per il 2° World Pride) ma è ancora tutto da decidere 

il "manifesto" del carro portato da Headcleaner 

il camion sarà composto dalla triplice formazione 

Forte/Kernelpanik/Bradipomorph. 25K di rumore puro, pornostereo 
o ed oltraggio al silenzio sessuale e alle pratiche di normalizzazione 
w ad opera dei fautori del World Pride. Corpi liberi che autogestisco- 
£ no le loro sessualità superando in un unico orgasmo, le banalità 
* e le squallide rivendicazioni ipocrite-ideologiche del Mario Mieli. 
£ Portate i vostri desideri fatti corpi - la mente sarà unica/critica; e 
. c di sicuro non espressa in una minoranza silenziosa. 
e Ricordiamo a tutti i possibili avventori che qui non c'è nessuno 
^ che crede nello stato e nella sua autorità. 

c 

2 

| CORPI>CHE>PRODUCONO>ORGASMI>CHE>PRODUCONO>CONFLITTI 
« 

® 

8 È stato realizzato nel migliore dei modi ed è anche il punto per 
g aumentare il livello dell'iniziativa e della rivendicazione, sia nel 

E 

merito dei programmi che nel metodo di divulgarli. 
FANTASTICI 



Dal newsgroup di Ordanomade > WORLD PRIDE > Roma 
08/07/2000 

Subject: l'occasione fa l'orgoglio 
Date: Mon, 10 )ul 2000 12:48:56 +0200 
Organization: 

Newsgroups: taz. ordanomade 



premetto somma felicità per una giornata divertente e una festa, 
perché era una festa, una volta tanto dentro la città, e felicità 
per il kernel che se non ci fosse sarebbe un macello e per tutti 
quelli che ci stanno dentro che gli voglio un bene tale che tanto 
lo sanno quanto è grande, loved out ho passato un paio di 
giorni e ancora gemo di piacere, che altro dire? 

una considerazione sul msg di aioe: noi non eravamo il gay pride, 
eravamo il pride e basta, perché discutere di identità sessuali mi 
pare noioso, prendermi una giornata in un posto che ci è negato 
sempre no. che fossimo isolati era vero fino a un certo punto, a 
me la vetrina istituzionale su cui fare passerella dopo francescato- 
bertinotti-veltroni-prete illuminato non interessava, chi voleva veni- 
re a trovarci poteva farlo, se le tv o i fotografi ci hanno ripreso 
mentre ballavamo, scopavamo o ci calavamo non mi pare grave, 
tanto noi per loro siamo quelli che ballano, scopano (strano) e si 
calano e mi pare pure corretto (almeno per me), voglio dire, anche 
se avessimo fatto qualcosa di diverso, questa sarebbe l'immagine 
che di noi sarebbe passata sui media, così come se facciamo 
autodifesa siamo terroristi, se facciamo resistenza passiva picchia- 
tori eccetera. Insomma (sono al lavoro e mi hanno interrotto per 
un'oretta, adesso devo riprendere il filo), ci siamo presi una gior- 
nata nel centro della città e durante un gay pride che, nella sua 
parte principale e istituzionale, era una tristissima processione reli- 
gioso/politica, silenziosa, priva d'allegria, che comunicava solo la 
voglia di convincere la "società" (alla quale, lungo il corteo molti 
chiedevano d'essere ammessi anche se gay/lesbo/omo/trans ecc.). 
che chi sfilava non era pericoloso, non inculava i bambini, non era 
un untore dell'Aids, e stata una festa e le feste possono essere 
rivoluzionarie (fatte salve tutte le solite considerazioni sui fattoni, i 
violenti, gli scemi eccetera), dallo spezzone nel quale eravamo par- 
tivano messaggi fatti di parole e di gesti, di modi di essere e di 
gioia, e questo, attualmente, mi pare abbastanza. 

la rivoluzione proletaria o sarà una festa o non sarà (e alle feste 

si balla e ci si cala pure). 

BL 



ps: Gramo! la prossima volta vedrò di essere meno "occupato"! 
Stek, saluti! 

a tutti, un abbraccio, a Kernel, baci a manetta! 



Dal newsgroup di Ordanomade > WORLD PRIDE > Roma 
08/07/2000 

Subject: WORLDPRIDE 

Date: Sun, 9 Jul 2000 17:38:29 +0200 
n Organization: 
w Newsgroups: taz.ordanomade 

f 

* Il momento più caldo degli ultimi anni, una cavalcata lunga 

i£ tutta la notte sopra la città squallida di routine, una legione di 

. c spiriti svincolati che cavalcava come l'apocalisse sopra la Roma 

e millenaria fatta di storie infinite. 

^ L'evento è stato di un'enormità epocale congiungendo sogni 

| desideri e manifestazioni di molti e di molti tempi. Preziosi 

S frammenti di visione svincolati dalle coordinate dello spazio 

€ quotidiano. 

Si 

5 

§ Alla prossima già presente 
8 

c 

c 

baci candidi 



Dal newsgroup di Ordanomade > WORLDPRIDE > Roma 
08/07/2000 

Subject: Ostia Rioters 

Date: Fri, 7 )ul 2000 11:50:45 +0200 

Organization: 

Newsgroups: taz.ordanomade 



Vorrei spezzare una lancia in favore degli Ostia Rioters, di cui, 
relativamente alla Street-parade e successiva stand-parade, non 
si parla o, al massimo, si mormora sottovoce. 
I ragazzi di Ostia hanno portato un bel carro (l'insetto dei 
Mutoid), e un'amplificazione niente male. I music-makers erano 
motivati e la 505 rendeva tutto più mistico. 

Purtroppo, causa problemi tecnici, non si è potuta utilizzare l'in- 
tera potenza sonora, ma sicuramente la qualità della performan- 
ce era decisamente più alta rispetto a quella dei KP. 

Aphex Twin (di cui anche la Pirelli!!!), Speedy J (la meravigliosa 
Pullover) e tanti altri pezzi noti e meno noti, tra cui anche qual- 
che pezzo dei DaftPunk, hanno animato una serata a cui manca- 
va solo il volume sonoro: Pullover era coperta dal Renato Zero 
del carro confinante (che scandalo!!!!). 

Senza nulla togliere al divertimento kerneliano, di cui ho piace- 
volmente usufruito per un paio d'ore notturne, faccio volentieri i 
complimenti alla vecchia guardia tekno di Spaziokamino, sempre 
presente nelle occasioni importanti (remember Plastik..). 

LUNGA VITA ALLO SPAZIOKAMINO!!!! 



Dal newsgroup di Ordanomade > KERNELPRIDE > Roma 
08/07/2000 

Subject: KERNEL PRIDE 

Date: Sun, 9 Jul 2000 23:23:23 +0200 

Organization: 

Newsgroups: taz.ordanomade 

La festa non è un atto meno politico, meno rivoluzionario. 
Non esiste un'estetica separata da un'etica e da una politica 
ma tutto alla fine è estetica, etica, politica. 



Ogni gesto parla di ciò che per ognuno è bello e giusto. 
Le manifestazioni degli anni 'óo-'zo o quelle precedenti degli 
operai socialisti erano anche espressione di un modo di essere 
uomini-donne (più uomini che donne... guarda caso...) oltreché 
di rivendicazioni. 
Noi oggi siamo oltre. 

Questo non significa essere meno analitici, essere meno pene- 
tranti, tutt'altro. 

Il gaypride, tristezze istituzionali a parte, è stato un'esplosione 
di vita, una festa appunto. 

È la vita che è rivoluzionaria in se stessa, che è contagiosa. 

La vita è la prima rivendicazione; 

"Questo è il mio corpo". 

Non hai sentito Juannes Paulus?? 

Avrebbe potuto stare zitto invece ha parlato, ha parlato... affron- 
to al Giubileo... cosa volevi di più? 

un grande abbraccio a tutti, 
Daniele 

PS: KernelForteBradipo i n c r e d i b i l e!!! 



Dal newsgroup di Ordanomade > Pistoia 15/07/2000 

Subject: Re: Pistoia: "inna jungle da vida" 
Date: Tue, 18 )ul 2000 18:27:28 +0200 
Organization: . 

Newsgroups: taz. ordanomade 
References: 1 

Vi racconto il mio divertente party. 

Tutto è iniziato venerdì mattina quando mi sono svegliato gonfissi- 
mo sulla fronte sul sopracciglio e occhio destro: cazzo! Sembravo 
un pugile suonato, impresentabile! Inizio quindi una terapia d'urto 
a base di cale di pasticche di antibiotico a largo spettro e cortiso- 



ne tanto che il sabato sera sebbene un po' tumefatto sono bello 
che informa obiettivo festa! Ma quale festa? Tekno sotto casa o 
Goa a Bologna dove c'era un piccolo dolce fiore dall'aria pensosa 
e distaccata che mi aspettava. Problems. Ore 22,30 un po' stanco, 
tempo di merda-tutto il giorno che piove, infoline del Goa stacca- 
ta, infoline Animatek che risponde, ok ho le indicazioni-Fucecchio- 
20 minuti da Casina, mi butto un po' sul letto, mi sveglio alle 2 
fresco fresco, - ei Daniele dove vai? quando torni? - oh mam- 
maaa!! tu lo sai è un rave! torno quando torno! 
Ore 3,20 sono/siamo (una bella fila di macchine!) in loco: 
posteggiamo in un bar-campo da tennis-maneggio con tanto 
di cavalli (la ketamina invece l'avevamo noi! ssss... ironia fin 
troppo scontata...), posteggio sbagliato, si sente la musica ma 
si vaga al buio nel bosco per un buon 25 minuti, massaggio 
sadico a base di rovi e ortiche sulle mie gambe scoperte, chi 
propone insani sentieri suicidi nel bosco, chi si improvvisa 
boy-scout, alla fine salta di qui salta di là, l'urlo di gioia, 
eccocci! Taradanidum dum!! L'ha detto Rent, non moltissima 
gente, nemmeno poca ma grande movimento, e subito grande 
feeling, vedo un po' la situazione, saluti, chat-chat, e sono già 
le 8 di mattina. Vago un'ora con la luce per ritrovare la mac- 
china, faccio quattro chiacchere divertenti con due simpatici 
caramba fucecchiesi che mi avevano intercettato sulla strada e 
che non capivano bene cosa stesse succedendo ("senti capo, 
vieni qua... spiegaci un po'..." la domanda più clamorosa, 
giuro!:"ma che c'avete degli stereo?" certo che se anche 
Fucecchio non è Bologna 0 Roma un carabiniere è sempre un 
carabiniere...) ... grazie a Davide qui presente che mi ha dato 
l'indicazione giusta per ritrovare la macchina... si vede la dif- 
ferenza tra raver e raver navigato con spiccato senso dell'o- 
rientamento... Ore 9 decido di assumere la sostanza sacra 
mdma; prodromo nel pomeriggio di sabato "ciao Andrea... Ei 
Dan, ma che vai a un rave??... sono sotto antibiotico... con- 
troindicazioni, nessuna interazione con il citocromo px?... nes- 
suna... tutto ok... bene!"... pochi minuti dopo ti incontro il 
Tkngramo che dubito sia poco d'accordo con Victim sulla mia 
"presenza"... figurarsi che ho rilasciato a distanza di 15 giorni 



dal teknival padovano le chiavi di macchina dentro la macchi- 
na chiusa (... ma Rent... è un virus del newgroup?...)... grazie 
TknG ancora per il supporto nel peek di stato extatico! Bello 
conoscere il "tranquillissimo- Victim. Divertentissimo lo sbrago 
totale nel castello gonfiabile che avevano montato i S.c nel 
pomeriggio (mi ricordo di averlo visto precedentemente in un 
qualche foto report...). Ad un certo punto poi sono arrivati 
due e (come si potrebbe dire emmm...) hanno iniziato a sco- 
pare lei sopra-lui sotto tra un inglese che sghignazzava men- 
tre i suoi due ragazzetti di 4 anni (nina e....) saltavano dap- 
pertutto e ogni tanto piombavano addosso ai tipi, io e qual- 

* cun'altro che faceva finta di niente e chi (607 ragazze/i... più 
N ragazze in verità) guardava fra lo stupito e il divertito/scanda- 
li lizzato e si dicevano "Ma... Ma... Ma..." tra l'altro nel castello 

* ogni minimo movimento si propagava dappertutto così senti- 
li: vamo ogni accelerazione/rallentamento in un va e vieni ine- 
. c quivocabile... ad un certo punto... per qualche motivo... la 

1 tipa ha interrotto... poi dopo poco sono tornati all'assalto ma 
^ a quel punto c'è stato un quasi coro semi-sdegnato-forse un 
| po' ironico ma serio da parte delle ragazze/i di cui sopra... 
« "Hoooo ora basta!".... e unA (lei invece seria) "ci sono anche 
E dei bambini!". Premesso che il tutto secondo me era "discre- 
§ to" e non si vedeva niente e che i bambini giocavano tra loro 
8 e che pure il padre era lì indifferente e varie altre considera- 
li zioni da free-spirit, sono quindi intervenuto con una frase del 
^ tipo "ma che ve ne frega"... e quella a me "ecco! sempre il 
solito..." ... ora che ci ripenso... "il solito che?"... (la tipa tra 
l'altro era un'amica del TknGramo... prima mi aveva chiesto di 
te... non è che ti sei perso qualcosa?... comunque tutta la mia 
solidarietà ai due per la malevola interruzione...) Sono venuto 
via la mattina del lunedì... c'era ancora un po' di gente... 
anche se iniziava la smobilitazione più grossa- 
La notte della domenica l'unico liveset ha spaccato (forse non 
era perfetto-ogni tanto magari c'era qualche intervento fuori 
tempo 0 che non ci stava un granché... ma mi piacevano i 
suoni.... e mi ha fatto ballare)... comunque tutto molto meglio 
che a Padova... il luogo poi non si discute nemmeno... 



e contento che non hanno scelto di fare il rave 
all'interno dell'accampamento del blues- 
grande festa!! 
ciao a tutti 
DAn 



Dal newsgroup di Ordanomade > Pistoia 15/07/2000 

Subject: R: Pistoia: "inna jungle da vida" 
Date: Wed, 19 Jul 2000 13:30:35 +0200 
Organization: 

Newsgroups: taz.ordanomade 
References: 1 , 2 

Ahahaha, anch'io ho avuto un incontro ravvicinato con 2 carabi- 
nieri in quello che, stando alle tue descrizioni, dovrebbe essere lo 
stesso parcheggio! Probabilmente anche i 2 sbirri erano gli stessi 
visto che non brillavano particolarmente per intelligenza ed infor- 
mazione, tutto sommato il loro è un paesino di 500 abitanti... 
Insomma ci hanno beccati mentre eravamo fermi nel parcheggio 
a mettere un po' di acqua nel radiatore, ci hanno chiesto i docu- 
menti e quando hanno visto che arrivavamo da Milano ci hanno 
chiesto come facevamo a sapere di questa cosa, chi aveva orga- 
nizzato, a che ora avevano montato l'impianto e se si pagava ad 
entrare. Dopo quest'ultima domanda ci siamo messi a ridere ed 
ho chiesto loro se quelli della festa avevano già recintato il 
bosco ma uno di loro mi ha risposto, serio, "no". Poi hanno dato 
un'occhiata al furgone e si sono messi a farsi i fatti loro. 
Per il resto tutto tranquillo a parte il fatto che siamo arrivati tar- 
dissimo, reduci da una serata delirante a Bologna da Luciano 
TMS a base di fiumi di superskunk, charas e discorsi sull'imbal- 
samazione/conservazione/lavorazione di resti umani da parte di 
tribù remote. 

Siamo arrivati nella giungla quasi al mattino. Gli anni scorsi ho 
provato di tutto per raggiungere i luoghi imboscati delle feste 



estive all'aperto, guadi di torrenti, ponti tibetani, free climbing, 
lotte con popolazioni indigene ma quest'anno ci siamo distinti 
per una sfiga suprema in quanto dopo un po' di girovagare 
nella giungla scivolosa ed impantanata un caravan davanti a 
noi si infossa e si blocca di traverso sulla strada già strettissi- 
ma, sterrata, buia e piena di buche. Un'oretta di tentativi per 
tirarlo fuori ma niente da fare, abbandoniamo lì il poveraccio e 
tento un centinaio di metri in retromarcia psichedelica al limi- 
te, almeno riesco a trovare un punto abbastanza largo per 
girarmi. Ma la sfiga, nonostante il buio, ci vede benissimo ed 
appena girati arriva davanti a noi un altro furgone che si gira, 

00 ricomincia la salita ed ovviamente si blocca nel fango! Porca 

w puttana, ancora più di un'ora di tentativi per tirarlo fuori ma è 
£ inutile, intanto il sole è già alto, la musica è sempre vicina ma 
* non capiamo da che cazzo di parte arriva, siamo spaccati. 
£ Riusciamo infine a spostare il furgone cadaverico che non si 
•e muoveva di un centimetro, così almeno passiamo noi. Prendo 

1 tutta la rincorsa possibile, parto in prima e faccio tutta la sali- 
^ ta con l'acceleratore a chiodo, il motore fuma ma arriviamo in 
| cima e finalmente riusciamo a raggiungere 'sto posto maledet- 
ti to. Il resto è già nelle righe di questo NG. Concordo sulla 

«o musica che non ha entusiasmato particolarmente. C'è stato 
g però un momento di incredibile ultracore industriai meccanica 
8 nel sound system di Oxide al mattino di lunedì che ci ha 
§ lasciati a bocca aperta, un attacco a 230 BPM con suoni cyber 
Io-fi tipo colonna sonora di "godzilla contro il mostro del 
lago", puro stile epiteth per gli amanti del genere, neanch'io di 
solito ascolto queste cose ma in certe condizioni ci sta proprio 
dentro, ti aliena completamente. 



Dal newsgroup di Ordanomade > Kernel Panik party > Tivoli 
(RM) 22/07/2000 

Subject: Re: TIVOLI KERNELPARTY report 
Date: Mon, 24 )ul 2000 19:02:09 +0200 



Organization: 

Newsgroups: taz.ordanomade 
References: 1 

... lucidissimi e limpidissimi come l'acqua pura fino a casa di 
gntz... dopodicché non s'è capito più un cazzo... tra vinello, (in- 
guine al nero di seppia, fegatino da paura e THC che non ti 
dico, sono giunte le 2... circa. 

La direzione verso la zona temp. autonoma... grazie alle 
sapienti info di gntz... ha avuto qualche inconveniente, ma 
niente di allarmante... con una manciata di minuti di ritardo 
sulla tab. di marcia troviamo il possente serpentone di elet- 
troni... notiamo in lontananza le luci del nucleo... non poteva- 
mo che essere sulla giusta via... parcheggio al volo e direzio- 
ne verso l'involucro del Kernel. 

... prima botta di speed come aperitivo... si entra nel nocciolo 
coreografia da paura! tutto fatto veramente e rigorosamente con 

le mani, dal sound in vinile fino fino alla potenza più dura e 

persistente dei 20.000W che rimbombavano nelle pareti della 
cava... fino dentro al cuore... entrando a tratti in perfetto sincro- 
nismo con esso... si entra... "mentalmente" dentro, paste 
speed... speed paste... 

io credo che il resto sia difficile da raccontare... a parte un 
inconveniente... mi è entrata la donna in panik... i suoi battiti 

ad occhio arrivavano a 160-170 bpm il Kernel per lei è stato 

travolgente, veniva letteralmente smontata dal sound, appena 
entrava con la mente nel nucleo, il suo coorpo iniziava a vibrare 
tanto da essere ferma... comunque tutto ok... dopo svariate 
canne è riuscita a tranquillizarsi... 

a parte la sbirraglia alla fine ho avuto dei simpatici episodi tra cui 
quello di un tizio sicuramente appena sveglio che si ferma con la 
bicicletta è chiede cosa sia successo... abbiamo risposto che il 
Kernel era attivo!!, 



ma soprattutto il fatto di aver conosciuto revers che apparten- 
gono al taz anche se ricordo vagamente i loro volti ho senti- 
to la loro energia... che basta. 

Il ritorno "Roma to Trento" inizia alle 23:00 del giorno successi- 
vo a casa di gntz... fino a quando l'anfetamina scorreva ancora, 
e stato ok... successivamente in autogrill 4 ore di sonno più 
totale ha avvolto 
le nostre menti. ..[...] 

ore 10:00 arrivo!! 

alla prossima 

lisbo 



Dal newsgroup di Ordanomade > Kernel Panik party > Tivoli 
(RM) 22/07/2000 

Subject: Marcellina report 

Date: Mon, 24 Jul 2000 16:54:00 +0200 

Organization: 

Newsgroups: taz.ordanomade 

report di sabato, posto eccezionale, molto bello davvero, la 
cava è sempre affascinante, budella di roccia all'aria, una grotta 
gelida con dentro una strobo solitaria (che artisti *sti kemelisti!). 
strutture industriali abbandonate (capannoncini) che facevano 
da cubo per cubisti, location del sound system (oh yeah) deci- 
samente stilosa: parete di roccia verticale con incrostazioni di 
manufatti in cemento, splendido scorcio 
di casse, finali, decks eccetera, arrivo di notte (pure facile) con 
a darmi il benvenuto una piramide tronca di roccia e, subito 
dopo, mega cattedrale di cemento che torreggiava sulla macchi- 
nina e, dietro, l'incavo della valle dove pulsava una strobo nel 



buio grasso della notte montagna-campagnolesca. sullo spiazzo 
davanti alla location, due pile gigantesche di sale che invece 
erano di ghiaia, entrati, camouflage teso e luci 
colorate a alzo zero, musica: tanto per cambiare, e il cambia- 
mento m'è piaciuto, drum'n'bass di m e terrortek di p, non dep, 
che invece è arrivato tempestoso per accompagnarci verso l'alba 
e, lì giunti, infine spaccarci le ossa, sezione buffet: tres chic! per 
quel che m'ha riguardato, due capsuloni di cristalli e un tulipano 
fresco fresco m'hanno sufficientemente ed empaticamente sdeg- 
nato, tanto empaticamente 

che non ho potuto fare a meno (fomentato anche da rotamas, o 
forse no?) di telefonare a okapi (ah, erano le 5 e 38, non le 
6...). per fare quattro chiacchiere e dirgli che stavo 4 na favola. In 
fondo l'ha presa bene... viste un sacco di persone che bazzica- 
no da queste parti (kristiano - bravi ragazzi, bravi a trovare il 
posto e ripulirlo! - , un inedito lisbona da trento, mi pare, il 
vecchio amico ginetorz, aioe, e naturlicht kink, headcleaner et 
cetera). verso metà mattina la visita di tre signori con le strisce 
rosse sui pantaloni 

che però, almeno per quel che ne so, non hanno cacato il cazzo 
(spero non abbiano fatto partacce più tardi), gente non ce n'era 
poi molta, penso un migliaio nel momento di massima, facce 
nuove? qualcuna. 

molti pischelli, m'è parso (ma tanto, a 56 anni suonati, so' tutti 
pischelli per me, ah!), verso mezzogiorno, effetto massamartana: 
è arrivato il sole e, memore dell'hamburger che m'ero ritrovato 
in faccia l'altra volta, mi sono cacato sotto e sono corso a rifu- 
giarmi all'ombra (e poi ero pure un po' stanchino), qui, effetto 
blob: il sole ci inseguiva, costringendoci ad ammassarci nella 
fetta d'ombra che diventava sempre 

più sottile, sembravamo pecore spaurite: io, il più spaurito di 
tutti, verso mezzogiorno, col fido rotamas, ho accannato e me 
ne sono tornato a roma, per distinguerci, abbiamo deciso di 
passare per l'abruzzo, invece di fare la strada più banalmente 
breve: è stata la cazzo di odissea di due strafatti, che alla fine 
se vedevo UN altro albero, UN altro trattore, UN altro ciclista, 
sbroccavo. arrivato a roma termini, andare a fare spesa al drug- 



store della stazione è stato un sollievo (i giornali, la coca light, 
gli yogurtini, il cemento, la plastica... ahh, che meraviglia!), 
per molta gente della scena romana è stato emozionante trovarsi 
dalle parti della famosa tre giorni di cui si parlò tempo fa nel ng. 
proprio da quel messaggio, è partito l'appello ai ragazzi della 
zona per trovare una location, viaggiando lungo la tiburtina, poi, 
ho visto posti dove sono state fatte un'infinità di feste: oh, me 
le ricordavo TUTTE (tutte?), e poi dicono che la droga.... 
vabbé, la chiusura della stagione per roma, credo, e una bella 
festa, però non ho vibrato come altre volte, nonostante l'indub- 
bia qualità e potenza delle sostanze, baci a tutti, soprattutto 
alla famiglia kernel e ai suoi pupi. 

momenti degni di nota: il candido che cercava di staccare un 
cartello dalla roccia, in piedi su piano di cemento, e non 
riuscendo a farlo suo, prendeva a odiarlo con tutto se stesso, 
preoccupazione diffusa, ma tutto è finito bene, una pischellina- 
ina biondina e sottilina strafatta di ketamina che mi faceva 
una tenerezza, ma una tenerezza: nuotava in una gelatina di 
mondi, pare che non stesse male, ma certo stava sotto un 
treno chimico. 

BL 



Dal newsgroup di Ordanomade > Kernel Panik party > Tivoli 
(RM) 22/07/2000 



Subject: Re: Marcellina report 
Date: Mon, 24 Jul 2000 18:52:58 +0200 
Organization: The Club of Smokers 
Newsgroups:taz. ordanomade 
References: 1 

si, in effetti ci siamo fatti quasi tutto venerdì a ripulire il posto 
da merde secche di vacche (cazzo, ne avremo tolte un 200, era 



tappezzato, alla fine le tiravamo come freesbee) e da fratte, ma 
alla fine ne è valsa la pena!! 

allora, per prima cosa un grandissimo grazie da parte mia e da 
tutti i ragazzi di marcellina che sono venuti al party a tutto il 
gruppo dei kernel panik, i quali sono stati veramente eccezio- 
nali; i ragazzi qui al paese non fanno altro che parlare della 
festa e sono tutti contentissimi di quello che è stato sabato 
notte anche perché quella cava che di solito è piena di fanta- 
smi, di ombre, di rumori provenienti da non si sa dove, di 
pecore e di vacche, sabato notte è esplosa e ci ha regalato 
tutta la sua magia; da 2 giorni fa in poi qui al paese la vedre- 
mo tutti in modo diverso, e quando la guarderemo avremo una 
notte magica da ricordare; un altro posto strappato alla propria 
desolazione che sarà riempito da oggi in poi con i nostri ricordi 
di questo fine settimana, mi sono troppo divertito, mi sono 
spaccato come mai in vita mia forse anche perché sapevo che 
avevo casa a circa 2 km dalla festa, chicchetta iniziale (i cellu- 
lari, mai visti prima, abbastanza buoni) poi grammo di speed, 
poi altro grammo di speed, il tutto condito da vino (ne addia- 
mo portati 15 litri, ne avrò bevuti un paio), birra e fumo (ave- 
vamo preso per l'occasione il mezzetto e ce lo siamo fumato 
quasi tutto!!!), un ringraziamento anche al tranquillissimo e 
sempre sorridente ginetorz il quale mi ha fatto conoscere un 
po' di gente del newsgroup, almeno adesso ho dato un po di 
volti ai nick che postano: il grande (in tutti i sensi) 
Headcleaner, il quale mi ha spiegato l'importanza del posto in 
cui si suona, baby lonbitch che mi ha raccontato la sua paura 
di ustionarsi nuovamente (eheheh in effetti ti ho visto bello 
chiaro di carnagione e poi con il capello che hai mi immagino 
che come ti possa ridurre il sole) dopo massamartana, e il 
nuovo (per quanto riguarda questo news) buskills; kink l'ho 
conosciuta solamente di vista, indicatami da ginetorz, mentre 
aioe non siamo riusciti a trovarlo, ah, naturalmente altra perso- 
na persona del news incontrata è rent anche lui tranquillissimo, 
il quale mi è stato indicato dalla simpaticissima kristina dei kp, 
l'unico ad essere + 0 - come l'immaginavo. 



Tunica cosa che mi ha fatto rodere un po' il culo sono stati i cani, 
c'era un alano che toglieva i cappelli alla gente e naturalmente si è 
avventato sia contro di me (la mattina le comiche!!!! Il cane che 
scappava con il mio cappello in bocca e io che gli correvo 
appresso cercando di riprenderlo) sia contro un mio amico al 
quale ha mezzo morso ad una mano, 
per il resto tutto fantastico 

grazie ancora ai KP anche per aver ripulito il posto, pensavamo che 
stamattina ci sarebbe toccato pulire tutta la zona invece abbiamo 
trovato l'immondizia bella che impachettata 

alla prox 

kristiano & i ragazzi di Marcellina 



Dal newsgroup di Ordanomade > Kernel Panik party > Tivoli 
(RM) 22/07/2000 

Subject: Grazieeeee a tè 

Date: Mon, 24 Jul 2000 23:18:54 +0200 
Organization: . 

Newsgroups: taz.ordanomade 

Non l'ho mai fatto, un report, ma questa volta voglio provare... 
Dell'arrivo di Lisbona da quel di Trento saprete già, e quindi anche 
della cena e del viaggio che ci ha portato là dove era giusto 

essere la notte di sabato Lisbona dimentica di ricordare i 

nostri due cari altri amici motobikers, che da Roma, con un for- 
midabile coraggio, più che altro per il giorno dopo, hanno deci- 
so/dovuto venire in moto... l'arrivo è stato tranquillo, abbastan- 
za veloce, anche perché quei posti si erano già visti, tempo fa... 
infatti questo party è stato un tuffo nel passato, non tanto leg- 
gerino poi, sembrava di essere tornati indietro di 5 anni que- 
sta volta, però, la situazione dava più del minerario... già in 



questo si notava la differenza dal passato, ancora compresso 
nella sua dimensione bucolica, ma indicativo di una realtà che 
si sarebbe sviluppata, fino a oggi... 

Attraversato il paese, cominciamo a chiederci, freneticamente, 
dov'è, dove sta? La risposta viene dall'alto, vediamo le luci che 
proiettano razzi lucidi e veloci verso l'alto... il primo posto utile 
per accannare la macchina, e siamo per strada- 
Piccola fila all'ingresso, ragione per un primo consulto, e prima 
assunzione... speed base, unico modo per consumarlo, mangiar- 
lo... la musica intanto ci pressava a che entrassimo al più pre- 
sto, riusciamo ad entrare, già alla sottoscrizione visi che espri- 
mevano la felicità di essere lì una tribù che balla, nell'ombe- 
lico del mondo, tanti bei giovanotti, scusate l'allusione la 

cava sembrava tornata in piena attività, si triturava di tutto là 
sotto, la cosa strana è che ho visto poche macerie! 
Ancora visi conosciuti e felici, un'altra pasta, poi basta xchè non 
bisogna mai esagerare mi diceva la nonna... si comincia a balla- 
re veramente, ma ci si sposta in continuazione... incontro 
Kristiano, mi trasmette una frega di energia, mi spiega come è 
andata la ricerca della location, ed io ancora sono qui a ringra- 
ziarlo della bella idea 

Rent, Babylonbitch, Headcleaner, M.ino, Retto, G.na, ecc, ecc. 
incontri inevitabili, emozioni sempre nuove... si balla, tanto e 
con molto piacere... Buskills perso, attratto e catturato da chi in 
quel momento era occupato a fomentare una cifra di perso- 
ne si arriva alla mattina, piccolo sonnellino là dove non arri- 
vava il sole, e di nuovo sotto, anche se ancora per poco... risve- 
glio eccitante, la musica ancora pompava... la gente ancora ci 
stava, dentro... la grotta, bella scoperta, anche bel sound lì den- 
tro!!!!!!! 

Ci ritroviamo, quelli che eravamo venuti, ah, dimenticavo, con 
noi c'era anche un neofita, non c'è bisogno di dire che è rima- 
sto positivissimamente impressionato... ancora con noi nei pros- 
simi appuntamenti, credo... purtroppo arriva anche il momento 
del ritorno a Roma, ci tocca... 
Dopo il Kernel pride, un'altra forte emozione- 
Bella a tutto il Kernel Panie 



Bella a tutti quelli che erano lì 
Bella a tutti quelli che conosco 
Bella a tutti quelli che ho conosciuto 
Bella a tutti quelli che conoscerò, 
la prossima volta 

vix, non ti crucciare, risuccederà 

byez 
gntz 



" Dal newsgroup di Ordanomade > Kernel Panik party > Tivoli 

£ (RM) 22/07/2000 
£ 

I Subject: Cronaca di un ritorno 

. c Date: Tue, 25 Jul 2000 01:22:48 +0200 

I Organization: 

* Newsgroups: taz.ordanomade 

c 

8 
8 

| Se hai diciottenni, pochi soldi in tasca, un fuoristrada sfasciato 
€ sempre sul punto di aprirsi come un carciofo e serve un posto 
® tranquillo in cui divertirsi con una fanciulla, a Marcellina c'è 
§ tutto quello che serve. Conoscevo già il posto, metro a metro, 
g Da una parte è stato un po' castrante. Nessun gusto a vagare, 
^ ad esplorare i recessi. Dall'altra è stata una grandissima presa 
bene: ballare, stare in pace ed armonia, ricordare belle espe- 
rienze. Tutto, tutto insieme. È stata una cosa molto magica, 
una forma di empatia con il posto, una sovrapposizione fra 
presente e passato, fra reale, sogno ed illusione. Bellissima 
sensazione. 

In questo stato trasognante, complici droghe tanto buone quan- 
to tranquille, ho passato una nottata felice con qualche rara 
puntata sotto cassa ed il resto del tempo trascorso a vagolare 
di cantone in cantone. In questo errabondo meditare, ho incon- 
trato parecchie belle persone, ho ben diviso attimi, ho vissuto 
momenti intensi. Sono soddisfatto. Certo è stato un viaggio 



molto mio e per questo diffìcile da raccontare. Difficile descrive- 
re l'effetto su di me, nelle mie condizioni, del ritrovare una per- 
sona cara, insieme a far politica per anni, alla sua prima pastic- 
ca. L'alternarsi in lei di momenti di paura per quello stato nuovo 
e tanto diverso dall'ordinario, sorpresa per l'intensità dell'espe- 
rienza, attimi di genuino abbandono a quel turbine di sensazio- 
ni. Complicato spiegare a parole cosa si possa provare nell'alza- 
re gli occhi, ballando, sul cielo stellato, nel puntare una stella, il 
senso di genuina meraviglia molto fanciullesca nello scorgere gli 
astri che girano in cerchio nel cielo al volgere delle ore. Succede 
ogni notte, ogni notte sempre uguale. Però, per una volta, è 
stato speciale; ritrovare lo stupore del bambino che guarda le 
meraviglie della natura con l'occhio del semplice. Impossibile 
ridurre a parola scritta l'incredibile conversazione con un vecchio 
amico, fuori d'acido quanto io di pasticche, nella sua incredibile 
mescolanza di realtà e di gioco, di finzione e di illusione. 
Momenti in cui le parole prendono un senso diverso dal loro 
significato, attimi in cui la comunicazione prescinde dal contenu- 
to. Piani paralleli che si intersecano. Questa volta le emozioni 
prevalgono sui fatti, come è giusto che sia o possa essere ad 
una festa. Diceva Leary che quello che noi chiamiamo realtà è 
solo illusione. In fondo aveva ragione. A piccole dosi. 
Di questa avventura mi restano tante cose. Alcuni ricordi, molte 
sensazioni, un po' di pensieri disordinati emersi alla rinfusa. 
Spunti di riflessione. Di certo, finché possibile, preferisco ballare 
all'aperto piuttosto che 

asserragliato in qualche anonimo rudere postindustriale. 

È stata un bella festa. Un modo intonato di finire una stagione. 

bella a tutti, soprattutto a chi si è sbattuto per rendere tutto ciò 
possibile. 

Aioe 

PS. L'ho scritto di getto tornando da una riunione. Rileggendo, 
sembra abbastanza ermetico. Però forse per una volta può 
andare anche così. 



Dal newsgroup di Ordanomade > Milano 22/07/2000 

Subject: Re: Milano? 

Date: Mon, 24 Jul 2000 19:05:12 -0700 

Organization: 

Newsgroups: taz.ordanomade 
References: 1 

allora a questa festa di Milano ci sei venuto poi? 

In ogni caso è stata una bella festa, pochi kw di sound, ma 
spesi bene, un susseguirsi di dj ai piatti e alle macchine c'han- 
no fatto ballare bene e sciallare tutta la notte, fino al primo 
pomeriggio, atmosfera piacevole, ambiente familiare, vibra posi- 
tiva che partiva dai quirex e si propagava tra chi ballava e chi si 
rilassava nel prato intorno, comunque non una massa di perso- 
ne, d'altronde l'info era anche poco diffusa, 
quirex-pensiero espresso: spazio per tutti, spazio per chi 
volesse dare spazio alla propria musica, senza scazzi... ovvia- 
mente non ore di performance (come il dj di oxide di pistoia), 
ma tempo sufficiente per divertirsi ed apprezzare (0 disprezza- 
re/odiare), bravi comunque i quirex e anche gli altri, suoni spe- 
rimentali e vari, in varie direzioni non scontate, e che comun- 
que danno l'idea che qualcosa di nuovo in giro c'è. 
Immancabili anche i momenti di gloria per la cassa dritta che 
non può mancare (soliti nomi che non cito!!, però aggiungo un 
tale che ha fatto un bel live set prima della betti). Incredibile 
lo svalvolamento al quale c'ha sottoposto ad un certo punto il 
padrone di casa, che ad un certo punto m'ha preso il cervello 
con una centrifuga musicale e mi ha portato vicino alla paz- 
zia;),., una botta decisamente interessante. 

droghe varie anche se mediamente non eccezionali, pochi 
(quasi nessuno?) zombies. prato pulito in poco tempo dai rifiuti 
(s'è visto incredibilmente anche stek con un sacco in mano, 
pare l'avesse comperato già pieno) durante la giornata una 
spruzzatina di pioggia per la gioia della fuorezza e anche 



monocarabbiniere che s'è presentato in divisa da solo, e ha 
proposto di finire a mezzogiorno... non so poi come sia andata, 
io ho mollato verso l'ima. 

credo di averli capiti solamente ora questi quirex, e con loro un 
po' tutte le discussioni di questi ultimi mesi delle quali ho letto 
anche da queste parti... son sicuro che nel futuro, magari con 
una decina di kw in più, ce la passeremo molto bene... 

bbella a tutti e ci vediamo in giro per l'europa. .. 

Fra' 

ps menzione di merito a chi ha organizzato la performance delle 
zanzare, è riuscito a far convergere a castellazzo di bollate (que- 
sto il posto) circa dieci miliardi di zanzare, nonostante il doppio 
strato di off e autan, riuscivano a infilarsi dovunque... se non 
stavi attento te le tiravi su dal naso mentre spippavi o le rollavi 
insieme al tabacco, decisamente incredibile, probabilmente la più 
importante convention di zanzare alla quale sia stato invitato. 



Dal newsgroup di Ordanomade > Kernel Panik party > Roma 
05/08/2000 

Subject: Kernel report (party da panik) 
Date: Sun, 6 Aug 2000 21:19:05 +0200 
Organization: 

Newsgroups: taz.ordanomade 

arriviamo all'una passata nel già conosciutissimo posto e trovia- 
mo il capannone giusto alle tre (noi rimasti sotto 0 kk sempre 
imboskato alla grande?), atmosfera very illegal, musica ke spak- 
ka di brutto per tutta la notte e la mattina, in particolare mi è 
rimasto in testa quel pezzo col campione che girava su stesso e 
la cassa distorta che partiva impareggiabile/ineluttabile, bell'ak- 



kitto, finalmente belle luci (ma quelle di febbraio erano proprio 
più... più), e bello anche il dance floor seminterrato (seguendo il 
corridoio all'entrata si arrivava proprio dietro le casse e tutto 
dall'altra parte del capanno, la musika potente uguale e la tran- 
quillità liquida di un pavimento che mi era sembrato d'acqua) 
ho notato molti zombie e scene di distruzione e mi sembra che 
ultimamente molti più di prima amino arrivare arrivati alla matti- 
na... o sbaglio?? non so molto delle sostanze che circolavano 
visto che mi ero portato dietro un superhoffmann e ho compra- 
to al party solo due star trek (da paura proprio)... in definitiva 
bella festa con un'atmosfera molto hard-delinquenziale... che 
non sta male ogni tanto... e poi è solo la mia impressione con- 
sigliata forse dal saggio hoffmann... da oggi all'inverno niente + 
party per me... 
bella a tutti 
good vybez 
good byez 



Dal newsgroup di Ordanomade > Qirex party > Monza (MI) 
09/09/2000 

Subject:QIREXDISTRIBUTIONATMONZAFREETEKNOGRANPRIXAN- 
NUALMEGAILLEGALEVENTECHIPIUNEABBIAPIUNEMETTA 
Date: Mon, 11 Sep 2000 18:14:06 GMT 
Organization: 

Newsgroups: taz. ordanomade 

mi associo alle svariate voci che si sono abbattute sul ng (e non 
solo) per raccontare il party di sabato a monza... 
veramente grandi i qirex, che mentre circolavano voci disfattista 
sull'impossibilità di accedere ai prati del parco a causa dei vari 
tipi di guardie che bloccavano tutti gli accessi (c'erano tutti: 
carabinieri, vigili urbani, pneumopolizia, pompieri, polizia, guardia 
forestale, guardie private, nuclei di sicurezza nazionale comunione e 
liberazione - i famosi NU.DI.SI.NA.CO.LI, e, per finire, stuoli di 



utilissimi volontari tutori dell'ordine) con tranquillità entravano coi 
furgoni, occupavano uno dei tanti bei prati, montavano rimpianto, 
il bar, ecc. e cominciavano a suonare (io a quell'ora non c'ero ma 
mi è stato detto che ale ha cominciato con un po' di d'n'bass 
molto bella) grandi perché come è stato già detto a milano triste- 
mente non c'è più nessuno che abbia voglia di organizzare qualco- 
sa che abbia un senso, e questa festa un senso l'ha avuto: la 
gente era tutta contenta, si è divertita, ha ballato, in molti hanno 
suonato, la musica è sempre stata di buona qualità, l'impianto 
Qirex sembra sempre piccolo ma alla fine ogni volta da soddisfa- 
zione, almeno per me è stato così, e anche per gli alti, direi, visto 
che di gente che ha ballato fino alla fine ce n'era, all'inizio la sen- 
sazione che ho avuto, arrivando nel parco e anche prima, in città, 
era di totale anarchia: ognuno faceva quel cazzo che gli pareva, e 
veniva fuori, evidente, la vera natura della gente: centinaia di auto 
in coda che suonavano il clacson ininterrottamente per divertimen- 
to; gruppi di tifosi tutti vestiti uguali, maglia rossa e pantaloni 
generalmente chiari, che, in fila per due, non sapevano dove anda- 
re eppure camminavano instancabili; gruppi di gente con falò 
enormi in ogni angolo, botti di sangria, motorini che sfrecciavano 
ovunque... non ho visto il grosso della festa dei ferraristi, non me 
ne fregava un cazzo, ma da laggiù veniva un casino piuttosto elo- 
quente, ho capito subito che in un posto così nessuno avrebbe 
avuto voglia di rompere le palle, non avrebbe avuto alcun senso, 
e infatti... I flash blu che spesso passavano erano da ornamento 
alla festa, era quasi piacevole vederli... le facce davanti alle casse 
e tutf intomo e dietro alla console la gente presa benissimo hanno 
dimostrato che avevamo bisogno di una bella festa 
tnx qirex, alla prossima 



Dal newsgroup di Ordanomade > C.S.O.A. Bulk Tekno Party > 
Milano 07/10/2000 

Subject: a quello che si è fottuto il mixer di Breda 
Date: Wed, 11 Oct 2000 11:45:51 GMT 



Organization: 

Newsgroups: taz.ordanomade 



sabato notte, nel corso del primo tekno party della stagione dei 
c.s. di milano, è successa una cosa allucinante: un pezzo di 
merda si è fottuto il mixer durante il party davanti a tutti quelli 
che ballavano... e ci è riuscito! deve averlo fatto talmente in 
scioltezza che nessuno dei presenti si è domandato se fosse 
qualcuno del bulk o no... 

il mixer 4 canali apparteneva all'ex centro bredaoccupata ed era 
in consolle al bulk, nel momento del furto sembravano saltati i 
« coni dei sub e stava suonando un ragazzo che non entrava nel 
w mixer in questione, c'è stato un istante di panico e poi la 
£ domanda "dove cazzo è il mixer?"... 

£ inutile dire che prima di pensare al furto io le ho pensate 
. c tutte... mi sembrava surreale... 

E 

^ boicottaggio al bulk? 0 bastardaggine pura? 

<u 
c 
2 

(0 

S se il pezzo di merda sta leggendo questo post: vaffanculo, per 

E colpa tua abbiamo montato le makkine per poi non suonare. 

§ grazie a te il party è finito troppo presto, grazie a te adesso 

§ uno dei pochi posti a milano dove si riesce ancora a far qualco- 

g sa è senza mixer, grazie a te milano sarà ancora più uno schifo. 

4 rivaffanculo coglione. 

=a.o.3.4°# 



Parte terza 



Every pitture tells a story 

Monia Cappuccini 



Ideazione, circolazione, scambio e consumo di TAZ, esercizi 
psico-geografici di nomadismo urbano; un campo vasto, aperto e 
indeterminato, non riconducibile a una delle sue singole compo- 
nenti. Parliamo qui di estetica, rave, tecnologia e della loro inte- 
razione, una reciprocità di relazioni che si insinua come pratica 
sovversiva a partire dai comandi in photo-sho£jda cui prende 
avvio Ja prima cellula preparatoria alla festa -/iflyer. Denotano 
esteticamente un party e posso nò~essé re per q uésto equiparati 
alle opere aperte prodotte dagli artisti con lo scopo di costituire 
un ambiente, ma il loro esito scavalca l'aspetto formale per inne- 
scare circuiti comunicativi e produttivi coinvolgenti, diretti a tra- 
sformare i destinatari in attori. Circolano di mano in mano su 
canali informali e azionano di conseguenza un tam tam rituale 
grazie a cui gli sforzi e l'entusiasmo dei vari partecipanti posso- 
no convogliare in incontro, concreta costruzione di ambienti 
momentanei di vita e di qualità passionali superiori. Rispetto 
all'iter comunicativo standard non c'è accrescimento né diminu- 
zione di valori, ma semplicemente passaggio da una classe a 
un'altra; situandosi al livello dei desideri, il transfert apre la pro- 
spettiva della comunicazione visuale all'insegna della mobilità, 
della dissolvenza e del cambiamento: opera d'arte > dispositivo 
ibrido; somma di interessi > prodotto di più relazioni. 
Every picture tells a story... del potere delle immagini siamo 
tutti testimoni ma nessuno è giudice; ciò che fa notizia al gior- 
no d'oggi, si sa, non è più storia. Quando le teorie di Me 



Luhan annunciarono che il vero messaggio è il medium - cioè 
il medium non fa che comunicare se stesso -, il senso della 
tecnica della Pop Art come semplice, istintiva e inconcludente 
manipolazione della realtà aveva già allargato l'esperienza del 
"fare" come valore artistico alla massa ma, di fronte al collas- 
so definitivo di un'estetica verticale, le correnti utopistiche 
andarono oltre. Nell'era post-fordista della produzione immate- 
riale, la ricerca del valore artistico (se ancora di valore si può 
parlare!!) doveva necessariamente porsi in antitesi alle leggi 
del consumo, e se ci fu chi portò avanti l'assalto alla cultura 
dominante dai reami della non-arte 1 , l'estetica come forma di 
agitazione politica violenta si delineò pratica controculturale 
concreta più o meno da quel momento in poi. 
Urtando con le finalità di mercato nello stimolare anziché anni- 
chilire l'esigenza estetica, anche l'idioma del visuale esprime la 
sua straordinaria efficacia comunicativa attraverso un'Immagine 
impiegata extra-arte nella formulazione di giudizi e valori, altri- 
menti scoraggiati da forme di regolamentazione del profitto e 
del controllo. La sua dimensione ha un profilo polifonico e dis- 
solvente, lo spazio rave è invece squisitamente techno-riot e 
illegali J^sintesi visuale si materializza nella WCMCà cofflft uh 
^potentissimo cancerogeno, corrosivo e sovversivo dTnormaliz- 
zazione e gusto. Dove il visivo accentra il suo potere sulla 
linearità, il visuale HuTtua su di un piano semlòflcó&èFénitoria- 
lizzato (Levy 1994) che allontana lo spazio del consenso peT" 
popolare quello del conflitto; in questa diramazione il potere 
dei media è minato da una tecnologia non più dominio di con- 
trollo e regolazione sociale in mano a pochi gruppi economico- 
politici, ma strumento di conoscenza critica e di appropriazione 
culturale dai/per molti. Le tecniche attraverso cui da fruitore pas- 
sivo il destinatario assume un ruolo di emittente e di interlocuto- 
re attivo rimandano alle sperimentazioni comunicative del mon- 
taggio, del patchwork, del vj/ing, del cut-up, del feed-back, del- 
l'assemblaggio, ovvero sia a tutte quelle pratiche di detournment 
relative a un uso emancipato e catartico della tecnologia che, 
nella liquidazione dell'eredità culturale, permettono l'invenzione 
di nuovi linguaggi. 



D'altronde, è la repentinità stessa dei mutamenti nell'organizza- 
zione delle forze di mercato a favorire il generare di forme di 
dissenso e conflittualità sulle sue ceneri. Come gli spazi occu- 
pati per la festa sono soprattutto quelli abbandonati dalla pro- 
duzione industriale, così anche l'esercizio psico-geografico 
visuale viaggia su materiale da riciclo, immagini già trattate con 
mezzi tecnici moderni ma indossate in veste nuova per l'occa- 
sione, accostate tra loro senza rapporto di dominio reciproco. I 
flyer giocano con l'estetica e con i suoi codici, adottando un 
linguaggio sintetico che affida al potere suggestivo delle icone 
la trasmissione totale di informazioni. Quelli circolati nell'area 
romana spiegano della violenza estetica dell'idioma: fumetti 
(Ranxerox, Freak brothers, disegni di Bad Trip, generazione 
manga), immagini sacre (Cristo e la Madonna), mistiche (divini- 
tà indiane), "profane" (il comandante Marcos), tecnologiche 
(robot cyberpunk), copertine di dischi (Prodigy) vengono 
assemblate a simboli (tribali, spirali, formule chimiche, logos 
vari) e a frammenti di testo subliminali (Kill your idols, disar- 
maleautoritàarmaituoidesideri, ricordati che stai commettendo 
un reato, no nazi no cops, Ready 4 the Phuture) creando 
immersioni visive nuove, miscele di puro feticismo ove tra- 
monta la figura ed emerge lo sfondo. Il linguaggio estetico si 
affina avvicinandosi a un pensiero iconico capace di rendere 
vivi i segni; ogni flyer assume così una propria personalità, 
votati nell'insieme a interconnettere e mettere in interfaccia 
tutti i dispositivi di creazione in corso per l'evento. 
Every picture tells a story ^ ogni flyer racconta una storia, la loro 

jsomma il percorso della cultura rave e dello spirito delle^pèrs'ò^ 
ne che l'hanno fatta crescere nella nostra città. Nello spazio del 
ricordo i flyer rimangono gli unici superstiti visivi di atmosfere 

jb vapori notturni, nello scorrere^le immagini evocano attitudini 
diverse di identità mutanti nel tempo.. La prima generazjonejJj 

^!25J?LI2^ a J^ Prf!?j.. a JinL , 2Pi ^L.^OI?., .LorQ. .flyer riye; 

Ja una consapevolezza rilegai derivata dalle esperienze dei cen- 
tri sociaFoccupati, accorpata però a un'esigenza stilistica e 
^politjga^vincolata da implicazioni estetico-ideologiche di jiferi- 
mentp: frammenti di immagini, simboli, parole e segni sono 



selezionati e ricomposti in miscele espressive che recedono da 
contenuti espliciti, favorendo l'edonismo della forma. Dal 
Capodanno del '96 questa inflessione si fa più concreta: para- 
dossalmente è proprio un rave chiamato Crossover a far da 
ponte con l'era delle tribe e dei sound system, con una menta- 
lità traveller underground molto più europea e nomade. L'arrivo 
degli inglesi Spirai Tribe a Roma segna un passaggio cruciale: 
si allentano i legami con la scena resident precedente, intorno 
alle "discoteche mobili-itineranti", come scelta identitaria-aggre- 
gativa-comunitaria, se ne inaugura una nuova. Gli Spirai si pre- 
sentano con un techno-puppet in sneaker e laccioni come 
logos, elaborato ibrido a metà tra Ufo del Millennio e soggetto 
hip hop anni '80; le scelte estetiche mutuano riferimenti stilisti- 
ci a 360 0 , rilevando corrispondenze controculturali notevoli. 

Se è vero che il linguaggio è riflesso organico del pensiero, il 
rumore del visuale rimanda invece a un'idea di comunicazione 
trasversale in movimento, trasmissione di informazioni socializ- 
zata, sistema di conoscenze attivo. Per muoversi bisogna però 
non solo potere 0 sapere come muoversi, occorre anche avere 
voglia di muoversi; nei rave dal visuale si accede allo spazio 
dello spaesamento urbano e della deriva continua; il luogo è 
segreto e gli iniziati vagano appresso a suggestioni dell'archi- 
tettura e dei desideri. Simile ai giochi lettristi - come gli 
appuntamenti possibili parigini -, la comunicazione visuale si 
inserisce in un ciclo creativo che sposta l'accento da un work a 
un progress fatto di situazioni costruite mano mano, passaggi 
intermedi che preludono l'evento: al pari dei flyer, info-line e 
meeting point mediano alla composizione integrale dell'ambien- 
te, per poi sfociare in aggregazioni sociali trasversali. Dal tra- 
monto all'alba è necessario stimolare a fondo il cervello per 
condurre lo sguardo verso gli elementi appropriabili, quelli di 
cui soddisfarsi nel doppio vincolo batesoniano di attrazione e 
repulsione. Tra consumo immobile e prassi attiva decodificante 
c'è bisogno di farsi vedere, "collocarsi nella posizione - nel 
punto di vista - che sta totalmente dentro i flussi visuali e, 
nello stesso tempo, totalmente al di fuori" (Canevacci 2001), 



perché visuale non è il risultato di una condizione data ma di 
un'esperienza in corso, ipotesi in divenire di mutamento agita 
nello spazio tra il definito e il non descritto. 
Nel desiderio di distruggere il peso di ciò che è stato, prende 
forma così il bisogno di partecipare al presente e, "se non sei 
cosciente di ciò, non venire!!" 2 . 



1 Stewart Home spiega come negli anni Sessanta "Fluxus è l'esempio più noto e 
più emblematico di questa tendenza. La mail-art (arte postale) potè svilupparsi 
grazie al clima liberante creato dall'assalto dei fluxworkers alla cultura dominante" 
(Home 1996). 

2 Flyer lllegal Rave 31-10-95. 



Cut, Copy, Paste. Psychografie di rivolta Ubidinale 
1993/Y2K 

a cura di Francesco @lter8 Macarone Palmieri 



Flyers 1993-1994 



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OCCdP^Ti 



CAPODANNO PIRATA 





Live on stage 

(Trance llass-Man 

Sound system 

(Consolle aperta) 



Polenta e 
lentie hi 



è * RA , TER ' A (Tifi. % 

Via Poituense 97 Ifcviji 
(Poila Poitese) 

INGRESSO A 




SOTTOSCRIZIONE 





SENSUR 

ILLEGA 




i A z 



li 



Dalla Cristoforo Colombo 
prendere la Pontina e uscire 
a Tor de Cenci Spinacelo 
sud-continuare per Tor de 
Cenci-Castel di Decima- 
dopo circa 3 km imboccare 
sulla sinistra Dia Giovanni 
Terranova e seguire frecce 
e lumini fino al posto 



ANTI COP -RAVE_ 

ROMA 17 12-94 FORTE PRENESTINO VIA DELPHINO CENTOCELLE 




•5'NOS 
NAZI! 




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In un momento storico >n cui tutto 
si rivela sauaIHa© commercio m un 
sistema che ti spinge o 
'CONSUMARF" effimeri momenti d 
simH-ttberta a pagamento fi quei 
sabato sera tanto osannalo dai 
media io sento i bisogno ai 
Mendicare la totale ■berta dolo 
schiavismo di questo strutturo 
sociale a cui non 
appartengo Sento I bisogno di 
creare qualcosa al alternativo 
qualcosa che vada contro io 
squalldo gioco economico 
agonizzato da pochi o decapito 
di tanti RAVE ILLEGALE pei me 
rappresenta un nuovo mondo di 
libera espressone, al al tuon al 
qualsiasi schematizzazione, dove 
ogni parte deia società può rmrs 
e ccodrviaere votoli pencolasi per 
I tanto tutelato ccotarmemoSto 
parlando di votoci ai toerta. 
uguauanza al reperto aeie 
differenze 

Un amo tema che nm sia a cuoie 
è 1 concetto di •eoalia Se 
legowà significa ovattare la lofio 
politica istrtuzjonale destra sostra 
io con un'azione ■egale rivendico 
un tipo al postica pKjaornenie 
sociale di azione dfcelta al al tuort 
di stupidi giochi rappresentativi 
Pc*xJcrnento*e è per me" 
occupare •egarnenle zane 
dismesse dove creare, v** 
senza contrai da parte dì chi 
vuole imporre comportaiTienfc che 
non oonnegono I vertice de*j 
struttura gerarchica In cui snmo 
costretti a vivere Infine penso che 
l'occupazione debba esse 
temporanea perchè cosi 9 attua I 
* mordi e fuggi ". la vtsMK> 
mvisibflrtà. i luogo-non luogo 
che a nroo avviso, deve 
caro ttenzz are il sistema di 



ILLEGALI 



INFORMAZIONE SENZA 

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LEGGI E DIFFONDI 



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TIBURTinR « DOPO RRCCORDO 
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TCRIDG 0 DESTRO SEGUI LE FRGCCG. 



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ll'XT A7TI VOMINICA DALLI 3+6 
V lS l\ 4L, 1 . m 93-3/93-3. 50 




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DECEMBER 




ingresso a sottoscrizione 
per RadioOndaRossa 

e per le spese dei 
compagni processati 



appizza le orecchie ne sa 



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Raptus Project r Radicai Fiction ^ |\/|3|*20 

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TEMPIO DELLA PEZZA (SPZK) VIA CAIENZANA-7 OSTIA 




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0 «NOATE Ol LIBERTA K COMUNlCftriQNt OlTWt IL TCMPa 

24 SETTEMBRE 1995 INIZIO É.3Q 



W AITI N G POR AN EVENT 
NEVER SEEN 
t SABATO \A OTTOBRE 1995 > 



ciò' che anima la nostra azione e' la voglia Ol 

PROVOCARE CAMBIAMENTO, Ol CREARE VENTO 
RIGENERANTE IN UN* ARIA ORAMAI STANTIA. 
ANDARE OLTRE LA MUSICA EO IL DIVERTIMENTO * 
PREMESSO CHE L ATTO LUDICO E PER NOI FONDAMENTALE 

NELLA SUA IMPOSTAZIONE AL DI FUORI DI DINAMICHE 
MERCIFlCATORIE - DIVIENE IL PERCORSO SPERIMENTALE IN 
CUI INOLTRARSI PER DAR FORMA A MAGGIORI E PIÙ INL 
INPUTg, 

E' NELLA DIFFUSIONE 0| AUTOPRODUZIpNI O, IN OGNI CASO 

♦ Ol MATERIALE CONTROCULTURALE .IN TuTTQ LO SPETTRO 
DELLE SUE FORME A PARTIRE O AL MATERIALE CARTACEO 

PER ARRIVARE A QUELLO MUSICALE PASSANDO PER 
SOFTWARE DEL PIÙ* DISPARATO, CHE IMPOSTIAMO MOMENTI 
DI CONFRONTO C Ol MUTAZIONE. 
QUESTA E* LA STRADA CHE PERCORREREMO 

• ATTRAVERSANDO SIA SITUAZIONI CHE VIVONO NELA SEMI- 

LEGALITÀ' QUALI I CENTRI SOCIALI, SIA SITUAZIONI 
TOTALMENTE ILLEGALI QUALI LE OCCUPAZIONI TEMPORANEE^ 
Ol AREE DISMESSE, 
AL.L.A RICE RCA_ULUhLQ CGLUSIDN.E DI UNA 
VACUITÀ* LATENTE. 

t I c a u b u r I n u n o i 2 r 




Italian 



lem 



1 5 09 95 Milano: Leo ne a vallo 

1 B-09-95 Milano: Cascina Occupata Vaiano Vaile 
23-09 95 Milano: Pergola illegai 

30-09-95 Torino: Prinz Eugen C.so Principe Eugenio 26 

07-T 0-95 Boloona: A.T.C- uscita tangenxlale zona Rovpr 

1 *~ 1 0-95 FI reme: Via Luccese 131 

81 -1 0-95 Napoli: Tienament via Arno 3 

28-1 O 95 ierìno (AVI: Sonar 

04-11-95 Ma poli: A fuck off big party!!!!!!!!! 

The underground i§ rising 
b 





K R.P Vuole uscire dallo stato di minorità espressiva a cui la scena tedino e stata 
costretta dalT approssimazione e dalla cultura dello sballo. 
La scelta pratica che si impone partendo da tali presupposti, è una scelta di stile, di 
metodo ,non di tendenza. 

Ciò significa anche razionalizzare ! "espressione musicale svincolandola sia dal culto 
per i grandi DJ, sia dall' ottusa palude della musica **Commercialoidc"\ per rateizzarla 
nel campo della ricerca totale 
Ciò significa inoltre 

- Non riciclare i posti (perche parati o perchè belli) ma occupare nell'area urbana 
strutture sempre diverse. 

- Non divinizzare i DJ. 

- Non divinizzare le droghe. 

- Non accettare che il Rave Illegale divcno il passatempo di tutti t sabati Romani (lega 
pochi Rave ma buoni). 

- Non concepire la partecipazione al Rave come unione spirituale tra corpo -musica 
droga ma come intervento ad un momento materiale di disordine urbano dove ci si 
diverte fottendo l'industria istituzionale del divemmento 

- Nessuno spazio ad alcun tipo "self-busincss~ (svolta economica) tutti i soldi vengono 
impegnati nel budget dei progetti futuri 

- Precedenza all'espressione artistica di chi ha deciso di fare musica e auto produrla 
rispetto ai dischi di mercato 

- Presa di posizione collettiva su temi connessi alla pratica del Rave illegale co ad 
altre pranche sovversive 



II ricavato del 4/1 I/*95 servirà ad evitare a quJcuo usa pesa detentiva 

We hate prisons 



info noe HARD RAPTUS 
Sabato 20.00-24.00 
Domenica 16.00-20.00 
93.300 - 93.450 FM 




TEKMR INDUSTRI AL TRANCE 
E XP E RI NI NT AL ALLNI SRTER 



ATTENZIONE ALLE 
TRASMISSIONI ! ! © 

RV SARRTARE CREtf 




I U I 

«aoM p ROM London Town 

fili» UflDE^COVEUOVE* 

ORE LOVE iOURD Ò^ÒZEH) 



S E LE CTI O N OF JUNGLE TUNES & VIDE O 

Hardcore/ Jungle - Jungle/techno 
Breakbeats - Ambient/ Jungle 

AUTOPRDDUZIDNI-INFD SHOP * FOTTI LA 51AE* 

GHETTO YOUTH - ONE LOVE HI PAWA 

( SUPPORT MUMIA ABU JAMAL) 
C.5.O.A. AURO E MARC O-TfSD.BB. 56 5 




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punto di incontro presso grande «api» petroldepot 
via salaria fuori g.r.a. 23 ~3 



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2000 

D.S. 



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CHE ABBIAMO g CHB POSSIAMO OTTE**** 



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INQUINAMENTO NON CURAN2A 
NON CULTURA SUPER ALINENTA2I0NE 
IFERCONSUMO 

ELETTRI 2 2 ATI, SVEGLIATI, 
GUARDA LONTANO, RISPETTA, 
CONBATTI, MUOVITI VELOCE. 
SXNTSTI22A GLI IMPULSI CELEBRALI! 
ESTRAPOLANDO IL MEGLIO, 
PERFE2I0NA LA TUA TECNICA, 
VISUALI 2 2A I TUOI PENSIERI . . 

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SABATO 3 GIUGNO 
H: 23:30 FINO ALL'ALBA 
NO NAZIi! 



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- HARDCORE 
INDUSTR1AL 
EXPERIMENTAL 
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CHILL OUT 

- AMBIENT 



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ATTENZIONE ATEE f 
TRASMISSIONI 

BEWARE THE ENGINES 



Love - (26SP£c- - unjiT/ 




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29 Giugno 1996 
C.S.O.A. Valle Faul 
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P tto ctelllndiano al Parco delle Cascine - Firenze ^ 

SCHEGGE DI VIOLENZA 

trasformaziorv Regressive dait'opp&'ssione ài stato <S 
e deità vhfern^uróana dietro fa m^chera^eiia n &rn&il a' 

Sabato 31 Maggio: 1 

istori ore 24.00 *\ I 

RAVE PARTY 

ant>-cdfr$ party - sempre più' veloci e distruttivi 

Labels: IMPULSE - KAQS - KREW 
Installazioni ambientali: TU KUR 

Domenica 1 Giugno: 
pomeriggio INTERVENTI SULLA REPRESSIONE 
musica live - JAM SESSJON - musicisti vari 



CENA SOCIALE 

sera 



ANDY AND THE Cf&SHCAR 



direttamente dalia Francia 



energie drìnks - uni a ri bar - Uve perfarmances 
documenti multimediali - mercatino - internet surfing 




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GQÙuenyizi. wnitsua iinvMDiT! "tu wmw>h 





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FIRENZE info line :03388138TOO 



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LO STATO E' UN'ILLUSIONE COLLETTIVA LOGORATA. 
NOTTE DOPO NOTTE, DALL'AMBIGUA REALTÀ « 
DELLA T. Ai j 





tyTEKNO 

Instruments 

sii min fui nn« >vi 
possibilità divi i • 




Per anni a\ete protestato 
il diritto di ave** 
Adesso l'avete 

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la Tecnologia !! 

POTERE AGLI STUDENTI 



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Sabato 24/Domenica 25 Maggio 1997 




Interferenze Video Lab L57 

http: //Vivaldi .newus. 1 t// cornar ce/ / tmcrawVk Ibernati ca 
www. geo ci t i t • . con/ SoHo/ Lo f t tJ 7055 

Live connection on Web t 

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Livillo 57 via «uggia 6 ( sub S t a l i ngr ade ) 
eologna.Itaiy 051 246509; 



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viai sJlrssiln ia\1Sì MAIIK II I li i\ |vn| 





sabato 01.03.1997 



COMPUTER CONTROLLED 
illega trave 

NNN - LATSTÀNT CREW 
Live On Stage 
8000 Watts Sound System 



meeting pomi ore 22.30 a piazza dei Mirti (zona Prenestina) 
NO NAZI - NO COPS - NO BUSINNES 
ricorda che stai commettendo un reato Hi 



* NoN-S.toP Terhno 




Iree party people 
sound systems and 
performers welcome 

INFO^En^land: 0181 95<T>^ 



France: (only) 3672959^ ì<*>- 



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VENERDÌ 28 
NOVEMBRE 
IN COX 18 

VIA C0NCH6TTA 18 
MILANO 



or€ 21.30 
Presentazione della rivista 

FIKAFUTURA 

secretori *&ó* qp u f mmUs U E> qu*er 

ShaKe edizioni 



cort • Cromosoma X Cflkafutu-a~) ■ Francesca Da 
Rtrirl (VNS Matrix -Austraia). che presenterà 

Bad Code" vWeogtoco q^>«- femminista • Soggetti 
Nomadi con iVistaiazlone Identimtx" • Pepa da 
Madrid, disegnante d autodtfesa I— I l a t i 



5P€TTM10\JO D\ FUOCO CON VJZIfc/RRfcCRACKERS 



T6CHA/0 PARTY CON LE DJ: 

MONICOMIO ■ VIOLENTINA - ANNA 
BOLENA/PGTI NUDI YPERMEDIA 



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A ps^cfieScficpIatforrnv^gW 
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FINTECH 

via pontina uscita CASt^jC^OTVJ^O 



G&nta rumorosa da fio sparto 



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Per la de prna lunazione drCa coltivazionr tirila canapa (Sa fkwr per I rveutuair 
I csstonr di plccotr quantità ad uso individuale o comunitario c per una p4u 
chiara e affermata tendenza giuridica che rtee ioaca U valore terapeutico drilr 
«"•Man/c dr rivale dall.» Cannabis. *»>tti armi»»! lÉi i»*< ren- -ruilua <J«-I mi^I,, 
magistrato 

IVr ta depenallixa/Jonr di tutu I rr^tt (rainorii prr lo più connwai all'uao 
lo piccolo spaccio) di qualsia*-.! droga esistente aul menato 

IVr la searcenuionr di tutu i sieropositivi malati di AJ D.S detenuti nelle patrie 
galere e per una svolta politico- sortale orlrntata alla sperimentazione su modello 
Noni ruropeo che tocchi tutta una gamma di iniziative volte alla distribuzione/ 
Ir-gttlirxjuctone coni rotisi* delle varie rtnnj.be drttr " pesanti* 

LA QUESTIONE DROGHE DEVE ESSERE SOTTRATTA 
ALLA MISERABILE SFERA DEL DIRITTO PENALE 



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CONCENTRAMENTO E MANIFESTAZIONE 
SABATO 29 NOVEMBRE ORE 15. OO 
LARGO CAIROLI 



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TUREìTA STILE t 1 U U fi I 

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SAB. 23 MAGGIO 



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NON SOLO RAVE! 

dal tramonto all' alba !! 

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Mftt: C.S.M. 
DJ BETTY 

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SUDORE NON BASTANO 
A RACCONTARE 10 ANNI, 
I PROSSIMI POTRESTE 
RACCONTARLI VOI. - 

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INFO . LINE :0333-4616063 



Teorìa e crìtica 



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0» 

E 

2 

g FikaFutura. Secrezioni Acide Cyberfemministe e Queer, Milano, Shake 
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Europa dell'est 

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www. festivaleye. com 
www.schnews.org.uk 
www. bigissue. com 

www. geocities, com/rainforest/vines/4 1 1 
i/ned.html 

utenti, tripod. it/sonicvandals/index. html 
www. kyuzz. org/ordanomade/tora. htm 
www.decoder.it 



Sound Systems 

www.gn.apc. org/tash/mutoidi. htm 

www.gn.apc.org/tash/exodusi.htm 

mutoidwasteco. webjump.com 

www. exodus.sos. freeuk. com 

www. to. or.at/spiral23/spiral. htm 

www. fakefunk. com/usa23.html 

www. desert-storm. org 

soundeonspiracy. freetekno. org 

okupe. freetekno. org 

furious. freetekno. org 

ibftp. freetekno.org 

architek. freetekno. org 

troublesfete. freetekno. org 

dkle.freetekno.org 

kamelon. freetekno. org 

anonym. freetekno.org 

prank.freetekno.org 

xotik. freetekno. org 

www.3b00m.net/ubiq 

www.3b00m.net/fik 

www. imagi net. fr/kanyar/tkoblaz. htm 

www. imagi net. fr/kanyar/fraktal. htm 

metek.free.fr 

www.heretik.org 

www.triphaze.net 

www. multimania. com/tribfxz/index.html 

www. kyuzz. org/kore 

aciddrops. kyuzz. org 

militanz. tripod. com/home. htm 

www. olstadsound. com 

www.hekate.co.uk 

ca.freetekno.cz 

www.fìy.to/nsk 

Distribuzioni ed etichette 
indipendenti 

network23. freetekno. org 
elegalmusic.net 
www.c8.com 
www.phuture. com 
www. expressillon. com 
www. i trance, fr/toolbox 
okupe. freetekno. org 
w. a. r. free.fr 



fky.free.fr 

arobass2ooo. free. fr 

www. sub-radar, com 

www. capsrecords. com 

og.freetekno.org 

www. uncivilizedworid. com 

www. multimania. com/sycomor 

audiotrixjumptunes. com 

www.parasiterecords. com 

ibftp.freetekno.org 

www. epileptik. com 

www. hangars-liquides.com 

www.chez.com/artskorpsflndexa.htm 

www. francecore. org/phantasm- 

records/deadend. html 

www. final fron tier. it 

www. ultrasuonirecord.it 

www. echodesign. net/mattia/333 

dopesyndicate. com/zmk 

www. digitalhardcore. com 

www.biiip.com 

widerstand.org 

www. dropbass. net 

www. deadlysystems. com 

www.blackmonolith. com 

www.bloodyfist.com.au/1024Jndex.html 

Web casting, netradios, suoni e 
immagini illegali 

www.radio-activ. net 
www.nettv.ie/music/substation/substa- 



tion.html 

www.planet-tekno. com 

www.step13.co.uk 

www.pirate-radio. co. uk 

www. neurofunk. com 

bak. spc. org/datacide 

www. boombox. net 

www. technobroadcast. com 

www.piratetv.net 

candida.kyuzz.org 

www.aestesis.org 

www. moonster.org 

Sostanze psicoattive e politiche di 
riduzione del danno 

www.lycaeum.org 

www.erowid.org 

www. technoplus. org 

www. multimania. com/nyto 

www.keep-smiling.com/index.html £ 

www.ecn. org/livellos7 

www.eve-rave.ch £ 
www.eve-rave.de £ 
www.alice-project.de © 
www.drugscouts.de £ 
www. eclipse-online. de 
www. dancesafe. org 



Data la natura nomade e sovversiva dei contenuti di questo libro, la loro geografia 
bibliografica non può essere mappata quanto territorializzata in architetture edito- 
riali altrettanto fluide. 

L'autore desidera ringraziare Qirex Tekno Distribution per il supporto inerente alla 
net-o-grafia, ricostruita a partire da un suo articolo sulla geografia della techno 
underground in rete, di prossima pubblicazione per la Venerea Edizioni. 



Collana Melusine 



1 Massimo Dardi In nome della strada 

2 Teresa Macrì Postculture 

3 Francesco Alter 8 Macarone Palmieri Free party 

4 Massimo Canevacci PJ 

Biblioteca Meltemi 

1 Edgar Morin I miei demoni 

2 Victor Segalen Le isole dei senza memoria 

3 Ernesto Sabato Lo scrittore e i suoi fantasmi 

4 Arjun Appadurai Modernità in polvere 

5 Homi K. Bhabha I luoghi della cultura 

6 Immanuel Kant Bemerkungen. Note per un diario filosofico 

7 Luigi Ghirri Infinito 

8 Edgar Morin Luomo e la morte 

Collana Babele 

1 Mosè Ricci 100 occhi 

2 Antonino Terranova Mostri metropolitani 

3 Umberto Cao, Stefano Catucci (a cura) Spazi e maschere 

4 Richard Ingersoll, Lorenzo Bellicini Periferia italiana 

5 Fulvio Leoni U architettura della simultaneità 

6 Paolo Desideri (a cura) ExCity 

7 Rosario Pavia Babele 

Collana Gli Argonauti 

1 Luigi M. Lombardi Satriani La stanza degli specchi 

2 Marino Niola Sui palchi delle stelle 

3 L. M. Lombardi Satriani, M. Boggio, F. Mele // volto dell'altro 

4 Macrina M. Maffei Capelli di serpe 

5 Vincent Crapanzano Tubami 

6 Matilde Callari Galli Lo spazio dell'incontro 

7 Laura Faranda Dimore del corpo 

8 Paola de Sanctis Ricciardone Nemià immaginari 

9 Mariella Pandolfi (a cura) Perché il corpo 

10 Gianfranca Ranisio Venire al mondo 

1 1 Luigi M. Lombardi Satriani Nel labirinto 

12 Franca Romano Laura Malipiero, strega 

13 Fiorella Giacalone // corpo e la roccia 

14 Armando Catemario Amore, norme, vita 

15 M. Boggio, G. Bucare, L.M. Lombardi Satriani Come una ladra a 
lampo 

16 Domenico Scafoglio Racconti erotici italiani 

17 Manuela Tartari (a cura) La terra e il fuoco 

18 Elisa Manna, Rosario Sapienza (a cura) Secondo me la mafia... 

19 Goffredo Plastino Mappa delle voci 

20 James Clifford, George E. Marcus (a cura) Scrivere le culture 



21 A. Arino, L. M. Lombardi Satriani (a cura) L'utopia di Dioniso 

22 Ugo Fabietti Etnografia della frontiera 

23 Paola de Sanctis Ricciardone (a cura) // potere del debole 

24 Franca Romano Madonne che piangono 

25 Gualtiero Harrison, Matilde Callari Galli Né leggere né scrivere 

26 Alberto M. Cirese Dislivelli di cultura e altri discorsi inattuali 
21 Thomas Belmonte La fontana rotta 

28 Marino Niola // corpo mirabile 

29 Amir Zuccaia (a cura) Cultura del gesto e cultura della parola 

30 Franco Castelli, Piercarlo Grimaldi (a cura) Maschere e corpi 

3 1 Luca Giuliano / padroni della menzogna 

32 Gino Bottiglioni Leggende e tradizioni di Sardegna 

33 A. Gnisci, F. Sinopoli Manuale storico di letteratura comparata 

34 Nicole Loraux Nati dalla terra 

35 Mariella Combi // grido e la carezza 

36 Armando Gnisci Creoli meticci migranti clandestini e ribelli 

37 Laura Bonato Trapianto sesso angosce 

38 Nadia Crotti Cancro: percorsi di cura 

39 Édouard Glissant Poetica del diverso 

40 I. Brugo, G. Ferraro, C. Schiavon, M. Tartari Al sangue o ben cotto 

41 G. E. Marcus, M. M. J. Fischer Antropologia come critica culturale 

42 Nicolò Pasero Marx per letterati. Sconvenienti proposte 

43 Sonia Barillari (a cura) Immagini dell 'Aldilà 

44 Filippo Bettini, Armando Gnisci // cammino di Santiago 

45 Karl Marx, Friedrich Engels Manifesto del Partito Comunista 

46 Nicolò Pasero e Alessandro Tinterri (a cura) La piazza del popolo 

47 G. P Caprettini ed altri Dizionario della fiaba 

48 Gian Luigi Bravo (a cura) Fantasie in gesso e stanze contadine 

49 Jean Cuisenier Manuale di tradizioni popolari 

50 Luigi M. Lombardi Satriani (a cura) La sacra Città 

51 Ave Appiano Estetica del rottame 

52 Alberto Sobrero L 'antropologia dopo l'antropologia 

53 Ugo Fabietti, Vincenzo Matera Memorie e identità 

54 VitoTeti II colore del cibo 

55 Mariella Combi Corpo e tecnologie 

56 Piercarlo Grimaldi (a cura) // corpo e la festa 

57 Ignazio Buttitta Le fiamme dei santi 

58 Luigi M. Lombardi Satriani De sanguine 

59 Robert Borofsky (a cura) L antropologia culturale oggi 

60 Fabio de Nardis Sport e vita buona 

61 M. Berrà, E. Jona, F Rol Sono arrivato e la figura c'era di me 

62 Alessandro Duranti Antropologia del linguaggio 

63 Luigi M. Lombardi Satriani Madonne, pellegrini e santi 

64 Sonia M. Barillari ( a cura) Motti, arguzie, facezie... 

65 Luigi M. Lombardi Satriani (a cura) Santità e tradizione 

66 Ave Appiano Bello da mangiare 

67 Mariella Pandolfi Poteri mobili 

68 Flavia Ravazzoli Segni d'amore 

69 Massimo Angelini, Manuela Trinci (a cura) Le voglie 

70 Giampaolo Caprettini (a cura) Dizionario della fiaba italiana 

71 Gian Luigi Bravo Italiani. Racconto etnografico 



72 Guido Ferraro II linguaggio del mito 

73 Franca Romano I folli 

74 Renato Rosaldo Cultura e verità 

75 James Clifford, George E. Marcus (a cura) Scrivere le culture 

76 Marc Abélès Politica, gioco di spazi 

11 M. Aime, S. Allovio, P. P. Viazzo Sapersi muovere 

78 Ignazio Buttitta La memoria lunga 

78 Marc Augé // dio oggetto 

78 Giuseppe Bussi Nessuno leggerà queste parole 

Collana Mutazioni 

1 Giuseppe O. Longo Homo technologicus 

2 Enzo Scandurra Gli storni e l'urbanista 

3 Franco Crespi, Serge Moscoviti (a cura) Solidarietà in questione 

4 Talcott Parsons Per un profilo del sistema sociale 

5 Heinz von Foerster, Bernhard Pòrsken La verità è l'invenzione di un 
bugiardo 

6 Massimo Rosati, Ambrogio Santambrogio (a cura) Durkheim 



Collana Nautilus 

1 Alberto Abruzzese L'intelligenza del mondo 

2 Harold A. Innis Impero e comunicazioni 

3 Stefano Balassone Come cavarsela in TV 

4 Massimo Canevacci Antropologia della comunicazione visuale 

5 Francesco D'Amato (a cura) Sound Tracks 

6 Gabriella Ambrosio Siamo quel che diciamo 
1 Franco Speroni La rovina in scena 

Collana Poetiche 

1 Ettore Finazzi Agro, Caterina Pincherle La cultura cannibale 

2 Roberto Fernàndez Retamar Per una teoria della letteratura ispano- 
americana 

3 Filippo Bettini, Armando Gnisci Forse questo è il confine 

4 Armando Gnisci Poetiche dei mondi 

5 Franca Sinopoli // mito della letteratura europea 

6 Ania Loomba Colonialismo / postcolonialismo 

1 Ngugi wa Thiong'o Spostare il centro del mondo 

8 Rosalba Campra America Latina: l'identità e la maschera 

9 Bruno Traversetti Cronistoria del romanzo occidentale 

10 Armando Gnisci Una storia diversa 

1 1 Lanfranco Binni Potere surrealista 

12 Jean Bessière et alii (a cura) Storia delle poetiche occidentali 

13 Francesco Muzzioli L alternativa letteraria 

14 Armando Gnisci (a cura) Poetiche africane 

1 5 Luciano Nanni // silenzio di Ermes 



Collana Le Società 



1 M. Morcellini, P. De Nardis (a cura) Società e industria culturale in Italia 

2 Michele Colafato Emozioni e confini 

3 Luciano Costa Informatica e post-industriale 

4 Angela Cattaneo Sociologia del traffico 

5 Sara Bentivegna La politica in rete 

6 Mario Morcellini La TV fa bene ai bambini 

7 Paolo De Nardis Sociologia del limite 

8 Giovambattista Fatelli // desiderio della legge 

9 Gianfranco Marrone Cera una volta il telefonino 

10 Massimo Canevacci Culture extreme 

1 1 Silvia Leonzi La salute tra norma e desiderio 

12 Gino Frezza Fumetti, anime del visibile e desiderio 

13 Umberto Cerroni Precocità e ritardo nell'identità italiana 

14 Stefano Balassone La TV nel mercato globale 

15 Mario Giacomarra Al di qua dei media 

16 Alberto Marinelli, Giovambattista Fatelli (a cura) Tele-visioni 

17 Isabella Pezzini Lo spot elettorale 

18 Gian Paolo Caprettini Totem e tivù 



Collana Segnature 

1 Paolo Fabbri, Gianfranco Marrone (a cura) Semiotica in nuce I 

2 Algirdas J. Greimas Semantica strutturale 

3 Louis Marin Della rappresentazione 

4 Paul Ricoeur, Algirdas J. Greimas Tra semiotica ed ermeneutica 

5 Paolo Fabbri, Gianfranco Marrone (a cura) Semiotica in nuce II 

6 Nunzio La Fauci Lucia, Marcovaldo e altri soggetti pericolosi 

7 Frangoise Bastide, Una notte con Saturno 

8 Alessandro Duranti (a cura), Culture e discorso 

9 Isabella Pezzini (a cura), Trailer, spot, clip, siti, banner 

10 Eric Landowski, Gianfranco Marrone (a cura), La società degli oggetti 

Collana Semiosfera 

1 Gian Paolo Caprettini Ordine e disordine 

2 Gianfranco Marrone Estetica del telegiornale 

3 Guido Ferraro (a cura) L! emporio dei segni 

4 Ave Appiano Manuale di immagine 

5 Vincenzo Vita L inganno multimediale 

6 Centro Ricerche Semiotiche Torino (a cura) Leggere la comunicazione 

7 Guido Ferraro La pubblicità nell'era di Internet 

8 Eric Landowski La società riflessa 

9 Aldo Nemesio (a cura) I! esperienza del testo 

10 Klaus Bruhn Jensen Semiotica sociale dei media 

1 1 Maria Pia Pozzato Scrivilo ancora, Sam 

12 Paolo Fabbri Elogio di Babele 

13 Augusto Ponzio, Susan Petrilli J7 sentire della comunicazione globale 



Collana Sociologica 

1 Salvador Giner Manuale di Sociologia 

2 Maurizio Bonolis Struttura e mutamento della famiglia 

3 Fabio Bacchini La mente esiste 

4 Elisabetta Fernandez, Massimiliano Miggiani Arte sesso società 

5 Edgar Morin Introduzione a una politica dell'uomo 

6 Paolo De Nardis L'invidia 



Collana Ricerche 

1 Paolo de Nardis e Emiliano Bevilacqua (a cura) Le classi in una 
società senza classi 

2 Roberto G ritti Postcomunismo e media 

3 T. Sebeock, A. Ponzio, S. Petrilli Semiotica dell'io 

4 A. Cotugno e G. Di Cesare (a cura) Territorio Bateson 

5 Maria de Fanis Geografie letterarie 

6 E. Scandurra, C. Cellamare, P. Bottaro Labirinti della città 
contemporanea 

7 Tim Ingold Ecologia della cultura 

8 Mila Busoni // valore delle spose 

9 L. Iamurri, S. Spinazzè (a cura) L'arte delle donne nell'Italia del 

Novecento 

10 Arnaldo Nesti A cosa credono quelli che dicono di credere 

1 1 Mario Morcellini La Tv fa bene ai bambini 

12 Paolo De Nardis Sociologia del limite 

13 Guido Ferraro La pubblicità nell'era di Internet 

14 Carmela Pignato Totem rnana tabu 

15 Gualtiero Harrison I fondamentiantropologià dei diritti umani 

16 Umberto Dante L utopia del vero nelle arti visive 



Stampato per conto della casa editrice Meltemi 
nel mese di marzo 2002 
presso Arti Grafiche La Moderna, Roma 
Impaginazione: Studio Agostini 



"We are ali on the same fuckin' dancefloor, mate". Siamo 
tutti uguali sul dance floor, nelle nostre molteplici differenze. 
Balliamo tutti lo stesso sound, scrive l'autore, esprimendolo 
in serialità differenziate di geometrie frattali: idioma tra gli 
idiomi, linguaggio tra i linguaggi, cultura tra le culture, il 
movimento dei free party, vivendo di una cultura del 
frammento attraverso il rimescolamento totale di tutto ciò 
che è stato controcultura - dalla nascita delle culture 
giovanili occidentali prepolitiche ai movimenti postpolitici 
contemporanei - rappresenta, da un punto di vista 
prettamente socio-antropologico, il chiaro avvento dell'età 
postmoderna. Il fenomeno di massa technolibertario nega 
ogni radice identitaria autorappresentandosi in configurazioni 
caotiche, in un gioco di richiami controculturali che esprime 
intrecci di un nomadismo psichico arrivato all'ultima fermata. 
È l'abolizione della memoria e la negazione del futuro. È la 
"technoanomia per delinquenza giovanile" che delimita l'area 
di intervento del libro, introdotto da una riflessione sui rave 
teorica, storica e cronologica. Una costellazione sensoriale, 
frammentata e policroma, ricchissima di dati, reportages, 
storie di vita, documenti raccolti dal 1985 a oggi su rave 
illegali, Street parade, macchinazioni e teknival, sul territorio 
romano/italiano con richiami europei. I testi raccolti in queste 
pagine sono tratti da fonti documentaristiche quali mailing 
list, newsgroup, website, flyer, fanzine, magazine, quotidiani, 
e montati in un macro-cut-up cronologico. Il libro si chiude 
con un'analisi della comunicazione visuale: "every picture 
tells a story" ovvero ogni immagine racconta una storia. 



Francesco @alter8 Macarone Palmieri è un animatore del 
dibattito socioantropologico nazionale e internazionale su 
tematiche controculturali contemporanee. Attivo nell'editoria 
indipendente con la rivista-libro annuale «Torazine: Capsule 
policrome di controcultura pop» e con le collaborazioni a 
Venerea Edizioni, ha pubblicato interventi su numerose rivis 



Progetto grafico di lohn 



ISBN 88-8333-152-3 
usi Min iiaiiifei iWMM 



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